I R S E F

Istituto di Ricerche e Studi

Sull' Educazione e la Famiglia

 

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LETTERA AI SOCI

E

AI CONSIGLIERI NAZIONALI AGE

 

Ancona 3 Settembre 1999

Carissimi,

approfitto di questo Consiglio Nazionale dell' A.Ge., che si svolge a Trieste, città a cui sono particolarmente affezionato, per sottoporre alla vostra cortese attenzione una serie di considerazioni relative alla natura dell' IRSEF, alla sua vita ed al suo futuro.

La coincidenza fra riunione dell' esecutivo IRSEF e Consiglio Nazionale dell' A.Ge. è legata al fatto che quasi tutti i membri di detto esecutivo sono consiglieri nazionali A.Ge.: ciò non è casuale, ma evidenzia il profondo legame esistente tra le due istituzioni.

Questa breve nota si articola nei seguenti punti:

  1. Finalità dell' Irsef,
  2. Rapporti con l' Age,
  3. Il metodo scientifico,
  4. L'attività dell' Irsef,
  5. Informazione, Conoscenza, Comunicazione,

Centralità della Comunicazione nell' Educazione

e Tecnologie: Televisiva, Informatica e Multimediale.

 

 

 

1.Finalità dell' Irsef

Secondo lo statuto vigente l' Irsef ha lo scopo di promuovere studi, ricerche, sperimentazioni e di gestire gli strumenti tecnici scientifici e culturali per

realizzare l' oggetto sociale e le finalità dell' A.Ge..

Quindi le finalità dell' Istituto sono strettamente connesse con l' educazione e la formazione tanto dei figli quanto dei genitori.

L' organizzazione di convegni, conferenze, dibattiti è strumento importante per raggiungere i suddetti scopi, ma altrettanto importante è la sperimentazione. Sperimentazione di attività e servizi per l' Educazione negli ambiti: educativo sociale, sanitario, familiare, di recupero, di orientamento e di formazione a tutti i livelli. Sperimentazione fondamentale nell ' ambito del volontariato.

Le ricerche e gli studi non possono prescindere dalla tecnologia dell' informazione ( Information Technology ) che giuoca un ruolo fondamentale in questo scorcio di millennio, tanto da condizionare la vita intera della società attuale. Lo statuto menziona in modo esplicito le ricerche e gli studi nel campo dell' Informatica e della Telematica.

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2.Rapporti con l ' A.Ge.

I rapporti con l ' A.Ge. scaturiscono direttamente dallo statuto. Abbiamo appena menzionato la coincidenza dei fini. Lo Statuto usa una dizione 'forte' a questo proposito: asserisce che l ' I.R.S.E.F. è 'STRUTTURA' dell' Associazione Italiana Genitori.

Pertanto l ' Istituto nel programmare la propria attività scientifica deve portare in conto in modo inequivocabile le esigenze dei genitori associati in questo scenario inquieto attuale, sia nazionale che internazionale, in cui il loro ruolo viene costantemente chiamato in causa di fronte alle continue sollecitazioni e trasformazioni dell' aggregazione familiare.

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3.Il metodo scientifico

Essendo l ' IRSEF un Istituto di Ricerca non può non informare tutta la sua attività ai metodi propri dell' attività scientifica. Questo comporta in ogni lavoro di ricerca l' attenzione:

alle leggi basiche;

ai metodi di reperimento dei dati e di trattamento degli stessi;

alla definizione di metodiche di indagine, di sperimentazione, ecc..;

allo stato dell' arte;

alla necessità di ricercare contributi originali;

all' aggiornamento su metodiche, concetti e tecnologie avanzati di vario tipo: statistico, informatico, o altro.

L' aggiornamento in particolare sarà necessario su quanto altro serva per:

Un approccio scientifico richiede in particolare il confronto con chi si occupa di problemi analoghi e richiede un monitoraggio accurato dei lavori in cantiere, della loro collocazione in ambito nazionale ed eventualmente internazionale.

La garanzia della scientificità del lavoro non può che essere garantita da un comitato apposito di persone qualificate: il Comitato Scientifico, che va pertanto ridefinito qualificato e reso operativo.

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4.L' attività dell' Irsef

Molti sono stati i lavori passati dell' Irsef, e tutt' ora sono in vigore progetti quali Andrea, Faretra, George, molte le indagini a cui hanno fatto da sfondo le vicende italiane di questi ultimi anni, che hanno condotto ad una 'nuova' Italia ed a una 'nuova' Europa. Per tutto questo lavoro mi corre l' obbligo di un sentito ringraziamento a quanti, e sono veramente tanti, hanno operato con abnegazione per la loro realizzazione.

