Nomi per  un litigio

 

di Ramona Bongelli e Andrzej Zuczkowski

 

 

1. Introduzione

 

Presentiamo l’analisi della trascrizione di un dialogo fra due fidanzati, Marco, militare, e Federica, studentessa universitaria, che ha registrato la conversazione. Marco entra nella stanza mentre sta concludendo una conversazione al cellulare. Dopo i saluti e uno spuntino a base di pizza, i due riprendono un argomento sul quale hanno già discusso. Il dialogo diventa progressivamente un litigio: i toni, inizialmente pacati per entrambi gli interlocutori, si mantengono tali per Federica, mentre salgono per quanto concerne Marco, il quale alla fine se ne va dalla stanza. 

 

2. Il dialogo

           

Che c’hai?

 

1 Federica: Ohi amore!

2 Marco: Ciao cucciola.

3 Federica: Allora?

4 Marco: Niente.

5 Federica (riferendosi alla telefonata di Marco appena conclusa): Chi era?

6 Marco: Papà.

7 Federica (tono ironico-sospettoso): Sì, sì...

8 Marco: Eh no, è una bella mora allora.

9 Federica: Eh, può darsi pure...

10 Marco: Humm...

11 Federica: Tanto... Che c’è?

12 Marco: Pizza!

13 Federica: Oh bravo, ci voleva proprio! C’ho ’na fame!

14 Marco: Poverina! Sei deperita!?

15 Federica: Sì.

16 Marco (continua il tono scherzoso): Povera cucciola!

17 Federica: Mh...

18 Marco: Che c’hai?

19 Federica: Niente!

20 Marco: Che c’hai?

21 Federica: Niente !

22 Marco: Federi’, non me di’ “niente”, te conosco!

23 Federica: È vero, non c’ho niente! Eh tanto...

24 Marco (con tono piagnucoloso a imitare la voce di lei):  “Uhh, ho pianto tanto!”

25 Federica: No, non ho pianto!

26 Marco (continua con il tono precedente ): “Tanto triste”.

27 Federica: Sono arrabbiata!

28 Marco: Perché, scusa, sei arrabbiata?

29 Federica: Eh?

30 Marco (velocemente): Basta, non voglio fa’ cagnara, non ne parlamo più!

31 Federica: Eh?

32 Marco: Non ne parlamo più, non me ne va de fa cagnara!

33 Federica (sottovoce): Tanto... Ma che c’è? (ride)

34 Marco:  Magna! [mangia]

35 Federica (si sovrappone): Non ne parliamo, vietato non parlare.

 

Aspirazioni contrastate

 

36 Marco: Tanto c’hai torto!

37 Federica: Eh?

38 Marco: Non ne parlamo perché tanto c’hai torto!

39 Federica: Io c’ho torto?

40 Marco: Certo! Che ce l’ho io torto?

41 Federica: No... eh sì!

42 Marco: E certo, io voglio fare quello che mi so’ sempre aspirato di fa’ sempre nella vita, però c’ho torto! Questa è bella!

43 Federica: No, c’hai torto nel fatto che non consideri, eh, cioè, gli altri.

44 Marco: No, non è che non li considero, è chi mi ama mi segua! Non è che mia madre mi smette di vole’ bene perché vado a fatica’ giù, oppure perché sto via un anno. Non è che smette a volemme be’. Chi me vole be’ continua a volemme be’! È chi non mi vo’ be’, è chi non me vole be’ che casca subito il sentimento!

45 Federica: Sì, ma un conto è tua madre che tanto è consapevole che prima o poi andrai fuori casa...

46 Marco (si sovrappone): Eh, apposta, un conto è mia madre che m’ha scelto, però va be’ un conto è che chi mi sceglie come fidanzato e non sopporta l’idea che vado fuori per realizza’ quello che è un  sogno mio!

