SINTESI BIOGRAFICA (con le opere pubblicate)
Silvio Murru, originario della Sardegna (dove è nato nel 1940, a Tertenìa, in provincia di Nuoro, nell’Ogliastra meridionale), dai primi anni Sessanta vive tra l’industre gente lombarda. Ha conseguito due diplomi e tre lauree e, come docente di materie letterarie, ha insegnato, oltre che nelle scuole metropolitane (prevalentemente a Milano e provincia), anche in quelle italiane all’estero (Addis Abeba) ed in quelle europee (Bruxelles e Varese). Attualmente risiede con la famiglia a Varese, dove, fra l’altro, cura una rubrica culturale presso Radio MF, freq. 105.30.
Gli sono stati assegnati alcuni premi letterari, fra cui: a) “POETI E SCRITTORI PROTAGONISTI DEL 1998” con la motivazione: “per i brillanti risultati ottenuti in campo letterario nel corso dell’anno”; b) 1° PREMIO POESIA “Omaggio ad A. Manzoni ’99” per l’inno “La Santa di Calcutta”; c) 1° PREMIO NARRATIVA 1999, conferito dal “Lions Club Varese Europae Civitas”; d) 2° PREMIO SAGGISTICA EDITA, per il volume Parlando e scrivendo, nella XII edizione (1999/2000) del Premio Nazionale di Poesia e Prosa, indetto dal Club Letterario Italiano di Latina con il patrocinio della Presidenza della Repubblica.
Ha pubblicato le seguenti opere:
1) Corso pratico di storia della letteratura italiana - Vol. III - Unicopli, Milano, 1979, pp. 206 [1a edizione esaurita]. 2) Nel mondo della parola - Guida linguistica - Unicopli, Milano, 1980, pp. 139 [1a edizione esaurita].
3) In
punta di Musa - Sonetti e satire e poesie di varia ispirazione - Il
veliero blu, Varese, 1995, pp. 66. Quale varietà di temi e di modulazioni nella ricerca
di sé e delle proprie radici, nella amorosa raffigurazione delle cose e
dei luoghi cari alla memoria! Quali profonde vibrazioni nel colloquio discreto e
sommesso tra il galante raggio di sole e la linfa pura di chiara
fontana! Lo scenario è sempre ampio e ricco di motivi, il
metro il più appropriato e la espressione sempre vigile e giammai
debordante: neanche quando dà voce alle immagini di una grottesca fauna
umana, popolata di truffaldini e imbroglioni, che ingannano, irridenti,
la folla dei poveracci. Ricco e multiforme è l’io poetante di Silvio, che
ha al suo servizio una penna lieve e una sottile vena ironica che
stempera e rattiene, al caso, l’ira e lo sdegno. Con quale vigore e con quali inflessioni liriche
sgorga poi il canto a Tertenìa, che riemerge nel ricordo incantato del
paesaggio aspro e forte di nuraghi e contadini! Una delle note più ricche di lirismo è quella che
si effonde nel rimpianto nostalgico di uno stato di natura che preme con
forza primigenia contro l’esile patina urbana, frutto del vivere con
“frettolosi meneghini”. [Vittorio
Martino] ... mondo colto ed arguto. [Antonella Modàffari Bartoli] ... pregevole volume di sonetti e satire... [Sarina
Zicaglia] Mi compiaccio per l’originalità e la completezza
di questa raccolta poetica, nella quale l’ispirazione classica si
fonde felicemente con la sensibilità personale. Sono poesie che
invitano a pensare, ma anche a sognare, che ritraggono tanti momenti,
tante esperienze di vita. C’è posto anche per la satira politica e di
costume, nonché per la riflessione esistenziale.
[Laura Storelli] Vario è il metro di Murru e varia è la parola.
Egli, che è vissuto a Milano, ha indossato le vesti di Parini...
