La Costituzione e le adozioni |
L’Italia è una Repubblica democratica,
fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita
nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Paolo Mora – Noceto
(PR)
Salve a tutti,
Mi chiamo Paolo
Mora, ho 20 anni e sono uno studente di
Scienze Politiche.
Ho deciso di adottare
qualche articolo della Costituzione, perché mai come in questi ultimi mesi, la
nostra Legge Fondamentale è diventata un "pezzo di carta" da
calpestare per coloro che invece dovrebbero averne un rispetto esemplare.
Perché ho adottato questi articoli? C'è una
spiegazione per tutto:
l'art.1 è per me
l'articolo "per eccellenza", il vero pilastro della nostra
democrazia, il simbolo della democrazia italiana. Ritengo abbia un valore
inestimabile perché in poche righe riassume principi e ideali per i quali è
stato versato tanto sangue e sono state combattute battaglie per decenni.
L'art. 11, perché il
nostro Primo Ministro e il nostro Ministro della difesa hanno preferito gestire
una drammatica crisi , quale quella irakena, puntando più sulle loro amicizie
"made in u.s.a" che non al rispetto della nostra Costituzione. Non mi
reputo un anti-americano né intendo entrare nella polemica relativa alla
giustezza o meno del conflitto, ma vorrei solamente ricordare che il nostro
Paese ha certe regole che , in quanto tali, vanno rispettate ed applicate.
L'art.12 perché mi sconvolge l'idea di avere come Ministro
della Repubblica Italiana proprio colui che vedeva nel nostro vessillo un
"surrogato della carta igienica" . Sono fiero del mio Tricolore,
della mia italianità e da buon cittadino conservo una bandiera in casa mia. E'
così emozionante, specialmente quando sei all'estero, vedere la tua bandiera
nazionale.
Vorrei riaffermare
l'importanza di un simbolo come questo anche davanti ad alcuni atteggiamenti
che mi fanno pensare "Quando sostituiranno il Tricolore con la bandiera a
stelle e strisce??"
Infine gli articoli
131 e 132, perché il Ministro Bossi ed altri esponenti della maggioranza,
facendo leva su un campanilismo che per il nostro Paese costituisce ormai un
vero limite, hanno presentato in Parlamento ben 23 proposte di legge per
l'istituzione di altrettante province ed un numero imprecisato di leggi per la
costituzione di nuovi Regioni. E tutto questo infischiandosene di questi
articoli, così come della legge 241/90 che pone certi limiti e regole precise
per la costituzione di nuove province. Abito in una Regione, l'Emilia Romagna,
che questo Governo intende cancellare dalla cartina amministrativa del Paese,
creando la Regione Romagna, la Regione Emilia e la Regione Lunezia. Io amo la
mia Regione e mi oppongo ad un progetto simile. Sono nato emiliano-romagnolo,
sono emiliano-romagnolo ed intendo rimanere tale. Ritengo che come me lo
pensino milioni di cittadini di questa Regione, da Piacenza a Rimini. Con buona
pace di chi vuole dividerci.
Mauro Viesi - Desenzano (BS)
Scegliere un articolo della nostra Costituzione è difficile.
Tutti fanno parte della volontà di un popolo di avere delle leggi che lo
guidino. Ho scelto l'articolo 1 , perché è stato l'inizio di questa volontà.