Un ringraziamento particolare va naturalmente alla guida illuminata, competente e sentita del mio predecessore Prof. Luciano Corradini a cui va il mio riconoscimento il mio commosso saluto.

I lavori futuri, sulla scia di quelli passati, dovranno essere improntati all' uso del volontariato, e alla ricerca di commesse da enti pubblici; ma dovranno anche adeguarsi alla competitività europea e attingere alle opportunità offerte dalla Comunità Europea.

Per far questo sarà indispensabile creare, in seno al Comitato Scientifico, un gruppo specializzato, che si occupi in modo particolare dei criteri da seguire per essere competitivi nel rispondere alle varie chiamate di Bruxelles e che intessa rapporti con istituzioni di ricerca sia italiane che europee per la definizione delle opportune 'partnership'.

Strettamente connesso a quanto detto è la necessità di curare la qualità dei lavori svolti dall' Irsef. Una chiara definizione dei criteri di qualità e dei parametri connessi si è rivelata vincente in ogni tipo di competitività. Anche se può sembrare un controsenso, per un istituto che si ispira ad una visione non mercantile della vita, ricorrere alle metodiche tipiche del 'marketing' ciò non suoni strano: le leggi della 'qualità' e della 'comunicazione' sono scientifiche e valgono sia che si tratti di un prodotto mercantile che di un prodotto destinato alla corretta formazione, oppure che si tratti di idee.

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5.Informazione, conoscenza, comunicazione.

La Tecnologia dell' Informazione (IT: Information Technology) è divenuto un settore chiave per la vita di questa fine secolo ed a maggior ragione del prossimo. La Tecnologia progredisce di giorno in giorno e trasforma in modo continuo il nostro modo di vivere. Ma prima della tecnologia c' è l' Informazione. Che informazione convogliamo con la IT?

Non solo, ma annidata tra le pieghe dell' Information Technology, c' è la Tecnologia della Conoscenza (Knowledge Technology, Knowledge Engineering, ecc.): come dire che sta 'maturando' una tecnologia che, anziché supportarci nell' esecuzione di lavori meccanici, ci supporta nell' acquisire, ma anche nel produrre conoscenza; cioè nel ragionare. Non ci spaventi tutto questo. Ormai la strada è intrapresa e porterà lontano: come pochissimi all' inizio del secolo credevano che si potesse andare sulla luna, così pochissimi ora credono che si possa fare del 'ragionamento artificiale'. Sembra roba da fantascienza, ma invece e realtà 'quasi' di oggi. Invece di perderci in sterili considerazioni di natura pseudo-filosofica, cavalchiamo gli strumenti che ci vengono offerti e 'diamo un anima alla tecnologia'.

La Comunicazione nasce come neologismo tipico dell' era dei media. Ma anche qui esiste un' anima della comunicazione sul cui terreno si incontrano-scontrano filosofi, sociologhi, letterati ed esiste una tecnologia che viene regolarmente cavalcata da chi ha essenzialmente obiettivi mercantili. Anche qui anziché perder tempo in sterili 'querelle', utilizziamo i mezzi per comunicare le nostre idee, la nostra Informazione, la nostra Conoscenza:

che siamo migliori o peggiori di altri, non importa, avremo sempre fatto un' opera meritoria in questo panorama fortemente sbilanciato in favore dei 'mercanti'. Se poi abbiamo degli ideali forti, cristiani e umani, allora diventa un obbligo morale adeguare la nostra azione agli strumenti disponibili: entriamo nell' aereopago del tempo moderno che è il mondo della comunicazione, come ci esorta Giovanni Paolo II nella Redemptoris Missio. Torna all' inizio

 

6.Centralità della Comunicazione nell' Educazione

e Tecnologie: Televisiva, Informatica e Multimediale.

Il grande sviluppo e la rapida trasformazione delle tecnologie informatiche e multimediali hanno una grande importanza nell' ambito educativo e formativo, ma il giudizio di valore è chiaramente duplice:

La comunicazione è approdata alle attuali tecnologie attraverso una lunga serie di trasformazioni:

per migliaia di anni la comunicazione verbale ha permesso sia l' ascolto che l' interrogazione sul contenuto.

La comunicazione scritta ha fatto aumentare la velocità di comunicazione, ma ha fatto perdere il senso dell' interrogazione e dell' ascolto.

La comunicazione visiva infine ha la velocità dell' immagine, ma normalmente non consente né l' ascolto né l' interrogazione.