[Luca Sorrentino] La scelta dell’autore di riunire in un’unica pubblicazione poesie di
vario genere si è rivelata vincente, grazie alla gradevolezza dei
versi. La raccolta, infatti, contiene sonetti, satire e altre
composizioni. In particolare, si rileva nei sonetti l’abilità del
poeta quale artista ben capace di rispettare la struttura classica
tipica di questo genere. Nelle satire, che prendono di mira i mali della
società e le malefatte di certi personaggi dei nostri tempi, emerge
l’oculatezza di un uomo dall’occhio vigile. In tutte le
composizioni, in ogni caso, è sempre forte l’ispirazione poetica che
si traduce nell’esposizione ugualmente precisa e sentita di ogni stato
d’animo. Vari spunti moralistici e didascalici, infine, costituiscono
un ulteriore elemento di interesse nei confronti di quest’opera. [Rosanna Scalfari]
4) Noi
siam per l’Italia - Canti e commenti sull’Italia che cambia, sui
valori che restano, sui pericoli che incombono - Il veliero blu, Varese,
1996, pp. 120. Fitta insomma la galleria dei personaggi tutti
messi stupendamente a fuoco con pochi tratti, compresi quelli in cui ci
si imbatte nella cavalcata lungo la storia plurisecolare del nostro
Paese. Diverse le epoche di riferimento e numerosi gli eventi accennati:
ma, ad onta di ciò, il filo della narrazione è sempre agile e vivace,
pronto anzi a volare alto, senza inciampare in alcuna spezzatura e
immune dall’andamento monotono della pura elencazione degli eventi. [Vittorio
Martino] ...una colonna di trionfi italici, edificata quasi a
supporto di un’ars magna della memoria. [Luca
Sorrentino] Il volume vuole anche essere una seria riflessione
sui tempi che viviamo! L’autore ce ne indica la via in modo
piacevolissimo e divertente. Ce lo dice in poesia passando con abile
grazia, dolce fermezza e scanzonata ironia dalle serie terzine in
endecasillabi a rima alternata allo svolazzante e brioso ottonario a
rima baciata. Volume gradevolissimo che si legge tutto d’un fiato. [Sarina
Zicaglia] Una raccolta poetica che appare singolare nei
contenuti e nella stile letterario adottato. Uomo di grande cultura,
l’autore adotta le strutture e gli schemi tipici della poesia classica
per esprimere i sensi di un profondo patriottismo che, lungi dal poter
essere considerato anacronistico, ripropone temi di continua attualità
nel panorama della politica nazionale. Il desiderio di un’Italia che
resti unita si tramuta, per il Murru, in un impegno civile da stimolare
e coltivare attraverso la conoscenza della letteratura e della Storia di
ogni tempo; ed è attraverso la poesia che egli si rende promotore di
una nuova coscienza civica basata sull’amore per una terra che non si
usa più chiamare “Patria”. [Rosanna
Scalfari]
5) Quel buon tempo che fu - Romanzo - Il veliero blu, Varese, 1996, pp.
143. Ambientato nella affascinante terra di Sardegna, questo romanzo lascia
assaporare l’atmosfera quasi magica di una natura ancora selvaggia,
dove tra i caratteristici nuraghi pascolano le pecore e vivono, nella
semplicità, i contadini. Gli elementi da cui nasce la trama sono quelli
tristemente noti del furto di bestiame e dei rapimenti; dallo sviluppo
di queste vicende nasce il racconto di un dramma. L’autore, però,
riesce ad offrire una lettura originale, a tratti permeata di poesia,
mai disgiunta dal filo logico che guida l’opera. Qualche tratto
umoristico, ben inserito nel contesto della narrazione, arricchisce il
romanzo, garantendo così una piacevole lettura capace, nei momenti più
opportuni, di eccitare e di rilassare. [Rosanna
Scalfari] ...
l’abigeato del gregge e il rapimento del conte De Turris sono gli
eventi cruciali dell’avventura romanzesca in cui si svela la virtù
natia del protagonista che ha imparato a temperare, con lo studio di
Cicerone, il furore della vendetta e del sangue con l’umana
considerazione della benignità e del rispetto della legge. [Luca
Sorrentino]
6) Racconti morali e gnomici - Il veliero blu, Varese, 1997, pp. 79. In questi cinque racconti, Murru disegna, come in un moderno Pentateuco,
la stella a cinque punte di una elementare sapienza salomonica. La pace,
la famiglia, la scuola, l’amicizia e la discrezione, regina di
tutte le virtù, sono il pentagramma su cui l’autore distende le note
liete ed andanti del suo racconto. Chi conosce Murru non si meraviglierà
di questa sua nuova Musa che, deposto lo studio del suo stile mordace,
sfoglia l’abbecedario dei buoni sentimenti attraverso la favola,
l’apologo ed il racconto, come un De Amicis nei panni di Trilussa.[Luca Sorrentino] ...
