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Nel 1554, sotto Carlo V, per
fronteggiare le invasioni piratesche e le continue guerre europee, Ortigia fu fortificata lungo le mura con una serie di
bastioni sugli spalti dei quali furono posizionate batterie di cannoni. Purtroppo, per edificare queste opere difensive si
attinse a piene mani da insigni costruzioni del passato: templi, are, teatri ed anche buona parte delle antiche mura
dionigiane.
L' istmo che congiungeva Ortigia alla
terraferma fu tagliato in modo da creare tre canali navigabili tra i due porti, il Piccolo ed il grande.
Per raggiungere l'isola, così, bisognava superare ben quattro ponti levatoi difesi dall'
artiglieria.
La realizzazione di queste opere fu assai lenta, tant'è che gli ultimi baluardi furono ultimati nel 1676. L' allora vicerè di Sicilia, conte di Ligni, fortificò anche la costa occidentale, che va da Porta Marina alla fonte Aretusa. In questo ultimo tratto si inserivano due nuove batterie a difesa del Porto Grande: forte Campana e la batteria Fontana, Aretusa appunto, dal nome della mitica fonte d' acqua dolce a pochi passi dal mare. Questa costruzione militare (oggi belvedere) impedì il passaggio dalla Fonte Aretusa al Porto Grande; fu quindi necessario operare un traforo di collegamento sotto il bastione, per congiungere i due siti. |
L' Aquarium ha trovato la sua collocazione proprio in questo traforo, inserito quindi in un contesto colmo di miti e di storia.
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