Da " Rassegna
Grafica " N.9 - 15 Maggio 1996 .
<<
Riportiamo questa lettera che
pubblichiamo integralmente, datata 1°
Aprile 1996. Speravamo
si trattasse di un vero " pesce
", ma purtroppo dietro al tono
scherzoso, si cela molta verità...>>
Si tratta di una lettera aperta, inviata
da un donatore del museo della stampa di
Rivoli e attribuita ironicamente a
Gutenberg che lancia le sue riflessioni
dall'aldilà in qualità di "
collega e amico " dell'ingegner
Ernesto Saroglia (1908-1989) in
riferimento alla vicessitudini del Museo
della Stampa per la cui realizzazione
l'ingegnere impegnò gran parte delle sue
forze .
In riferimento alla sua valenza storica e
dato che l'ironia di questa lettera di
denuncia rispecchia un pò lo spirito che
ci ha motivati a creare questa sezione
museo virtuale , la trascriviamo
parzialmente sotto. <<
Johannes Gutenberg Buchdruker Walhalla,
den 1 april 1996
Liebe freunde
E' passato un bel pò
di tempo da quando - arrivato quassù nel
'89 - l'avevamo accolto tra noi con
sodale colleganza, pur essendo lui
metalmeccanico d'estrazione. Ci aveva
conquistati tutti con quella sua storia
un pò utopica che ripeteva all'infinito,
di un museo della stampa iniziato fra
mille difficoltà nella sua Torino.
Un giorno - era il 17 Marzo del '90 -
volle persino offrirci da bere, al bar
dei Campi Elisi dove solitamente ci
incontramo a far chiaccherare Aldo,
Giambattista, Claude, Firmin, Cristophe,
Ulrich, Joaquim e gli altri .
Ernesto ci disse - e si leggeva sul suo
volto la felicità - che le cose si
stavano mettendo bene per il suo progetto
: lagiù a Rivoli, i suoi amici, gli
Amici del Museo, avevano stretto un
intesa con la locale municipalità per
cominciare insieme la bella avventura
sognata tutta la vita .
C'era giusto lì un vecchio palazzo
dismesso che sembrava idoneo per il caso
. Brindammo noi e brindarono anche a
Rivoli, sindaco in testa alle future
fortune del " Museo universale della
Stampa" .
Non facemmo poi troppo caso, col passare
del tempo, che Ernesto Saroglia diradasse
le sue presenze fra noi, fino a
scomparire, supponendo quanto egli fosse
occupato a sostenere il corso del suo
amato progetto.
L'abbiamo rivisto ieri, ma il suo volto
era cambiato, tradiva un intima delusione
e non gli andava di parlare. Ci volle
tutta la pazienza di Bodoni, cuneese,
piemontese come lui, per indurlo a
confidarsi.
Ed è per questo motivo che ho deciso di
scrivervi. Pare che ciò che amareggia di
più il fondatore sia proprio la
situazione del museo, la quale - svaniti
gli entusiasmi iniziali - è poi
precipitata.
La stessa città ospitante pare si
dimentichi di esso, forse per non
proporsi alla coscienza gli impegni
assunti.
Eppure a Settembre '91 con l'immancabile
"ricco buffet" aveva suggellato
gli intenti positivi, in presenza di
significativi personaggi convenuti da
mezza Europa .... L'afflizione
dell'ingegner Saroglia non ha più
costrizioni: " Le mie macchine !
" Le centinaia di apparecchiature
d'epoca, amorevolmente raccolte in vita,
ivi compresa la famosa " rotativa di
Topolino " sulla quale s'era
incentrata l' immaggine del Museo, sono
state incredibilmente alienate, tranne
alcune riposte in qualche catasta a
Rivoli ...>>
Per procura Luigi Cesare
Maletto
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