Esempi
poetici di eclissi del soggetto grammaticale
[Un
contributo al convegno di Venezia 2004,
per
il sottogruppo di Roberto Sala
sulla dissoluzione del soggetto grammaticale]
di
Rita Marcello
1. Il testo: tratto dalla Divina Commedia, di Dante Alighieri.
1.1. Segmento A1 «Il racconto di
Francesca », canto V dell’Inferno (vv. 88 - 107).
88.
“O
animal grazioso e benigno
89.
che
visitando vai per l’aere perso
90.
noi
che tingemmo il mondo di sanguigno,
91.
se
fosse amico il re dell’universo,
92.
noi
pregheremmo lui della tua pace,
93.
poi
ch’ai pietà del nostro mal perverso.
94.
Di
quel che udire e che parlar vi piace,
95.
noi
udiremo e parleremo a vui,
96.
mentre
che ‘l vento, come fa, si tace.
97.
Siede
la terra dove nata fui
98.
sulla
marina dove l’Po discende
99.
per
aver co’ seguaci sui.
100.
Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende,
101.
prese costui della
bella persona
102.
che
mi fu tolta; e ‘l modo ancor m’offende.
103.
Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
104.
mi prese del costui piacer
sì forte,
105.
che, come vedi, ancor non m’abbandona.
106.
Amor condusse noi ad una morte:
107.
Caina attende chi a vita ci spense».
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La forma
fonica1, FF1 : la distribuzione dei verbi e gli afferenti all’Io
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
categoria verbale |
numero |
% |
definizione / distacchi |
Afferenti all’Io Infinito Gerundio Indefiniti Condizionale Congiuntivo Futuro Finzionali Presente Passati Passato remoto Negazioni |
Verbi = 27 1----------------------- 4 1 (4 + 1) 5 1 1 2 (1 + 1 + 2) 4 12 8 6 1 |
3%-------------------- 14% 3% 18%-------------------- 3% 3% 7% 14%--------------------- 44% -------------------- 29% 22%-------------------- 3% |
Eclissi del soggetto grammaticale (< 30%) Definitezza formale del testo (> 20%) Apertura alla dimensione del possibile Tempo di iterazione Il tempo del racconto finzionale |
------------------------------------------------------------------------------------------------------------tavola
FF1 n° 1, della distribuzione dei verbi e gli afferenti all’io.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
1.1.2. Commento alla FF1.
A livello della Forma Fonica 1, è da rilevare unicamente la scarsità di verbi
afferenti all’Io (pari al 3%): che parla di eclissi del soggetto grammaticale,
presumibilmente connessa all’esperienza amorosa. Gli afferenti all’Io
costituiscono un distacco per sottrazione dalla medietà
standard attesa del 30%. (si veda G. Lai, “Postulati, definizioni,
algoritmi del conversazionalismo”, 2003).
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
La forma
fonica 2, FF2 : il tasso dei nomi e l’indice
nomi/ verbi.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Segmento |
parole |
nomi |
% |
verbi |
% |
indice di riferimento |
Il racconto di Francesca |
138 |
23 |
16% |
27 |
19% |
0.85 In espansione |
tavola FF2 n° 2, del tasso dei nomi alto e dell’indice di
riferimento in espansione
1.
1. 4. Commento alla Forma Fonica 2. A livello della FF2, si
rileva il fenomeno dell’onomafilia:
cioè il tasso dei nomi è superiore al 10% (è pari al 16%); invece, l’indice
di riferimento è in espansione: cioè superiore alla medietà attesa
dello 0.50 (è uguale a 0.85). Due dati numerici che paiono correlati.
1.2
Il calcolo della forma fonica 3, FF3, i distacchi dalle frasi semplici
ben formate. Si
tratta di un’intera citazione: dunque di un distacco dal modello delle
frasi ben formate; ma, poiché si tratta di un testo poetico e costituisce il
racconto di Francesca a Dante, privo del commento dell’autore (Dante), esso
rappresenta l’unico nostro oggetto di interesse,
equiparabile al testo di una qualunque seduta professionale. A livello di
dati linguistici, non si rilevano scostamenti dal modello delle frasi ben
formate; su 24 frasi presenti nel testo, non sono presenti né
ripetizioni, né rime (strumenti di coesione testuale). Il testo preso in esame
ci appare stilisticamente perfetto. La musicalità è raggiunta per
analogia di suoni, cioè per assonanza. Sotto il punto di vista della
FF3, quindi, è un brano poetico molto “felice”.
