A.DI.CA.
   Associazione per la Diffusione del Candomblé Ultimo aggiornamento: 10/02/2002
 


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  INDICE CITAZIONI:

 

Una festa di Candomblé

La família-de-santo

Un babalaô di Keto

Gli Orixás

Terreiros e "nazioni" di Candomblé

La festa di Yemanjá

Viaggio a Bahia


 

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LA FESTA DI YEMANJÁ    


  Nel calendario delle feste popolari di Bahia hanno un rilievo particolare quelle appartenenti al ciclo del mare. Eretta su di una penisola, circondata dal mare, terra di pescatori, paesaggio di barche a vela, Bahia ha una regina: Yemanjá, signora delle acque, potente orixá di candomblé (...) madre e sposa dei pescatori, loro amore supremo, loro desiderio impossibile.
  Venne essa dall' Africa alla Bahia di Tutti i Santi, sulla scia delle navi negriere, nel gemito dei negri schiavi. Qui ha stabilito per sempre la sua residenza. Le sue molteplici residenze, poiché abita in diversi luoghi di questo mare baiano: (...) ovunque ci sia un pescatore o un marittimo, là c'é lei, col suo amore e la sua seduzione. (...) I poteri di Yemanjá sono grandi e i suoi figli e figlie - la gente di mare - non fanno che portarle doni, adempiere a loro obblighi verso di lei. Ogni sabato, giorno dedicato a Janaína, saponette e pettini, bottigliette di profumo e lettere di supplica sono deposti nelle acque da lei frequentate: fiori alla Diga, a Mont'Serrat, candele accese sugli scogli e sulle spiagge.
   La sua grande festa, tuttavia, di tutte la più grande, solenne e bella, è quella del due febbraio, al Rio Vermelho. È questo il giorno dei doni dei pescatori alla loro regina. La gente di mare e delle case-di-santo si raduna al largo Sant'Ana, dove la chiesetta, così semplice, imbiancata a calce, partecipa alla cerimonia animista. La festa, in realtà ha avuto inizio una settimana prima (...) Nel mistero delle notti e della lontananza rullano gli atabaques, ora vicini, ora quasi inudibili. (...) Ogni notte il movimento aumenta.
  Finalmente arriva il due febbraio, "giorno della festa in mare", come dice il trovatore: "Io voglio essere il primo a salutare Yemanjá". Gli atabaques rullano ora proprio lì, sulla punta di quella lingua di terra che penetra nelle acque fendendo l'oceano: là i pescatori hanno costruito la casa-del-peso che è anche un peji di Yemanjá. Da ogni parte, fin dall'alba, convengono le figlie-di-santo con i loro costumi e collane rituali, portando ognuna il proprio dono. Alla testa del popolo obá e ogan; mastro Carybé, Dorival Caymmi, Flaviano, capo dei pescatori, Manuel Bonfim, scultore che abita vicino al peji (...)
  I doni sono tagli di stoffa, scatole di saponette e cipria, pettini, metri e metri di nastri, anelli, bottigliette di profumo, pantofoline raffinate, orecchini, tutto quanto serve e corrisponde alla bellezza di una donna, poiché Janaína è vanitosa. (...) Fasci e fasci di fiori sono portati nel peji (...)
   È una festa piena d'allegria, come d'altronde lo sono tutte le feste rituali afro-baiane, nelle quali gli dèi vengono a fraternizzare con gli uomini, vengono a danzare e cantare con i loro figli. Non c'è tristezza nella religione dei baiani, la tristezza è roba da bianchi (...).
  Nel peji, un pesce di legno, enorme, contiene il dono nuziale, quello della colonia dei pescatori. In grandi ceste si vanno accumulando le altre offerte, centinaia di doni, alcuni di prezzo, la maggioranza oggetti semplicissimi e a buon mercato, poiché il popolo è povero, immensamente povero. (...)
  A metà pomeriggio i doni vengono portati su di un peschereccio, dopo aver fatto il giro del Largo di Sant'Ana, fra cantici e rullare di atabaques; iyalorixá e babalorixá, babalaô e ogã sono in testa al corteo, seguiti dalle figlie-di-Yemanjá, con le loro collane dai chicchi trasparenti come gocce d'acqua. Poi vengono i marittimi, i pescatori, la folla.
  La folla si dirige verso la spiaggia, in testa il pesce di legno e le ceste con i doni. Il peschereccio dove questi vengono deposti prende il comando della flottiglia d'imbarcazioni. (...) Solcano le acque, affrontano le onde, entrando in mare aperto, fin dove si trova Ynaê, circondata di pesci, vestita d'ostriche e d'alghe. Le offrono i loro doni e formano un grande cerchio all'intorno, fatto di pescherecci, jangadas, canoe.
  Uomini e donne aspettano, attenti, la decisione di Janaína; anche sul largo la folla ha fatto silenzio, in attesa: Yemanjá accetterà o no i doni dei suoi figli? (...) Ma ecco che un clamore irrompe dai pescherecci, e le madri-di-santo danno inizio al cantico di gioia: Dona Janaína sta raccogliendo i doni nelle sue chiome verdi, nelle sue braccia di corallo, nella sua coda squamosa, nei suoi seni di spuma. Dalla terra rispondono acclamazioni e la danza ricomincia (...)
   Il mare è coperto di fiori e fra quelli agile si muove la bella fra le belle, la seduttrice, madre degli orixá sposa dei marittimi. Al Rio Vermelho la festa continua, si prolunga per tutta la sera e la notte...


 
               (Jorge Amado, Bahia, Ed. it. Garzanti, Milano, 1992)
Trad. it. Elena Grechi


Rio Vermelho - Bahia
Casa de Yemanjá, esterno

 

Rio Vermelho - Bahia
Casa de Yemanjá, interno
 
Foto:   Tiziana

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