vai a:  Stringer Asia -   Stringer Photo - Stringer SchedeHome

AFGHANISTAN : Speciale sanzioni

 

Le reazioni


W.A.Muttawakil

Taliban
Il regime di Kabul, pur non organizzando proteste pubbliche come fece in occasione delle precedenti sanzioni del 1999, riceve il sostegno del mondo islamico. Nelle moschee e nelle madrasa (scuole coraniche) le decisioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu vengono condannate come "una cospirazione crudele e spietata contro il popolo afghano". Il ministro talibano dell’Informazione, Qudratullah Jamal, ha velatamente minacciato ritorsioni: "La nazioni islamiche non dovrebbero più tacere, ma dovrebbero anzi dedicarsi a compiti audaci". Riguardo alla richiesta di estradizione di Osama bin Laden, Jamal ha precisato: "Il nostro governo non lo espellerà mai con la forza, ma sarà lui a decidere se andarsene di sua volontà. Il ministro degli Esteri e portavoce ufficiale del governo di Kabul, Wakil Ahmed Muttawakil, ha invece lasciato intendere che le sanzioni porteranno a un riavvicinamento con Teheran: "L’Iran ha già offerto il suo aiuto al popolo afghano (accogliendo i profughi, ndr.), e saremmo lieti che questo sostegno continuasse".

 


Burhanuddin Rabbani

Northern Alliance
L’opposizione guidata dall’ex-presidente Burhanuddin Rabbani dà il benvenuto alle sanzioni, "purché vengano applicate appieno e non rimangano simboliche". Ma il portavoce della Northern Alliance avverte che "il Pakistan tenterà di renderle inefficaci, perché non ha alcuna intenzione di metterle in pratica".

 


Parvez. Musharraf

Pakistan
Il governo di Islamabad ha ufficialmente annunciato che si rimetterà alla volontà del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Ma in un’intervista alla televisione di Stato il ministro degli Esteri, Abu Sattar, ha ricordato che "il Pakistan lavorerà assieme ai Taliban per ridurre la pressione sul popolo afghano, mitigando gli effetti delle nuove sanzioni". Molto più dure, invece, le reazioni dei partiti islamici Sipah-i-Sahaba Pakistan (Ssp), Jamaat-i-Islami (Ji) e Jamaat-i-Ulema-i-Islam (Jui) che hanno organizzato a Karachi un’imponente protesta alla quale hanno partecipato oltre 1.500 dimostranti. Il vice-presidente dell’Ssp, A.G.Nadim, ha minacciato nel suo discorso pubblico: "Se le sanzioni non saranno ritirate, nessuna installazione americana in Pakistan – compreso il consolato di Karachi – sarà al sicuro".

 


Zaher Shah

Loya Jirga
Il 20 gennaio ha avuto inizio a Roma la terza sessione della Loya Jirga (la tradizionale Grande Assemblea afghana, ndr.) voluta nel 1999 da Zaher Shah, l’86enne ex-re afghano in esilio nella capitale italiana dal 1973. L’obiettivo della Loya Jirga, che non rappresenta i Taliban e la Northern Alliance, è quello di formare un governo di transizione a Kabul che getti le basi per indire una Grande Assemblea Globale tra tutte le parti in causa. Secondo Zalmai Rassoul, portavoce del re, "il problema delle sanzioni consiste nell’eliminare le condizioni che le hanno fatte scattare".

 

Onu
Le nuove misure restrittive adottate nei confronti del regime di Kabul, definite "mirate, perché indirizzate ai Taliban in quanto sostenitori del terrorismo islamico internazionale e non in quanto musulmani", hanno sollevato aspre critiche da parte delle organizzazioni umanitarie e all’interno delle stesse Nazioni Unite. Anche il segretario generale dell’Onu, Kofi Annan, non si è detto favorevole all’iniziativa. La maggiore preoccupazione riguarda l’impatto economico sulla popolazione locale, già stremata dalle precedenti sanzioni. La decisione di imporre l’embargo sulle armi soltanto ai Taliban, senza estenderlo all’opposizione della Northern Alliance, fa poi temere che l’intervento dell’Onu venga considerato di parte.

 

Usa
Gli Stati Uniti si difendono dalle accuse di aver esercitato pressioni sulle decisioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu e di parzialità nelle decisioni adottate. "Le sanzioni sono politiche e non economiche – ha dichiarato l’ambasciatore americano in Pakistan - perché non proibiscono il commercio del settore privato, compresa l’importazione di cibo e medicine". Comunque, è la prima volta che una risoluzione dell’Onu prevede il monitoraggio dell’impatto sulla popolazione civile.

 

 

Governo italiano
Il ministro italiano degli Esteri, Lamberto Dini, è del parere che "le sanzioni non sono le benvenute e sono anzi malviste perché inaspriscono i sentimenti, rendendo più difficili le operazioni umanitarie in aiuto della popolazione sofferente". "La posizione del governo italiano - ha sottolineato il sottosegretario Ugo Intini – è quella di sostenere la Loya Jirga dell’ex-re Zaher, che è d’accordo sull’ipotesi di aprire un corridoio umanitario tra le due fazioni in lotta in Afghanistan".

torna a inizio pagina

torna a Speciale sanzioni