L'UMORISMO

Tra le intenzioni di Orwell è possibile rintracciare anche quella di scrivere un romanzo che fosse in un certo senso comico. Lo stesso autore definì il libro come una satira del regime sovietico.  L'umorismo sta principalmente nel linguaggio, nelle allusioni, nelle descrizioni rimaneggiate di posti e situazioni caratteristici della Londra ai tempi di Orwell. La Londra del 1984, come quella del dopoguerra, è dominata dal    puritanesimo, dal controllo degli atti sessuali, dalla politica del risparmio, dall'austerità portata all'esasperazione. Il Ministero della Verità assomiglia al quartiere centrale della BBC in cui Orwell lavorò durante la II Guerra Mondiale. Negli scantinati del Ministero dell'Amore è localizzata una stanza, contrassegnata con il numero 101, in cui ai traditori succedono cose terribili. Ma stanza 101 era anche il nome di quella in cui Orwell aveva il suo ufficio dove si producevano i programmi in lingua inglese per l'India… In qualche modo è comico anche il protagonista, che è simile a un modesto commediante: deve nascondere il suo odio per il G.F. e per il sistema in generale e fingere nel contempo di essere ancora un fedelissimo funzionario. La sua "rivolta segreta" viene banalizzata dal televisore e dai cartelloni che, dovunque e in ogni momento, proclamano che "LIBERTA' E' SCHIAVITU'" e "IGNORANZA E' FORZA". Questi slogan volutamente assurdi fanno parte della strategia del Partito e sono finalizzati a far uscire allo scoperto i traditori. E questo è l'effetto che producono su Winston. Proprio grazie a questi richiami e allusioni, all'interno di una atmosfera cupa e oppressiva, 1984 è diventato sinonimo di ingiusta repressione, di soverchieria da parte delle istituzioni.