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La chiesa di Sant'Antonio
Le poche notizie relative a questa Chiesa risalgono alla fine del 1700.
Nel 1789, infatti, Monsignore Cusany in visita pastorale la trova "
in stato indecente" e ordina che rimanga interdetta "se entro un anno non
verrà sistemata e dotata".
Fu integralmente restaurata nel 1936, "essendo parroco il Can . Salvatorangelo
Dessì".
Sorta ad opera di maestranze locali non presenta caratteristiche peculiari.
La facciata, tipica di un'architettura popolare, termina con un timpano
percorso da una cornice modanata, sormontando da una croce di pietra. Al
centro un portale d'ingresso in asse con una lunetta.
Il prospetto è completato da un campanile a vela staccato, modulo
di notevole Diffusione nel '700.
Nel 1947 parroco Don Antonio Loi poté far restaurare la chiesa
utilizzando parte del sussidio di £ 52.000 concesso dal Ministero
della Guerra, per l'uso che ne fece durante il periodo bellico.
"Durante la notte del gennaio 1979, crollò una parte del tetto;
Il Comitato degli "Antonio" riuscì a reperire i fondi necessari
per demolire e rifare completamente il tetto, inoltre operò un ampio
restauro dal 7 al 17 gennaio 1982".
"La tradizione del ceppo (sa tuva) è la caratteristica speculazione
della festa di Sant'Antonio Abate (o de su fogu): 17 gennaio.
Precisamente i ceppi (sas tuvas) si accendono il16 di gennaio e la
festa è il 17 gennaio.
In paese ci sono 3 tuve: una della "Leva", una degli "Antoni", e una
dei "Ferrovieri".
Quando le tuve stanno per cadere si incomincia l'asta e ognuno offre
un prezzo, poi quello più alto si porta via o i dolci, o l'agnello
o il maialetto ecc.
I dolci particolari per Sant'Antonio sono:
Sa "panischedda", su "gattò", e sas "ziriccas"Le poche notizie
relative a questa Chiesa risalgono alla fine del 1700.
Nel 1789, infatti, Monsignore Cusany in visita pastorale la trova "
in stato indecente" e ordina che rimanga interdetta "se entro un anno non
verrà sistemata e dotata".
Fu integralmente restaurata nel 1936, "essendo parroco il Can . Salvatorangelo
Dessì".
Sorta ad opera di maestranze locali non presenta caratteristiche peculiari.
La facciata, tipica di un'architettura popolare, termina con un timpano
percorso da una cornice modanata, sormontando da una croce di pietra. Al
centro un portale d'ingresso in asse con una lunetta.
Il prospetto è completato da un campanile a vela staccato, modulo
di notevole Diffusione nel '700.
Nel 1947 parroco Don Antonio Loi poté far restaurare la chiesa
utilizzando parte del sussidio di £ 52.000 concesso dal Ministero
della Guerra, per l'uso che ne fece durante il periodo bellico.
"Durante la notte del gennaio 1979, crollò una parte del tetto;
Il Comitato degli "Antonio" riuscì a reperire i fondi necessari
per demolire e rifare completamente il tetto, inoltre operò un ampio
restauro dal 7 al 17 gennaio 1982".
"La tradizione del ceppo (sa tuva) è la caratteristica speculazione
della festa di Sant'Antonio Abate (o de su fogu): 17 gennaio.
Precisamente i ceppi (sas tuvas) si accendono il16 di gennaio e la
festa è il 17 gennaio.
In paese ci sono 3 tuve: una della "Leva", una degli "Antoni", e una
dei "Ferrovieri".
Quando le tuve stanno per cadere si incomincia l'asta e ognuno offre
un prezzo, poi quello più alto si porta via o i dolci, o l'agnello
o il maialetto ecc.
I dolci particolari per Sant'Antonio sono:
Sa "panischedda", su "gattò", e sas "ziriccas". |