TURCHIA

AGOSTO 1980

 

 

DA RICORDI DI VIAGGIO DI ROSANNA E RAUL TASSINARI

"LE BAMBOLINE DI DERINKUYU"

(QUASI RACCONTO)

Partiamo presto Da NEVSHEIR, ora stiamo imboccando la strada per NIDGE. Sulla sinistra ci sono dei prati di un verde intensissimo con le pecore dalla schiena segnata, asini, cavalli e qualche bufalo.

Noi due ci siamo ripresi completamente dalla intensa giornata precedente a GOREME e continuiamo il nostro viaggio nel passato.

Una città sotterranea, che enigma. Ora, niente più verde, solo il giallo e sfumature cangianti dell'altopiano anatolico. Una collina tozza e regolare si staglia su di un paese morto - pensiamo noi- ma che rivela avere alcune abitazioni occupate.

Il colore del fango secco delle case è tutt’uno con quello della collina imponente.

L'indicazione di KAMAKLI, città sotterranea verso sinistra, la vediamo e siamo già oltre la strada dove girare, dovremmo tornare indietro. Decidiamo di proseguire per DERINKUYU. Torneremo dopo.

Arriviamo a DERINKUYU, la estrada è asfaltata ma piena di buche, il cartello giallo: < underground_city > città sotterranea. Giriamo. Le mucche per la strada si muovono pacificamente.

Sentiamo picchiare sul finestrino della Giulia: è un bambino con una bambolina in mano. Ne arriva un altro dall'altro lato della macchina. Ancora uno. "Bambolina, bambolina". Noi procediamo lentamente perché non si staccano dall'auto. Entriamo in un cortile dove si parcheggia per accedere all'entrata della città sotterranea.

Apriamo la portiera posteriore per prendere la macchina fotografica. Le mollette colorate per stendere i panni debbono sembrare loro molto interessanti. Intorno al cortile una cancellata alta sopra a un muretto: improvvisamente dietro al recinto una marea di bambini che si protende verso di noi: "Bambolina, madam, bambolina".

Cerchiamo di far capire loro che le comperiamo all'uscita. Ma inizia il lancio delle bamboline.

Ce le tirano e d'un tratto ci troviamo con le mani piene. Sono fatte da loro, con un'ossatura formata da due pezzi piatti di legno che sporgono sotto, coperti dai pantaloni delle donne turche e la gonna sopra, di stoffa coloratissima, magari sfrangiata. Un grosso seno e in braccio due o tre bambini.

Sul capo diverse soluzioni, tutte molto belle: un pennacchio di tulle, un cono di maglia.

Dai lati del corpo partono dei fili che si uniscono sotto il volume del bambino, al centro. Oppure una ciocca a simulare i capelli. Le faccine sono affascinanti; con la biro o con il pennarello sono tracciati gli occhi enormi, pensosi, le narici accennate, una piccolissima bocca a triangolo con il vertice all'ingiù.

Un neo in mezzo alla fronte.

Le richieste si moltiplicano; a voce altissima ormai: un crescendo. Più bella, la mia è più bella, la mia......"

I maschi hanno la testa rasata, i capelli che stanno appena ricrescendo. tra le femmine ce ne sono alcune grandi, quasi donne. Siamo costretti a scegliere: ognuna è diversa dall'altra.

Costano 50 TL.

Arriva il custode, che poi è il direttore degli scavi. Parla con i bambini, li calma un po'. Gli consegniamo i soldi e fa da tramite per il pagamento: è probabile che noi non saremmo riusciti ad identificare i proprietari, visto che sorgono litigi. Ci chiedono bon bon. abbiamo solo delle caramelle alle erbe alpine. Cattive. A forza cerchiamo di imporci per distribuirne una ad ognuno.

Ognuno le vorrebbe tutte per sé.

Il custode ci dice di prendere il golf: sotto fa freddo………… bamboline

 

 

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