Viareggio-Eurovespa2000 ad Amburgo...Caponord...e ritorno!!!

Questo e' il resoconto di un viaggio a Capo Nord fatto in vespa da Gianluca del Vespa Club Viareggio....il vespista d'acciaio!

Che occasione prospettava l’Eurovespa 2000!!!!
La metà di cui parlavamo da tempo adesso ci appare assai più vicina, quindi cogliendo l’occasione ci proviamo. Il tempo è molto ristretto, abbiamo 20 giorni esatti per fare tutto quel giro, ma il desiderio di tornare in quei posti bellissimi e le nostre vespe ce lo permetteranno sicuramente!!
Così, mercoledì 5 luglio Gianluca del Vespa Club Viareggio parte nel pomeriggio raggiungendo Sandro del Vespa Club Roccaforte, provincia di Reggio Emilia insieme al quale partono per l’Eurovespa altri 4 ragazzi dello stesso club. La tappa di riscaldamento termina ad Innsbruck, dopo aver trovato ciò che purtroppo pensavamo di trovare in altre latitudini: la pioggia !!
Vogliamo scorciare un po' la strada, quindi la mattina facciamo la statale e passando per il Fernpass, dove c’è un incantevole laghetto alpino, entriamo in Germania ed entriamo in autostrada da dove usciremo poi solo ad Amburgo.
La sera del giovedì ci fermiamo a dormire nei pressi di Kassel piantando la tenda nel parcheggio in un autogrill, dove Sandro sostituisce il filo del freno anteriore, rotto nel pomeriggio. La mattina del venerdì lungo l’autostrada incontriamo molti vespisti diretti ad Amburgo dove arriviamo nel primo pomeriggio. Due giorni di riposo all’Eurovespa, poi, dopo la sfilata per le vie cittadine inizia il viaggio vero, direzione Rostok, dove prenderemo il traghetto per la Svezia. Quando entriamo nell’ex D.D.R. siamo curiosi di vedere il cambiamento avvenuto dopo il crollo del muro. L’ultimo mio passaggio in quella terra risale all’89 e molte cose sono cambiate ma ci sono ancora molte cose da sistemare: le aree di servizio sono ancora in fase di completa ristrutturazione; nei paesi lungo statale, alcune case, hanno ancora la struttura dell’epoca storica precedente. Rimangono ancora, seppure in pochissime unità le vecchie auto con motore 2 tempi, le Trabant. La mattina di lunedì 10 sbarchiamo a Trelleborg, non abbiamo una meta per la sera, allora iniziamo l’ultima tappa “autostradale” verso nord lasciandoci alle spalle Malmoe, Helsingborg, Jonkoeping, il lago Vattner, Norkoeping e Stoccolma. Nella capitale facciamo una breve sosta fermandoci nell’isola della Gamla Stan ( città vecchia ), dove c’è il palazzo reale, poi una brevissima sosta al Kung stad garden, il parco nel centro della città. Da lì ancora circa 300 km verso nord, lungo la E4, poi piantiamo la tenda nei pressi di Soderhamn, dopo una bella giornata di sole che ci permesso di “mangiare” 950 km. Anche martedì 11, alla partenza non abbiamo una meta da raggiungere, l’importante per oggi è superare Umea e quindi entrare in Lapponia, la notte ( poca ) passata deve essere l’ultima per alcuni giorni!! Il paesaggio adesso è abbastanza monotono, si alternano piccoli laghetti, nei tratti in cui la strada si allontana dal mare, e fattorie con i pagliai a seccare l’erba per l’inverno. Superiamo Sundsvall ed a , nonostante siamo ancora a più di 500 km dal circolo polare, notiamo un trampolino per lo sci nordico ad un paio di km dal mare. Proseguendo verso nord, lungo la E4, passiamo per Umea e Skelleftea, facendo anche un giro nel “centro” delle città; queste, essendo ormai il tardo pomeriggio, si presentano in una veste poco entusiasmante: nessuno o quasi è in giro per la strade, i negozi sono ormai chiusi e la vita serale inizia verso le 21. La meta per oggi quindi diventa LuleaGianluca e La sua Mitica Vespa a Lulea!!!, dove arriviamo verso le 22. La città la visitiamo dopo aver montato la tenda e cenato, è quasi l’una di notte, ma..... non è notte, il sole