La toxoplasmosi,
malattia dei gatti e di altri mammiferi è causata da un protozoo
parassita del genere Toxoplasma (specie Toxoplasma gondii). I
Protozoi sono organismi formati da una sola cellula e sono fra le
creature più semplici del regno animale. Benché l'infezione da
toxoplasma sia abbastanza comune, la malattia si sviluppa abbastanza
raramente. (Illustrazione dal Center for Disease Control,
U.S.A.)
IL CICLO DEL
TOXOPLASMA
I gatti, domestici e selvatici, sono ospiti definitivi
(ospiti nei quali si sviluppa lo stadio adulto, sessualmente maturo
del parassita) e sono la principale riserva di infezione
parassitaria. I gatti domestici sono importanti nella trasmissione del
toxoplasma ad altri animali e all'uomo, che per il parassita sono solo
ospiti intermedi. Il consumo di carni crude è un'altra importante via
di trasmissione . I gatti si infettano con
il toxoplasma ingerendo il parassita in uno dei suoi tre stadi
infettivi: cisti, ovocisti o tachizoite. In seguito all'ingestione
delle cisti presenti nelle prede infestate (roditori o uccelli) inizia
il ciclo infettivo intestinale. Questo ciclo si sviluppa solo nella
famiglia del gatto. Gli organismi si moltiplicano nelle pareti
dell'intestino tenue e producono oocisti, che vengono escrete in
grande numero con le feci per due o tre settimane. Nel giro di cinque
giorni le oocisti emesse possono sporulare, divenendo infettive per
l'uomo e altri animali. Le oocisti sporulate sono molto resistenti
alle condizioni ambientali e possono sopravvivere per molti mesi nel
suolo o nella sabbia umidi e in ombra. Durante il ciclo infettivo
intestinale nel gatto, alcuni toxoplasmi liberati dalle cisti ingerite
penetrano più profondamente nella parete dell'intestino e si
moltiplicano in forma di tachizoiti. In breve tempo queste forme
diffondono dall'intestino ad altre sedi, iniziando il ciclo al di
fuori dell' intestino. Alla fine la risposta immunitaria del gatto
limita questo stadio dell'organismo, che entra in uno stadio dormiente
o di riposo, formando cisti nei muscoli e nel cervello. La maggior
parte delle cisti rimangono dormienti per l'intera vita
dell'ospite. Il ciclo infettivo extraintestinale si verifica non solo
nei gatti ma anche in ospiti intermedi (uomo incluso). Molti gatti
esposti, ma sani, emettono oocisti durante l'infezione acuta da
toxoplasma, ma non le emettono dopo l'infezione acuta. Anche in quei
rari casi che emettono nuovamente oocisti dopo un'altra esposizione al
toxoplasma, il numero di oocisti emesse è minore e può anche essere
insufficiente a trasmettere il parassita. L'igestione di oocisti con
prede infette o carni crude rappresenta probabilmente la via più
comune di esposizione al toxoplasma. Le infezioni congenite
(trasmissione da madre a feto) si osservano nella pecora, nella capra
e nell'uomo, ma è molto meno comune nel gatto.
SEGNI E SINTOMI
La maggior parte dei gatti non mostrano segni clinici di infezione con
toxoplasma. Talvolta tuttavia compare la malattia clinica
-toxoplasmosi- e ne sono più spesso affetti i piccoli e gli
adulti giovani piuttosto che quelli più anziani. Sono sintomi
precoci tipici non specifici: sonnolenza, depressione, perdita
di appetito e febbre. Segno dominante è la polmonite, con il
sintomo difficoltà respiratorie in graduale
aumento. L'epatite, (infiammazione del fegato) può causare
vomito, diarrea, prostrazione e ittero (colorito giallo delle
mucose). Si osservano anche infiammazione del pancreas e
ingrossamento dei linfonodi. La toxoplasmosi può attaccare
anche gli occhi e il sistema nervoso centrale, provocando
infiammazione della retina o della camera anteriore dell'
occhio, anormali risposta alla luce e anomale dimensioni della
pupilla, cecità, incoordinazione, aumentata sensibilità al
toccamento, alterazioni della personalità, movimenti in
circolo, tendenza a premere il capo contro le pareti,
accartocciamento degli orecchi, difficoltà a masticare e a
deglutire e perdita di controllo nella defecazione e
nell'urinazione. In qualche caso, un'infezione concomitante
da virus leucemico felino (FeLV) o da virus
dell'immunodeficienza felina (FIV) possono predisporre un
gatto a contrarre la toxoplasmosi.