l’ho letto tutto d’un fiato e mi è piaciuto moltissimo. [Lucio
Lai]
7) La legge del cuore e altri racconti - Il veliero blu, Varese, 1997,
pp. 121. In quest’ultima impresa narrativa, Murru prosegue la linea del
racconto gnomico-fantastico per cui è già conosciuto dai suoi
lettori, ma più che altrove egli alimenta, con serena fronte, i
condotti esausti della virtù... Murru ha fede nei diritti della natura
che, pro tempore, esiliata pure ritorna come signora onesta nella
sua casa antica. Da qui deriva il distacco e la pietà per i suoi
personaggi, figure errabonde dell’eterno presente e dell’eterno
passato dell’uomo. [Luca Sorrentino] È apprezzabile, nei racconti di questo autore, lo stile letterario
basato su una vena ironica che spesso sfocia in espressioni di sano
umorismo. Vengono presi di mira, in ogni singola storia, i comportamenti
umani che, nella loro varietà e con le innumerevoli sfaccettature che
li caratterizzano, compongono il ritratto di una società mai troppo
bene conosciuta. E, grazie all’abilità narrativa di Silvio Murru,
tale ritratto è nitido, ben delineato e chiaro nella sua
interpretazione. In questi racconti le situazioni e i personaggi sono
immaginari ma appartengono, in ogni caso, alla variegata realtà di ogni
giorno. È possibile, in molti casi, riconoscere anche noi stessi e ciò
dimostra come una buona lettura riesca a coinvolgere chi si immerge in
essa.
[Rosanna Scalfari]
8) L’Italia
spadanata - Parodie, satire e commenti vari in prosa e in versi
sul secessionismo padano e dintorni - Il veliero blu, Varese, 1997, pp.
100. Pur ammettendo la padanità come essenza culturale, Murru
contesta l’usurpazione del padanismo che, come tutti gli ismi,
definisce una classe, un insieme di interessi difficilmente congruenti
col principio dell’unità politica. [Luca Sorrentino]
9) L’indomita speranza - Romanzo - Il veliero blu, Varese, 1997, pp.
143. L’odissea di Gavino Piralba - in questa seconda opera di una promessa
trilogia - proietta, a un livello di maggiore rappresentanza sociale, la
fondamentale struttura narrativa dei racconti di Murru:
liberato/liberatore.
[Luca Sorrentino] Si snoda attraverso una vicenda umana di lungo respiro, evocante
personaggi ed eventi esemplari di una saga moderna. [Vittorio
Martino] Con questo romanzo prosegue la saga di una famiglia sarda che Silvio
Murru aveva già reso protagonista di un volume precedente. Il luogo è
Milano città in cui il protagonista, Gavino Piralba, giunge come
emigrato e vive la sua odissea; il periodo è quello dello degli “anni
di piombo”, tristemente noti. Attraverso le disavventure in cui Gavino
si trova coinvolto suo malgrado, lo scrittore mette in luce la realtà
sociale di quegli anni della nostra storia recente che furono
caratterizzati dalla piaga del terrorismo, ovvero una subdola e quasi
nascosta guerra civile. Un libro, dunque, che non si limita a narrare ma
diventa documentazione storica e fonte di riflessione per chi riesce a
penetrare i profondi e importanti significati. [Rosanna
Scalfari]
10)
Parlando e scrivendo -
Guida linguistica - Il veliero blu, Varese, 1998, pp. 358. [2°
PREMIO PER LA SAGGISTICA EDITA nella
XII edizione (1999) del Premio
Nazionale di Poesia e Prosa, indetto dal Club
Letterario Italiano con il patrocinio della Presidenza della
Repubblica] In Principio,
per Murru, è la norma; la lingua è per lui un fatto etico, mentre la
rivolta radicale contro la lingua consacrata dalla tradizione letteraria