è sceso sotto l’orizzonte ma non si vedono stelle e luna, è GIORNO. Sarà così per ancora 8 giorni, solo luce e cielo chiaro!!! La città però, dovrebbe essere notte, secondo l’orologio, è giustamente vuota, così in mezz’ora vediamo tutta la piccola città e ce ne torniamo in campeggio. Anche il campeggio si presenta ancora la stessa situazione a cui non siamo abituati: luce del giorno e tutto rimane fermo in silenzio. La città è meta di bagnanti residenti oltre il circolo polare e la spiaggia del campeggio è attrezzata con pedalò, rete da beach volley ed alcuni ombrelli; fa strano pensare che a soli 200 km dal circolo polare artico vi sia una rinomata località balneare, sento la temperatura dell’acqua ed in effetti è come a Viareggio in settembre, fantastico. Mercoledì 12 facciamo una tappa importante. Dalla Svezia, sul mar Baltico, vogliamo arrivare ad Alta, in Norvegia, sull’oceano Atlantico oltrepassando il circolo polare. Così, dopo il confine con la Finlandia, un nemico ci attende: le fastidiosissime “zanzare lapponi” le quali per una settimana, nei luoghi lontani dal mare ci perseguiteranno. Lungo la strada, prima di entrare in Norvegia, vediamo la prima renna del viaggio e nei rifornimenti di benzina non ci togliamo il casco: saremmo vittime delle terribili zanzare. Nei distributori di carburante, accanto ai prodotti per auto si trovano anche vari tipi di insetticidi e chiedo come facciano a resistere a questa tortura cinese. La risposta è chiara: “ci siamo abituati e tanto poi ciò dura solo giugno e luglio poi il freddo le spazza via!!”. La cittadina, o quasi, Kautokeino, capitale culturale dei lapponi ci accoglie con la temperatura più bassa della gita: 13 gradi dovuti al fatto che ci troviamo su un altopiano nella parte terminale delle alpi scandinave a circa 500 m. di altezza. La conoscenza dei luoghi in cui siamo, prosegue con le domande alle cassiere dei distributori; in inverno, tra fine settembre e maggio, hanno la neve, circolano più motoslitte che auto, la temperatura scende fino ai meno 30 ed intorno al periodo del solstizio d’inverno hanno circa tre ore di luce al giorno. La discesa verso mare è un po' più lenta poiché vi sono molti paesaggi da fotografare e due belle cascate da osservare. La cosa strana è che più ci avviciniamo al mare più compare la neve sulle dorsali delle colline che ci circondano per arrivare poi ad Alta, dove sulle isolette intorno al piccolo fiordo lungo la quale si snoda la città, sono ancora cosparse di neve. Altra cosa strana di queste latitudini: ci fermiamo intorno alle undici di “sera” (giorno pieno), lungo le strade, i cantieri di lavoro stradali ed edili sono ancora aperti con operai maschi ed operai femmine. Poiché i lavori all’aperto non possono, a causa della brevità delle ore di luce e le condizioni climatiche sfavorevoli, essere svolti durante tutto l’anno, nei mesi di maggio, giugno, luglio e agosto proseguono a ciclo continuo per 24 ore al giorno. Il campeggio è a 5 km dal mare e quindi ancora casco in testa mentre montiamo la tenda!! Giovedì 13 la giornata inizia bene con un bel sole. Il paesaggio oggi è stupendo, inizia con un fiordo alla fine del quale su una piccola collina c’è un centro sciistico, poi una cascata e raggiungiamo ancora un altopiano cosparso di tende lapponi. Le tende adesso sono solo attrazione turistica in quanto i lapponi hanno certamente molto da fare con le renne da radunare a fine estate ma possiedono fuoristrada, motoslitte, caravan e belle case in legno. Siamo ormai a 150 km da CAPO NORD ma è assai presto, il cielo è sereno e allora deviamo per HammerfestHammerfest, la città più a nord del mondo ad oltre 71 gradi di latitudine nord. Avendo visto la zona alcuni anni fa con il cielo scuro e minaccioso, non pensavo fosse così