47 Federica (si sovrappone):  No, che andrai via da casa! Eh, sì! Perché è come se  mi dicessi: <<vivi la tua vita che io vivo la mia!>>

48 Marco: Io non vado a fa’ il militare, te smetti di fa’ l’Università!

49 Federica: Eh?

50 Marco: Ci stai?

51 Federica: Cosa?

52 Marco: Io non vado a fa’ il militare, te smetti de fa’ l’Università. Ci stai?

53 Federica: (pausa di silenzio durante la quale possiamo supporre che l’interlocutrice abbia compiuto un gesto di diniego interpretabile come un no)

54 Marco: E allora perché io devo (parole incomprensibili)

 

Nella casa da sola

 

55 Federica (si sovrappone): Io non sto pensando ad adesso, io sto pensando al dopo! Al dopo, io sinceramente a vive una vita da sola non me ne va! A vive una vita che oggi sto qui e domani non lo so non me ne va, perché faccio in tempo ad ambientarmi in un posto, a trova’ un lavoro che già me ne devo anda’!

56 Marco: Non è detto!

57 Federica: Sì, ma c’è sempre ’sta possibilità. Devo anda’ a letto con l’ a...  con l’angoscia: <<oh, chissà domani dove sarò!>> Perché devo vive nell’angoscia?

58 Marco: (si sovrappone ma le sue parole sono  incomprensibili)

59 Federica: Te hai detto: <<Eh, tra tre anni ci sposiamo!>> e dopo hai detto: <<Eh, va be’, ehmm, andiamo giù, perché io sto giù, ci sposiamo giù>>. E intanto la casa qui ci, eh, tutto un cavolo: ci sposiamo giù, dopo vengo a vivere nella casa da sola invece che con te.

60 Marco: Ci sposiamo giù nel senso che ci trasferimo giù al massimo! Pensi che per me è facile, certo?

61 Federica: Eh?

62 Marco: Io c’ho la famiglia qui, però per me è facile anda’ giù a fa’ il servizio?! Io, per come so’ legato io alla famiglia, per me è facile?!

63 Federica: Eh sì, ma sei te che dici: <<Oh che bello!>> quando parlavi con Matteo: <<È una figata se mi trasferiscono...>>

64 Marco (si sovrappone): Bello. Non ho detto che è una figata se mi trasferiscono.

65 Federica (si sovrappone): Eh, eh, beh, insomma...

66 Marco: Se no non chiedevo il distaccamento a Genova!  <<Non vedo l’ora de parti’>>, no <<Non vedo l’ora de sta’, d’anda’ fuori!>>  Non è uguale!

67 Federica: Eh?

68 Marco: Non è uguale. Se te dovevi anda’ fuori. Se te dovevi anda’ fuori, pensi che io ti dicevo: <<No, non ci vai perché se no vuol dire che non me ami?>> Ti dicevo: <<Questa è una cosa che te ti sei prefissata, ancor prima di conosce me, se io ti voglio bene non mi ci metto in mezzo. Quando avrai finito questa cosa o anche durante o anche durante>>

69 Federica (in sovrapposizione dice parole non comprensibili, poi):  Eh sì, ma te non la finisci mai!(in sovrapposizione) Tu non la finisci mai!

 

Lo sapevi fin dall’inizio

 

70 Marco: È la vita mia quella! È il lavoro che vorrò fare per il resto della vita mia!

71 Federica: E lo fai  per guadagnare i soldi

72 Marco (in sovrapposizione): Cazzo, è da quando c’avevo cinque anni che voglio fa’ carriera militare, pensa se adesso cambio idea, non ci pensare minimamente!

73 Federica (si sovrappone):  Sì, va bene, ok, ok! Ma siccome lo fai, dici per guadagnare i soldi per te, no per la famiglia!

74 Marco (sottovoce): Ma me sa che c’hai qualche turba.

75 Federica (si sovrappone): Dal momento che la famiglia non la vedi mai! Che la vedi solo due volte alla settimana.

76 Marco: Io so dell’idea che se un uomo, una persona, non fa ciò in cui crede, non vale un cazzo!

77 Federica: Falla!

78 Marco: Eh, apposta, io infatti le idee ce le ho concrete.

79 Federica: Eh, beh, appunto, falla!

80 Marco: Oh, ma io t’ho detto che non la faccio la vita militare quando stavamo insieme? Te l’ho detto dal primo giorno! Te l’hai accettato? Ade’ non lo vuoi accetta’ più? Amen. Io non t’ho mai detto cazzate: <<No, non la faccio la vita militare>>. Io te l’ho detto dal primo giorno! Se te, col maturare del tempo, cerchi altre cose, cercale in qualcun altro! Eh! Io, dal primo giorno t’ho detto sempre la stessa cosa, quindi  a me non mi puoi incolpa’ di niente. Io te l’ho detto! Te l’hai scelto, hai scelto de sta’ con me  non t’ha obbligato nessuno!

