La Costituzione e le adozioni

 

Principi fondamentali

Parte Prima

Parte Seconda

Disposizioni

transitorie e finali

 

IO ADOTTO LA XVIII DISPOSIZIONE

 

La presente Costituzione è promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell’Assemblea Costituente, ed entra in vigore il 1° gennaio 1948.
Il testo della Costituzione è depositato nella sala comunale di ciascun Comune della Repubblica per rimanervi esposto, durante tutto l’anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione.
La Costituzione, munita del sigillo dello Stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica.
La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato.

 

Valerio Onida – Milano (Giudice della Corte Costituzionale)

Per il mestiere che faccio e per le funzioni che oggi mi sono affidate (vedere la bellissima dichiarazione di Ivan Scalfarotto, di adozione dell'art. 54) vorrei adottare tutta la Costituzione....ma mi accontento di questo articolo: a) perché è l'ultimo, e quindi, un po’ come il primo, simboleggia l'intero; b) perché per arrivare a leggerlo si legge (magari) tutta la Costituzione, e questo è bello (grazie alla vostra iniziativa, che, quanto meno, favorirà una maggiore conoscenza della carta fondamentale!); c) perché, stabilendo che il testo della Costituzione dovesse rimanere esposto, per un anno intero, nella sala comunale di ogni Comune della Repubblica "affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione", dice quanto sia importante che ogni cittadino legga e conosca la Costituzione; d) perché le ultime parole sono: "La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato".

 

Per quanto riguarda i cittadini, è qui ripetuto e ribadito il dovere di osservanza già affermato dall'art. 54; per gli organi dello Stato...si tratta di un dovere ovvio, ma non è male che sia enunciato espressamente.

 

Inoltre si dice che la Costituzione deve essere osservata "come Legge fondamentale della Repubblica": non è una qualsiasi legge, che può essere cambiata anche spesso e senza pensarci tanto, in base a scelte contingenti di maggioranze contingenti; Legge (maiuscolo) fondamentale vuol dire che sta a base di tutte le altre, e di tutta l'organizzazione statale, e che i suoi principi esprimono i fondamenti della nostra convivenza civile.

 

 

Matilde Massari - Milano

Sono un’insegnante e adotto la XVIII disposizione della Costituzione, che ne riassume l'intero spirito democratico. In particolare ho sottolineato l'ultimo capoverso: "La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica DA TUTTI I CITTADINI E DAGLI ORGANI DELLO STATO". Tutti i cittadini: più o meno potenti, che si dicano di destra o di sinistra. Organi dello Stato: tutta l'attività legislativa, esecutiva, giudiziaria soggetta a leggi. Lo è già, per i principi espressi nella Legge fondamentale dello Stato. Che ci si preoccupi di garantire il rispetto della Costituzione per costruire una società civile anche di fatto e non solo di nome. Vogliamo tornare a essere cittadini di fatto: da diversi anni siamo in molti a sentirci sudditi, indipendentemente dalla nostra appartenenza socio-economica e culturale.

 

 

Cristina Sterpin - Trieste

Facendo riferimento alle osservazioni espresse nella sua scelta da Valerio Onida, giudice della Corte Costituzionale (osservazioni che sono, a mio avviso, da condividere punto per punto), anch'io desidero adottare la Legge costituzionale nel suo complesso, in particolare la XVIII disposizione, laddove dispone che "La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato". Infatti, nonostante "vada da sé" che la Costituzione, proprio in quanto Legge fondamentale dello Stato e, pertanto, sovraordinata a ogni altra norma, deve essere osservata "fedelmente" da tutti i cittadini e dagli organi dello Stato, purtroppo accade non di rado che qualcuno tenda a considerarla quasi un "optional", eventualmente da modificare laddove non risultasse conforme alla sua idea di "Società civile", anziché, come dovrebbe essere nella logica delle cose, pensare le nuove leggi in termini di conformità a principi che, per usare i termini dello stesso Onida, "esprimono i fondamenti della nostra convivenza civile". Sono assolutamente d'accordo, inoltre, nel ritenere auspicabile che tale iniziativa favorisca una maggiore conoscenza della nostra Carta fondamentale (che esprime contenuti di alta valenza morale ed etica), soprattutto nel constatare quanto diffusa risulti una certa ignoranza di quei principi costituzionali che corrispondono a valori fondamentali in nome dei quali (è bene ricordarlo) un'intera generazione di donne e di uomini ha combattuto, fino al sacrificio della stessa vita.