L'Azione

19 aprile 1981

ARTISTI NOSTRI

TONI FURLAN

SCULTORE E CERAMISTA

NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE

E’ un compito molto amaro per me quello di scrivere in memoria di un amico scomparso al quale eri legato da momenti di vita indimenticabili.

Toni Furlan scultore ci ha lasciati silenziosamente il 25 aprile di un anno fa. In quel giorno la morte ha strappato a noi del gruppo "Enoteca 73" e ad altri, un amico sincero, e, all’arte veneta, uno scultore fra i più interessanti.

L’attenzione vigile e costante alla realtà era la peculiarità di Toni Furlan, della sua cordialissima natura avida di comunicare con il prossimo, e a tal fine si serviva dì un lessico figurativo chiaro e leggibile, senza infingimenti ermetici. Eppure la sua sintassi ci appare ancor oggi modernissima.

Un impulso generoso, entusiastico e geniale, ha guidato la sua mano nell’esecuzione di quei bronzi così puliti e luminosi. Efficace in questi è soprattutto la resa plastica dei nudi e dei crocifissi, autentici distillati di sapienza, armonicamente architettati in una struttura costruttiva teorizzata su un rincorrersi di linee sinuose e svelte.

Nella grafica (quanti disegni ha eseguiti la sua mano veloce) il segno si presenta dinamico e attivo, vibrante ed energico, incisivo e mordente.

Infine il suo impegno e la sua abilità tecnica di rimarchevole dignità, sono attestati dalla materia limpida delle ceramiche con le tonalità pregne di luce e tanto densa di sollecitazioni cromatiche.

Era nato a Cappella Maggiore nel 1913, il padre esercitava il mestiere di tagliapietra e cementista. Suo zio era lo scultore Giuseppe Garbellotto, le cui spoglie sono seppellite nel cimitero di Ceneda, sicché presto il giovane Toni fu interessato alle questioni d’arte ed imparò a lavorare il marmo con la dovuta abilità del mestiere.

In seguito ebbe modo di frequentare l’Istituto d'Arte di Venezia.

Completati gli studi e lasciata la bottega paterna si trasferì a Milano ove iniziò il suo vero tirocinio artistico negli studi di alcuni architetti e scultori e si dedicò all’arte della ceramica. Nel 1950 apri a Cortina una bottega di ceramica ed insegnò presso l’Istituto d’Arte del centro ampezzano.

Attaccato da sempre alla terra che gli ha dato i natali, nel 1960 si stabilì definitivamente con la famiglia a Vittorio Veneto ed apri a Cappella Maggiore il laboratorio «Ceramica Cortina» che in poco tempo, sotto la guida della sua mano maestra, ha acquistato quella fama nazionale ed internazionale che tutt’oggi gode.

 

DANIELE BRESCACIN