DIAGNOSI
La toxoplasmosi può essere fortemente sospettata dalla storia
precedente, dai sintomi di malattia e dai risultati degli
esami di laboratorio. Una diagnosi presuntiva è possibile con
la dimostrazione di un aumento di quattro volte o più del
titolo di anticorpi anti-toxoplasma (indici di infezione
recente) per un periodo di tre o quattro settimane in un gatto
che mostri segni indicatori di toxoplasmosi. La diagnosi
definitiva richiede o un esame microscopico di tessuti, o di
strisci da tessuti, per accertare la presenza delle
alterazioni patologiche caratteristiche e di tachizoiti, o
l'inoculazione del materiale sospetto in topini bianchi.
Titoli elevati di anticorpi in un gatto sano suggeriscono che
il gatto sia stato infettato in passato ed ora sia
probabilmente immune e emetta oocisti. L'assenza di anticorpi
in un gatto sano fanno pensare a un gatto suscettibile
all'infezione e che perciò emetterebbe oocisti per una
settimana o due dopo un'esposizione.
TRATTAMENTO E PREVENZIONE
I due farmaci più usati -pirimetamina e sulfadiazina- agiscono assieme
inibendo la riproduzione del toxoplasma. Il trattamento deve
iniziare al più presto dopo la diagnosi e continuare per molti
giorni dopo la scomparsa dei sintomi. Nella forma acuta, il
trattamento talvolta inizia in base ad un titolo elevato nel
primo test. Se non si osserva miglioramento clinico nel giro
di due o tre giorni, la diagnosi di toxoplasmosi deve essere
rivista. La pirimetamina può essere sgradevole o tossica per
alcuni gatti, anche se somministrata in piccole
dosi. Recentemente si è dimostrato efficace per il trattamento
della toxoplasmosi felina, l'antibiotico clindamicina, con
scarsi effetti collaterali, Sino ad oggi non esiste alcun
vaccino per prevenire l'infezione da toxoplasma o la
toxoplasmosi nel gatto, nell' uomo o in altre specie.
TOXOPLASMA E SALUTE UMANA
Benchè l'incidenza dalla toxoplasmosi nell'uomo non sia
significativamente cambiata nel corso degli anni, l'attenzione
e la preoccupazione sono aumentate negli ambienti medici e
veterinari. Si è valutato che dal 30 al 50 per cento della
popolazione umana è stato infettato con il toxoplasma e ospita
la forma cistica, clinicamente silente. La forma incistata è
importante perché, eventualmente, può produrre la malattia in
pazienti immunologicamente compromessi. Per questo motivo i
veterinari sono spesso chiamati a chiarire il ruolo del gatto
nella trasmissione del toxoplasma all'uomo . Il contatto con il
suolo contaminato da oocisti è probabilmente il modo più
comune di esposizione al toxoplasma di varie specie -roditori,
uccelli che pascolano a terra, pecore, capre, suini e bovini,
come anche persone che vivono in paesi in via di sviluppo. Nei
paesi industrializzati la trasmissione all'uomo è forse dovuta
all' assunzione di carni infette troppo poco cotte,
particolarmente ovine e suine (in
molte aree del mondo circa il 10 per cento dei prodotti ovini
e il 25 per cento di quelli suini contengono cisti di
toxoplasma). L'organismo può essere talvolta presente in
qualche prodotto lattiero non pastorizzato quale il latte di
capra. L'infezione congenita nell'uomo merita la massima
attenzione. Circa un terzo e fino alla metà dei bambini nati
da madri che hanno contratto il toxoplasma durante la
gravidanza sono infetti. In generale, l'infezione da
toxoplasma è meno frequente (ma la malattia è più grave) se
l'infezione materna si verifica durante i primi tre mesi di
gravidanza. L'infezione fetale è più comune (ma la malattia è
meno grave, spesso senza sintomi) se l'infezione materna si
verifica durante il terzo trimestre. La grande maggioranza
delle donne infettate durante la gravidanza non presentano
sintomi. Negli Stati Uniti il toxoplasma sarebbe responsabile
di tremila infezioni congenite all'anno, la maggior parte
asintomatiche. Fra gli individui che presentano sintomi,
questi possono comparire alla nascita, oppure anche dopo
settimane, mesi o anche anni: la maggior parte dei casi
clinici che insorgono alla pubertà, per esempio, sono il
risultato di infezioni congenite, piuttosto che di infezioni
recenti. Le manifestazioni cliniche più comuni in questi
pazienti sono: disturbi oculari e del sistema nervoso
centrale, sordità, febbre, ittero, rash e affezioni
respiratorie, in combinazioni variabili. Nelle persone
compromesse immunologicamente -sottoposte a terapia
immunosoppressiva (p.es. per tumori o trapianto di organi) o
con malattie con immunodeficienza quali l'AIDS- i sintomi più
caratteristici sono: ingrossamento dei linfonodi, disturbi
oculari e del sistema nervoso centrale, malattie respiratorie
e cardiache. In questi pazienti -specialmente quelli con
l'AIDS- sono comuni le ricadute della malattia e il tasso di
mortalità è elevato.