Francesca Sarcina - Terlizzi (BA)
Perché ritengo che un paese che voglia definirsi civile, non può
non assicurare a tutti un lavoro dignitoso. E per dignitoso intendo non
sfruttare il lavoratore e non condizionarlo con la minaccia del licenziamento e
la VERGOGNA del lavoro nero. Inoltre ritengo che in materia di riforma del
lavoro, si debba ascoltare il parere di una commissione paritetica fatta di
industriali e lavoratori che conoscono i problemi DAL DI DENTRO. Quando questa
commissione avrà esaurito il suo lavoro, lo sottoponga AL PARLAMENTO nella sua
interezza e sovranità. Solo DOPO il governo (quale che sia) potrà prendere le
sue decisioni. Una materia tanto delicata i nostri padri costituenti l'hanno
posta al primo posto e quindi non può essere materia di delega in bianco a un
governo, né può essere patrimonio di questo o di quel sindacato. In Italia
lavoro vuol dire democrazia; non lavoro vuol dire: mafia, malaffare, disagio
sociale ed economico. E lo sciopero deve servire principalmente a ribadire
questo concetto : un campanello d'allarme sul pericolo che corre la nostra
democrazia quando si disattende l'art 1 della Costituzione. Senza lavoro non
c'è dignità, non c'è pace, non c'è progresso.
Per non dimenticare! Adotto questo articolo perché mai come in
questo periodo e con questo "Governo", se così si può chiamare, si
rischia di dimenticare che una nazione è fatta dal popolo e non dall'avidità
del singolo!
Enrica Beringheli - San Donato Milanese (MI)
La sovranità del popolo non può essere violata, la politica al
servizio del cittadino è evoluzione dell'umanità, al comodo di chi la fa per
interesse individuale è un'involuzione.
Emanuele Canciani - Vigevano (PV)
Adotto l' art. 1 e il motivo è semplice... Democrazia. Lavoro.
Popolo. Vs Sospetto (legittimo?). Tassa di successione. Falso in bilancio. Come
dire: la collettività contro il privilegio.
Roberta Rezoalli - Pavia
Vorrei adottarla tutta la Costituzione, pensata e realizzata da chi rischiò tutto, compreso sé, per riportare nell'Italia fascista i valori della democrazia e la democrazia stessa. Così adotto il primo articolo che con brevità e incisività riassume ciò che una democrazia deve essere per tutti.
Premesso che li adotterò tutti, comincio dall' inizio. Esiste
anche un motivo strettamente personale, che oggi mi sembra alquanto diffuso e
pertanto collettivo: io il lavoro l' ho perso. Ebbene sì, sono in mobilità dal
mese di giugno, dopo aver seguito il consueto iter fatto di 3 x 3 = 9 mesi di
CIGO (che non è un gioco da ragazzi, anche se qui ad Ancona si chiama
"cigo basso") a ZERO ore. Lo so da me, se lavori nel settore
industriale privato, può succedere e succede un po’ a tutti, ma non in questo
modo. In ogni caso fino al 3 settembre 2001, sono stato un quadro
dell'industria di una arcifamosa industria marchigiana e per 16 anni e lì ho
purtroppo speso gli anni migliori. Sono anche divorziato e ho un unico,
splendido figlio di 10 anni: oggi l’ho accompagnato a iniziare la sua 5°
elementare. A Roma ci sono stato fin da Febbraio con l' Ulivo, poi con la CGIL,
ora con Moretti che conosco di rimbalzo e che stimo profondamente da sempre. Ci
tornerò ancora, fino a che non ci sbarazzeremo di questi stupidi furbastri che
pretendono di governare il nostro bel Paese. Sono anche iscritto ai DS.
Tony Fede - Catania
Anch'io come altri adotterei tutta la Costituzione perché essa
rappresenta il la colonna vertebrale di uno Stato, oramai tramontato – quello
nato dalla Resistenza – nella costruzione del quale si erano infusi i principi
condivisi di coesistenza, libertà, tolleranza e solidarietà per contrapporsi a
ogni futuro pericolo fascista. Sono convinto, quindi, che se ridefiniamo la
Costituzione come ambito di individuazione degli obiettivi generali e della
struttura della società italiana, e i suoi articoli come gli obiettivi
specifici per perseguire gli obiettivi generali, "basterà" scrivere
accanto a ogni articolo quali strategie pensare per perseguirli, per avere
l'immagine concreta dell'Italia che vorremmo, e quindi avere un primo grande
quadro di come potrebbe aggregarsi l'opposizione, attorno a grandi obiettivi
comuni:la resistenza a un nuovo pericolo di regime e la progettazione di una
nuova Italia fondata in maniera "rivoluzionaria" sulla Costituzione.
