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Giosuč Piroddi

Memorie di un recluso.
Un caso politico-giudiziario nell'Ogliastra di fine Ottocento



a cura di Tonino Serra
Condaghes
www.condaghes.com

 

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Giosuč Piroddi e la moglie Marietta Ruda in una foto del 1912

La sera del 17 febbraio 1912, Giosuč Piroddi lascia il carcere dopo sedici anni di detenzione trascorsi nei reclusori di mezza Italia. Insieme con altri tre compagni di sventura (Nicolň Businco di Ierzu, Antonio Lorrai e Antonio Ferrai di Tertenia), era stato condannato dell'omicidio di Ruggero Tedde, segretario comunale di Perdasdefogu, commesso la notte del 16 agosto del 1894.
Nel 1911, in seguito a pazienti investigazioni, i famigliari dei condannati erano riusciti a far incriminare per suborno e falsa testimonianza chi aveva determinato la condanna del 1898. Il nuovo processo si concluse con l'assoluzione degli accusati, nonostante alcuni di loro avessero confessato; ma, nella logica perversa della burocrazia, Piroddi e Businco (gli altri due erano nel frattempo deceduti), pur essendo stati riconosciuti implicitamente vittime di un errore giudiziario, furono ricondotti in carcere nell'attesa che si chiarisse la loro posizione processuale.
Il caso commosse l'intera Isola. Il processo era stato celebrato sotto gli occhi attenti della stampa e di un'opinione pubblica totalmente convinta della loro innocenza; e il protrarsi dell'ingiusta detenzione suscitň la generale indignazione.

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