Il Castello del Gran Conte Ruggero

                                                                         di Nino Amante

 

   "Adernò. un grazioso casale che si direbbe quasi una piccola città. 

   Sorge su un cima rupestre, è dotato di un mercato, di un bagno. di una bella rocca ed abbonda di acque". 

   Sono parole del geografo arabo Edrisi che, intorno alla metà del XII secolo, su incarico di Ruggero i il Normanno. percorse in lungo e in largo la Sicilia descrivendo città e paesi, piccoli casali e maestosi castelli. 

   Al tempo di Edrisi il castello dì Adrano (indicato come "bella rocca") esisteva già. 

   Era stato edificato alcuni decenni prima per volere del Gran Conte Ruggero. padre di Ruggero il. che nel 1070 aveva sottratto Adrano alla dominazione araba e che. alla sua morte. lasciò terre e castello in eredità alla nipote Adelasia.

   Nella struttura dell'edificio. costruito forse sui resti di antiche fortificazioni di epoca greca e romana. sono visibili forti influssi arabi. 

   In particolare due porte ad archi ogivali situate a piano terra. opera forse di mastranze saracene agli ordini degli architetti normanni.

   Non esistono. invece. segni del dominio svevo. riscontrabili. invece, in altri castelli del versante sud-occidentale dell'Erna. in particolare in quelli di Paternò e Motta Sant'Anastasia. per non parlare del Castello Ursino di Catania. 

   L'imperatore Federico li dì Svevia fu ad Adrano una sola volta, nel giugno del 1223. per dare l'assalto alla ribelle Centuripe.

   Il castello subì importanti trasformazioni durante la dominazione aragonese <fra il XIV e il XV secolo). 

   Era l'epoca in cui le più importanti famiglie siciliane si contendevano il potere a forza di guerre e di intrighi. 

   Adrano fu dominio degli Sclafani. dei Moncada. dei Palizzi. teatro di congiure, ma anche centro economico e culturale di prim'ordine. 

   Il castello venne trasformato. man mano. in dimora nobiliare, ospitò principi e sovrani. fu sede di scherzosi ricevimenti: ma non perdette le sue funzioni militari derivanti dalla particolarità posizione strategica. a un passo dal Simeto e dalle principali vie di comunicazione fra la costa ionica e il centro della Sicilia.

   Fra il Cinquecento e il Seicento il castello fu munito di un massiccio bastione. sul quale furono collocate le artiglierie. 

   Grandi e piccole guerre in corso in quel periodo consigliavano il ricorso a nuovi e più sicuri mezzi di difesa. 

   L'edificio cessò di essere dimora signorile intorno alla fine del XII secolo.

   I Moncada, signori dell'epoca. preferirono alla spartana vita del castello gli agi offerti da città come Palermo e Catania.

   Una descrizione esauriente della città e del castello nel Settecento la dobbiamo allo storico dell'epoca Vito Amico che scrive:

   Quella torre gigantesca che Occorre su ogni cosa essere la prima nella descrizione di Adernò è quadrilatera...munita di esteso bastione con un ponte; le interne basse camere erano destinate ai malfattori, i piani superiori a tre ordini presentavano un giorno sale magnifiche; oggi però non sono più in stato di potersi abitare".

   Era cominciato, insomma, il declino del castello di Adrano. trasformato da dimora signorile in carcere. 

   La nuova destinazione impose una serie di rimaneggiamenti nella struttura dell'antico e nobile maniero. 

   Furono allargate pone e finestre, fu spostato il portone d'ingresso principale del lato orientale a quello settentrionale, dove si trova adesso.

    Furono deturpati i saloni del primo piano con la creazione delle celle e delle abitazioni delle guardie.

   Nel 1920 la fortezza divenne di proprietà del comune. 

   E dal 1958, anno in cui cessò di essere carcere mandamentale gli antichi e severi saloni furono al centro di una profonda opera di restauro che portò, come sua naturale conclusione, alla creazione di un ricco museo.