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L'evidenza scientifica

    Gli effetti positivi dell'agopuntura sono numerosi e possono essere suddivisi in sei diverse categorie. L'effetto più noto ed anche il più spettacolare è l'analgesia (sollievo dal dolore) che si ottiene rialzando la soglia del dolore. Interventi chirurgici come l'appendicectomia, il
taglio cesareo, la plastica facciale, venivano in passato normalmente eseguiti in Cina ricorrendo, per l'anestesia, soltanto all'agopuntura. Oggigiorno è più probabile che venga utilizzata l'anestesia moderna (chimica) per via della sua maggiore efficacia. Tuttavia se questa viene
usata in concomitanza con l'agopuntura si può ridurre il quantitativo di sostanze farmacologiche impiegate.

    In secondo luogo, l'agopuntura esercita un effetto sedativo utile per la cura di certi stati come l'ansia, la dipendenza (da fumo, da alcol), etc.

    Un terzo effetto fondamentale che scaturisce dall'agopuntura è la normalizzazione dell'omeostasi del corpo. Questo termine si usa per indicare l'equilibrio tra sistemi opposti di regolazione delle funzioni corporali, come il controllo della pressione sanguigna, il controllo della
temperatura corporea, il mantenimento del ritmo respiratorio, etc. Durante il corso di alcune malattie, questo bilanciamento viene spesso disturbato, e l'agopuntura aiuta a riportare il corpo al suo stato di equilibrio originario.

    L'agopuntura potenzia il sistema immunitario, rendendo l'organismo più resistente alle malattie, e riducendo la dipendenza sugli antibiotici. Inoltre, svolge un effetto antinfiammatorio e antiallergico.

    La percentuale di successo dell'agopuntura si aggira in genere intorno all'80-85%, con un 15% di persone che non reagiscono ai trattamenti. E' da notare però che per quell'85% rappresenta una valida alternativa all'assunzione di medicinali per la gestione di molte disfunzioni.

    La cosidetta teoria del "controllo del dolore al cancello" è stata la prima teoria scientifica proposta per spiegare il meccanismo d'azione dell'agopuntura. Afferma che stimolando le fibre nervose prossime alla zona dolorante si aziona un bloccaggio del dolore a livello della spina dorsale, ovvero le fibre incaricate di trasmettere il dolore al cervello
vengono inibite. Questa teoria però spiegava il fenomeno solo parzialmente.

    Successivamente è stato scoperto che certi ormoni (sostanze chimiche) prodotti da alcune parti del cervello svolgevano anch'essi un ruolo. Sono gli ormoni, di propria produzione dell'organismo,
che esercitano un effetto paragonabile a quello della morfina. Quest'ultima è l'analgesico più potente che sia a conoscenza dell'uomo. Quindi, stimolando attraverso i punti giusti la produzione delle endorfine, si otteneva un risultato tale da permettere lo svolgimento di interventi importanti.

    Questo meccanismo d'azione aiuta anche a comprendere come mai la sollecitazione di un punto lontano dalla fonte di dolore possa recare effetti.

    Siccome tutte le scoperte fatte in campo hanno comportato sperimentazioni fatte con sia con animali che con persone, l'ipotesi del suggestionamento può essere scartata.

    La spiegazione completa è tuttora da trovare, nonostante le numerose convalide scientifiche finora stabilite. Vengono tuttora avanzate nuove teorie, da esplorare e da verificare. Intanto però, questa antica arte che si è sviluppata e evoluta nel corso di migliaia di anni ha
conseguito un suo posto come legittima terapia nel campo della Medicina occidentale.

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