ARTISTI NOSTRI TONI FURLAN SCULTORE E CERAMISTA NELL'ANNIVERSARIO DELLA MORTE |
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E’
un compito molto amaro per me quello di scrivere in memoria di un amico
scomparso al quale eri legato da momenti di vita indimenticabili. Toni
Furlan scultore ci ha lasciati silenziosamente il 25 aprile di un anno fa.
In quel giorno la morte ha strappato a noi del gruppo "Enoteca
73" e ad altri, un amico sincero, e, all’arte veneta, uno scultore
fra i più interessanti. L’attenzione
vigile e costante alla realtà era la peculiarità di Toni Furlan, della
sua cordialissima natura avida di comunicare con il prossimo, e a tal fine
si serviva dì un lessico figurativo chiaro e leggibile, senza
infingimenti ermetici. Eppure la sua sintassi ci appare ancor oggi
modernissima. Un
impulso generoso, entusiastico e geniale, ha guidato la sua mano
nell’esecuzione di quei bronzi così puliti e luminosi. Efficace in
questi è soprattutto la resa plastica dei nudi e dei crocifissi, autentici
distillati di sapienza, armonicamente architettati in una struttura
costruttiva teorizzata su un rincorrersi di linee sinuose e svelte. Nella
grafica (quanti disegni ha eseguiti la sua mano veloce) il segno si
presenta dinamico e attivo, vibrante ed energico, incisivo e mordente. Infine
il suo impegno e la sua abilità tecnica di rimarchevole dignità, sono
attestati dalla materia limpida delle ceramiche con le tonalità pregne di
luce e tanto densa di
sollecitazioni cromatiche. Era
nato a Cappella Maggiore nel 1913, il padre esercitava il mestiere di
tagliapietra e cementista. Suo zio era lo scultore Giuseppe Garbellotto,
le cui spoglie sono seppellite nel cimitero di Ceneda, sicché presto il
giovane Toni fu interessato alle questioni d’arte ed imparò a lavorare
il marmo con la dovuta abilità del mestiere. In
seguito ebbe modo di frequentare l’Istituto d'Arte di Venezia. Completati
gli studi e lasciata la bottega paterna si trasferì a Milano ove iniziò
il suo vero tirocinio artistico negli studi di alcuni architetti e
scultori e si dedicò all’arte della ceramica. Nel 1950 apri a Cortina
una bottega
di ceramica ed insegnò presso l’Istituto d’Arte del centro ampezzano. Attaccato
da sempre alla terra che gli ha dato i natali, nel 1960 si stabilì
definitivamente con la famiglia a Vittorio Veneto ed apri a Cappella
Maggiore il laboratorio «Ceramica Cortina» che in poco tempo, sotto la
guida della sua mano maestra, ha acquistato quella fama nazionale ed
internazionale che tutt’oggi gode.
DANIELE BRESCACIN |