1.3. Alla ricerca delle figure logico – modali: la Forma
Logica. Se
esaminiamo puntualmente il testo, possiamo considerare l’alternarsi di descrizioni,
prive di figure logico – modali, alla figura logico – modale assiologica
che è la dominante nel racconto. La figura logico modale assiologica,
nell’operatore modale del ‘Male’ – ~Gp
-, è riconoscibile e corrisponde alle seguenti parole di Francesca: “mal
perverso” (v. 93); “ Caina attende chi a vita ci spense»
( v. 107). Francesca, nell’Inferno, perpetra il dramma amoroso della nostalgia
(“Amor, ch’al cor gentil ratto
s’apprende, prese costui della bella persona che mi fu tolta; e ‘l
modo ancor m’offende”) e della colpa (“mal
perverso”); sentimenti imbrigliati e difficilmente staccabili.Come se
fossero uniti; il risultato che ne deriva è un imbrico di amore e
morte (“amor condusse noi ad una morte”), che, in termini
logici, corrisponde tanto alla parabola del ‘male’, quando alla dimensione
dell’impossibile ( aletica: “possibile” / “impossibile” /
“necessario”). Ma l’amore non è una causa naturale, né un limite
fisico; anche se, per Francesca è causa del suo male (rende ragione
della figura assiologica).
1.
4. CONCLUSIONI. Se
pure è molto forte la dimensione tragica, secondo me si può parlare di eclissi
del soggetto della frase nella passione amorosa; poiché – alla fine
del canto di Francesca – è l’amore a prendere il sopravvento nel
racconto, come causa del suo ‘male’.
2. Segmento
A2 «Francesca
riprende il racconto», canto V dell’Inferno (vv. 121 -
138).
2.1
Introduzione al testo.
La suddivisione del canto V
dell’Inferno, comprende solo i ‘brani’ in cui è Francesca a prendere la
parola. (Tranne, l’incipit del 121° verso, introdotto da Dante.)
121.
E
quella a me: “Nessun maggior dolore
122.
che
ricordarsi del tempo felice
123.
nella
miseria; e ciò sa ‘l tuo dottore.
124.
Ma
s’a conoscer la prima radice
125.
del
nostro amor tu hai cotanto affetto,
126.
dirò come colui che piange e dice.
127.
Noi
leggiavamo un giorno per diletto
128.
di
Lancialotto come amor lo strinse:
129.
soli
eravamo e senza alcun sospetto.
130.
Per
più fiate li occhi ci sospinse
131.
quella
lettura, e scolorocci il viso;
132.
ma
solo un punto fu quel che ci vinse.
133.
Quando
leggemmo il disiato riso
134.
esser
baciato da cotanto amante,
135.
questi,
che mai da me non fia diviso,
136.
la
bocca mi baciò tutto tremante.
137.
Galeotto
fu il libro e chi lo scrisse:
2.1.1
Lo studio della Forma Fonica 1, FF1, la distribuzione dei predicati.
2.1.2. La
Tavola della Forma Fonica 1,
FF1: gli afferenti all’Io ed i
verbi indefiniti
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La forma
fonica1, FF1 : la distribuzione dei verbi e gli afferenti all’Io
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
categoria verbale |
numero |
% |
definizione / distacchi |
Afferenti all’Io Infinito Gerundio Indefiniti Condizionale Congiuntivo Futuro Finzionali Presente Passati Passato remoto Negazioni |
Verbi = 21 1------------------------ 3 0 (3 + 0) 3 0 0 1 (0 + 0 + 1) 1---------- 4 13 10 2 |
4%-------------------- 14% 14%-------------------- 4% 4%--------------------- 19% 61%-------------------- 47%-------------------- 9% |
Eclissi del soggetto grammaticale (<30%) Definitezza formale del testo (<
20%) Apertura alla dimensione del possibile Concentrazione nel tempo
‘passato’ Il tempo del racconto finzionale |
------------------------------------------------------------------------------------------------
2.1.3. Commento ai risultati
della Forma Fonica 1. Come per il primo brano del Canto V “di Francesca”, si può parlare
di eclissi del soggetto grammaticale, connessa alla scarsità di
verbi afferenti all’Io (qui al 4%). Invece, la presenza di verbi indefiniti
entro la medietà attesa del 20% indica la “definitezza formale del
testo”. La maggioranza dei verbi è al tempo passato: prevale il ‘modo’
del racconto ed il tono del discorso è elegiaco, ovvero basato sul
ricordo e la dolente nostalgia. Cadono bruscamente i predicati finzionali (dal
14 al 4%).