COME RIDURRE L'ESPOSIZIONE
Evitare il contatto con il suolo potenzialmente contaminato, o
indossare guanti di gomma durante il contatto, poi lavare le mani
accuratamente e vigorosamente con acqua e sapone.
Coprire la sabbia dei giochi dei bambini, per evitare contaminazini
da parte dei gatti.
Pulire la cassettina ogni giorno dalle feci o a giorni alterni in
modo da allontanare le oocisti prima che sporulino e divengano
infettive.
Disinfettare le cassettine che possono essere state contaminate con
acqua bollente o con calore secco (55(C).
I disinfettanti chimici non distruggono le oocisti con sicurezza.
Raccomandazioni specifiche per le donne in gravidanza
Una donna gravida (o che pensa di divenirlo) può ridurre
al minimo l'esposizione al toxoplasma prendendo le
misure seguenti:
Escludere dalla dieta carni crude o poco cotte e prodotti caseari non
pastorizzati.
Controllare i gatti domestici per gli anticorpi verso il
toxoplasma. Nel caso di un gatto sano, un test anticorpale
positivo indica che l'animale è molto probabilmente immune e
non emtte oocisti e perciò non sarebbe una fonte di
infezione. Un gatto sano e privo di anticorpi è molto
probabil- mente suscettibile all'infezione e disperderebbe
oocisti per una o due settimane dopo l'eposizione al
toxoplasma. Se possibile. il gatto dovrebbe essere saggiato
prima che la donna diventi gravida.
La donna stessa dovrebbe essere esaminata per gli
anticorpi, prima della gravidanza. La positività del
test indicherebbe un'infesione precedente, non
trasmissibile al feto. La presenza di anticorpi dimi-
nuisce la possibilità di trasmissione congenita nel
caso la madre fosse esposta nuovamente al parassita
nel corso della gravidanza.
Proteggere i gatti dall'infezione (o dalla reinfezione) impedendo
loro l'accesso a uccellini, roditori, carni crude e latte non
pastorizzato.
Evitare di toccare la cassettina. Anche se il gatto è positivo per
gli anticorpi, perciò immune, c'è la possibilità di riapertura
di oocisti (benché in misura minore che al tempo
dell'infezione primaria). Per sicurezza, la cassettina
dovrebbe essere pulita ogni giorno da un'altra persona.
Evitare di toccare gatti randagi, perché pelo e zampe possono
essere contaminate con oocisti, trasmissibili per contatto
mano-bocca. Tutti i gatti in casa siano tenuti lontani da
letti, cuscini, coperte ed altri oggetti in uso della madre.
Evitare i gatti che mostrano segni di malattia.
Indossare guanti di gomma nel lavoro con la terra del giardino. Le
verdure crude, sia coltivate nel giardino che acquistate,
devono essere accurata- mente lavate, nel caso siano state
contaminate da feci di gatti.
Prendere l'abitudine di lavarsi accuratamente e energicamente le
mani con acqua e sapone dopo contatti con terreno, gatti,
latticini non pastorizzati, carni o vegetali crudi.
Le cisti nei tessuti possono essere distrutte cuocendo accuratamente
le carni ad una temperatura interna di 70(C per almeno 15-30
minuti. Congelamento e scongelamento, affumicamento, salagione
o salamoia non distruggono con sicurezza le cisti nella
carne. Per prevenire gran parte della trasmissione, si
impedisca l'accesso dei gatti da compagnia a roditori e
uccelli, gli si offrano solo carni cotte, cibi per gatti
preparati commercialmente e prodotti caseari
pastorizzati. (Neppure le persone dovrebbero mangiare carni
crude o prodotti caseari non pastorizzati.) L'accesso alla
spazzatura dovrebbe essere impedito con adatti coperchi ai
recipienti. Poiché le oocisti sono molto resistenti alle
condizioni ambientali e possono essere presenti a milioni in
una sola deiezione, può essere molto estesa la contaminazione
del terreno del giardino, dei vasi di fiori, della sabbia dei
giochi dei bambini, delle cassette dei gatti e le altre aree
di suolo sciolto, umido dove i gatti defecano. In queste
condizioni si può ridurre al minimo la trasmissione delle
oocisti alle persone con le misure seguenti:
Preparato dal Cornell Feline Health Center, Cornell University, Ithaca N.Y. Traduzione ed adattamento di Enrico Cessi