e dal buon uso è per se stessa un atto di eversione civile. [Luca Sorrentino] Frutto di studi di lunga lena e di approfondite
ricerche linguistico-lessicali, lo scritto ha il pregio di render note
senza risparmio scoperte e riflessioni che hanno l’effetto di
illuminare ampie zone della nostra lingua, che sono purtroppo destinate
a rimanere quasi sempre in ombra. [Vittorio
Martino] … una sorta di manuale per familiarizzare con la
lingua italiana, 358 pagine che introducono il lettore nel mondo del ben
parlare e del corretto scrivere. [Elisabetta
Barbieri ne Il Giornale di Varese] … molto interessante ed istruttivo…
[Rolando Tani]
11)
Gaudenzia Calimasti -
Tragedia moderna in cinque atti - Il veliero blu, Varese, 1998, pp. 105. Murru si prova con questo genere letterario, caduto in disuso e
soppiantato dal cronicario delle gazzette e dei ‘reportages’, fa
risorgere divisioni e metri di un’arte poetica antica, innalza gli
attori di una fabula peripatetica su coturni formali in un teatro senza
tempo. [Luca
Sorrentino]
12)
Giacomo Leopardi - Cantus - Canti
- Traduzione in versi sardi di Silvio Murru - Il veliero blu,
Varese, 1998, pp. 139. Il messaggio poetico, selezionato dall’Autore all’interno del
proprio mondo culturale, richiede, in ogni traduzione, d’essere
riformulato, per poterlo integrare ai codici di una società diversa.
Tale delicatissima operazione è sempre una sfida, che esige il possesso
di salda disciplina filologica e la costante frequentazione dei testi
letterari; al termine della fatica, le capacità espressive della lingua
“destinataria” ne risulteranno certo largamente arricchite: donde
l’importanza e la necessità, soprattutto per le lingue “di
minoranza”, di simili contributi. Una scorrevole e piacevole lettura
ci dice che la sfida è stata vinta...
[Giuseppe
Fiora]
13)
Per dirla in versi -
Epigrammi, odi, satire e sonetti con altre liriche di varia metrica e
umanità - Il veliero blu, Varese, 1999, pp. 110. Tutta godibile è la sua raccolta di versi per la varietà dei metri e
la ricchezza dei motivi, che fanno vibrare or la corda delle istanze
etico-civili, or quella del divertimento ironico-satirico. Basta talora il rapido graffio epigrammatico, per ritrarre con rara
icasticità un vil personaggio o una comica situazione umana. Né mancano pause di pensoso abbandono autobiografico a molcere talora
la durezza del mestiere di vivere. [Vittorio Martino] Murru, con la sua Musa multiforme, migra sovente nel tempo mitico dei
nuraghi o in quello più prossimo della città che benevolmente lo
ospita, cioè Varese, adagiata come una città imperiale su sette colli
e ovunque profumata dai suoi giardini. Ed altro vi troverà disposto in
versi il benevolo lettor di questo libro, fine materia di un poeta
arguto che non disdegna il travaglio sottile dell’arte e della rima. [Luca Sorrentino] ... freschezza e vivacità intellettuale. [Piero
Fratini]
14)
L’esame di italiano
- Consigli pratici, segreti e suggerimenti per affrontare le prove di
maturità e di concorso - Girgenti Editore, Milano, 1999, pp. 127. Con quali parole cominciare? Come esporre le proprie idee? Quanto deve
essere lungo il tema? E inoltre: cosa fare per decidere e affrontare
l’argomento a scelta nella prova orale? Quale atteggiamento tenere?
Come condurre l’orale anziché farsi condurre? In questo manuale di
rapida e agevole consultazione l’esperienza di Silvio Murru svela
tutti questi segreti per aiutare il candidato a trarre il meglio di se
stesso.