bella come appare invece quest’anno. I 60 km che percorriamo per raggiungere la città scorrono veloci e ci rendono sazi per gli ottimi panorami. E’ un susseguirsi di case in legno dipinte con i colori tipici scandinavi, un puzzle di rosso, giallo, celeste, bianco, verde. Nel giardino di una di queste tipiche case cogliamo un aspetto interessante: una vespa 125 ET3 accanto ad una motoslitta. Penso che quella sia la vespa immatricolata più a nord del mondo, peccato che la casa fosse tutta chiusa, altrimenti avremmo fatto i complimenti al proprietario. A quelle latitudini ci ha detto un motociclista locale, usano le due ruote solo in giugno, luglio ed agosto. Quando arriviamo ad Hammerfest la cittadina ci accoglie con il classico termometro dei supermarket che indica 27 gradi.... OTTIMO!!. In piazza del mercato, accanto al porto, stanno montando, su sabbia riportata, due campi da beach volley mentre i giocatori si stanno riscaldando. Lo scenario è affascinante: gente in costume che gioca a beach volley e sulle colline intorno alla città vi sono nevai. L’ora è tale che la città è viva e nel suo massimo splendore che ci fa restare per più di tre ore nonostante vi sia tra noi una voglia di arrivare alla meta. Lungo i restanti 210 km il cielo si libera dalle nuvolette e si tinge completamente di azzurro che si mescola con il blu scuro del Mare di Barents. Tocchiamo l’acqua e questa, avendo cambiato mare, dove non passa più la corrente del Golfo che tempera le coste atlantiche norvegesi, è assai fredda, come in inverno nei nostri mari ma nonostante ciò vi sono ragazzini in costume con canotto al seguito. Per noi sarebbe impossibile. Siamo ormai alla fine della terra ferma; fino a due anni fa c’era il traghetto per l’isola di Mageroy, dove si trova Capo Nord, questa volta però evitiamo l’ora di nave e con un tunnel di 7 km sotto il mare raggiungiamo l’isola. Sembra tutto Ok e dopo il freddo del tunnel ( 6 gradi ) quando mancano ormai una decina di km a Capo Nord sento qualcosa che non va, tiro la frizione ed è fatta!! Non capisco come riesca ad essere così tranquillo ma sono a piedi a 600 km da una città vera, con almeno i semafori. Fermo un camper italiano e chiedo di informare Sandro che sono a piedi. Però abbiamo tutti i pezzi di ricambio e dopo aver assistito allo spettacolo del sole, che a mezzanotte rimane assai alto sull’orizzonte e poi in fase di rientro al campeggio un bel temporale, iniziamo a smontare il motore. Responso: pistone nella parte inferiore dello spinotto non esiste più. Morale: i pezzettini tritati sono passati negli ingranaggi delle marce. Un po' di riposo e poi apriamo i carter; i mezzi con cui lavoriamo non sono certo il massimo perciò le impurità vengono tolte con una sistola; l’albero motore non deve essere cambiato e dopo la chiusura del blocco la vespa è pronta per il ritorno. Così venerdì 14, dopo una ( notte ) di lavoro sulle spalle puntiamo a sud, nel regno delle zanzare. Dopo circa 300 km comincia a farsi sentire la stanchezza così al confine con la Finlandia ci fermiamo in campeggio dove inizia l’ultima battaglia con le terribili zanzare, oltre ai caschi, teniamo anche i guanti nel montare la tenda. Sabato 15 riscendiamo al circolo polare a Rovaniemi dove mangiamo la carne di renna, molto buona e visitiamo il Santa Klaus Village, con casa ed ufficio di Babbo Natale. Domenica 16 facciamo tappa ad Iselmi, 70 km prima di Kuopio perché la città è molto carina, estesa su molte isolette collegate da ponti e affinché coglierla nel momento di vita è necessario aspettare la mattina di lunedì 17 e proseguire poi per Ijvaskyla, importante città meridionale del paese. Martedì 18 dopo aver passato la mattina in città, proseguiamo per Tampere e ci fermiamo anche in questa città, ancora piena