Questo sarebbe un primo piccolo passo: rendere concreta la Costituzione per
lanciare una sfida su questo piano al Governo; inoltre rendere concreta la
Costituzione vuol dire anche che si richiamerebbero i principi formatori e
informatori di quest'Italia che pretende di rimanere un paese democratico, e
diventare, realmente, plurale e multirazziale.
Gaetano Perrotta - Frattamaggiore (NA)
Adotto anch'io il primo articolo della Costituzione perché é quello
che, in poche parole, racchiude in sé tutta l'importanza (e l'essenza) della
nostra Costituzione LAICA e REPUBBLICANA. Il potere è del popolo, quel popolo
che fu ingannato, offeso, ferito e deriso negli Anni del Ventennio fascista...
di quel popolo che con la lotta e la RESISTENZA seppe far valere i propri
diritti combattendo il nazi-fascismo. Difendiamo la Costituzione: difendiamo
noi stessi e il nostro paese!
La nostra Costituzione intendo adottarla tutta, perché è tutta
insieme che ci garantisce la libertà. Scelgo l'art. 1 solo come simbolo di
tutta la Costituzione.
Massimo Nocentini – Prato (FI)
Scelgo l'articolo 1 perché adottando il primo articolo della
Costituzione della Repubblica italiana, vorrei adottarla tutta. Perché adottare
un singolo articolo? Io li scelgo tutti perché non ne voglio lasciare neanche
uno in balìa di quella massa di incompetenti (definiamoli così) che sta al
governo.
Considero il lavoro il primo diritto per acquisire autonomia
sociale e indipendenza economica. I giovani stanno perdendo il legame con la
memoria di storia e lotte per la conquista delle regole di civiltà per le
occupazioni, anche precarie valide ancora oggi.
È costato in sofferenze, sacrifici e olocausti (non solo quello
degli ebrei - seppure numericamente maggiore - è stato tale) talmente tanto che
toccarla - così come è stato fatto di recente per favorire il ritorno dei
fantocci Savoia - grida vendetta davanti alla storia.
Vi sembro troppo enfatica? Può essere in tempi in cui ci si sceglie i giudici
come una volta si sceglievano le amanti o le cravatte e si dimentica chi ci ha
affidato un paese libero perché lo migliorassimo ulteriormente e non perché
assistessimo immobili ed indifferenti al suo scempio.
Adotto l’articolo 1,
perché i nostri padri si sono sacrificati con la guerra di Liberazione e mi
sento un ITALIANO vero.
Maria Barbato -
Carinaro (CE)
Adotto l'articolo 1,
quello per intenderci inerente a "la Repubblica Italiana è fondata sul
lavoro". Naturalmente ci sono diverse annotazioni da fare. Innanzitutto è
quanto mai opportuno difendere il lavoro, in questo periodo di crisi. Il signor
Berlusconi, purtroppo, vuole al suo servizio solo sudditi e prodotti. La
conquista dell'art.18 va difesa duramente. Perciò approvo in pieno la scelta
fatta da Cofferati.
Vorrei adottare l'art. 1 e l'art. 4 della nostra Carta
costituzionale. In essi si fa esplicito e insindacabile riferimento al lavoro
come fondamento della socialità e dell’umanità. In un periodo storico in cui
c'è chi vorrebbe fondare la nostra Repubblica sull'azienda portando un pesante
attacco al mondo del lavoro, in cui c'è chi vorrebbe trasformare la forza
lavoro in un gruppo di impauriti e obbedienti "gorilla ammaestrati",
la Costituzione italiana può venirci in aiuto con i suoi principi:
L'Italia è una repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al
lavoro.
Che ciò sia utile al movimento dei lavoratori e a tutti i
cittadini democratici per portare avanti la lotta per la difesa dei diritti dei
lavoratori.
