RACCONTO DI UNA DELLE NOSTRE PASSEGGIATE DI 6 GIORNI AL "GIRO DEI LAGHI"

 

         Quando l'andare a cavallo, attività già mitica ed evocatrice di grandi sogni di per se, si unisce ad un percorso di 6 giorni attraverso montagne, boschi e valli meravigliose, allora davvero chi pratica questo sport ha la netta sensazione di possedere una macchina del tempo capace di riportarlo indietro ad un'era nella quale non esistevano certo le nostre comodità, ma non c'erano nemmeno troppi filtri, i quali non ci permettono più di cogliere l'essenza piena della realtà e della natura che ci circonda.

          Partimmo in una mattina di Maggio. Il sole che picchiava come un martello sulle nostreteste mi fece subito capire, e ne ebbi la riprova, che la natura ci stava volendo bene. Eravamo in due, io e luciano ed avevamo nelle nostre bisacce tutto quello che ci poteva servire per passare sei giorni senza appoggio esterno. La prima tappa, a Stipes sul Lago del Turano, ci da subito un'idea di quello che sarà il viaggio.

          La natura è l'unica padrona, i pastori i soli interlocutori ed il nostro cavallo un compagno fedele al quale è affidata tutta la riuscita dell'avventura.

          Ci muoviamo attraverso paesaggi irreali per l'uomo moderno ed interattivo. La cibernetica velocità dei "Pentium" è lontana, lontanissima, ma subito in compenso la magia del viaggio lento e dell'assenza di fretta si impossessa di noi. Non è più solo un viaggio lungo un itinerario ma diventa presto un'avanzare attraverso tradizioni, emozioni, modi di pensare delle mille persone che abbiamo conosciuto e che ci hanno aiutato, il viaggio che compiamo diventa sempre più un'andare soprattutto alla ricerca di noi stessi.

          Ma torniamo a Stipes, antico borgo deserto su un'altura che domina il Turano. Qui debbo dire che siamo stati accolti ed ospitati come gente di casa, pù che albergati dalla famiglia che gestisce l'unica minuscola locanda del paese. Ci siamo intrattenuti con loro fino a tardi di fronte ad un tardivo camino acceso, chiacchierando dei loro e dei nostri problemi come se ci conoscessimo da sempre.

          da li in poi le emozioni sono infinite; l'arrivo a mezzanotte, causa una distrazione sul sentiero, al Pian di Rascino, l'improvvisata notte nei sacchi apelo a Castiglione, avamposto umano nel nulla di una zona d'Italia ancora impervia, la mitica cavalcata sotto la pioggia torrenziale dell'ultimo giorno.

          Impossibile elencare tutti i posti, gli antichi borghi rivisitati, e la gente conosciuta. Di un viaggio come questo si può solo dire che tra molti anni, quando ricercheremo in una memoria ormai stanca traccia di lui, io sono convinto che questi ricordi si materializzeranno come se fossimo partiti la settimana prima. Ed allora mi basterà affacciarmi alla finestra e guardare una montagna, per sentire la voglia irrefrenabile di rimontare in sella e partire per una nuova avventura.

FIRMATO                    

Tullio Chiapponi   

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