"IL DELITTO DELLA CROCE" 

LA VERA STORIA DELL'UOMO DI NAZARETH

di Sergio Valli

 

INTRODUZIONE ALLA LETTURA

 

L'Autore, Sergio Valli, scrittore, poeta e saggista, fondatore e divulgatore della Cultura dell'Universo (Universalesimo), nasce a Roma, ma vive e  lavora sulla costa orientale della Sardegna, da dove trasmette l'essenzialità del suo insegnamento.

Anche in questo romanzo, dal titolo: "IL DELITTO DELLA CROCE", che sottotitola "la vera storia dell'uomo di Nazareth", risultano più che evidenti i percorsi didattici intesi a dimostrare, attraverso l'originalità della sua letteratura, l'applicazione esatta delle leggi fondamentali del Principio unitario della realtà (Determinismo reale) e della Teoria dell'Articolazione (Triade universale).

Il modello originale neutro della Storia, custodito dal Primo Cristianesimo, viene pertanto recuperato e realizzato mediante la positivizzazione e la rivoluzione di quello negativo invertito, si da ottenere la Storia reale, per l'appunto: "la vera storia dell'uomo di Nazareth".

Nel coro reiterativo - dove i suoni falsi si intensificano e s'intrecciano, e coniugandosi nella stecca finale ammutoliscono - s'innalza finalmente la Voce.

Contrapponendosi e superando le tantissime mistificazioni, il ginepraio e la miriade degli intrighi teologici, laici o confessionali, e degli scritti apocrifi relativi alla negativizzazione e all'invertimento generale, nonché al conformismo e alla alienazione epocali, dove la Storia è stata  imposta, proposta e riproposta attraverso la testimonianza indiretta e inattendibile di un  "sentito dire" di comodo - ed è stata quindi falsificata e adattata di volta in volta agli interessi particolari, spesso inconfessabili, del sistema negativo invertito - la Storia autentica viene a insorgere come unica testimonianza diretta, resa infatti in prima persona, tanto dal non poterne tacere la validità documentativa e probatoria di "Vangelo secondo Cristo".

Un libro di assoluta costruzione realistica, seppure sostenuta dalla magia della più fantastica delle arti poetiche?  Un  romanzo storico?  Un romanzo-documento di insuperata attualità?

Questo e altro si potrebbe dire del "DELITTO DELLA CROCE", libro in assoluto unico, che si cercherà in tutti i modi di non pubblicare, di censurare, di ignorare, di nascondere, ma fino a quando questo sarà possibile?

Non per molto, riteniamo, perché "Il Delitto della Croce", opera dunque assolutamente unica, come la luce inesorabile del sole che più la notte è fonda e più si fa vicina, incombe sulla notte della Terra per una pubblicazione propria, autonoma e inarrestabile che, come quella del sole, non abbisogna di intermediari e mediazioni.  

E l'aggettivo più appropriato che le si potrebbe coniare, presentandola ai lettori, è infatti "implacabile", quanto implacabile è la verità incombente del giorno.

Premesso  che  il  "religioso professante",  cioè il praticante di una fede,  qualunque

essa sia, e quindi non solo il "religioso" propriamente detto secondo il significato stretto della parola, ma in senso lato   (credente, agnostico o seguace dell'ateismo, ovvero scienziato oppure politico etc.) negativizza e inverte la Storia (la Verità) nella sua pratica confessionale, spinto dalla necessità di adattarla alla propria dottrina o alla propria scienza; e siccome Gesù di Nazareth fu accusato e condannato dal Sinedrio per bestemmia ed eresia "avendo Egli fatto del Padre Iddio una Madre, ed essersene dichiarato figlio",  la Sua vera Storia, rivelata in questo libro, non potrà non seguire lo stesso percorso ed apparire agli occhi del "religioso praticante" altrettanto "blasfema ed eretica".   E nello stesso modo in cui  la Verità appare blasfema ed eretica agli occhi della menzogna, l'Universo può apparire blasfemo ed eretico agli occhi dell'ordine cosmico obsoleto che ne simula le funzioni negativizzandole e invertendole.

La ragione dottrinale è evidenziata dal fatto che, come le religioni amministrano l'assenza di Dio, per cui la Sua presenza compare ai loro occhi blasfema ed eretica in quanto le rende obsolete e le cancella, altrettanto blasfema ed eretica appare la vera Scienza manifestandosi presente al cospetto di quella falsa, che la simula infatti in laboratorio amministrandone la mancanza. E, ovviamente, questo fenomeno è riconducibile ad  ogni comparto dello scibile culturale e sociale dell'organizzazione sociale obsoleta, cioè quella di disuguaglianza economica relativa, per la quale la comparsa della vera organizzazione sociale, vale a dire dell'Organizzazione universale di Eguaglianza Economica assoluta, di cui amministrava l'assenza negativizzandone, invertendone e usurpandone le funzioni, importa dalla sua visuale "bestemmia ed eresia" perchè la rende nulla e la cancella. E, in definitiva, è il Male, chiuso e nascosto in se stesso, che avvertendo in pericolo la propria esistenza perversa nella sopravvenuta presenza del Bene, di cui egli amministrava l'assenza, dalla sua visuale relativa vede in questa presenza improvvisa, luminosa e inesorabile, l'atto per lui "eretico e blasfemo" che lo smaschera e lo annienta.