2.2. Tavola della Forma Fonica
2, FF2: il tasso dei nomi e l’indice di riferimento
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La forma fonica 2, FF2 : il tasso dei nomi e l’indice
nomi/ verbi.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Brano |
Parole |
nomi |
% |
verbi |
% |
indice di riferimento |
Francesca riprende il racconto |
113 |
21 |
18% |
21 |
18% |
1
In espansione |
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
tavola FF2 n° 2, del tasso dei nomi alto e dell’indice di
riferimento in espansione
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
2.2.1. Commento alla Forma
Fonica 2. A livello della Forma Fonica 2, si rilevano i seguenti
fenomeni: a) permane il fenomeno dell’onomafilia: poiché il
tasso dei nomi è nettamente superiore al 10%, trovandosi al 18%; b) l’indice
di riferimento cade nella zona di espansione e raggiunge il valore
unitario (= 1). Sostanzialmente, non c’è variazione rispetto al primo brano.
(Il racconto di Francesca)
2.3. Il risultato ed il commento della Forma Fonica 3,
FF3: i distacchi dalle frasi semplici ben formate.
Il segmento parte da un incipit (“E quella a me:”) che introduce il discorso
diretto: ho considerato, per convenzione, solo una “citazione” (= distacco);
altrimenti tutto il testo rappresenterebbe un intero smarrirsi del testo.
In termini di risultati, il racconto è composto di 18
frasi semplici, di cui solo un distacco (vv. 121 / 123). Si tratta
dunque, di un testo, sotto il punto di vista della FF3, molto
“felice” (1 X 100 / 18 ): con il 5% di distacchi, rispetto alla medietà
attesa e convenzionale del 50%.
2. 4. Lo studio della Forma Logica, FL. L’organizzazione
di senso, nel racconto di Francesca, risponde alla figura logico –
modale aletica, nella dimensione dell’impossibile; corrisponde alle
parole: “Nessun
maggior dolore che ricordarsi del tempo felice nella miseria”
(vv. 121 – 123). Nei versi iniziali, dominati dalla mancanza di proiezione
verso il futuro e, quindi, dalla mancanza di speranza,
traspare – e si contrappone – il mondo della “miseria” attuale,
al ricordo del passato, felice (il dolore è per sempre).
Il resto del racconto comprende una descrizione, che non rientra
in alcuna figura logico – modale.
3. Conclusioni sul ‘Canto’ di Francesca. Ci
sembra di poter dire che non ci sono variazioni di rilievo fra i due brani,
considerando come unici parametri lo scostamento dei verbi afferenti all’Io
dalla medietà standard attesa e la conformità del testo alle figure logico
modali. Rispetto al primo, sia nel “Racconto di Francesca” che in
“Francesca riprende il racconto”, si rileva il distacco per
sottrazione dei verbi afferenti all’Io su quote minime (3 e 4%): che parlano
di eclissi del soggetto grammaticale. Rispetto alle figure logico modali, se
pure sono diverse nei due brani, aleggia il tema del male (“mal
perverso” / “Caina attende chi a vita ci spense”) e permane la dimensione
dell’impossibile, che si declina nella tragedia amorosa (ad esempio, nel “Racconto
di Francesca”, al verso 91 viene
introdotta una dimensione controfattuale” se fosse amico il re
dell’universo”).
4.