[L’Editore]
15)
Per filo e per Musa -
Nuove composizioni poetiche in rima o senza su vari temi e argomenti per
sorridere e riflettere - Il veliero blu, Varese, 1999, pp. 79. Anche in questa, come nelle precedenti raccolte, il male è trafitto dal
giavellotto dell’epigramma, ma più che altrove compare netta la
divisione tra cielo e terra...
[Luca Sorrentino]
16)
Melofonìe polìtone -
Antologia poetica - Il veliero blu, Varese, 1999, pp. 123. La fine di un millennio è sempre occasione per una rassegna
testamentaria di sé stessi e della propria opera, unitamente ad una
valutazione più onesta di quanto meriti - tra la congerie di pagine e
di versi - di salvarsi dal naufragio di un’epoca e pervenire
all’altra sponda e, forse, anche ad altro destino. È quanto ha fatto Silvio Murru, che ha personalmente composto la sua
ghirlanda di suoni e di metri, cioè Melofonìe polìtone, come
il fior da fiori del suo lavoro arguto e appassionato di alunno
fedele delle Muse. In un libro di poesia conta molto la successione delle sezioni e dei
versi, cosicché, pur se trasposti in gran parte da raccolte di poesie
già conosciute al pubblico, essi assumono una inaspettata prospettiva,
quella dell’incipiente millennio, appunto, a cui il poeta brinda con
un ditirambo bacchico sulla virtù del vino. [Luca Sorrentino]
17)
Racconti bosini -
Il veliero blu, Varese, 2000, pp. 99. [PREMIO
“Regioni Duemila”] In questo volume l’autore
profonde tutta la propria abilità di narratore nella definizione di
persone e personaggi bassomimetici, caratteristici di questa zona
d’Italia (ma anche di altre, sicuramente) e gustosamente, giocosamente
popolari. Davvero divertente la breve storia che dà l’avvio al
volume, vincitore tra l’altro del primo premio per la narrativa
inedita 1999 del Lions Club, “Come fu che Carlìn Gainetti beffò un
sedicente mago del tic-tac”. In questo racconto sono narrate le
vicende di un allevatore che ha come unica passione un Roscoff, un
orologio da tasca che cura come un figlio. Circa due volte l’anno il
protagonista (il Carlìn Gainetti del titolo) si reca a Varese da un
orologiaio che, puntualmente, non gli lascia proferire parola, lo tratta
male e, con la scusa di riparazioni inesistenti, gli spilla un bel po’
di quattrini. Questo fino al giorno in cui il nostro non si spazientisce
e tende un tranello al disonesto artigiano. Senza dire nulla, consegna
nelle sue mani l’orologio appena fatto revisionare in un’altra
bottega, non specificando che l’unica riparazione di cui necessita è
quella della catenella. Quando torna a prendere il caro ricordo del
nonno, l’orologiaio come al solito elenca la lista di pezzi molto
costosi che ha dovuto cambiare, ed immaginatevi la meraviglia e la sua
umiliazione nel momento in cui Carlìn lo mette a parte del vero
problema della macchina! Ciò che più colpisce del lavoro di Murru è
il tono moralisticheggiante e divertito, il senso di bonaria ilarità
del racconto narrato in famiglia, tra amici, e sembra proprio di
assistere ad uno di quei convivi parentali dove uno zio un po’ saggio
e un po’ burlone fa la parte del mattatore. [Fabio Simonelli ne Il
Giornale di Varese, 7 aprile 2000.] Ha l’Italia una letteratura nazionale?
