MONTEPONI

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La miniera ha origine intorno al 1324, ed è stata una miniera dal ruolo guida.Questa data, (1324) ha origine con il Monte Paone, dove si estraeva allora argento, dagli antichi pisani, dove un vecchio testamento lascia a un erede la proprietà della miniera.

Ma la miniera ha origine anche più antica, si parla infatti già dal tempo dei romani delle ricchezze minerarie di questo luogo. Si trova a Iglesias Montevecchio, e già dal regno Sabaudo cominciano le prime vere e proprie coltivazioni di piombo e argento (a livello industriale).

Nel 1850 (data molto importante per il futuro della miniera) viene data in concessione a  un gruppo di imprenditori privati, ma due erano i direttori:"Giuseppe Galletti, e l'ingegner ungherese Giulio Keller".

Vennero scavate in pochi anni nuove gallerie e si cominciarono ad allestire anche le abitazioni per i minatori, compresi gli spacci e tante altre attività che "satelliti" nascevano alla miniera, fonte di reddito sicuro per tante persone.

Dopo tante traversie, si costruì una galleria, dato che la miniera era una fonte inesauribile di vene acquifere, che collegava la miniera fino a Fontanamare, dove si riversavano tutte le acque che così potevano rendere asciutta e accessibili tutti i pozzi in costruzione. Fu realizzata anche una ferrovia fino a Portovesme in omaggio al Presidente Carlo Baudi di Vesme, dove si imbarcava il minerale fino a Carloforte. Con la guerra, iniziarono però i problemi, dove se da un lato garantiva alla nazione una fonte inesauribile per tutta l'Italia di piombo e di zinco, dall'altra gli operai stavano spesso senza il becco di un quattrino, senza altrettanto dei materiali che quotidianamente venivano usati per la manutenzione delle gallerie e dei macchinari a loro disposizione. Dopo la guerra, la miniera, che si trovava ancora in ottimo stato, si svilupparono i lavori anche a Campo Pisano, sempre ad Iglesias, collegandola con Monteponi, ma il succedersi di tanti eventi portò la miniera alle partecipazioni statali, che progressivamente, anche se i lavori continuavano, mise la miniera all'abbandono esterno delle apparecchiature, e infine messo appunto l'eduttore dell'acqua a quota -200. Dopodichè fu dismessa la miniera, quello che resta sono tutti gli impianti tutt'ora visibili e rovinati dalle intemperie e da vandali, dove sono un ottimo resto archeologico dell'età mineraria di questa città, che è stata il lavoro per tante persone, la crescita economica di una città, ma anche la rovina perchè tutt'ora la miniera non è stata rimpiazzata con qualcosa di analogo a livello economico. Quello che resta è tanta disoccupazione e molta voglia di fare, specialmente per il turismo a ricordo di tanti sacrifici fatti da migliaia di operai, per non perdere un patrimonio così importante e per non dimenticare gli anni di lotta che ci sono stati sia a livello regionale che a livello nazionale.