Testo:
“L’attesa
di Beatrice”:
tratto dal canto XXIII del Paradiso (vv. 1 – 15)
1.
Come l’augello, intra l’amate fronde
2.
posato al nido de’ suoi dolci nati
3.
la notte che le cose ci nasconde,
4.
che, per veder li aspetti disiati
5.
e per trovar lo cibo onde li pasca,
6.
in che gravi labor li sono aggrati,
7.
previene il tempo in su l’aperta frasca,
8.
e con ardente affetto il sole aspetta,
9.
fiso guardando pur che l’alba nasca[1];
10.
così la donna mia stava eretta
11.
e attenta, rivolta inver la plaga
12.
sotto la quale il sol mostra men fretta:
13.
sì che, veggendola io sospesa e vaga,
14
fecimi
qual è quei che disiando
15.
altro vorrai, e sperando s’appaga.
4.1. La forma fonica 1, FF1,
la distribuzione dei predicati
4.1.2.
Tavola della distribuzione dei predicati
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La forma
fonica 1, FF1: la distribuzione dei predicati
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Categoria verbale |
numero |
% |
definizione
/ distacchi |
Afferenti all’Io Infinito Gerundio Indefiniti Condizionale Congiuntivo Futuro Finzionali Presente Passato
(imperfetto) Negazioni |
Verbi = 17 1 2 4 (2
+ 4) 6 0 0 0 0------------------------ |
5%
-------------------- 11% 23% 35%------------------- 0 0 0------------------------------- 76%------------------------- 11% 0 |
Eclissi del soggetto grammaticale (< 30%) Indefinitezza formale del testo (indefiniti > 20%) Chiusura alla dimensione del
possibile Presente di iterazione |
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tavola
della FF1, n° 1, la distribuzione dei predicati. Risulta confermato il rapporto “inversamente
proporzionale” esistente fra i verbi afferenti all’Io, scarsi, ed i verbi
indefiniti, al 35% (oltre la medietà standard). (si veda “La conversazione
immateriale”, di Giampaolo Lai, pag. 41).
4. 1. 3. Commento alla
Forma Fonica, 1, la distribuzione dei predicati. Colpiscono
l’eclissi del soggetto grammaticale, in associazione alla indefinitezza
formale del testo.
4. 2. Tavola della FF2, il tasso dei nomi e l’indice di riferimento
La forma
fonica 2, FF2 : il tasso dei nomi ed il rapporto
nomi/ verbi.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Brano |
parole |
nomi |
% |
verbi |
% |
indice di riferimento |
L’attesa
di Beatrice |
103 |
16 |
15% In
onomafilia |
17 |
16% |
0.94
---- In
espansione |
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tavola FF2 n° 2, del tasso dei nomi alto e dell’indice di
riferimento in espansione. Si riconferma la correlazione fra tasso dei
nomi, elevato ed indice di riferimento in espansione. (Gruppo di lavoro su
“poetica e conversazionalismo”, del II° Convegno di Parma, 1999).
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
4.3. Esiti e commento della Forma Fonica 3, FF3, i
distacchi dalle frasi semplici ben formate. Sono
presenti, circa, 13 frasi semplici, di cui non si evidenziano ‘distacchi’
dal modello atteso; si tratta, dunque, sotto il punto di vista della FF3, di un
“testo” “molto felice”; intercalato da una notevole descrizione
che sviluppa la bella similitudine fra Beatrice ed un uccellino in attesa di
cibare i propri piccoli nati.
4.4. Alla ricerca delle Figure
logico – modali. Poiché il testo è squisitamente poetico,
manca, secondo me, l’ancoraggio ad una precisa figura o costellazione di
figure logico – modali (organizzazione di senso). Ma, se mi interrogo su quali
sono le figure logico modali che rispondono al senso del racconto, mi
pare che sia presente la figura logico modale temporale, nell’operatore
del ‘futuro debole’ - Fp
( = ‘Sarà vero che p’;
cioè ‘accadrà p’ ).
Corrisponde alle parole di Dante:
fecimi qual è quei che disiando
altro vorrai, e sperando s’appaga. (‘come colui che desidera ciò
che non ha ancora’). E’ forse un mondo d’attesa, aperto alla predizione?
