La storia di Sesto...

Sesto attraverso i secoli

Le prime notizie di Sesto risalgono a circa 2000 anni fa e sono legate all'origine del suo nome;Lo stemma del Contado del Molise due le tesi più avvalorate:
- la prima vuole che il nome di Sesto derivi da Sesto Auliano, che nel periodo Augusteo, dal 27 A.C. al 37 D.C. fu prefetto della vicina Venafro.
- l'altra lo associa alle vicende di Sextus Polfennio Caii Filio che, intorno al 100 d.C., essendo stato nominato primo tribuno della Colonia Julia Augusta di Venafro, quale riconoscimento all'imperatore fece realizzare nell'attuale territorio di Sesto una stazione militare. L'avvenimento è riportato su una epigrafe rinvenuta dallo studioso Momsen nel 1833.

I riferimenti successivi ci portano al periodo Longobardo, durante il quale il ducato di Benevento fu suddiviso in 34 contee, una delle quali fu assegnata a Sesto, mentre altre 8 ebbero come capoluogo altrettante 'università molisane' quali Molise, Bojano, Isernia, Venafro, Pietrabbondante, Larino e Termoli. Le rimanenti costituiscono, ancora oggi, parte del territorio beneventano e campano. 

Lo stemma di Terra di LavoroSecondo quanto scritto da Leone Ostiense: nel 1040 i Conti di Sesto si schierarono dalla parte del Conte Pandolfo di Capua, nella guerra contro l'imperatore Corrado [note]. Mentre, successivamente, nell'anno 1093, risultava esserne Conte un Landolfo (Randolfo).

Cento anni dopo, durante la guerra tra i Normanni e gli Svevi, era castellano di Sesto un Landolfo da Montelongo, di parte normanna. Il Capacelatro riporta che, nel 1192, il conte Borrello "andò sopra il castello di Sesto e 'l prese per forza di arme e 'l diede a saccomano, facendo progioniero il detto landolfo con molti de' suoi soldati". 

Alla dinastia dei conti Landolfo, successe nell'amministrazione del feudo di sesto e Pentime la dinastia dei principi Sorellum, che acquistarono i due feudi, verosimilmente dai conti Landolfo intorno all'anno 1230. Nel 1270 il feudo passò al figlio del capostipite principe Rogerium Sorellum. Questi sposò la principessa Gemma figlia di Gerilleli principe di Venafro. La famiglia Sorellum, con questo matrimonio, si trovò fortemente legata sia a Sesto che a Venafro e con altri possedimenti vastissimi, anche in altre contee.

Nella prima metà del XIV secolo (1325) il possedimento dei due feudi passò in mano ai conti Andrea e Nicola Rampini, famiglia nobilissima, originaria d'Isernia, che molti scrittori erroneamente hanno confuso con quella di Andrea d'Isernia, l'eminente feudista. I potenti signori di Isernia mantennero i loro possedimenti di Sesto per pochissimo tempo, infatti li alienarono nella seconda metà del XIV secolo (pare il 1357). A succederli, nel loro dominio di Sesto e del Feudo di pentime, furono i signori Della Ratta.

Terra di Lavoro

La famiglia Della Ratta era venuta da Barcellona, in Spagna, con Diego [note], brillante cavaliere al seguito nuziale della principessa Violante d'Aragona, sposa del principe Roberto d'Angiò, divenuto re nel 1309. Nel 1357 i successori di Diego acquisirono altresì i feudi di Sesto e di Pentime. I Della Ratta intorno al 1360 acquistarono anche il feudo di Roccae Pipirocae (Roccapipirozzi). Da allora in poi ai comitali di Sesto e di Pentime si aggregherà, senza più staccarsene, anche quello di Roccapipirozzi. Essendo anche i signori Della Rotta impegnati in altri affari, tenneto i possedimenti per breve tempo; infatti Antonello Della Rotta il 28 ottobre 1381 alienò il feudo. I nuovi signori di Sesto, di Pentime e di Roccapipirozzi furono i conti Origlia. Infatti, nel 1381, con l'avvento della monarchia durazzista, il Re Carlo III di Durazzo assegnò i predetti feudi a Gurello Origlia [note] conte di Carovilli, da cui passarono, successivamente, al figlio Pietro.