Vi è infine la comunicazione interattiva multimediale in cui si recuperano in parte l' ascolto e l' interrogazione ed esiste un contatto diretto anche se 'virtuale'.

Per lungo tempo la comunicazione scritta ha diffuso un 'pensiero lineare' che separava il pensiero dall' azione. Il potenziamento dei media rende la partecipazione sociale simultanea agli eventi del pianeta terra con necessità di un 'pensiero parallelo', la cui difficoltà è responsabile di una serie di trasformazioni profonde delle nostre idee, con effetto dirompente sulla compagine familiare:

Sembra logico a questo punto invocare il recupero della comunicazione diretta. Qualcuno ha detto che esiste una sorta di punizione terribile per l' individuo: quella di vivere benissimo in un mondo che non si accorge di lui. Si può pensare allora di creare una sorta di 'effetto rete' da riproporre come terapia sociale. Ma è possibile questo con le tecnologie multimediali attuali?

La tragedia, secondo alcuni osservatori, sta nel fatto che nessuno vuole più stare solo e cerca di rifugiarsi in famiglia, di rimanere nella famiglia di origine fino ad età avanzata. Ma in questa famiglia la privacy è difficile da ottenere. Esiste infatti sempre più una rete comunicativa complessa, costituita in prevalenza da TV e in maniera crescente da sistemi multimediali su PC, che entra in famiglia e ne usurpa le prerogative antiche di interrogazione e ascolto.

Qual' è l' apporto educante dei media in questo scenario che vede il loro predominio?

In passato i giovani erano sottoposti costantemente all' influsso delle tre strutture:

famiglia - scuola - ambiente socio-cultural-religioso.

Ora i media costituiscono una agenzia eduativa concorrente.

Un bambino, che alla nascita possiede solo il 30% dei neuroni formati e che forma il restante 70% nel primo anno di vita, in che modo sarà influenzato dalle sollecitazioni più disparate che lo bombardano?

Esiste e preoccupa anche un altro aspetto con cui l' educazione deve suo malgrado fare i conti: il cosiddetto effetto di saturazione dei media. A fronte di un certo numero di ore trascorse a scuola, uno studente all' ingresso dell' Università ha al suo attivo un numero superiore di ore trascorse davanti alla TV, altrettante di pop music e un numero in rapida crescita di ore trascorse davanti a PC multimediali con Internet: qual' è quindi l' agenzia educativa più importante?

Non va inoltre sottovalutato un fenomeno noto sotto il nome di ipotesi dell' agenda-setting'. Tale ipotesi, datata e dovuta a Show, dice che:

la gente tende a:

Cioè i media tendono più che a persuadere a presentare una lista di cose attorno a cui avere una opinione e discutere. Non solo ma viene anche fornito un quadro di riferimento, costruito con la costante enfatizzazione.

Tale ipotesi, con i dovuti aggiornamenti, potrebbe essere la chiave di lettura di tanti comportamenti e comunque un forte stimolo a dominare le tecnologie dei media e ad utilizzarle per i fini educativi propri dell' IRSEF.

Una risposta immediata potrebbe essere la formazione dei fruitori dei media.

Tra i programmi dell' IRSEF dovrà trovare posto l' educazione ai media; un intervento diretto sulla formazione dei destinatari: l' audience della TV e gli utilizzatori di Strumenti Multimediali in Rete. Una scuola tendente a formare un ricettore della comunicazione: più qualificato, più completo, abile utilizzatore di questa per scopi sia di auto- che di etero-formazione.

La società nei vari paesi ha reagito in modi diversi a questa invadenza dei media, TV prima e Internet poi, esaltando o demonizzando, cercando di controllare sia tecnologie che sorgenti di informazione.

I risultati non sono stati brillanti. C' è chi, come gli USA, preoccupati per la violenza crescente dei minori, ha monitorato strettamente la TV introducendo il 'v-chip', una sorta di flitro elettronico che tranquillizza i genitori.

Qualunque sia il giudizio di merito sui vari interventi, un fatto è certo: si è aperta una sfida tra potenzialità delle nuove tecnologie mediatiche e uso 'corretto' delle stesse. In questa sfida sono coinvolti tutti: utilizzatori e produttori, santi, poeti, tecnici e registi… e ciascuno dovrà fare la propria parte, anche quando crede di essere disimpegnato.

L' IRSEF non può certo tirarsi indietro. E lo dovrà fare con la scientificità che gli compete e che spero vivamente contraddistingua il suo lavoro futuro.

Facciamoci quindi un sentitissimo e cordialissimo augurio reciproco di buon lavoro|

IL PRESIDENTE

Guido Tascini

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