“Nell’Azione
Cattolica Italiana i Sacerdoti Assistenti partecipano alla vita
dell’Associazione e delle sue articolazioni, per contribuire ad
alimentarne la vita spirituale ed il senso apostolico, ed a
promuoverne l’unità. Il Sacerdote Assistente esercita il suo
servizio ministeriale quale partecipe della missione del Vescovo,
segno della sua presenza e membro del presbiterio, in modo che la
collaborazione nell’apostolato di sacerdoti e laici renda più
piena la comunione ecclesiale dell’Associazione”.
Regolamento,
art.14:
“Gli
Assistenti dell’ACI, pur non avendo diritto di voto, fanno parte
integrante dell’Associazione, secondo quanto indicato
dall’art.10 dello Statuto, e partecipano alla (sua) vita e alla
(sua) attività”.
L’Assistente
è un sacerdote diocesano che esercita il suo servizio
ministeriale quale partecipe della missione del Vescovo.
“Si
chiama assistente perché ha il compito di assistere, e il termine
assistere richiama
atteggiamenti di sollecitudine educativa, di condivisione, di
un’assidua e cordiale partecipazione alla vita associativa.
Quindi richiama anche la comprensione dei problemi che vi scorge e
l’aiuto che deve offrire per risolverli”.
Partecipando
ai vari livelli della vita associativa e tramite contatti
personali, l’assistente contribuisce a:
·
far
crescere la comunione
-
nella
Chiesa, con il Papa e il Vescovo nel cammino della Chiesa locale e
universale;
-
tra
le diverse articolazioni nell’associazione;
·
far
maturare la fede
-
curando
la crescita della vita spirituale;
-
con
la direzione spirituale e l’orientamento vocazionale;
·
sollecitare
lo spirito missionario
-
aiutando
la formazione apostolica ed ecclesiale;
-
sollecitando
la coscienza delle responsabilità laicali.
Gli
aderenti e i gruppi
Statuto,
art.12:
“L’adesione
è personale; si manifesta ed è accolta nelle forme stabilite dal
Consiglio nazionale”.
Regolamento,
art.2:
“L’adesione è il modo con cui si esprime la personale appartenenza
all’Associazione.
Essa,
infatti, è atto normalmente maturato ed espresso in gruppo: ciò
vale per ciascuna età, secondo le proprie peculiari
caratteristiche.
L’adesione
è richiesta dall’interessato, tramite il gruppo a cui
l’interessato partecipa, ed è accolta dall’Associazione
parrocchiale o interparrocchiale.
L’adesione,
una volta avvenuta, viene confermata di anno in anno. Nel decidere
sulla richiesta di adesione, il Consiglio parrocchiale si assicura
che chi domanda di aderire all’ACI sia consapevole
dell’impegno e dei doveri che con ciò si assume”.
L’adesione,
quindi, è una scelta pienamente libera che si rinnova ogni anno e
che caratterizza il laico di AC.
Chi
sceglie di aderire all’Azione Cattolica ne diventa pienamente
responsabile e s’impegna a viverne l’esperienza nelle varie
fasi ed a partecipare alla vita della propria comunità.
Statuto,
art. 13:
“L’adesione
all’ACI comporta per il socio il dovere di contribuire con la
preghiera e con il sacrificio, con lo studio alla realizzazione
delle finalità
dell’Associazione; comporta anche il dovere di contribuire
finanziariamente alla vita e all’attività
dell’Associazione…”
Regolamento,
art. 1:
“Il
laico di AC, con la propria adesione contribuisce a far esistere
l’Associazione, è corresponsabile della vita e delle attività
dell’ACI ai vari livelli, a cominciare da quello di base.
Esercita questa sua responsabilità intervenendo nei luoghi e nei
momenti in cui si costruisce la vita associativa, contribuendo
direttamente a determinarne le scelte e i responsabili”.
Regolamento,
art. 12:
“Con
l’atto di aderire all’ACI, ogni socio si abbona alla stampa
associativa nazionale. A tali pubblicazioni egli collabora con
contributi di riflessione, di esperienze e di critica a livello
personale e di gruppo”.
Regolamento,
art. 8:
“La
partecipazione all’ACI può avvenire anche attraverso la formula
‘simpatizzanti’, la quale tende a preparare l’adesione
all’Associazione. Ciò può riguardare sia singole persone, sia
gruppi parrocchiali o interparrocchiali. La Presidenza diocesana
aiuta in particolare tale processo di maturazione”.
Gli
aderenti all’AC dunque sono laici che, nella consapevolezza
della vocazione battesimale, accolgono le finalità, lo stile, la
struttura dell’AC, come esperienza per esprimere la propria fede
nei vari ambiti di appartenenza: il lavoro, la scuola, la piazza i
circoli ecc..
Aderire
all’ACI non è condividere un metodo per incontrarsi, e neanche
accettare un compito da svolgere, ma è il coinvolgersi in
un’Associazione che si colloca nella Chiesa in modo non
occasionale o legato a un momento o a un problema, ma con una
impostazione che proviene dalla Chiesa stessa, tradotta in uno
Statuto e attuata mediante una struttura.
Il
Laico di AC è cosciente di potere e di dovere offrire il proprio
contributo all’elaborazione dei programmi e delle scelte
fondamentali dell’Associazione e a scegliere le persone che, ai
vari livelli, ne cureranno l’attuazione.
Gli
strumenti della democrazia favoriscono e educano a questa
corresponsabilità, per cui vanno curati e vissuti con serietà ed
accompagnati da riflessioni adeguate che arricchiscono di
contenuto gli aspetti formali.