UN LASCITO DA CUSTODIRE

Un cimelio inalienabile

Contro le proposte, avanzate da più parti, di acquisto o di prestito del violino di Paganini, il Comune fu inflessibile. Il violino rappresentava infatti un bene inalienabile, parte di quel patrimonio sprituale di cui la città andava fiera.

Quando Boscassi il 24 luglio 1901 riferì alla Giunta che i Sigg. Lyon e Mearly di Chicago avevano chiesto di acquistare il violino, con i documenti che facevano fede della sua autenticità, la risposta fu un deciso rifiuto.
Gli americani avevano offerto la somma di L.100 mila, ma non ci poteva essere offerta, che fosse in grado di ripagarne il valore.
Boscassi aveva suggerito di rispondere che il cimelio richiesto è troppo caro al Municipio e che per nessun prezzo, fosse pure centuplicata la somma offerta, se ne priverebbe.

Attila Paganini, compiaciuto di quanto aveva letto sui giornali in merito al diniego dell'Amministrazione, il 5 ottobre 1901, scrive da San Lazzaro al Sindaco, chiedendogli ulteriori delucidazioni sul fatto. Il Sindaco acclude alla risposta di Attila la lettera inviata ai richiedenti, che riprendeva il suggerimento di Boscassi: la Giunta non ha creduto di prendere in considerazione la proposta non intendendo privarsi per qualsiasi somma di un cimelio cotanto prezioso.
Dello stesso tono la risposta del Sindaco a Michael Banner di Praga, che aveva chiesto di poter usare per un triennio del violino.
Il Sindaco conferma di non poter aderire in alcun modo a quanto propostogli:

AS.
Mi affretto a rispondere alla S.V. illustrissima che quest'Amministrazione civica, come per altre consimili ed ancor più onorifiche proposte non può assolutamente recedere dal debito suo che è quello di non permettere che il violino legato dal Paganini alla città di Genova venga rimosso dalla sua custodia e consegnato a chicchessia.

Le domande di prestito su cauzione respinte furono numerose come afferma Boscassi nella già citata pubblicazione del 1909,come numerose furono le domande di molti liutai a cui non si diede esito.
Sempre Boscassi il 12 giugno 1914 scrive al liutaio S.L. Salazedo che voleva fare un disegno del manico del violino, di non poterlo soddisfare perchè il violino si conserva in un'urna di cristallo, chiusa coi sigilli della Civica Amministrazione. Ogni volta che l'urna viene aperta ci vuole un apposito verbale, il che avviene assai di rado.
La risposta di Boscassi è indicativa per comprendere come la devozione, di cui era oggetto, in questi casi fosse servita a proteggerlo da interessi privati.

Il 2 aprile 1920 il violino viene invece mostrato all'ambasciatore francese Camillo Barrère, che aveva visitato la città ed aveva espresso il desiderio di vedere il prezioso cimelio. L'ambasciatore lo ammira con reverenza e ciò costituisce un'ulteriore conferma del rapporto di rispettosa devozione che il Comune intendeva instaurare, verso l'eccezionale oggetto.

Un anno dopo la Giunta ritorna sulla sua solita posizione diniego. Il liutaio Janos Kossuth di Budapest, indirizzato dal Ministero competente al Podestà di Genova, in due lettere del 14 maggio del 2 luglio 1921, chiede di poter confrontare il violino di Paganini con un violino da lui costruito senza dare pubblicità alla cosa..Il 2luglio gli risponde lo stesso Podestà: la richiesta non è stata accolta perchè il Comune conserva lo strumento come omaggio al Grande artista: evidentemente si riteneva che tale omaggio implicasse una custodia severa e intransigente.

Analogo il rifiuto del 29-5-1922 a Giuseppe Candiani di SanLazzaro di Padova, che voleva esaminare il violino per una sua comunicazione di acustica: la Giunta ha dovuto adottare criteri molto restrittivi nella concessione di estrarlo dalla custodia che lo conserva alla reverenza dei posteri.

Di tal fatta anche le risposte del 25-6-1923 a Rizo Rangabè, appassionato di ricerche su strumenti, e del 27-3-1926 al Sig. Warlitzer, che chiedeva di esaminare il violino fuori della custodia.

Nel 1929 si diffusero di nuovo le voci sulla vendita. il 29 Gennaio il Podestà Broccardi rispondeva al Signor Entarst Hereford che aveva sentito dire che il violino stava per essere ceduto a un americano e che aveva offerto la cifra di ottomila sterline per il suo acquisto, che il violino per Genova era un cimelio prezioso:

AS.

Rispondo alla lettera del 19 corr. per informare la S.V che è caduta in grande errore a credere che il Comune di Genova possa non solo vendere, ma accettare offerte per il violino, che il grande Paganini donò alla sua città. Tale violino è nostro cimelio prezioso e costituisce un tesoroideale di cui Genova non può disfarsi.


 La posizione del Comune non cambia nel dopoguerra sia nel negare il violino a privati che ne facevano richiesta sia nel non cedere a pressioni più autorevoli, quali quella degli stessi Ministeri.

Quando il liutaio Cutugno, corredato da un ampio numero di giudizi favorevoli sul suo operato, chiede di poter confrontare un suo violino con quello di Paganini, offrendo in dono alla città un suo strumento, l'assessore alle Belle Arti Carla Mazzarello, il 18 aprile 1947, gli risponde che il confronto non potrà essere fatto perchè il Comune di Genova intende onorare il suo grande figlio e non il costruttore.