Alessio Maranini - Villaguardia
(CO)
Adotto l’articolo 1
perché stabilisce la base fondamentale della Costituzione.
Adotto l’articolo 1,
perché stabilisce i tre principi più importanti della società in cui viviamo
(lavorista, democratico e repubblicano).
Sono consigliere
eletta per gli USA al Consiglio Generale degli Italiani all'Estero. Non si può
non adottare l'art.21 in questo momento politico italiano. Ma bisogna anche
adottare l'art. 1, comma 2 "La sovranità appartiene al popolo che la
esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"; l'art. 2: "La
Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo..." e
l'art. 3: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale...".
L'esercizio attivo della democrazia è un dovere di ogni cittadino ed è l'unica
condizione alla quale possiamo garantire a noi stessi il continuato godimento
della democrazia come diritto. Plaudo quindi alla vostra iniziativa.
Luisa Acerbi -
Milano
Adotto l'articolo 1 della Costituzione, perché è in pericolo.
Massimo Bergamaschi
Io adotto l'art. 1 della nostra costituzione perché mi sento
oppresso dal regime dal regime del Presidente del Consiglio. Piano piano la
democrazia viene erosa dall'arroganza e ignoranza di questo personaggio e dei
suoi cortigiani, oggi poi controlla oltre i giornali anche tutte e sei le reti
TV ...... abbiamo un informazione a senso unico. Resistere, resistere,
resistere.
Marisa Iannella - Milano
Adotto l’articolo 1 perché voglio sottolineare
che la nostra dovrebbe essere una Repubblica democratica, mentre al
contrario mi pare stia diventando la repubblica delle banane. Il potere viene
esercitato in modo autoritario, arrogante e rozzo. Mai eravamo scesi così in
basso, forse bisogna risalire ai tempi del fascismo per ritrovare comportamenti
tanto indegni.La sovranità non appartiene più al popolo, ma solo al più forte,
che può raccontare al popolo ciò che più gli aggrada, avendone tutti i mezzi a
disposizione.Un tempo esisteva l’olio di ricino per convincere le persone, oggi
abbiamo gli spot pubblicitari sulle vecchiette che ottengono la pensione.
Merito del progresso!Ho molte riserve anche sul fatto che questa Repubblica sia
fondata sul lavoro con la disoccupazione che abbiamo, ma l’attuale governo
risolverà il problema togliendo la sicurezza del posto di lavoro anche a
quei pochi che un lavoro ce l’hanno, così, con questa spada di Damocle, nessuno
oserà più alzare la testa. Alla faccia della democrazia!
Valentina Meucci -
Prato
Adotto l'art.1
della Costituzione. C'è qualcuno che si sta scordando di questo fondamentale
principio costituzionale.
Ho deciso di adottare l'art. 1 e l'art. 11 della Costituzione
Italiana. L’art.1 perché dà forza alla Costituzione stessa come strumento di
regolazione dei diritti dei cittadini e l'11 perché è un articolo che promuove
la pace e il dialogo come strumento di risoluzione delle controversie
internazionali, articolo violato ormai troppe volte dai paesi così detti
"democratici"!!!
Mirco Massalongo –
Vicenza
Concordo perfettamente con il Sig. Mario Pizzi di Milano
pertanto ho deciso anch'io di adottare l'articolo 1 della NOSTRA Costituzione.
Non per fare polemica, ma penso che l'articolo che ho deciso di adottare e
ANCHE TUTTI GLI ALTRI dovrebbero venire presi seriamente in considerazione dai
nostri rappresentanti che sono in Parlamento.
(SUGGERISCO DI APPLICARE L'ART. 18 ANCHE PER LORO).
Franco Martino
Anch'io ritengo che, in una Carta
costituzionale tutta da salvare, sia alla base di alcuni principi chiave. Anzitutto l'aspetto
repubblicano, non a caso messo subito all'inizio, a ricordare come tale
documento nascesse storicamente dopo un regime, non controllato e indirizzato
da una monarchia, dimostratasi debole e timida (forse qualcuno dovrebbe
ricordarselo in questo periodo di ritorni di "amore monarchico").
