Articolo "La Discussione" di lunedì 18 ottobre 2004

Milano.  L'Unione dei Democratici Cristiani ha deciso di appoggiare la candidatura di Luciano Bresciani per le elezioni suppletive del collegio 3, il prossimo 24 e 25 ottobre, in seguito al posto lasciato vacante dall'On. Umberto Bossi. 
L'annuncio è giunto nella serata di domenica durante il rinfresco organizzato dalla sezione 4 dello Scudocrociato cittadino per la presentazione del candidato della Cdl alle rappresentanze di zona.
Bresciani, esponente della Lega Nord, nel suo discorso ha ringraziato i vertici dell'Udc, rappresentanti nell'occasione dal capogruppo in consiglio comunale Giovanni Testori, per la preziosa collaborazione e il supporto che, in questi anni, hanno sempre dimostrato nei confronti della coalizione di centrodestra. Bresciani ha poi parlato dei sui progetti politici.  «Innanzitutto - ha esordito - voglio rassicurare tutti i presenti che mi batterò fino alla fine per combattere il fenomeno dell'astensionismo alle urne. Gli elettori devono capire l'importanza di esprimere il loro voto per dare un contributo decisivo al rafforzamento della Cdl in questo difficile momento». Ampio spazio è poi stato dato alla presentazione del programma elettorale. «Ho deciso di andare a Roma - ha continuato Bresciani - per difendere i diritti dei cittadini che rappresento. Il patto che ho stretto con gli elettori è costituito da sei punti principali che toccano tutti i campi che necessitano di un urgente riassetto sociale». Tra le priorità di Bresciani si parla infatti di lotta alla criminalità, difesa degli anziani, governo dell'immigrazione e difesa della famiglia come centro della società. 
«Tutto il mio impegno quindi - ha aggiunto - verterà sulla difesa delle realtà locali attraverso la promozione del federalismo come unica soluzione delle problematiche locali». Altro argomento particolarmente a cuore al candidato della Cdl è quello relativo alla sanità «Dopo tanti anni di professione medica ho avuto modo di valutare oggettivamente l'attuale situazione sanitaria nazionale. Devo dire che non è certamente delle più rosee. Ed è per questo che cercherò in tutti i modi di proporre nuove soluzioni che possano far si che vi siano maggiori opportunità per i nuovi medici. Ciò mi porterà certamente a dover rinunciare o almeno diminuire la mia attività di chirurgo, ma se questo potrà far si che decine di altri medici possano avere l'opportunità di esercitare la professione sentirò di aver comunque reso un servizio sociale di grande valore».

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