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Birmania (Myanmar)

 

Birmania in cifre

Superficie di 676.577 kmq. – Popolazione di circa 45,5 milioni di abitanti, con una densità di 67 ab./kmq. – Capitale Rangoon (ribattezzata Yangon dalla giunta militare) con oltre 4 milioni di abitanti. – Moneta corrente: kyat, suddiviso in 100 pyas – Lingua ufficiale: birmano - Religione ufficiale: buddhista, con minoranze musulmane, cristiane e animiste – Principali etnie: birmana, karen e shan. Minoranze kachin e chin (gruppi tribali animisti) - Forma istituzionale: regime militare. Fuso orario: GMT + 6,30

Leaders (al 10.3.2001)

 

State Peace and Development Council (Spdc)

Capo della Giunta e primo ministro: General Than Shwe

 

Opposizione della Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd)

Presidente: Aung Shwe
Segretario generale
: Aung San Suu Kyi
Vice-segretario generale
: Tin Oo

Media

La giunta militare birmana impone una stretta censura a tutta l’informazione. Ai giornalisti stranieri viene raramente concesso il visto di entrata. Alcune notizie filtrano comunque e vengono riportate dalle comunità in esilio, spesso tramite il sito Free Burma.

Stampa

Free Burma (sito dell’opposizione)

All Burma Student’s Democratic Front (sito dei giovani esiliati)

 

Televisione e Radio

L’emittante Bama Athan, nata nel 1946, è totalmente controllata dalla giunta militare. Dal giugno 1980, Radio Myanmar trasmette in lingua nazionale (bamar) e in altre otto lingue locali. La televisione è a colori dal 1980 e manda in onda notiziari di propaganda, trasmessi localmente solo dal 1988. La TV satellitare seleziona e cesura le trasmissioni della CNN statunitense e della NHK giapponese.

SCHEDA CRONOLOGICA

1947

Il leader indipendentista Aung San, padre della premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, viene assassinato

1948

La Birmania (Myanmar) ottiene l’indipendenza

1962

Il generale Ne Win guida un colpo di Stato e governa la nazione come capo della giunta militare

1987

I problemi economici causati dalla dittatura militare e il mancato rispetto dei più basilari diritti umani spingono la popolazione alla rivolta

1988

Studenti e sostenitori del partito di opposizione, la Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd), scendono in piazza l’8 agosto. La dimostrazione viene brutalmente repressa dalle forze dell’ordine, che spara sulla folla. Con un nuovo colpo di Stato Ne Win rimane al potere.

1989

La leader dell’Lnd, Aung San Suu Kyi, viene messa agli arresti domiciliari. La Birmania prende il nome di Myanmar.

1990

Elezioni generali. La Lega Nazionale per la Democrazia (Lnd) ottiene la maggioranza assoluta (82% dei voti), ma la giunta militare invalida le votazioni e rimane al potere con un ‘golpe silenzioso’.

1991

Aung San Suu Kyi riceve il premio Nobel per la pace.

1995

Alla Suu Kyi vengono formalmente revocati gli arresti domiciliari, ma viene tenuta sotto strettisima sorveglianza dai militari e dai servizi segreti.

1997

La giunta militare dello Slorc (State Law and Order Restauration Council, o Consiglio per il ripristino della legge e dell’ordine statali) tenta di darsi una parvenza democratica ribattezzandosi Spdc (State Peace and Development Council, o Consiglio per la pace e lo sviluppo statali) ed entra a far parte del gruppo panasiatico dell’Asean.

1998

Decimo anniversario della strage degli studenti. L’Spdc ordina l’arresto extragiudiziale di 800 membri dell’opposizione e impedisce alla Suu Kyi di riunirsi con i leader dell’Lnd. Onu e Banca Mondiale offrono un miliardo di dollari alla giunta dell’Spdc per "avviare il processo democratico".

a cura di Francesca Marino

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