81 Federica: Perché sentivo che mi davi le sicurezze! Ade’ vedo che piano piano me le stai togliendo! (piange) Mi stai mettendo in... ma manco in secondo, in quarto piano!

82 Marco: Non è in secondo piano.

83 Federica: Eh sì inv...

 

 

Prendere o lasciare

 

84 Marco (si sovrappone): È il fatto che se io voglio fa’ carriera ho da segui’ le cos’, le guide che me fa fa’ carriera! Se io per fa’ carriera devo passa’ due anni fuori, bisogna che passo due anni fuori! Questo è che non vuoi capi’! Se te, per fa’ l’Università tua, che non può, non è questa, è un’altra Università metti caso, dovevi anda’ un anno fuori, bisognava che andavi un anno fuori! Se io ti volevo be’, t’aspettavo! Non ti dicevo: <<Eh, te vai fuori, non mi dai nessuna sicurezza, eh vai fuori, non ce vedemo mai... >>. Ognuno ha delle cose personali che deve realizzare se l’altra persona è talmente intelligente e gli vuole be’, gliele fa realizza’,  se no, vuol dire che non gliene frega un cazzo! Perché dal momento che io te dico: <<Te c’hai un sogno>>, ti faccio: <<No, te quel sogno lo devi mettere da parte per me>>, io ti mando a fanculo! Forse questo è il concetto che non hai capito. Perché io non mi metterei mai in mezzo a quello che te, se c’avessi avuto un sogno, mettermi in mezzo al sogno tuo, dirti: <<O il sogno o me!>>. Non mi permetterei mai, te lo stai a fa’ invece!

85 Federica: Io non, non sto criticando il fatto che fai sta roba, io sto criticando il fatto...

86 Marco  (si sovrappone): Critichi il fatto che sto fuori! Critichi il fatto che per due anni potrei sta’ fuori!

87 Federica: No per due, non si tratta per due anni, si tratta per la vita, io lo sto dicendo! Io sto dicendo che non ho certezze per tutta la mia vita ! Per, per, no per due anni.

88 Marco (si sovrappone): C’hai solo una certezza : me! Se ti basta ce l’hai, se non ti basta, cercala in qualcun altro! Io te l’ho detto! Te c’hai la certezza che c’hai me poi se non ti basta ’sta certezza, se non ti basta ’sta certezza, cercala in qualcun altro!

89 Federica (in sovrapposizione): Dove, come? Io, io non ce l’ho questa certezza invece, quella che te dici...

90 Marco  (in sovrapposizione):  Cercala in qualcun altro! Non ti posso fa’ di più!

91 Federica: Questa certezza non ce l’ho! Perché se mi dici: <<Due anni, tre anni, quattro anni, cinque anni, sei anni...>>, ok!, ma passa’ tutta la vita nell’incertezza, a me, sinceramente, non me ne va.

92 Marco (in sovrapposizione):  Non lo so! Un militare non lo sa!

93 Federica (in sovrapposizione): Eh, vedi!? Eh vedi, non si sa!

94 Marco: Oh, fa’ un po’ come te pare! Io quel che te posso da’ è questo, se te va be’, bene, altrimenti te cerchi qualcun altro! (esce dalla stanza)

95 Federica: Ma, eh, ma sei stronzo eh!

 

Il dialogo appare come un crescendo di accuse e difese attorno al tema dominante: la  partenza di Marco per la nuova destinazione che gli obblighi militari gli impongono. Federica accusa Marco di progettare la propria vita senza tener conto delle esigenze di lei; Marco accusa Federica di opporsi alla realizzazione di un sogno coltivato fin dall’infanzia. Nessuno dei due sembra essere disposto ad ascoltare e comprendere le ragioni dell’altro, tant’è vero che la conversazione si conclude con l’ultimatum di Marco e con il suo abbandono fisico della scena.