In secondo luogo, la sottolineatura
democratica, che ricorda il potere delle popolazione di scegliere come essere
rappresentata (purché i Poteri e gli Organi dello Stato riescano ad agire
secondo i principi costituzionali, garantendo libertà piena di espressione e
strumenti di associazionismo e di informazione che diano a tutti, in modo
chiaro, gli strumenti informativi di accesso alla realtà che consentano scelte
oggettive, non manipolabili): indirettamente, è un richiamo fondamentale al
principio chiave della democrazia liberale, quello dell'uguaglianza delle
situazioni iniziali, per tutti. La sovranità popolare rimane finché la
maggioranza della popolazione sente la necessità di far sentire la propria
voce, e ricorda che la delega di tale sovranità ad alcuni rappresentanti non è
una "cambiale in bianco", ma l'individuazione di alcuni ad operare
(anche per interessi specifici di gruppi particolari), per il bene comune, in
una cornice generale dove tutti possano trovare dei referenti, soggetti
comunque al controllo democratico, che deve essere sempre vigile.
In terzo luogo, last but not least, il richiamo al lavoro come
base costitutiva dello stato repubblicano. Infatti, senza il lavoro non c'è
crescita collettiva e individuale, non c'è alcuna libertà di scelta, diventa
impossibile esprimere concretamente ogni altro diritto. Chi, nonostante lo
desideri fortemente, incontra ostacoli a iniziare e proseguire l'attività
lavorativa, o a proseguirla, è inevitabilmente limitato nella vita sociale
democratica e nella dignità personale, oltre che nella possibilità di costruire
un futuro positivo, dove l'apporto di ognuno consenta la crescita di tutti.
Francesco Leidi -
Bergamo
Adotto
l'art. 1 perché non voglio che venga sostituito con "L'Italia è una
repubblica (democratica) fondata sull'impresa" Chissà poi il seguito.
Ovviamente, difendo anche tutti gli altri articoli.
Mario Pizzi -
Milano
Io non
adotto l'articolo 1, io appartengo all'articolo 1! Vorrei adottare tutti quelli
che probabilmente non si ricordano che esistono ancora articoli che ci
permettono di avere TUTTI gli stessi diritti, gli stessi doveri. TUTTI.
Alessandra Trotta -
Roma
Mi
chiamo Alessandra Trotta, sono un'impiegata amministrativa, e ho sempre lottato per il mio lavoro prima aderendo a piani e programmi
che prevedevano la formazione e lo sviluppo di cooperative, poi - non ho
ottenuto così la mia occupazione ma è servito per altri - ho
iniziato a lavorare cambiando lavoro e aggiornandomi
continuamente, perdendo gli incarichi e dovendo trovarne dei nuovi. Ho
avuto molte diverse esperienze in vari campi dallo spettacolo al
marketing, dal legale all'amministrativo, ecc. Ho perso l'impiego e ho
dovuto ancora lottare per trovarne degli altri e migliorarmi via
via, attraversando anche periodi di inattività durante i quali ho
lavorato anche gratis purché essere occupata acquistando la
consapevolezza che il lavoro è sacro e rende l'uomo libero e
rispettabile di fronte a se stesso e agli altri. Spero che l'Italia resti
ancora a lungo una Repubblica e quella che è garantista e
liberale.
Giovanni Grazzini -
Empoli
Mi chiamo Giovanni Grazzini, impiegato del comune di Empoli e
chiedo di adottare gli articoli 1 e 11 della costituzione italiana. Grazie.
Silvia Salvucci -
Milano
Per una sana e robusta...Costituzione, adotto l'art.1.
Carmine
Ligato –Falerna (Catanzaro)
Io
adotto l’articolo
1, perché mi sento italiano fino al midollo:
repubblicano, cattolico, democratico amante del popolo sovrano, rispettoso di
tutti i suoi diritti e ligio a tutti i miei doveri.