"Chi è che affamato di giustizia, di verità, di amore e di fratellanza universale, non sia stato già qui saziato?" recita nella sua conclusione la riapparizione temporale.  Siamo convinti che sarà proprio così, e che i lettori vi troveranno pienamente appagata  ogni loro aspettativa, perchè Il Vangelo secondo Cristo guarisce e resuscita, e apre gli occhi ai ciechi, le orecchie ai sordi, la mente e il cuore ai defunti, e ridona la parola ai muti, nonchè l'olfatto, il tatto e il gusto della vita ai morenti.  Ed infine, nella incertezza di ogni disputa elettiva tra i soggetti apparentemente diversi e opposti di uno stesso male, suggerisce con la saggia ironia della ragione che il praticare la semplice conta della filastrocca, rinunciando ai complicati conteggi elettronici o manuali dei voti, fornirebbe lo stesso risultato facendo risparmiare denaro e tempo prezioso.

In uno scenario mostruoso, caratterizzato dall'imposizione della contraddizione relativa, in cui si pretenderebbe  di  affermare  la  coesistenza  del  Male  con  il  Bene, il "Vangelo secondo Cristo" - annullandone ogni mascheramento e trasformismo - dimostra infatti come sia il Male il gestore del tutto relativo. La perfezione maligna, dall'inequivocabilità del suo primo aspetto di "Male Evidente", e dall'ambiguità del suo secondo aspetto di "Male Occultato", raggiunge la chiusura del cerchio attraverso l'imposizione del Male come Bene, in tal senso millantato e promosso nel suo terzo aspetto dove trovano rifugio e significazione le gestioni maligne proprie della mancanza del Bene, ovvero la simulazione della cultura, della civiltà e del diritto, le scienze, le arti, il "progressismo", le pratiche religiose, la politica, l'amministrazione della cosa pubblica, la giustizia, le così dette "opere di bene": la carità, il volontariato, la solidarietà, la beneficenza, l'assistenzialismo... Ed è esattamente in questa sua ultima forma, in cui risulta più difficile individuarlo, che il Vangelo secondo Cristo lo snida inesorabilmente, senza lasciargli alcuna via di scampo. Per porre un solo esempio storico particolarmente significativo, tra la incalcolabile miriade di esempi che si potrebbero trarre dopo gli eventi narrati in questo Libro sui tre aspetti classici del Male perfetto, ricordiamo che nell'aprile dell'anno millecinquecento il territorio brasiliano aveva una popolazione di cinque milioni di indios divisa in novecento tribù che parlavano millecentosettantacinque idiomi. Dopo cinque secoli di "colonizzazione" da parte del Sistema di disuguaglianza economica relativa, gli indios sono stati decimati. Ne sopravvivono duecentosettantamila ripartiti in duecentosei tribù che parlano centosettanta lingue.   I colonizzatori, laici e religiosi, non hanno trascurato alcun metodo di sterminio, dalla schiavitù  e dall'espropriazione del territorio alle guerre e all'omicidio, e dalle prime malattie epidemiali all'uso sistematico delle armi batteriologiche che hanno consentito di poter espropriare agevolmente il suolo divenuto gradualmente inabitato e desertico a causa dell'inquinamento ambientale e della scomparsa delle popolazioni. Il terzo aspetto del Male perfetto risulta evidente nell'opera di sostegno, determinante ai fini della progressiva colonizzazione, compiuta dagli agenti inviati dal Sistema di disuguaglianza economica relativa sottoforma di missionari e finti umanisti aventi il compito di sollecitare lo sterminio - scoraggiando e spegnendo ogni resistenza residua nelle popolazioni superstiti -  mediante la conversione delle popolazioni all'assistenzialismo passivo, alla rassegnazione "religiosa" e alla rinuncia del diritto, per la conseguente sottomissione agli eventi stabiliti dal potere colonizzatore.  

Ma - come viene magistralmente dimostrato in questo libro - è nell'inganno ancora più mostruoso, di cui l'intera umanità della Terra si è resa vittima e nello stesso tempo responsabile, che l'universalità di un Delitto della Croce mistificato e nascosto, scopre la sua più grandiosa significazione, rivelando come sia stata l'intera umanità della Terra ad essere crocefissa con l'uomo di Nazareth, ritrovandosi ora, sulla croce, incapace di sottrarsi alla condanna di dover compiere in ogni caso Giustizia, perchè la sua ultima generazione, la generazione dell'ultimo Giudizio, quale che sia la sua scelta, farà comunque Giustizia di se stessa e di tutte le generazioni che l'hanno preceduta.    

"Il Delitto della Croce",  si evince di conseguenza come una tra le più significative opere di Cultura dell'Universo, delle quali viene con pieno diritto ad assumerne il ruolo di guida.