Almeno sotto certi aspetti, sembrerebbe proprio di no; la lingua
italiana conta tanti dialetti quanti vini. Lo stesso Dante è un toscano
adottato dalla nazione. Nel catalogo dei narratori, dunque, figura anche
una tipologia varesina, che conta tra i suoi mèntori la figura
meditativa di Guido Morselli e quella un po’ scanzonata e - diremmo -
“godereccia” - di Piero Chiara. Tra lo stile tragico dell’uno e quello
comico dell’altro mettiamo quello medio di Silvio Murru, che è
varesino di adozione ma non superficiale osservatore dei vizi e delle
virtù di questa nobile provincia. In quest’ultima fatica dei Racconti
bosini egli traspone la riflessione delle sue Melofonìe polìtone
e della sua gnomica morale e grammaticale nella bonaria ilarità del
racconto familiare tra amici. Se il pegno della cittadinanza è quello che i
tedeschi chiamano Heimatgeist (spirito di patria), non potremo
negare che Murru, vissuto per molti anni lontano dalla sua sarda terra
natìa, è - dal punto di vista culturale - quello che oggi si direbbe
un prodotto “transgenico” del bel cielo di Lombardia. [Luca
Sorrentino] Sono stato attratto dalle tenerezze del mite Carlìn
per il suo amatissimo Roscoff, per “sentirgli battere nuovamente il
cuore”. Ma l’orologiaio non è che un briccone, il quale però, a
dispetto delle sue cialtronerie, finisce poi per essere preso a gabbo
proprio dall’inoffensivo Carlìn. La nascita dell’idillio tra due
giovani, le ingegnose acrobazie di un eroico scroccone, che è anche una
“buona forchetta”, o anche le imbarazzate reticenze
dell’architetto Fioravanti, la cui tronfia saccenteria si sgonfia
vergognosamente appena punta dall’implacabile specillo linguistico del
“signor maestro Prevosti”, sono tra le gemme più radiose dei Racconti
bosini. Tutti illeggiadriti i Racconti da una patina di
finissima ironia, che rende ancor più godibile la narrazione, sempre
intrisa di umana saggezza e istanze morali. [Vittorio
Martino, Ispettore Centrale
Emerito del Ministero della Pubblica Istruzione] Silvio Murru, già autore di opere quali “In punta
di Musa” e “L’esame di italiano”, ci ha recentemente presentato
la sua ultima fatica, che siamo sicuri sia stata per lui in realtà un
divertimento. Traspare da questi racconti - detti “bosini”
perché relativi a Varese e dintorni - la voglia di prendere in
giro, sempre in maniera sobria ed efficace, vizi e virtù universali, al
fine di divertire e far riflettere il lettore. In realtà l’Autore è più che mero narratore: i
due titoli citati precedentemente (cui ne andrebbero aggiunti molti
altri) ce lo mostrano ispirato poeta e fortunato saggista, ottimo
conoscitore tanto della metrica quanto della vita scolastica. La sua
produzione, già costellata di vari premi letterari (Superprestige Dante
’98, Eurotrofeo Cannes 1999, e numerosi ancora), si arricchisce
ulteriormente col primo racconto di questa raccolta, primo premio per la
narrativa del Lions Club di Varese; il lettore attento non si lascerà
incantare da questo brillante curriculum, ma - questo sì - dalla
finezza dei sentimenti, dal piglio talvolta lievemente goliardico, dalla
conoscenza della lingua e dalle migliori caratteristiche di un autentico
scrittore. [Bruno Girgenti
ne La Rivista della Scuola,
1/15 maggio 2000] È uscito recentemente, per la collana narrativa della casa editrice
“Il veliero blu”, l’ultimo lavoro di Silvio Murru, sardo
d’origine e varesino d’adozione: si tratta di una raccolta di brevi
storie ambientate nella città giardino, dal titolo “Racconti bosini”. Silvio Murru è un personaggio singolare: figlio della terra dei
nuraghi, forte di due diplomi e tre lauree, si è trasferito in
continente, ha insegnato materie letterarie nelle scuole metropolitane,
europee (Bruxelles e Varese) e italiane all’estero (Addis Abeba,
Etiopia). Cura una rubrica culturale per l’emittente varesina Radio
Missione Francescana, ha pubblicato diversi libri, spaziando dalla
narrativa alla saggistica, e ha ottenuto diversi riconoscimenti.
