A.DI.CA.
   Associazione per la Diffusione del Candomblé Ultimo aggiornamento: 07/07/2002
 


 A.DI.CA.    CANDOMBLÉ
  ORIXÁS   DIVINAZIONE   APPUNTAMENTI   CITAZIONI
 

  VERSIONI IN:
 
PORTOGHESE     

INGLESE     

FRANCESE     

SPAGNOLO     


  INDICE CITAZIONI:

 

Una festa di Candomblé

La família-de-santo

Un babalaô di Keto

Gli Orixás

Terreiros e "nazioni" di Candomblé

La festa di Yemanjá

Viaggio a Bahia

 

  E-MAIL

 


adicamauro@libero.it

webmaster
 

VIAGGIO A BAHIA    




   Chi volesse saperne di più su queste faccende di santi, di voodoo, di candomblé e macumba, di figlie di santo caboclos e orixá, si dia da fare per metter da parte un po' di soldini, faccia un viaggio a Bahia, capitale generale del sogno.
  Vada a una qualsiasi casa di santo, a un terreiro all'Engenho Velho, Axé Yá Nassô, al Gantois, Axé Yá Massê. Al Centro Cruz Santa di São Gonçalo do Retiro, Axé do Opô Afonjá, alla società São Jeronimo, Ilê Moroialajê, o Alaketu, al Candomblé, do Portão, peji di Oxóssi e del Caboclo Pedra Preta, al Pilão de Prata, Ilê de Oxumaré, al Bogum, terreiro della nazione jeje, all'Ilê Axé Ibá Ogun, Candomblé della Muriçoca, dove imperversa il Compare, Exu Sette-Capriole, alla Aldea de Zumino - Reanzarro Ganjaiti di Neive Branci; al Bate Folha, terreiro Angola al Beiru, regno di Tempo.
  Andate a una qualunque delle duemila case di candomblé delle diverse nazioni africane e delle nazioni indigene, nagô, jeje, ijexá, congo, angola e caboclo che si trovano a Bahia, in tutte sarete ben ricevuti, con larghezza e signorilità: chi viene in pace entri a suo agio.

  Chi sarà accolto potrà apprezzare nel senso più completo bellezza e libertà. I più intimi andranno molto oltre, saranno ammessi a divertirsi con gli orixá. In questi templi poveri, ancora ieri perseguitati, sono conservati la saga degli schiavi, la danza e i canti proibiti, si riscatta la memoria condannata.
  Coloro che si prendono cura del culto degli orixá sono le signore di Bahia, una più maestosa più bella e più sapiente dell'altra, principesse e regine, le iyá, le madri del popolo.

  Il viaggiatore, che sia ricco o povero, negro o bianco, giovane o vecchio, erudito o analfabeta, a condizione che venga in pace, potrà partecipare alla festa del candomblé, dove dei e uomini sono uguali, cantano e danzano insieme, la fratellanza universale (...)


 
               (Jorge Amado,
Santa Barbara dei Fulmini,
Ed. it. Garzanti, Milano, 1997)

Trad. it. Elena Grechi










Sito ottimizzato per INTERNET EXPLORER                                   webdesign: tiziana