Sarebbe possibile immaginare gli interventi di Federica e di Marco come due binari che corrono paralleli (a simboleggiare la distanza di opinioni che intercorre tra gli interlocutori) e che poi in certi punti (snodi) si avvicinano e si intersecano (temi dell’intersezione sono la diversa  progettazione della vita e la differente prefigurazione del tempo che occorre rimanere lontani da casa); infine uno dei due binari si allontana dall’altro (a significare l’impossibilità di continuare la corsa, di trovare uno spazio comune, un “noi” presente).

A livello di afferenze verbali domina in entrambi la prima persona singolare anche se numerosi sono i ricorsi alla seconda persona, al tu funzionale alle reciproche accuse. Pochissimi, per ognuno dei conversanti, i riferimenti alla prima persona plurale (solo cinque negli interventi di Federica e sette in quelli di Marco, la maggior parte dei quali usati al tempo passato o preceduti da negazione quasi a voler sottolineare una novità passata o comunque negata).

Persino nella costruzione dei rispettivi mondi ipotetici si manifesta la contrapposizione. Mentre Federica crea un mondo futuro (tra l’altro negativo, mondo in cui non avrà nessuna certezza) utilizzando, per riferirsi a esso, quasi esclusivamente, il tempo Presente (soltanto tre sono i tempi futuri nei turni 45; 47; 57); Marco costruisce un mondo“possibile”, parallelo a quello presente (mondo nel quale Federica fa l’Università in una città lontana), utilizzando, per farvi riferimento, il tempo Imperfetto. In entrambi i casi si assiste a uno slittamento all’indietro lungo l’asse del tempo: dal Futuro al Presente per Federica e dal Presente all’Imperfetto (onirico o di narrazione) per Marco.

Nelle pagine che seguono proporremo una modalità di analisi dei nomi presenti negli interventi dei due interlocutori e della loro frequenza perché anche essi, crediamo, sottolineino la “contrapposizione” di cui sopra. Cercheremo poi di mostrare come tali nomi siano correlati ai motivi narrativi e alla tipologia degli interventi usati da Federica e Marco. Da questi dati emerge, tra le altre cose, il ruolo conversazionale dominante di Marco rispetto a Federica. Tale dominanza è confermata anche dall’indice di intrusività che chiude il lavoro.

 

 

3. Analisi dei nomi

 

Convinti che la scelta di utilizzare determinati nomi nei propri interventi abbia un ruolo rilevante nell’ambito delle morfologie grammaticali dei conversanti, nonché dei possibili motivi narrativi, dedicheremo la seguente sezione a una loro analisi essenzialmente comparativa. Presentiamo, pertanto, di seguito, l’elenco dei nomi usati dai due  interlocutori nei rispettivi turni verbali.

Sul totale delle parole pronunciate da Federica (491) i nomi sono 57; quelli  maggiormente usati (il cui numero di comparse è indicato fra parentesi) sono relativi alla dimensione temporale: anni  (8) ; domani (2) ; settimana (1), connessi con i termini vita (6) e incertezza (1 più 3 certezza negata) . Il nome casa, che pure compare diverse volte (4), si riferisce all’abitazione dove Federica e Marco stavano progettando di andare ad abitare insieme (quanto meno secondo il racconto di lei) e dove ora Federica teme di doversi trasferire da sola. La ragazza è centrata sul timore di veder fallire i progetti di vita fatti insieme a Marco, ma anche su sé stessa e sulla sua vita che non vuole vivere nel modo che crede le si stia prospettando. Proprio il rifiuto di vivere una vita così prefigurata giustificherebbe, secondo noi, anche l’elevato numero di negazioni, ben 29, e il  costante riferimento al dopo e all’insicurezza a esso legata. Un dopo che è lungo una vita : per tutta la mia vita! (turno 83);  ma se passa tutta la vita nell’incertezza, a me, sinceramente, non me ne va! (turno 87);  ade’ vedo che piano piano me le stai togliendo  (turno 77) sottolinea il fatto che ora, diversamente da un tempo passato, queste certezze le vengono negate, rifiutate.

