Il Piccolo

20  aprile 1974

RICORDANDO SELVA

 (Analoga recensione sempre a firma del dott.Montenero, è andata in onda dieci giorni avanti, sul Gazzettino del Friuli-Venezia Giulia della RAI radio televisione italiana.)

Seconda Biennale Internazionale d’Arte promossa dal CAIBA nella galleria “Il Trittico” di Trieste. La manifestazione rende omaggio alla memoria di Attilio Selva (1888-1970), lo scultore che diede a Trieste i maggiori monumenti nel periodo fra le due guerre. Il settore di maggior rilievo è dato dalla presenza di artisti stranieri. Nella pittura: lo svizzero Manzoni, l’ungherese Irmus; nella scultura l’olandese Lelyveld, l’ungherese Olah, lo iugoslavo Stupovski; nelle grafiche i tedeschi Berlinicke e Redeker, gli svizzeri Daniker e Hannemann, lo iugoslavo Djak, l’ungherese Minaci, i cecoslovacchi Pliskova e Suchanek.

Il nostro non vorrebbe essere un arido elenco. Vorremmo che ognuno trovasse nell’opera che più lo interessa il motivo di un arricchimento interiore e di un confronto dibattuto con i problemi del presente e del recente passato. Ma lo spazio è tiranno e gli espositori nostrani, che sono i più numerosi, premono alle porte. Il CAIBA ha fatto un buon lavoro, selezionando con maggior rigore, rispetto alla precedente edizione, la partecipazione locale e accogliendo l’apporto di molte città d’Italia prima non rappresentate.

Meritatissimo il primo premio della grafica ad Antonio Furlan del quale già in precedenza abbiamo riconosciuto il non comune valore.

I maggiori riconoscimenti per la scultura e per la pittura sono stati assegnati rispettivamente a Daniele Brescacin e a Giovanni Brambilla. Qui il consenso o il dissenso diventano assai inopinabili. Come paragonare fra di loro artisti che appartengono a generazioni, correnti, culture diverse, che operano in direzioni opposte? E’ il grave problema delle rassegne collettjve. Esse giocano più ad aprire nuove vie di conoscenza che consolidare valori o le personalità. Il venir meno alla seconda funzione, non deve essere ragione di trascurare la prima.

L’aver organizzato codesta rassegna internazionale mentre l’austerità sta trasformandosi in odio, è gran titolo di merito per i coraggiosi e tenaci promotori.