L'Azione

25 maggio 1980

NEL TRIGESIMO DELLA SCOMPARSA

TONI FURLAN

L'ARTE E L'UOMO

Nato a Cappella Maggiore il 3-12-1913 e residente a Vittorio Veneto, Toni Furlan si Indirizzò giovanissimo all’arte lavorando nella bottega dello zio scultore Giuseppe Garbellotto, scomparso ormai da vari anni.

Frequentò l’Istituto d’arte di Venezia. Trasferitosi a Milano, lavorò presso architetti ed aprì uno studio di scultura. 

Dopo la guerra, nel 1945, sfollato in quel di Bergamo, iniziò le sue prime esperienze nel campo della ceramica. Nel 1950 si trasferì a Cortina d’Ampezzo dove insegnò scultura presso il locale Istituto d’Arte.

 Si dedicò con successo alla scultura in bronzo, terracotte, pietra e ceramica, passando con disinvolta bravura da drammatici monumenti funerari a piacevoli decorazioni.

 Toni Furlan si è sempre rivelato un artista di notevoli mezzi espressivi e di elevata ispirazione; di lui la critica più difficile ha scritto per oltre quarant’anni i testi più encomiastici e convincenti, il riconoscimento quindi di una validità che mai è stata messa in discussione.

Terracotta, bronzo e ceramica furono i mezzi preferiti dal Furlan che proprio nella ceramica rivelò convincenti qualità di pittore. E questo è un aspetto delle capacità espressive dell’artista sul quale dovrà dirsi certamente di più di quanto si è già detto da parte dei vari critici attenti e sensibili.

Tra le sue opere maggiori ricordiamo il monumento funerario in Cortina d’Ampezzo rappresentante il Cristo in croce e le pie donne addolorate ai suoi piedi, a un altro monumento funerario "La Pietà" che Toni Furlan ha sapientemente risolto in una dolente musicalità di forme che si rincorrono, mentre nella visione d’insieme il blocco ci dà un senso di intenso misticismo. I suoi ultimi lavori in grafica appartengono al "Mondo delle pietre" ed hanno destato vivo interesse nelle varie esposizioni ed in speciale modo a Vittorio Veneto, a Trieste, in Germania ed in Austria. I «Sassi» di Toni Furlan raccontano molta storia dell’uomo e del nostro tempo in mondo fantastico ed irreale.

Ha partecipato a molte mostre collettive conseguendo primi premi e medaglie d’oro. Suoi lavori si trovano anche a New York (Museo Internazionale d’Arte Moderna), sulla turbonave Cristoforo Colombo, a Cortina d’Ampezzo, Milano, Brescia, Roma, Genova, Trieste, Rovigo ed altre città.

Ricordando nel trigesimo della morte la sua persona, sono le opere che ci possono rivelare la sua profonda umanità e squisita sensibilità: sempre sereno e cordiale seppe trasfondere nel suo lavoro questa sua caratteristica.

Basta contemplare i suoi crocifissi e le sue Madonne (in particolare l’Addolorata), per rimanere noi stessi illuminati e rasserenati da quel flusso misterioso che emana da queste sue opere.