Sul totale delle parole pronunciate da Marco (913), i nomi sono 99; quelli che si presentano con maggiore frequenza sono relativi alla vita (5) e al tempo (anno usato 7 volte) che Marco pensa di dover trascorrere facendo il militare. Direttamente connessi col tempo sono i termini carriera militare (4 volte compare il termine carriera e 3 il sostantivo militare) e il sogno di tutta una vita (6). La carriera militare è il sogno che Marco coltiva dall’età di cinque anni, un sogno in cui consiste la sua vita: È la vita mia quella  ( turno 66, tono enfatico).

Usato 7 volte è inoltre il termine bene, unito ogni volta al verbo volere (voler bene): <<chi me vole be’ continua a volemme be’! È chi non mi vo+ be’, è chi non me vole be’ che casca subito il sentimento!>> (turno 44).

É interessante notare come alcuni dei suddetti nomi, introdotti da uno dei locutori, vengono ripresi dall’altro nei turni adiacenti o comunque seguenti; altri nomi, invece, non vengono affatto ripresi. Per esempio il termine anno, introdotto da Marco nel turno 44 e da lui usato altre sei volte, viene ripreso da Federica otto volte; così pure il termine vita, introdotto da Marco nel turno 42 e da lui utilizzato altre quattro volte, viene ripreso da Federica sei volte. Il termine lavoro introdotto da Federica viene usato una sola volta da entrambi gli interlocutori, anche se, nel caso della ragazza, sembra essere questo l’unico accenno alla dimensione del fare lavorativo.

D’altro lato, il termine casa, che compare quattro volte negli interventi di Federica, non viene mai ripreso da Marco, come pure i termini sogno e idea, usati dieci volte da Marco, mai ripresi da Federica. Stessa osservazione per il sostantivo Università che, utilizzato quattro volte da Marco, non compare mai nei turni dialogici di Federica, nonostante questo sia un tema legato al vivere, quanto meno professionale, di lei; così pure sono assenti dagli interventi di Federica i termini militare e carriera, che fanno riferimento al progetto lavorativo di Marco e da lui sono usati rispettivamente tre e quattro volte.

Di primo acchito, metaforicamente parlando, sembra di assistere a un dialogo su distinti piani dialogici: Marco proteso a un mondo ideale, futuro, incerto (un militare non lo sa) e forse per questo affascinante e Federica invece, timorosa dello stesso e desiderosa di certezze, di un mondo progettato come sempre identico a sé e pertanto rassicurante. A una lettura più attenta si scoprono, comunque, nuclei tematici comuni: la vita e il tempo.

 

4. Motivi narrativi

 

Strettamente legata all’utilizzo dei nomi è l’individuazione di alcuni  motivi narrativi di Marco e di Federica. Presentandoli nell’ordine in cui compaiono nel dialogo, ci siamo proposti di mettere in evidenza, da una parte, la diversità dei motivi narrativi, a sostegno dell’ipotesi secondo cui i due conversanti si pongono su piani dialogici solo in parte convergenti, e dall’altra, la differenza di ruoli e forza conversazionale degli interlocutori (che troverà sostegno anche nell’analisi della tipologia degli interventi e nel calcolo dell’indice di intrusività).

Abbiamo così suddiviso il dialogo in dodici macrosequenze e individuato per ognuna di esse duplici motivi narrativi, uno per ognuno degli interlocutori. Abbiamo inoltre voluto sottolineare come, nelle diverse fasi del dialogo, sia l’uno o l’altro dei conversanti a introdurre per primo l’argomento, a tenere in un certo qual modo le “redini” della conversazione, presentando per primo il motivo narrativo a lui (o lei) ascritto. Abbiamo infine evidenziato i nomi con il grassetto.

Per la sequenza [18-26] al motivo narrativo di Marco Che c’hai?, fa eco il Non ho niente però…di Federica.