Il 1° febbraio 1465, per volere di Carlo III di Durazzo, i predetti feudi vennero assegnati al consigliere dello stesso re, il principe Diomede Carafa [note] conte di Maddaloni e, quindi, a suo figlio Giantommaso. Alla morte di quest'ultimo i feudi passarono al figlio Giambattisca Carafa conte di Sesto. Nel 1569 la principessa Isabella Colonna, Duchessa di Traetto e Contessa di Gondi, moglie di Filippo di Lannoy [note], principe di Sulmona e conte di Venafro e di Sesto, alienò i feudi per un prezzo di 25.000 ducati. Da Orazio di Lannoy i comitali di Sesto passarono, nel 1582, alla famiglia Spinola [note] avente come rappresentanti: Don Filippo Spinola, Ambrogio, Filippo, Paolo, Carlo Filippo, Carlo Ambrogio, Carlo Giocchino de la Guene.Siamo intorno alla metà del XVII secolo, quando Sesto diventa popolare per la presenza e le gesta del brigante 'Papone' stabilitosi nel comune e nei boschi limitrofi [note].

Terra di Lavoro e Contea di MoliseNel 1807 Sesto passa a far parte, amministrativamente, del distretto di Piedimonte Matese.

Gli Spinola si trasferirono in Spagna intorno alla seconda metà del XVIII secolo, e Don Giuseppe Ossorio Silva Spinola vendette tutto, compreso il titolo, alla Regina Maria Cristina vedova di Alfonso XII, Re di Spagna.

Il 1863 è l'anno in cui il R.D. del 16 marzo autorizza Sesto ad acquisire il titolo di 'Campano', come già deliberato dal Consiglio Comunale del 15 dicembre 1862. L'esigenza è legata alla presenza, all'epoca, di altri cinque comuni aventi lo stesso nome. Secondo alcuni, la popolazione scelse 'campano' a discapito di 'molisano' in segno di protesta contro il recente distacco, avvenuto per Decreto Luogotenenziale del 17 febraio 1861, che aveva visto passare Sesto, dalla Provincia di Terra di Lavoro a quella di Molise.

Nel 1899 la colletteria postale venne trasformata in Ufficio Postale, mentre l'ufficio del telegrafo fu inaugurato il 28 febbraio1902.

Dal 1908 l'illuminazione pubblica diventò ad energia elettrica, la fornitura era a cura di Adolfo Rizzo, con officina presso Contrada Taverna.

Nel 1920 (circa) la Regina Maria Cristina, vendette tutti i beni di Sesto ai fratelli Armieri e a Don Ercole Ferri per la somma di un milione e duecentomila lire.

Lo stemma del Comune

E' rappresentato da una squadra ed un compasso intrecciati, caratteristico delle organizzazioni massoniche o della muratoria.
Particolare dell'ingresso del palazzo ducale
Lo stemma di Sesto
(Simboli della squadra e compasso, particolari dell'ingresso del palazzo ducale.)

La situazione demografica

Nei primi censimenti della popolazione italiana si usava conteggiare i 'fuochi', ovvero le abitazioni; con il passare del tempo tale metodo è stato abbandonato in favore del conteggio unitario delle persone.

Questi sono i dati relativi al nostro Comune:

- 60 fuochi nel 1532;
- 65 nel 1545;
- 52 nel 1561;
- 71 nel 1595;
- 71 nel 1648;
- 50 nel 1669;
- 600 abitanti nel 1781;
- 616 nel 1795;
- 1726 nel 1861;
- 1861 nel 1901;
- 2552 nel 1911
- ed oltre 3000 nel 2001.

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