Mi sorge una domanda: è vero che è il testo a predire e che “tanto più
felicemente lo fa’, quanto meno il soggetto grammaticale interviene a
modificarlo”? Mi sembra di sì e che l’esempio sia calzante. (Si veda, però,
necessariamente, il testo di Giampaolo Lai: sulla predizione, ma
soprattutto sulle figure logico modali / lavoro del 2003, pubblicato sul sito
dell’Accademia, nella voce ‘Convegno di Venezia 2004’)
5. Conclusioni al canto XXIII del
Paradiso. Poiché Dante desiderava ciò che ‘non ha
ancora’ e desidera - nel momento attuale, del racconto, - Beatrice, mi sembra
che si tratti di una predizione, ovvero di una proiezione verso il
futuro. In questo senso, mi pare,
che il conversazionalismo getti una luce profonda sul significato del
testo. Secondo me, è Dante che attende Beatrice, e non viceversa, come
il titolo vorrebbe. In
questo, il conversazionalismo, si configura anche come un utile strumento di analisi
e critica letteraria. E,
allora, anticipando il quesito del nostro convegno: nell’attesa e nel
desiderio pre-figurato di Beatrice, si realizza, forse, la dissoluzione
del soggetto grammaticale ?
6.
Il testo: « L’arrivo al cielo della Luna», tratto dal canto II del Paradiso (vv.
19 - 45).
19.
La concreata e perpetua sete
20.
del deiforme regno cen portava
21.
veloci quasi come ‘l ciel vedete.
22.
Beatrice in suso, e io in lei
guardava;
23.
e forse in tanto in quanto un quadrel
posa
24.
e vola e da la noce si dischiava,
25.
giunto mi vidi ove mirabil cosa
26.
mi torse il viso a sé; e però
quella
27.
cui non potea mia cura essere ascosa,
28.
volta ver me, sì lieta come bella,[2]
29.
“Drizza la mente in Dio grata” mi
disse,
30.
“che n’ha congiunti con la prima
stella”.
31.
Parev’a
me che nube ne coprisse
32.
lucida, spessa, solida e pulita,
33.
quasi adamante che lo sol ferisse.
34.
Per entro sé l’etterna margarita
35.
ne ricevette, com’acqua recepe
36.
raggio di luce permanendo unita.
37.
S’io era corpo, e qui non si
concepe
38.
com’una dimensione altra pati’o ,
39.
ch’esser convien se corpo in corpo
repe,
40.
accender ne dovrai più il disio
41.
di veder quella essenza in che si
vede
42.
come nostra natura e Dio s’uni’o.
43.
Lì si vedrà ciò che tenem
per fede,
44.
non
dimostrato, ma fia per sé noto
45.
a guisa del ver primo che l’uom
crede.
6.1. La Forma Fonica 1, FF1, la distribuzione dei
predicati
6.1.1.
Tavola della distribuzione dei predicati
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La forma
fonica 1, FF1: la distribuzione dei predicati
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Categoria verbale |
numero |
% |
definizione
/ distacchi |
Afferenti
all’Io Infinito Gerundio Indefiniti (4 + 1) Futuri Congiuntivo condizionale funzionali
(2 + 2) Presente Passati (+ imperfetto) Negazioni |
Verbi = 36 4 4 1 5 2 2 0 4 10 17 2 |
11% -------------------- 11% 2% 13% ------------------- 5% 5% 0 10%
------------------ 27% 47% 9% ------------------- |
Eclissi del
soggetto Grammaticale Definitezza (< 20%) formale del testo Apertura alla dimensione del possibile Nella norma (< 10%) |
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tavola FF1 n° 1: La forma fonica 1,
FF1: la distribuzione dei predicati. Si ritrova
l’eclissi del soggetto grammaticale; come, pure, la definitezza formale
del testo.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
6.
2. Tavola della Forma Fonica 2, il tasso dei nomi e l’indice di riferimento
La forma
fonica 2, FF2 : il tasso dei nomi ed il rapporto
nomi/ verbi.