Mario Bova
Adotto l'articolo 1 della Costituzione italiana, perché chi
lavora è libero, senza il lavoro tutti gli altri diritti diventano aleatori,
qualcosa di cui si parla, senza averne la percezione precisa.
Davide Andreis -
Milano
Adotto l'art. 1 perché, malgrado il suo contenuto, penso che il lavoro nel nostro Paese non sia tutelato come la Costituzione prescrive. Occorre che le leggi siano applicate fino in fondo e che, di fronte a palesi abusi nei confronti dei lavoratori, si agisca sempre e comunque con fermezza e con determinazione, con sentenze esemplari. Tutto il contrario di quello che attualmente le istituzioni stanno cercando di attuare.
Luciano Bertinelli -
Venezia
Scelgo di adottare l'articolo 1, là dove dice che l'Italia è una
repubblica democratica fondata sul lavoro. Qualcuno potrebbe dire che è una
frase retorica; non lo è (e basterebbe leggere altri articoli della
Costituzione per convincersene), ma se anche fosse? La retorica è solo un modo,
più o meno efficace, per dire le cose: il bene e il male stanno nelle cose
dette. E lì si dice "lavoro". Non si dice "business", anzi
"bìsnes" di qualcuno e degli amici suoi.
Adotto l'articolo 1 perché contiene concetti fondamentali
ed irrinunciabili quali: democrazia,
sovranità del popolo, lavoro e certezza del diritto.
Adotto l'art.1 della Costituzione Italiana perché contiene
le basi del nostro Stato: uno, repubblicano, democratico e soprattutto fondato
sul lavoro. Ricordiamoci che è il lavoro alla base di tutto!
Valeria Carozzi -
Milano
Lo adotto per una
serie di ragioni, non sempre e non necessariamente connesse tra loro, in quanto
spesso dettate dall’emotività.
La prima ragione,
banalmente, è che si tratta della pietra angolare su cui si fonda l’edificio
costituzionale, del punto di partenza, dell’incipit del discorso. Ci dice che
cosa siamo e ci prepara a quanto seguirà. Mi piacciono gli inizi di qualunque
cosa (come mi piace la mattina più della sera) perché, di solito, contengono
una nota positiva, una speranza in quello che verrà dopo.
La seconda ragione è
di carattere nostalgico: l’articolo 1 è, forse, l’unico che tutti ricordiamo a
memoria, in quanto si è indelebilmente impresso nella nostra mente fin dai
tempi della scuola media, quando lo imparavamo nell’ora di educazione civica,
quando una “repubblica democratica” non sapevamo bene che cosa fosse e tanto
meno perché dovesse essere “fondata sul lavoro”, ma ci fidavamo che fosse tutto
molto giusto e molto importante. E con questa idea siamo cresciuti e vissuti,
arrivando fino al punto di trovarci qui tutti insieme a discuterne.
La terza ragione è
che mi piace l’idea di una sovranità collettiva e condivisa, “nelle forme e nei
limiti della Costituzione” e in un ambito rigorosamente repubblicano. Mi
rimane, francamente, qualche perplessità su come, nell’attuale panorama
politico, sia possibile esercitare questo nostro “potere supremo di comando”,
come la sovranità viene definita sul vocabolario. Mi sembra, infatti, che in
questo momento tutto siamo fuorché sovrani (c’è il voto, d’accordo, ma...);
anzi, poiché chi ci governa sembra voler accentrare ruoli e funzioni più che
delegarli, tendiamo, quando va bene, a nascondere la testa, per non vedere
troppo e non inorridire, e quando va male, a lasciarci schiacciare. Ma io ho
fiducia nelle nostre capacità di risveglio e di riscossa e fintantoché ciascuno
di noi rimarrà sovrano se non altro delle proprie opinioni, delle proprie idee
e dei propri dissensi e del diritto di esprimerli e farli circolare
liberamente, siamo sulla buona strada verso il recupero. Ritengo che, se questa
nostra ALC rimarrà viva e riuscirà a muovere qualcosa (anche solo le menti e
gli animi intorpiditi dall’assuefazione allo status quo), sarà un’ulteriore
conferma della nostra capacità di esercitare la sovranità che, in quanto parte
del popolo, ci appartiene.
