PETER GREENAWAY

 

Monografiche

FILMOGRAFIA V-ART 1999

 

Pittore, scrittore, illustratore, oltre che regista cinematografico e televisivo, Peter Greenaway, inglese (nato a newport, nel Galles, nel 1942) e una delle personalità più eccentriche nel panorama della produzione video, che e solo una parte della sua intensa attività. 

Noto al grande pubblico per i suoi film (da I misteri del giardino di Compton House, 1982, a Il cuoco, il ladro, sua moglie e l'amante, 1989) Peter Greenaway ha seguito studi classici e si e diplomato all'accademia di belle Arti alla metà degli anni '60. Seppure attratto più dalla pittura che dal cinema - e interessato soprattutto alle ricerche della "Land Art" - ha realizzato alcuni film sperimentali in bianco e nero, 8mm, nel periodo degli studi, spinto da curiosità formali e strutturali. I lavori in pellicola di questo periodo e quelli successivi, nel corso di tutti gli anni '60, contengono già alcune costanti della sua produzione, numeri, telefoni, animali, mappe ( di cui Greenaway e collezionista), enciclopedie più o meno artificiali, gusto per la logica combinatoria, acqua, paesaggi. In questi stessi anni, e per un lungo periodo, svolge attività di montatore per il Central Office of Information, nel campo dei documentari per la TV: genere, questo, che lascerà le tracce anche nei film e nei video di finzione. Realizza opere per la televisione, come la serie Acts of God (Thames TV), 1961, per il British Film Institure, come The Falls, 1980; quest'ultima istituzione, insieme a Channel Four, produce il primo "vero" lungometraggio di Greenawway, I misteri del Giardino di Compton House. Artista di cultura vasta e profonda, Greenaway e attratto dall'elettronica (e da un parallelo rinnovamento dei generi televisivi) come ulteriore canale espressivo. 

La collaborazione di lunga data, dal 1967, con Michael Nyman, che ha composto la colonna sonora di parecchi suoi film, lo ha ulteriormente avvicinato alla musica contemporanea e alle esperienze di artisti come Philip Glass, Meredith Monk, Steve Raich, e a quattro compositori americani ha dedicato altrettanti ritratti video (Glass, Monk,Ashley, Cage, in Four American Composers, 1983) Ancora per Channel 4 ha realizzato Making a Splash, incentrato sull'acqua come il successivo Inside Rooms 26 Bathrooms (1985), itinerario culturale-antropologico nelle stanze da bagno inglesi e nell'arte dell'abluzione mappa ora divertita ora inquietante, come molti dei lavori di Greenaway. Con la serie di 33 episodi sull'inferno dantesco commissionatagli da Channel 4, "progetto in qualche modo ambizioso e arrogante", come lo stesso Greenaway ha dichiarato, Greenaway si misura con un universo di strumentazioni ed effetti elettronici sofisticati, cimentandosi nel contempo in un'opera in cui mettere a frutto la passione per la cultura classica, l'interesse profondo per la pittura, la curiosità per il linguaggio video, su cui Greenaway non cessa di interrogarsi e di riflettere. 

Interessato profondamente ai problemi della rappresentazione, all'organizzazione (all'architettura) delle strutture spazio-temporali, Greenaway cerca - in cinema come in video - di trasformare rimpianto narrativo classico senza perciò rinunciare a narrare storie, e spaziando dalle suggestioni della scienza a quelle dell'arte, dalla tradizione figurativa all'avanguardia letteraria (in letteratura, ama portico tormente Sterne, Calvino, Borges, ma anche il Flauber di Bouvard e Pecuchet). Nelle sue opere preferisce porre domande, più che fornire risposte l'arte e la musica contemporanea tracciano questa strada, e l'interesse di Greenaway per Marcel Duchamp e, in tal senso, significativo Condotto al video dalla sua attitudine di sperimentatore e dalle poetiche di "opera aperta" che il video consente, Greenaway, che continua a lavorare sulla serie "dantesca", ha recentemente realizzato Les Morts de la Seme (1989), produzione franco-olandese che ricostruisce i decessi per annegamento nella Senna, alla fine del Settecento, sulla base di dettagliati materiali d'archivio. Ancora un'opera in cui documento e fiction si intrecciano e in cui il macabro e l'immaginario si incontrano, guidati dalla fluidità dell'acqua "una riflessione - dichiara Greenaway - sul morire per annegamento, in particolare in un momento in cui il mondo d'intorno stava cambiando in modo spettacolare e violento, irrevocabilmente e definitivamente".

 

 
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