--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
brano |
parole |
nomi
|
% |
verbi |
% |
indice di riferimento |
L’arrivo
al cielo della luna |
188 |
26 |
14% Onomafilia |
36
|
19% |
0.72 In espansione |
------------------------------------------------------------------------------------------------Tavola
della FF2, n° 2. Si riconfermano il tasso dei nomi elevato
e l’indice di riferimento in espansione.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
6.3.
Il calcolo della Forma Fonica 3, FF3, il distacco dalle frasi semplici ben
formate. Il
brano è composto di circa 30 frasi semplici, di cui 2 citazioni, che
costituiscono distacchi dalle frasi ben formate. Il calcolo percentuale
(2 x 100 : 30) da’ il 6% (di distacchi); quindi, nettamente al di sotto della
medietà standard attesa (50%); ne deriva che, sotto il punto di vista della
FF3, si tratta di un testo “molto” felice.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------
6.4.
Alla ricerca delle figure logico – modali.
In questo canto del Paradiso, più complesso
di quelli dell’Inferno, si ravvisano una serie di cambiamenti all’interno
della medesima figura logico – modale epistemica: ma procediamo con
gradi. All’inizio del canto, si procede con una descrizione, quindi non
si può parlare di una vera e propria figura logico – modale (fino al verso
28). Poi, a partire dalla spiegazione di Beatrice (vv.
29/30), che corrisponde alle parole “Drizza la mente in Dio grata … che n’ha
congiunti con la prima stella”, si introduce la figura modale
epistemica, nell’operatore del ‘sapere’ (Kp, ‘sa che p’,
da Knowing). Dal verso
31, con le parole “pareva a me” (fino
al 37) si introduce l’operatore del ‘credere’ (la Credenza, ~K~p , né sa né non sa che p’).
Al verso 37, vengono introdotte le domande, continue, che Dante pone a sé
stesso rispetto all’esperienza extracorporea che sta vivendo, contraria
al senso comune del mondo attuale e/o controfattuale. E ci
muoviamo qui nell’operatore modale del ‘non sapere’
(~Kp, ‘non sa che p’).
Fino al verso 43; nell’ultima terzina che chiude il canto de “L’arrivo al
cielo della luna”, si assiste al passaggio verso la dimensione del noto, il
‘sapere’ (Kp, ‘sa che p’ ). Corrisponde alle
parole: “ Lì si vedrà ciò che tenem per fede, non dimostrato, ma
fia per sé noto a guisa del ver primo che l’uom crede.”
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Le figure logico-modali epistemiche
(da episteme
‘la conoscenza’) |
|
il Sapere, Kp, il Non-Sapere, ~Kp, la Credenza, ~K~p. |
‘sa che p’, da Knowing ‘non sa che p’ ‘crede che p’, ‘né sa né non sa che p’ |
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
tavola di una modalità logica, n° 3
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
7. Il testo: « La tragedia del conte Ugolino», tratto dal canto XXXIII dell’Inferno
(vv. 1- 75).
7.1. Tavola
della Forma Fonica, FF1, la distribuzione dei predicati: i verbi indefiniti e
gli afferenti all’Io
------------------------------------------------------------------------------------------------------------
La forma
fonica1, FF1 : la distribuzione dei verbi e gli afferenti all’Io
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
categoria verbale |
numero |
% |
definizione / distacchi |
Afferenti all’Io Infinito Gerundio Indefiniti Condizionale Congiuntivo Futuro Finzionali Presente Passati Passato remoto Negazioni |
Verbi = 111 24 17 7 (17 + 7) 24 0 6 5 (0 + 6 + 5) 11 33 15 30 11 |
20%-------------------- 15% 6% 21%-------------------- 5% 4.5% 9%---------------------------- 29% 13% 27%--------------------------- 11% |
Eclissi del soggetto grammaticale (< 30%) Indefinitezza formale del testo (> 20%) Apertura alla dimensione del possibile Il tempo del racconto finzionale Distacco per eccesso dalla medietà
standard (10%) |
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
7.2. Commento alla FF1
1: la distribuzione dei predicati e i verbi afferenti
all’Io. In presenza di una quota di verbi
afferenti all’Io pari al 20%, non si può parlare di dissoluzione del soggetto
grammaticale, bensì della sua eclissi (contrapposta a pletora). Il
soggetto scompare, in coincidenza di alcune linee: dalla 29, ricompare alla 43°;
dalla 56° ricompare alla 71° (15 stacchi). Mi soffermerei, solo per
economia, su queste due “eclissi”; come mai si nasconde, per poi
ricomparire? E’ forse possibile
ritrovare una corrispondenza (per Lai, la notte del soggetto grammaticale
coincide con il ‘male’ del corpo mortale: si veda “la
conversazione con Lucio”, ne La conversazione immateriale”, pag.
