Oderisio
II il Grande, si spense nel 1204, e si può dire che con lui terminò tutta la
floridezza di S. Giovanni in Venere: seguirono abati non sempre all'altezza
dovuta, per cui l'abbazia, spogliata da feudatari invidiosi,
derubata da soldati di ventura o mercenari, saccheggiata da normanni, turchi,
ungheresi ed altri invasori, abbandonata dai pochi monaci che vi restavano,
divenne ambita preda di prelati altolocati che, col vistoso titolo di Abati
Commendatari, standosene lontano, ne smungevano le rendite senza curare la sua
manutenzione. Si aggiunsero le forze devastatrici della natura: nel 1283 una
straordinaria tempesta marina che non si verificava da
oltre 1500 anni; i terremoti del 1456 "il più catastrofico di tutta la
storia sismica abruzzese", che abbatté il monastero, e produsse il grande
avvallamento che vediamo davanti alla chiesa; del 1627 in cui caddero le due
navate laterali della chiesa; del 1703 "terremoto del Gran Sasso";
del 1706 "terremoto della Maiella", ed altri di minore intensità, ma
che aggiunsero sempre nuove rovine.