Per la sequenza [27-35] al Sono arrabbiata proposto da Federica, Marco risponde con Non ne parliamo, non voglio fa’ cagnara.

Nella sequenza [36-43] al motivo narrativo di Marco C’hai torto, Federica risponde con C’hai torto perché non consideri gli altri.

Per la sequenza [44-47] al Chi mi vuole bene continua a volermi bene, quindi… di Marco,  segue il motivo narrativo di Federica Come se mi dicessi: vivi la tua vita che io vivo la mia.

Ancora per la sequenza [48-53] è Marco a introdurre il tema con il motivo Se io…tu allora: io non faccio il militare, tu lasci l’Università a cui Federica risponde con un silenzio interpretabile come un no.

Segue nella sequenza [54-56] l’introduzione del motivo narrativo di Federica L’angoscia: oggi qui, domani non lo so a cui Marco risponde con Non è detto.

Per la sequenza [54-56]  al Nella casa da sola di Federica, Marco risponde con Non è detto.

Nella sequenza [68-69] è di nuovo Marco a introdurre il motivo narrativo Io diversamente da te (se dovevi andare fuori ti aspettavo) a cui Federica fa eco con Tu diversamente da me non la finisci mai.

Per la sequenza [70-79] il possibile motivo narrativo di Marco è È la mia vita, mentre per Federica Pensi solo a te e non alla famiglia.

Nella sequenza [80-83] al  Se non ti va più bene amen, introdotto da M,  Federica risponde con Mi metti al quarto piano.

Nella penultima sequenza [84-86] al motivo narrativo di Marco I mondi del se (se voglio fa’ carriera devo passa’ due anni fuori; se tu l’Università… bisognava; se ti volevo bene ti aspettavo; se l’altro è intelligente; se non lo è…non gliene frega un cazzo; se tu… ti mando a fanculo; se tu avessi un sogno non mi metterei in mezzo) Federica fa eco con Non critico questo.

Nella sequenza conclusiva [87-95] è Federica a proporre il motivo narrativo Non ho certezze a cui Marco risponde con Io la tua certezza.

Abbiamo omesso la sequenza 1-17 perché la riteniamo una semplice prefazione conversazionale. Per il resto, crediamo che i motivi narrativi da noi proposti supportino l’ipotesi sostenuta in base all’elenco dei nomi, secondo cui i due interlocutori viaggino lungo binari paralleli dal punto di vista formale, ma coincidenti solo in parte dal punto di vista semantico. I motivi narrativi ascritti a Marco sono infatti costruiti intorno agli stessi nuclei tematici del bene, della carriera militare, dell’Università, del sogno, ma anche intorno ai temi della vita e del tempo (anni reali e immaginari). Così pure i motivi narrativi di Federica non possono che essere strutturati intorno ai nomi da lei privilegiati: da un lato la casa, la famiglia, le certezze, in una parola il desiderio di stabilità; dall’altro, il timore di vivere una vita da sola e l’angoscia dell’incertezza, del non sapere quanto tempo durerà il vagabondare.

 Dalla presentazione dei motivi narrativi sembrerebbe che, per quasi tutto il dialogo, sia Marco a dominare, nel senso che è lui che per otto volte introduce i motivi narrativi, che Federica accoglie solo in parte. Soltanto in quattro casi è Federica ad introdurre il motivo narrativo; Marco risponde utilizzando le seguenti modalità: tentativi di chiarire quello che egli teme Federica abbia frainteso (turni 60, 64, 66), vaghezza (turno 56), lunghi silenzi all’interno di uno stesso turno (66) e interventi di natura sarcastica per la sequenza 56-67, ripetizione di intere proposizioni e definitivo allontanamento fisico dal campo, invece, per la sequenza 87-95, oltre ad un crescendo di toni in tutte e quattro le sequenze.

     

5. Tipologia degli interventi

 

Direttamente collegate alle scelte formali e semantiche crediamo siano le specifiche tipologie di interventi usate dagli interlocutori, cioè le particolari modalità performative da essi adottate.