41)? E’ possibile parlare analogamente anche per il conte Ugolino? A me sembra
di sì. In corrispondenza di quei versi (29 – 43) ci troviamo in presenza della figura logico – modale epistemica, che
introduce la credenza. Nel secondo distacco, troviamo la figura
assiologica, nell’operatore modale del male (~Gp).
Che ci sia una correlazione ? Fra la dimensione del male, anche corporeo,
e la caduta dei soggetti grammaticali? Diamo ora uno sguardo ai verbi indefiniti
(infinito e gerundio): essi sono vicini alla medietà standard attesa (del
20%), se pure si distaccano per addizione (pari al 21%).
A livello del tempo dei verbi, credo che il passato remoto possa
considerarsi “il tempo del racconto”, ovvero del modo finzionale, poetico,
forse, estetico. (altri
esempi poetici: “sempre caro mi fu quest’ermo colle / “Ei fu siccome
immobile” ). Le due grandi eclissi dell’Io, esaminate, sono precedute
da un congiuntivo, che apre alla dimensione finzionale (“Io fossi”:
alla linea 29 / corrisponde al verso 17) e da un passato remoto (“fui” :
alla linea 54 / corrisponde al verso 37 ), che dovrebbe aprire ‘la
scena’ al racconto del ‘male’.
7.3. La tavola della Forma Fonica 2, il tasso dei nomi e
l’indice di riferimento
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La
forma fonica 2, FF2 : il tasso dei nomi e l’indice
nomi/ verbi.
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Brano |
Parole |
nomi |
% |
verbi |
% |
indice di riferimento |
Ugolino |
544 |
76 |
13% |
111 |
20% |
0.68 |
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Tavola FF2 n° 2, del tasso dei nomi, alto e
dell’indice di riferimento, in espansione.
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7.3.
1. Commento alla Forma Fonica 2. Si
ritrova la corrispondenza fra tasso dei nomi alto ed indice di riferimento, in
espansione.
7.4.
Esiti e commento
della Forma Fonica 3, FF3: dei distacchi dalle frasi
semplici ben formate. Il testo è composto di 87 frasi semplici, di cui 13 distacchi,
costituiti da “citazioni” (il discorso diretto fra Ugolino ed i Figli –
vv. 51; 61; 69 - ; Ugolino, che si
rivolge a Dante, all’inizio del Canto: vv. 4 e sgg). Ne deriva una percentuale
di distacchi dalle frasi semplici ben formate pari al 14% (13
X 100 / 87); il che, descrive un testo
mediamente felice, sotto il punto di vista della FF3.
8.
Le figure logico – modali: la Forma Logica. L’iperbole del male, si
potrebbe dire, l’esternazione del dolore, anche nell’ambientazione
fisica del “doloroso carcere”. Ma, procediamo all’analisi puntuale
del testo. Dall’inizio del Canto, fino al verso 10 compreso, si tratta della
figura modale assiologica – nell’operatore modale del ‘male’ -
( il Male, ~Gp, ‘non è Bene, è Male p’
). Dal verso 11, si introduce una nuova figura, la dimensione epistemica,
nell’operatore modale del ‘non sapere’ (“Io non so chi tu sé”).
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Le figure logico-modali assiologiche (da axios ‘il valore’) |
|
il Bene, Gp, il Male ~Gp.
l’Indifferente, ~G~p. |
‘è bene p’, da good
‘non è Bene, è Male p’
‘non è né Bene né Male p’
|
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tavola delle modalità logiche n° 3.
