Per fortuna S. Giovanni in Venere, nel 1585, dagli abati commendatari passava a S. Filippo Neri ed ai suoi Oratoriani, che ci spesero ingenti somme per compiere restauri, recuperare feudi, assistere le popolazioni loro affidate; ma poi seguirono le leggi anti-religiose  del Tanucci, di Napoleone, di Vittorio Emanuele II.    

Se questi nel 1881 dichiaṛ S. Giovanni in Venere Monumento Nazionale, non per questo se ne prese mai alcuna cura. Cambiati i tempi, nel 1954 ci sono venuti i Padri Passionisti che su quelle secolari macerie hanno costruita la loro abitazione, ed hanno ridato a S. Giovanni in Venere una floridezza che fa ripensare ai bei tempi di Oderisio II.