Bruxelles, oggi
Le autorità veterinarie dell'Unione Europea hanno svelato
finalmente il vero motivo per cui i Savoia non possono rientrare
in Italia: sono affetti da una forma particolare di afta, la nota
malattia del bestiame, molto contagiosa, che impedisce un loro
inserimento nel tessuto sociale italiano e li costringe a rimanere
confinati nel ghetto della loro villa in Svizzera.
Questa variante monarchica dell'afta epizootica colpisce solo
i maschi, è trasmessa per via ereditaria, ma comunque può
essere contagiosa per altri esseri umani, anche non sabaudi; l'obiezione
che i Savoia non sono esseri umani è respinta dai ricercatori
con la motivazione che è proprio la malattia a determinare
in loro i ben noti comportamenti idioti, l'espressione ebete,
l'incapacità ad esprimersi in modo coerente, l'emissione
di bava (Beccaris) e l'impulso ad assassinare gli esseri umani.
Questo morbo affligge i Savoia da tempo immemorabile, come si
può vedere nelle foto e nei ritratti degli antenati di
Emanuele Filiberto e Vittorio Emanuele, tutti con l'espressione
vivace e attenta di una teglia di castagnaccio, e molti sono stati
i tentativi di curarlo, o comunque di impedire il contagio, come
ad esempio quello di Gaetano Bresci nel 1900, che purtroppo non
ha avuto successo, visto che fu soppresso solo Umberto I e non
il futuro Vittorio Emanuele III, già infettato dal morbo,
e comunque la carcassa del sovrano non fu ridotta in cenere, prassi
necessaria a distruggere il virus.
Sembra poi che la lunga permanenza in Svizzera dei Savoia abbia
già provocato casi di afta epimonarchica in diversi cittadini
elvetici che avrebbero assunto i tipici comportamenti sintomatici
della malattia, come fare la fonduta con la cioccolata o mettersi
gli orologi a cucu al polso.
L'inquietante constatazione che alcuni cittadini italiani manifestano
comportamenti maniacali, come affermare di essere unti dal Signore
o di essere i migliori al mondo, può far sospettare che
abbiano frequentato, seppure all'estero, ambienti comuni ai sabaudi
infetti, come ad esempio la loggia P2.
Per evitare di trovarci in situazioni critiche come quella inglese
riteniamo sia meglio sopprimere i capi che manifestino sintomi
sospetti e distruggerne le carcasse.
Andrea G.
Versi dedicati a Vittorio Emanuele III dagli anconetani (noti monarchici), che lo chiamavano confidenzialmente "Scopetì del cesso" per via della statura e dei capelli a spazzola (grazie a Roberto per la segnalazione):