Gli interventi utilizzati da Federica sono principalmente i seguenti:  accusa argomentata (nel turno 43: hai torto nel fatto che…); difesa per differenziazione personale (nel turno 45: un conto è tua madre che…) e temporale (nel turno 81: mi davi sicurezze! Ade’ vedo che piano piano me le stai togliendo);  accusa deduttiva basata su un ragionamento ipotetico (per esempio nel turno 47: è come se mi dicessi:vivi la tua vita che io vivo la mia); esposizione delle proprie paure (nel turno 57: Devo anda’ a letto con l’angoscia…); richiesta implicita di certezze (cfr. il turno 87: Io sto dicendo che non ho certezze per tutta la mia vita).

Diversamente da Federica, Marco usa: accuse non argomentate (nel turno 36: tanto c’hai torto); difesa argomentata (nel turno 42: io voglio fare quello che mi so’ sempre aspirato di fa’ sempre nella vita…); accusa generica implicitamente rivolta ad Federica (per esempio nel turno 44: qui casca il sentimento); rivelazione di sé anche per mezzo di domande retoriche (cfr. intervento 62: per me è facile?); accusa per differenziazione personale (nel turno 84: Non mi permetterei mai, te lo stai a fa’ invece); difesa per generalizzazione (cfr. intervento 76: se un uomo, una persona, non fa ciò in cui crede, non vale un cazzo!); rifiuto di possibili compromessi (nel turno 94:  Io quel che te posso da’ è questo, se te va be’, bene, altrimenti te cerchi qualcun altro); difesa per sillogismo (intervento 92: Un militare non lo sa…, io sono un militare quindi io non lo so).

Chiaramente differenti, quindi, anche le modalità dialogiche adottate dai due: Federica fornisce argomenti alle sue accuse, Marco sembra, invece, non averne bisogno. La sua posizione è talmente radicale da permettergli, non solo di evitare giustificazioni per le accuse che rivolge a Federica, ma anche di porre Federica di fronte a un ultimatum rifiutando ogni possibile compromesso.

 

6. Indice di intrusività

 

Il dialogo fra Marco e Federica è caratterizzato dalla numerosa presenza di sovrapposizioni e interruzioni conversazionali. Gli interlocutori agiscono, infatti, l’uno nei confronti dell’altro, diversi atti di intrusione e in particolare Federica intrude 11 volte nelle 913 parole di Marco, ed Marco 9 volte nelle 491 parole di Federica, tanto che, l’indice di intrusività personale risulta  essere pari a:

1,83 (491 : 100 = 9 .X ; dove 491 sono le parole in totale pronunciate da Federica e 9 le intrusioni operate da Marco al suo dire) per Marco, il che significa che Marco intrude circa 2 volte ogni 100 parole dette da Federica, cioè ogni 54,5 parole della stessa (491/9 oppure 100/1,83)-

1,20 (913: 100 = 11 . X; dove 913 sono le parole in totale pronunciate da Marco e 11 le intrusioni operate al suo dire da parte di Federica) per Federica, il che significa che Federica intrude nel discorso di Marco meno di 1 volta e mezzo circa ogni 100 parole pronunciate da Marco. Federica intrude, in sostanza, nel discorso del  fidanzato ogni 83 parole (913 / 11 oppure 100 / 1,20).

Nello specifico di questo dialogo, Marco risulta pertanto il soggetto maggiormente intrusivo. L’indice di intrusività personale aiuta a individuare le caratteristiche comunicative dei parlanti in relazione alla particolare situazione dialogica, alla relazione che lega gli interlocutori e ai ruoli conversazionali assunti dai dialoganti.

Confrontando i risultati del calcolo dell’indice di intrusività con l’elenco dei motivi narrativi, che indica in Marco il soggetto dominante, e con la tipologia degli interventi adottati dal ragazzo, che sembrano porlo su posizioni radicali, è possibile sostenere la sua maggiore forza dialogica. Con l’espressione “forza dialogica” ci riferiamo esclusivamente a caratteristiche comunicative, guardandoci bene dal dare giudizi di valore in merito alle personalità degli interlocutori o dal prendere posizione per l’uno o per l’altro di essi.