ISTITUZIONE DELLA REGIONE "TRIVENETO" MEDIANTE LA FUSIONE DELLE REGIONI VENETO, TRENTINO ALTO ADIGE E FRIULI VENEZIA GIULIA E MODIFICA DEGLI ARTICOLI 116, 131 E 132 DELLA COSTITUZIONE.
R e l a z i o n e

L’iniziativa che ha portato alla redazione di questa proposta di legge prende le mosse da un’ovvia constatazione: l'Europa di oggi tende a strutturarsi attraverso il coordinamento di entità istituzionali rispondenti a dimensioni ed equilibri storico-economici omogenei e continui. Storicamente la Regione che corrisponde all’attuale triveneto ha svolto un’importante funzione catalizzatrice di interessi comuni, coagulando in seno al suo territorio istanze diverse di economia e di politica sociale e culturale. Ponte tra l'est e l'ovest, tra la Mitteleuropa e la penisola italiana, tra l'Europa e il Mediterraneo, ha fattto e fa tuttora tesoro della sua posizione geografica che l’ha posta al confine di territori e genti così diverse. Il triveneto è sempre stato culturalmente e socialmente aperto nei confronti delle popolazioni vicine. La varietà delle lingue è una ricchezza di esperienze diverse che, tuttavia, sottende una base culturale comune dalle Alpi all'Adriatico, dalla Pianura Padana all'Istria ed alla Dalmazia, rispettosa delle minoranze etniche. Una base culturale che nega a priori la prevaricazione dell’uno sull’altro, rivendicando per tutti la tranquillità e la convenienza di una convivenza pacifica: consapevolezza acquisita ben prima che esplodesse il dramma nella ex Jugoslavia. Con questa proposta di legge si vuole istituire, attraverso la fusione di regioni esistenti, una regione più omogenea ed autonoma. Ormai da decenni si tende a identificare un particolare sistema economico fatto di piccola e media industria, di artigianato fiorente e di terziario avanzato come sistema veneto o sistema del Nord Est. Il riconoscimento anche istituzionale di questa omogeneità è presupposto fondamentale per la ridiscussione del quadro istituzionale italiano, nel superamento delle discriminazioni tra Regioni, nel riconoscimento delle diverse tradizioni ed esigenze dei popoli del Nord, del Centro e del Sud della Repubblica Italiana, secondo l'ideale di un federalismo possibile. Da qualche tempo, con maggior insistenza che in passato, proprio per le esigenze di dare alla Nuova Europa un riferimento preciso, sia dal punto di vista culturale e morale, che politico, che economico, si tende a parlare sempre più spesso di Nord-Est o triveneto, intendendo con ciò la vasta regione che va dalle Alpi sudtirolesi all'Adriatico alla Venezia Giulia: questa ampia zona chiamata attraverso i millenni Venetia et Histria è rispettata in Europa e nel mondo per la sua capacità e la concretezza delle genti, ma le risorse a disposizione di questa grande regione sono inspiegabilmente differenziate e spropositatamente squilibrate nei confronti delle provincie di confine creando con ciò discriminazioni insostenibili e intollerabili tra popolazioni omogenee, oltre che tra le stesse comunità venete presenti nelle tre attuali regioni, e tra imprese operanti nel medesimo ambito socio economico. E' indubbio che la presenza nell’area del Nord-Est di importanti comunità germanofone e slave va ad arricchire la storica capacità di coesistenza pacifica e laboriosa di questa regione europea. Questi sono alcuni dei motivi principali per i quali si è sentita l'esigenza di proporre ufficialmente al parlamento regionale del Veneto e successivamente al parlamento della Repubblica italiana la costituzione di un'unica più solida Regione che comprenda le tre che a tutt'oggi amministrano il territorio del Nord-Est. Si è ben consapevoli che i problemi posti sono di natura costituzionale, per questo si ritiene opportuno proporre adeguate modifiche alla Costituzione della Repubblica Italiana affinché si possa costruire con celerità la nuova struttura che meglio si equilibrerà con le altre realtà istituzionali. L'occasione è storica in quanto in questi

mesi si sta avviando la "stagione delle riforme istituzionalie costituzionali", della quale anche il Consiglio regionale del Veneto è promotore. Con la nostra proposta di legge vogliamo dare un chiaro messaggio di indirizzo anche al Parlamento eletto il 21 aprile per rispondere alle montanti richieste di fatti concreti che provengono dal mondo della cultura, del lavoro e soprattutto dall'intera società che vuole entrare in Europa con strutture istituzionali adeguate alle storiche capacità dei popoli del Triveneto. Vogliamo farci altresì interpreti dello spirito di rinnovamento nel senso di un federalismo reale oltre che possibile che sta alla base degli autorevoli studi redatti dalla Fondazione Agnelli, nella speranza che presto gli sforzi comuni diano i frutti sperati e nella consapevolezza che solo una risposta concreta delle istituzioni può attenuare le tensioni procurate dalle spinte secessioniste.

Riassumendo: questa proposta di Legge statale ha per oggetto la costituzione della Macroregione Triveneto che avrà forme particolari di autonomia estendento lo statuto speciale al Veneto, armonizzando ed integrando così l’intera area del Nord-Est.

L’integrazione all’articolo 132 della Costituzione consente ai Consigli regionali delle Regioni interessate dal progetto di fusione di essere i promotori, in concerto fra loro, dell’iniziativa, ferma restando la verifica referendaria e la possibilità che la richiesta pervenga dai Consigli comunali, ai sensi dell’attuale primo comma dell’articolo stesso. L’adozione di questo ulteriore strumento che amplia le possibilità propositive pare corretto in quanto responsabilizza ulteriormente le Regioni, offrendo loro uno strumento agile per essere soggetto propositivo di fusione e non mero organo consultivo. Inoltre, nel particolare momento storico in cui molto si discute di autonomia e federalismo, ogni iniziativa che offra una concreta via di accesso alle riforme, come per esempio la possibilità di aggregarsi in un’unica entità amministrativa, dovrebbe essere vista con favore da tutti. Naturalmente questa è solo un’opportunità, una strada che non è obbligatorio percorrere, ma che certamente può servire a chi ritenga opportuno e conveniente il ridisegno del futuro Stato federale in macroregioni, qualora esse siano il risultato di una fusione.

La macroregione Triveneto, fino all’entrata in vigore del nuovo Statuto speciale, eserciterà le competenze degli enti locali soppressi. Il governo della macroregione sarà competenza del coordinamento delle giunte regionali e di quelle delle provincie autonome, mentre il collegio dei Presidenti dei vari consigli coordinerà il lavoro delle assemblee legislative.

Lo Statuto del Triveneto, in particolare, prevederà, data la particolare posizione geografica, una serie di competenze specifiche riguardo i rapporti con i Paesi confinanti, ponendo il Triveneto stesso come soggetto attivo ed interlocutore privilegiato nell’ambito della comunità dell’Alpe Adria.

Secondo quanto previsto dalla presente proposta di Legge, la richiesta di istituzione della regione Triveneto sarà inoltrata anche dai Consigli regionali del Trentino Alto-Adige e del Friuli Venezia-Giulia i quali, assieme al Veneto, rappresentano politicamente tutte le popolazioni interessate dalla fusione territoriale.


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