ELEZIONE DI UNA ASSEMBLEA PER LA RIFORMA IN SESNO FEDERALE DELLA COSTITUZIONE
R e l a z i o n e.

La cosiddetta “bicamerale” ha dimostrato tutti i limiti di un organo esponente più del compromesso che delle istanze riformiste. L’equivoco di fondo insito nel duplice difetto di rappresentatività della commissione ha contribuito al suo fallimento. Equivoco rilevabile sia nel numero dei suoi componenti, basso in proporzione ai cittadini italiani nel loro complesso, sia nel sistema elettorale maggioritario dell’attuale Parlamento, che in nuce ne inficia l’universalità intesa come diritto di essere rappresentati in ragione dei consensi ricevuti.

L’elezione di un’Assemblea costituente è indispensabile per il superamento di questo momento di stallo politico ed istituzionale. Non è più possibile procrastinare la data in cui le aspirazioni di libertà e di autonomia possano essere accolte e tradotte nel varo di un organo che sia la democratica espressione delle aspettative dei cittadini ed in particolare, per quanto ci riguarda, del Popolo veneto che lo stato italiano ha riconosciuto tale con legge 22 maggio 1971, n.340 di approvazione dello Statuto ai sensi del comma secondo dell’articolo 123 della Costituzione.

Il potere costituito non può farsi costituente. Ed in ossequio a questo principio il progetto di legge costituzionale che segue vuole essere una forte presa di posizione nei confronti di tale potere. La nuova costituzione dovrà essere scritta da chi otterrà dai cittadini la fiducia per poterlo fare.

Per il resto, il progetto di legge è commento a se stesso.


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