NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA TONI FURLAN L'ARTE E L'UOMO |
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Nato
a Cappella Maggiore il 3-12-1913 e residente a Vittorio Veneto, Toni
Furlan si Indirizzò giovanissimo all’arte lavorando nella bottega dello
zio scultore Giuseppe Garbellotto, scomparso ormai da vari anni. Frequentò
l’Istituto d’arte di Venezia. Trasferitosi a Milano, lavorò presso
architetti ed aprì uno studio di scultura. Dopo
la guerra, nel 1945, sfollato in quel di Bergamo, iniziò le sue prime
esperienze nel campo della ceramica. Nel 1950 si trasferì a Cortina
d’Ampezzo dove insegnò scultura presso il locale Istituto d’Arte. Si
dedicò con successo alla scultura in bronzo, terracotte, pietra e
ceramica, passando con disinvolta bravura da drammatici monumenti funerari
a piacevoli decorazioni. Toni
Furlan si è sempre rivelato un artista di notevoli mezzi espressivi e di
elevata ispirazione; di lui la critica più difficile ha scritto per oltre
quarant’anni i testi più encomiastici e convincenti, il
riconoscimento quindi di una validità che mai è stata messa in
discussione. Terracotta,
bronzo e ceramica furono i mezzi preferiti dal Furlan che proprio nella
ceramica rivelò convincenti qualità di pittore. E questo è un aspetto
delle capacità espressive dell’artista sul quale dovrà dirsi
certamente di più di quanto si è già detto da parte dei vari critici
attenti e sensibili. Tra
le sue opere maggiori ricordiamo il monumento funerario in Cortina
d’Ampezzo rappresentante il Cristo in croce e le pie donne addolorate ai
suoi piedi, a un altro monumento funerario "La Pietà" che Toni
Furlan ha sapientemente risolto in una dolente musicalità di forme che si
rincorrono, mentre nella visione d’insieme il blocco ci dà un senso di
intenso misticismo. I suoi ultimi lavori in grafica appartengono al "Mondo
delle pietre" ed hanno destato vivo interesse nelle varie esposizioni
ed in speciale modo a Vittorio Veneto, a Trieste, in Germania ed in
Austria. I «Sassi» di Toni Furlan raccontano molta storia dell’uomo e
del nostro tempo in mondo fantastico ed irreale. Ha
partecipato a molte mostre collettive conseguendo primi premi e medaglie
d’oro. Suoi lavori si trovano anche a New York (Museo Internazionale
d’Arte Moderna), sulla turbonave Cristoforo Colombo, a Cortina
d’Ampezzo, Milano, Brescia, Roma, Genova, Trieste, Rovigo ed altre città. Ricordando
nel trigesimo della morte la sua persona, sono le opere che ci possono
rivelare la sua profonda umanità e squisita sensibilità: sempre sereno e
cordiale seppe trasfondere nel suo lavoro questa sua caratteristica. Basta
contemplare i suoi crocifissi e le sue Madonne (in particolare
l’Addolorata), per rimanere noi stessi illuminati e rasserenati da quel
flusso misterioso che emana da queste sue opere. |