di vita. Lungo questa tappa che ci porta fino a Turku vediamo il classico paesaggio del regno dei 1000 laghi dove è un susseguirsi di laghi più o meno grandi con isolette cosparse di piccole saune con approdo per le imbarcazioni. Mercoledì 19 dopo la classica visita della città nel momento migliore ci trasferiamo ad Helsinki dove staremo sino a sabato mattina per concederci un po' di riposo e vivere nella tranquillità della capitale finlandese che pur avendo circa mezzo milione di abitanti non conosce la parola code, traffico e smog ma tanto verde degli alberi e azzurro del mare. La prima sera veniamo fermati da un membro del Vespa club Helsinki che ci invita all’incontro serale del club in un pub sul viale a mare e conosciamo una decina di vespisti locali, tutti con vespe rally, sprint e GL. Viviamo assai intensamente le giornate che non hanno mai fine con movimento anche durante le ore della “notte” che dura da mezzanotte fino verso le tre. Sabato 22 lasciamo Helsinki a bordo del traghetto per Tallin, capitale dell’Estonia, uscita dall’Unione Sovietica una decina di anni fa.Fernpass Arrivati in porto notiamo subito la stridente diversità delle cose pre e post indipendenza. Il parco auto è quasi interamente di marca tedesca di seconda o terza mano e riusciamo a vedere solo tre auto tra Zaz, Moskovitc e Lada, segno di un passato irreversibile. Anche nel settore abitativo, lungo la strada che porta in centro si nota la differenza tra la periferia dove le case hanno un disegno uguale dall’inizio alla fine della strada e presentano una manutenzione dell’epoca con quindi calcinacci e scrostamenti vari, e gli edifici delle società scandinave che hanno colonizzato alcune parti del nuovo centro, con supermarket e centri commerciali. Il vero centro storico, tuttavia, mantiene i disegni dell’epoca ancora precedente le due guerre mondiali con architettura del tipo germanico poiché Tallin faceva parte della lega Hanseatica assieme alle famose città di Amburgo, Lubecca, Brema, Rostok e Kalinigrad. Le vespe alla frontiera non sono conosciute, perciò ci tengono fermi una decina di minuti per capire quale è la marca e il modello da inserire nell’archivio degli ospiti del giorno. Pensiamo: mica hanno paura che vendiamo le vespe senza pagare la dogana?? Come torniamo a Casa?? Giriamo tutto il giorno per il centro e pranziamo in una cantina divenuta ristorante dove nel 1996 furono ospiti Bill Clinton e signora!! Prima di recarci al porto facciamo un’escursione appena fuori dalla città e ci immergiamo nella tipica periferia russa con fabbriche non più produttive ed in via di dismissione; l’ultima di queste è però a circa un km dalle vecchie mura della città: un vero schiaffo alla bellezza del centro storico. La sera ci imbarchiamo sul traghetto per rientrare in a Rostok in Germania. Domenica 23 verso le 18 siamo a terra e iniziamo la discesa verso Berlino, fermandoci per la notte in una stazione di servizio a 20 km dalla città nella quale lunedì mattina facciamo un giro veloce per passare giusto sotto la porta di Brandeburgo e vedere la parte est ancora con molti cantieri aperti e puntare poi verso l’Italia. Dopo la pioggia dell’Eurovespa ecco ancora pioggia ed un temporale ci accoglie nei pressi di Garmisch Parterkirchen dove passiamo la notte. Martedì 25 rientriamo in Italia ed al Brennero l’ultimo pezzetto di pistone, rotto a Capo Nord si fa sentire incastrandosi nell’otturatore del carburatore bloccando l’acceleratore al massimo. Facciamo una pulizia generale del carburatore e via verso casa. In totale abbiamo fatto 8500 km, consumato circa 8 litri d’olio, sbriciolato un pistone, un filo del freno anteriore e 2 candele

By Gianluca Modaffari
Vespa Club Viareggio

 


 

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