La figura assiologica è quella
dominante (per la foma epistemica, consultare lo specchietto del testo
“L’attesa di Beatrice”).
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9.
conclusioni generali
Il fenomeno linguistico, che
si ripresenta in tutti i testi esaminati , è l’eclissi del soggetto
della frase (flessione dell’Io). La corrispondenza fra questo dato
fenomenico ed il testo è riscontrata nella caduta dei verbi afferenti
all’Io (Io della frase) al di sotto della medietà standard attesa
(30%). E’ “la notte del soggetto grammaticale”, come
la definirebbe Lai (1995). Vediamo ora cosa ci autorizza a parlare di eclissi
del soggetto grammaticale: al di là delle ricerche - come confermato dal
riferimento primo all’Enciclica Veritatis Splendor (Giampaolo Lai,
1995) - secondo cui ad un basso tasso di afferenti all’Io corrisponderebbe la
notte del soggetto grammaticale, possiamo per ora, in attesa del
prossimo convegno, soffermarci sulla specificità dei ‘testi’
esaminati che, in prima istanza, mi sembra che rimandino all’esperienza
d’amore. Nel canto XXIII del Paradiso,
“L’attesa di Beatrice”, dove c’è un’identificazione fra l’Io
narrante e l’Io narrato, a mio parare, il senso rimanda ad un amore mistico
ed extracorporeo, per l’anima bella di Beatrice; poiché Dante,
per amore dell’intelletto (di cui Beatrice è un simbolo) , trasmigra
e convive con il mondo ultra -terreno (altro, rispetto a
quello attuale).
In sintesi, mentre nell’Inferno,
Dante convola fra le anime dannate; nel Paradiso, lo ritroviamo
nelle sfere divine. L’autore ci offre un primo esempio di
trasmigrazione nel mondo delle anime; laddove, si affiancano più mondi: più
mondi possibili e attesi, che si confrontano con un mondo terreno,
necessario.
I dati emergenti sembrano
riflettere la frase che “l’anima non è di proprietà dell’Io” (Rodolfo
Sabbadini). Mentre nell’Inferno, l’anima di Dante si è dissolta,
forse eclissata, insieme ai propri predicati, afferenti all’Io; nel Paradiso
l’anima di Dante è come se fosse rapita, rispecchiata nell’anima bella
di Beatrice; forse si è duplicata. E giungiamo a parlare dei
“modi” dei testi dell’amore. Come se, in prima ipotesi, l’amore conciliasse
con i “testi dell’anima” e la dissoluzione e/o l’eclissi del
soggetto grammaticale.
Mi domando, alla luce delle
ipotesi emergenti e delle correlazioni intraviste da Giampaolo Lai, se, anche il
“male del corpo”: sia esso la “morte”, la trasmigrazione extracorporea,
la “fame”di Ugolino, rimandino e siano causa possibile della
dissoluzione del soggetto grammaticale. A me
sembra di sì.
Infine, a livello del testo,
sono state riscontrate, nei brani esaminati delle corrispondenze: a) nella FF1:
la correlazione fra eclissi dell’Io e generale definitezza formale del testo;
b) nella FF2: tasso dei nomi elevato ed indice di riferimento in espansione; c)
nella FF3: la presenza globale di testi “felici”. Nella Forma Logica,
FL: a) la permanenza della figura assiologica nell’Inferno; b) la completa
espressione della figura epistemica nel Paradiso. In diversi testi esaminati,
sono presenti lunghe descrizioni, che mancano di corrispondenza a precise figure
logico – modali. [3]
[1] Lunga e particolareggiata descrizione.
[2] Sono colpita dalla bellezza dei versi, che rimandano,
all’inizio del canto, all’esperienza mistica dell’amore e della
bellezza; Dante fa’ un’esperienza estetica dell’amore per
Beatrice.
[3]
La descrizione risponde
ad un genere letterario puro, di tipo cronachistico: dove manca
l’espressione emotiva dell’autore ed è, invece, è il testo a fare da
protagonista. Le descrizioni pure, forse per questo, abbondano nei testi
poetici e mancano, generalmente, nei testi dei pazienti esaminati dal
conversazionalismo, come pure dai dialoghi del quotidiano.