La ricerca video
internazionale produce da trent’anni, avvalendosi della tecnologia
televisiva, opere innovative, sperimentali, diverse dagli standard
tematici e stilistici della TV di tutti i giorni. “Nuove immagini”,
videocreazione, video-art, video indipendente, “television-art”: oltre le
varie sfumature storiche e terminologiche, quest’area sperimentale, in
rapporto controverso e difficile con i canali televisivi, più spesso
accolta nei musei e nelle gallerie d’arte, quasi sempre visibile solo in
festival e rassegne specializzate, è relegata anche ai margini della
riflessione teorica, che la considera ora un’appendice del cinema, ora un
aspetto dell’arte contemporanea. Quando non la ignora del tutto,
ritenendola semplicemente un “supporto” per la registrazione di eventi di
varia natura o confondendola con la produzione televisiva commerciale che
sembra offrire innovazioni di linguaggio (videoclip, pubblicità).
I frammenti critici sparsi
nei cataloghi e in alcune riviste specializzate in arte o in cinema
forniscono un accidentato percorso che purtroppo non è confortato dalla
presenza (salvo rarissime eccezioni) di monografie critiche, di saggi
teorici, di ricostruzioni storiche. In Italia, quest’assenza di strumenti
interpretativi di un’area nuova è potentemente sorretta dall’inamovibile e
convinta indifferenza degli apparati televisivi nei confronti di qualunque
innovazione di contenuti e linguaggi e da una radicata insensibilità delle
istituzioni al sostegno e alla diffusione di una produzione sperimentale
che pure, fra molte difficoltà, resiste. Per questo, e per vari altri
motivi che dirò in seguito, mi sembra importante affrontare lo studio di
un autore come Robert Cahen: ripercorrere le tappe del suo lavoro,
tracciarne un profilo critico, significa da un lato contribuire a una
storia della ricerca video e dei suoi protagonisti, dall’altro aprire
delle porte (talvolta solo spiragli) su alcuni dei nodi teorici che
caratterizzano la sperimentazione sulle “nuove immagini”.
Robert Cahen è uno degli
autori più noti e importanti nel panorama della ricerca video
internazionale. In Europa, è stato fra i primi a confrontarsi con le
tecnologie dell’immagine elettronica, fin dall’inizio degli anni ‘70,
utilizzando nuove macchine, sperimentandone gli effetti, saggiandone, con
curiosità e spirito pionieristico, le possibilità espressive....
(tratto da "Il respiro del
tempo" di Sandra Lischi, edizioni ETS)
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