L’ultima ragione è
che vorrei approfittare di quest’occasione di riflessione comune per farmi
qualche domanda. Per ragioni storicamente comprensibili si è scelto che la
nostra repubblica dovesse essere fondata sul lavoro che, siamo tutti d’accordo,
è un aspetto irrinunciabile – un diritto-dovere e un valore – della nostra vita
di cittadini di uno Stato democratico, in quanto è ciò che ci assicura libertà,
dignità, indipendenza economica, potere contrattuale e via elencando. Ma, mi
chiedo, allora: chi, per ragioni indipendenti dalla propria volontà, non ha o
non può avere un lavoro come si rispecchia in questo articolo che, proprio
perché è il primo, costituisce una sorta di biglietto di presentazione, la
definizione di “chi siamo”? Che dire, poi, delle difficoltà che, nonostante
certe promesse che ci vengono fatte, i giovani, laureati (soprattutto in certe
discipline) e non, continuano a incontrare nel trovare un posto di lavoro che
sia in sintonia con il loro curriculum, con le loro abilità e con i loro
interessi e che, magari, dia loro modo di esprimere potenzialità e qualità
nascoste? Che dire, ancora, della disperante situazione di chi ha perso il
lavoro e, essendo prossimo agli “anta” o avendoli superati, rischia di non
potersi più riciclare, pur avendo l’esperienza e l’energia per farlo? Che dire,
infine, degli ostacoli che, nonostante le molte battaglie combattute in favore
delle pari opportunità, le donne continuano a incontrare sul loro percorso
professionale? Certo, ci sono l’articolo 37 e 38 (“La donna ha diritto a una
retribuzione pari alla quantità e qualità del suo lavoro...”; “Ogni cittadino
inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha diritto al
mantenimento e all’assistenza sociale...”) che intervengono a sostegno delle
categorie più deboli dal punto di vista del lavoro..., ma anche su questo si
potrebbe aprire un interessante dibattito.
Assunta Doriana
Mori - Torino
Adotto l'articolo 1 perché in questo particolare momento, in cui
un cattivo (nel senso di incapace) Governo di destra mette a repentaglio le
conquiste dei lavoratori in decenni di lotta, con delle decisioni molto
discutibili, è necessario più che mai sostenere la necessità, la capitale
importanza e l'inalienabile diritto di ciascun cittadino al lavoro. Dobbiamo
difenderci e ribadire la nostra volontà ad essere tutelati contro la prepotenza
degli imprenditori. Oltretutto si discriminano ancora una volta i lavoratori
del Sud che potranno essere licenziati anche se il loro contratto è diventato a
tempo indeterminato. Non si creano nuove possibilità di occupazione, togliendo
la sicurezza dell'impiego fisso. Si creeranno situazioni in cui nessuno potrà
più pensare concretamente al proprio futuro, sarà sempre in bilico, con la
paura di ritrovarsi in mezzo a una strada, non avrà più una minima libertà di
espressione sul luogo di lavoro, vivrà in ansia continua. In Italia non esiste
la situazione americana, dove si riesce in tempi abbastanza brevi a trovare
un'occupazione. Come esempio porto quello di una mia ex collega che, allo
scadere del suo contratto a tempo determinato lo scorso ottobre, non è stata
riconfermata. Oggi è ancora disoccupata, dopo quasi sei mesi! Questa è la
realtà italiana.
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Non mi va proprio di adottare questo o quell'articolo. mi piace
la mia Costituzione così come è anche se è sicuramente migliorabile. Purtroppo
è molto più facile peggiorarla.
Salvador Liderno