Editoriale

 

di Pierrette Lavanchy

 

Il numero 32 di <<Tecniche Conversazionali>> si apre con due articoli a prima vista anomali, uno di Fabiano Bassi sul controtransfert, l’altro di Sergio Benvenuto sul transfert. Transfert e controtransfert, assieme alla triangolazione edipica e all’interpretazione, sono infatti i pilastri sui quali si è sorretto  l’edificio della psicoanalisi. Ma il conversazionalismo, di cui questa rivista è l’organo ufficiale, non è la psicoanalisi. Sono tuttavia rilevanti i concetti del transfert e del controtransfert nel dominio conversazionale? In un senso no, in un senso sì. Transfert e controtransfert, nell’accezione psicoanalitica abituale, si riferiscono a fenomeni che si situano nel mondo extratestuale, in particolare nella storia del paziente e nell’esperienza personale del terapeuta. Invece  nella lezione conversazionale tutto viene dalle parole del testo e alle parole del testo ritorna, senza impigliarsi nelle vicende extralinguistiche. Queste due posizioni radicalmente opposte si traducono necessariamente in pratiche differenti nella tecnica della cura. Al paziente che parla di una madre fredda e distaccata, lo psicoanalista dirà: “Io per lei sono la madre da cui desidera ricevere affetto e protezione”, mentre il conversazionalista potrebbe dire: “Se io fossi sua madre dalla quale desidera ricevere affetto e protezione, mi direbbe ciò che mi ha detto, o qualcosa di molto simile”. Quanto al controtransfert, l’analista che sta per addormentarsi direbbe alla paziente: “Lei ha messo il suo sonno dentro di me”; il conversazionalista direbbe piuttosto: “Se lei avesse voluto mettere il suo sonno dentro di me, lei avrebbe raccontato le cose che ha raccontato nel modo in cui le ha raccontate”. I due esempi dovrebbero mostrare come, in presenza di un medesimo insieme di parole, lo psicoanalista fa riferimento al mondo mentre il conversazionalista fa riferimento al testo. E in ciò si intravedono i vantaggi e gli svantaggi rispettivi dell’uno e dell’altro approccio. Il vantaggio evidente del conversazionalismo è la leggerezza con la quale tratta il testo a disposizione; il suo svantaggio è l’apparente autoreferenzialità di un testo distaccato dal mondo. I vantaggi della psicoanalisi sono la sua possibilità di stabilire un ancoraggio di ciò che viene detto in seduta con le vicende del mondo e della storia; i suoi svantaggi sono che i collegamenti con il mondo stabiliti nelle interpretazioni e nelle ricostruzioni sfuggono a ogni possibilità di verifica.