Caratteristica principale della sua prosa è la sottile vena ironica,
accostata alla varietà lessicale e alla profonda conoscenza delle
dinamiche interiori dei personaggi, assunti spesso come emblemi, un
po’ stereotipati e un po’ accesi nei tratti, di un certo “tipo”
sociale e di una precisa cultura locale. I “Racconti bosini” sono sei: ci sono l’orologiaio imbroglione
alla lunga beffato da un cliente smaliziato (Varese città di bottegai);
il tenero flirt tra due giovani sul treno per Milano (Varese città di
pendolari, da e per la metropoli meneghina, per campare o per studiare);
la formidabile forchetta acutamente scroccona che mangia a sbafo (Varese
di gente furba e di buona tavola); l’improbabile disciplina di due
pirati della strada sul suolo elvetico (Varese terra di frontalieri, non
importa se per lavoro, per divertimento, per guadagnare o per spendere);
la battaglia grammatical-dialettica tra due pedanti perditempo attorno
alle vocali dell’aiuola (Varese città giardino, sempre più città e
sempre meno giardino); il flirt mancato tra una timida commissaria
d’esame e un collega sciupafemmine, prologo al flirt riuscito tra lei
e lo spasimante sempre snobbato (Varese apparentemente fredda, in realtà
capace di sani sentimenti). [Andrea
Giacometti in Luce, 30 luglio 2000]. Personalmente devo dire che ogni volta che prendo in mano un libro di
Silvio, arrivato ad un certo punto della lettura, mi convinco che questo
è il migliore da lui pubblicato, ma inevitabilmente tale mia
convinzione viene smentita dal successivo. [Lucio Lai] … storie bosine così vere e così nostre! [Eugenio Cerutti] Certamente godibili questi racconti di Silvio Murru tutti di ambiente varesino o viciniore come recita il sottotitolo e come specifica l'aggettivo “bosino”. La letteratura lacustre della zona ha visto scrittori quali Guido Morselli e Piero Chiara... e sicuramente Murru si colloca nella scia del secondo per ironia e capacità fotografica del particolare, del gesto, dell’ombreggiatura... Sono piccoli quadri sapidi di facile e interessante lettura che riescono a captare l’attenzione con piacere e non solo del lettore locale. [Anna M. Simm in Dialogo, aprile-maggio 2001]
18)
Racconti a ciel sereno
- Il veliero blu, Varese,
2000, pp. 110. Conosciamo da tempo la lezione morale contenuta nelle pagine di Murru,
sia quelle epigrafate da una graziosa Musa, sia quelle arabescate
intorno a una vicenda reale o fittizia, sempre definita da una clausola
comica come risarcimento della fatica del paziente lettore. Se nelle
precedenti raccolte di Murru era più diretto il fine pedagogico, in
quest’ultima di “Racconti a ciel sereno” il riso spesso non
castiga, ma consola. Inoltre, assieme alla sua vena naturale, un’altra
crediamo di trovarne - calviniana - nel racconto del giullare Pidocchio,
che applica il principio di indeterminatezza alla divinazione, come la
Pythia che dal suo tripode prediceva sempre il vero anche dicendo il
falso: “ibis redibis ‘non’ morieris in bello” (cioè, con le
stesse parole, si poteva avere, per chi andava in guerra, la
contemporanea predizione del ritorno o della morte, associando il
‘non’, a seconda del caso, a ‘morieris’ oppure a ‘redibis’). Pidocchio
è al di là della contraddizione; è giullare in occasionale veste di
indovino, un inattuale non estraneo alla “realtà effettuale” del
proprio tempo, se con strategie ed alleanze varie riuscì a salvare il
feudo del suo signore dalla invasione straniera. Perciò giudichiamo che
questo racconto di apertura non cada solo sotto il genere puramente
celebrativo, ma che sia piuttosto il primo di carattere autenticamente
“politico” di Murru. [Luca
Sorrentino] Mi
sono piaciute molto le differenti storie dei vari personaggi trattati e
le adeguate imprevedibili soluzioni, spesso comiche da indurre il
lettore al riso, ma da cui traspare una palese e sana morale.[Lucio Lai] In
effetti a me qui par di vedere l’autore indugiare con penna lieve
sulle debolezze di alcuni personaggi dai tratti, sì, pittoreschi, ma
dalla umanità sempre integra. [Vittorio Martino]
19) Ugo
Foscolo - Sonettus -
Sonetti - Traduzione in versi sardi di Silvio Murru - Il veliero blu,
Varese, 2001, pp. 89.
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