Un'eccezione fu la concessione di esaminare il violino fatta il 30aprile 1930 dall'assessore Mazzarello a Elie Benjamin, che voleva vederlo per una tesi di laurea da sostenere su Paganini et la Musique Instrumentale presso la Facoltà di Lettere de la Sorbonne.
Il Benjamin si presentava però fornito di molte referenze: violinista diplomato presso l'Ecole Normale de Musique di Parigi, solista de l'Accademie Libanaise des Beaux-Arts, professore all'istituto di Musica dell'Università Americana di Beyrouth, critico musicale.

Sempre nel 1947 il Direttore dell'Ufficio delle Belle Arti Caterina Marcerano, in una lettera del 14 dicembre 1951, in risposta al liutaio Elio Somma da Salerno, in cui dà ampie notizie sul violino e sulla sua storia, conferma che il violino non viene tolto dalla nicchia ricavata nella Sala della Giunta che in occasione della annuale revisione compiuta al fine della conservazione, da un liutaio residente in Genova appositamente incaricato dal Comune.

Anche l'assessore Lazzaro Maria De Bernardis, respingendo la richiesta del violinista A. Borgomanero sostiene, in una lettera del 15 luglio 1952, che la concessione dello strumento viene accordata di volta in volta, esclusivamente a quei violinisti che abbiano raggiunto in campo internazionale grande fama.

Del pari nel dicembre del 1952 il Sindaco Pertusio declina l'invito di un telespresso dal Ministero degli Esteri di portare il violino fuori sede.

Anche in tempi più recenti l'Amministrazione continuò ad essere contraria a separarsi dallo strumento sia pure per motivi connessi a possibili interventi a scopo di restauro.
Nella riunione del 28 gennaio 1986 la Commissione di esperti per la tutela e la conservazione del violino, si esprime negativamente in merito all'interessamento del Ministro Spadolini, che, preoccupato per la salute dello strumento, aveva inviato una lettera al Sindaco di Genova Campart.

Non è estraneo al diniego il timore che il violino possa essere allontanato dalla città, che lo sente come un protagonista della sua  storia.

Il violino è un cimelio inalienabile non solo perchè strumento antico di grande pregio, non solo perchè ricordo prezioso dell'insigne Paganini, ma anche perchè realtà carica della memoria di tante generazioni, che si sono succedute nella vita della città.

Alla considerazione del suo valore storico va attribuita anche la presenza del violino nelle diverse mostre, organizzate dalla città a ricordo di Paganini, mostre che lo videro protagonista insieme ad altri cimeli.
La prima importante occasione fu quella del 1939 per il primo centenario della morte del Maestro.

Un Comitato apposito stanziò un fondo per l'istituzione di un museo paganiniano, che avrebbe dovuto avere sede a Villa Raggio, presso il Liceo Musicale.

Il museo non fu realizzato, ma il 21 settembre vi fu l'apertura della mostra dei cimeli paganiniani, che vedevano raccolti documenti, autografi e manoscritti musicali di Paganini, oggetti a lui appartenuti. Tra questi vi erano alcuni cimeli, che erano stati trasferiti da Parma  in dono dal duce.

Il 14 maggio 1940 il violino fu trasferito, sotto la sorveglianza del notaio Noziglia, nel ridotto del Carlo Felice, sezione della mostra, dopo che il liutaio Candi ebbe espresso il suo assenso: posso dichiarare che il suddetto violino, data la stagione propizia, non subirà nessuna alterazione, purchè sia tenuto lontano dalle correnti.

Come si rileva dal catalogo della mostra, il Guarneri fu messo accanto al violino di Gaspare da Salò, regalato da Paganini al figlio Achille.
La seconda ricorrenza fu quella delle celebrazioni colombiane del 1953, a cura del Civico Istituto Colombiano. Anche in questa circostanza fu autorizzato il prestito del violino per la mostra paganiniana, allestita nelle Sale del Palazzo dell'Accademia.

In occasione della mostra sul violino antico e moderno, che ebbe luogo a Pegli a Palazzo Doria nel 1956, il violino rimase esposto dal 19 maggio al 21 maggio.

Nel 1982 fu portato, con quello di Sivori, al Museo di S. Agostino di recente restaurato, per una mostra, in occasione del secondo centenario della nascita di Paganini, sotto l'alto patrocinio del Presidente della Repubblica. La mostra era stata allestita allo scopo di rivisitare le tappe più significative della vita e dell'opera del grande violinista genovese come ebbe a specificare il Sindaco F. Cerofolini nell'introduzione al catalogo. La mostra era stata ordinata dall'autorevole studioso paganiniano Edwuard Neil.


 Genova è stata costantemente attenta alle sorti del violino.

Si può dire che, specialmente nella seconda metà del secolo a differenza del periodo dal primo conflitto mondiale agli anni trenta, in cui l'attività intorno ad esso risulta piuttosto scarsa - con l'avanzare di una mentalità orientata in senso spiccatamente tecnico, si sia af-fermata l'esigenza di provvedere in maniera sempre più razionale alla tutela e alla conservazione del prezioso cimelio, bene culturalecui Genova si sente particolarmente legata.

Nel nostro tempo in cui, cadute le antiche certezze, viviamo un clima di dolorosa assenza, il violino rappresenta un richiamo ad un passato di storia e di cultura, che ancora le radici del presente conferisce valore all'immagine della città.