Premiu litterariu Sardigna
in onore di Giovanni Maria Angioy
Bono (Sardigna) 21 Ottobre 1751 - Paris (France) 22 Marzo 1808

Edizione speciale per le scuole
a pag. 5


S'Accademia po sa Die Sarda  a pitzus de s'unificazioi de sa limba sarda.

Con la L.R. 26 del 15.10.1997 e la legge n. 482 del 15.12.1999, i Sardi, forse anche al di là delle loro aspettative, hanno ottenuto ciò che con una battaglia in passato molto intensa, avevano chiesto fin dagli anni '70 del secolo scorso.
In prima linea erano rimaste diverse avanguardie che lavoravano soprattutto nelle scuole.
Dunque le leggi hanno sancito, anche se in modo ancora perfettibile, un successo del "popolo sardo".
Ci si è trovati quasi inaspettatamente con una legge regionale accettata dal governo italiano, che all''art. 2 riconosce alla lingua sarda pari dignità con la lingua italiana. Se ciò (la pari dignità) era alquanto scontato, viste le annose resistenze italiane a riconoscere la lingua sarda, si capisce l'importanza che ciò sia stato accolto in una legge. La legge 482/99 attua finalmente (con vergognoso ritardo e dopo vari richiami dell'Europa per la tutela dei diritti delle minoranze) l'art. 6 della Costituzione della Repubblica Italiana. Per chi ha combattuto quasi 30 anni questa battaglia, sorbendosi strada facendo le resistenze deliranti degli Spadolini e Andreotti di turno, la naturale reazione fascista, ma anche quella di una sinistra solo nominale, il risultato non è da poco, sotto certi aspetti vi è quasi incredulità.
  Dopo questo scenario la parola passa ai sardi. E qui il discorso si fa critico, quasi minato.
Intanto a quali sardi… al
popolo sardo? E' vero che ha fatto grandi progressi in materia di autostima, grazie alle avanguardie sardiste e sardiana vere, rispetto a quando regalò la sua indipendenza ai Savoia nel 1848, annettendosi al Regno d'Italia, ma siamo ancora a livelli vergognosi. Pertanto la questione della lingua sarda è oggi un fatto d'elite, anche se dobbiamo dire sicuramente un'elite più numerosa di quella che discusse la questione della lingua in Italia. L'Italiano all'atto dell'unità d'Italia era praticamente una lingua morta.
  Comunque la questione della lingua sarda ha messo in moto interessi vari. Intendiamo occuparci qui solo di quelli sinceri, per quando anche in questo ambito il dibattito si stia deteriorando e sia trasceso, risvegliando vecchie rivalità campanilistiche tra campidanesus e cabasusesus, scoprendo pericolosamente quella disunità che al popolo sardo è stata sempre fatale.
La controversia tra chi imporrebbe il logudorese come lingua ufficiale e chi gli contrappone il campidanese (in questi termini la questione arriva alle masse popolari sarde tramite la stampa), è davvero suicida.
Per anni abbiamo combattuto chi, nei dibattiti, poneva la questione "Quale sardo?", ben sapendo che chi lo faceva, cercava di allontanare come una iattura il bilinguismo, cercando di far apparire il sardo come un'accozzaglia di "dialetti", detto in senso volgare, spregiativo. 
                                                                                         
Segue a pag. 2

< >

 
SOMMARIO

 

Pag. 2         
Segue
Sa kistioni de sa limba

Pag. 3         
Premiazioni della seconda edizione

Pag. 4         
I premiati e s'unificazioi de sa limba

Pag. 5         
Kini seus
Premio  per le scuole

Pag. 6         
La poesia vincente
   
Pag. 7         
Premio per altri idiomi

Pag. 8         
Il bando della terza edizione 

e.mail:
accademiadiesarda@tiscali.it

Per ulteriori informazioni:
Casella postale 62 - 09091 Ales (Or)
Tel./fax: 0783 91921