La Costituzione e le adozioni

 

Principi fondamentali

Parte Prima

Parte Seconda

Disposizioni

transitorie e finali

 

IO ADOTTO L’ARTICOLO 9

 

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.

 

Sergio Cortese – Roma

La ricerca è fonte di sapere, di crescita, di comprensione. E’ ciò che ci permette di migliorarci continuamente, sia socialmente che culturalmente, di superare i nostri limiti. Ma la ricerca scientifica ha bisogno di essere libera, perché “si sa cosa si cerca, ma non si sa cosa si trova”. Difendo l’articolo 9, di fronte ai continui attacchi che il potere politico muove per assoggettarla ai propri desideri, relegandola a feudo, per promuovere non le idee ma le persone, quelle che più sono disponibili a ricambiare i favori ricevuti.

 

 

Silvia Breccolotti - Roma

Fa parte dei principi fondamentali e rappresenta la civiltà. A pensarci bene, tutto dipende dai valori che, con molta semplicità, vengono elencati in questo breve ma completo articolo.

 

 

Daniela Beatici - CNR - Area della Ricerca di Roma 2 Tor Vergata

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
La cura e lo studio del passato per evolvere nel nostro futuro.

 

 

Giordana Campanella - Roma

...alla faccia delle tre "i" tanto auspicate dal nostro governo... propongo in alternativa tre "c": cultura, cultura, cultura.

 

 

Lara Bartoli - Varese

L'articolo 9 parla del nostro passato, attraverso la tutela del patrimonio storico-artistico e paesaggistico del paese, e del nostro futuro, attraverso la promozione della ricerca. Questi due aspetti inseparabili sono indispensabili per la comprensione e lo sviluppo della nostra cultura. È dovere di tutti darsi da fare per promuovere l'educazione e la sensibilizzazione in questo senso...

 

 

Elena Checchetto - Mezzolombardo (TN)

L'arte e la cultura nobilitano l'uomo.

 

 

Dario Mazzucco - Bologna

Penso che sia necessario porre sempre in primo piano gli aspetti culturali e di ricerca scientifica del nostro paese affinché questo non rimanga solo uno "sterile" articolo costitutivo ma un principio fondante (mi sia permesso di aggiungere che un rapido sguardo alle nostre televisioni – pubbliche e private indifferentemente – e alle ns. radio, tranne pochissime e poco seguite eccezioni, offrano un doloroso panorama).

 

 

Elena Tagliabue - Milano

Promuovere la cultura significa investire prima di tutto sui giovani, i continui tagli alle spese scolastiche non portano niente di buono. Non solo. Una volta gli insegnanti erano anche educatori, se adesso si azzardano a richiamare un alunno per un comportamento scorretto rischiano di essere denunciati dai genitori. Sarebbe bello che l'idea di riportare l'attenzione sui giusti valori venisse anche ai nostri politici. Ma loro devono risparmiare e recuperare soldi anche vendendo opere di proprietà dello Stato. Forse dovremmo leggere tutti più attentamente la Costituzione.

 

 

Arianna Borroni - Milano

Adotto l'articolo 9 perché considero il patrimonio paesaggistico, storico e culturale della nostra Repubblica non solo come un bene di cui è necessario poter continuare a usufruire integralmente e liberamente, ma soprattutto perché costituisce parte fondamentale della nostra identità culturale e come tale segno e vessillo dei valori alla base della nostra civiltà. Sostengo inoltre la necessità di promuovere concretamente lo sviluppo della cultura, strumento essenziale di formazione di una coscienza libera e critica contro l'imbarbarimento e l'annichilimento a cui conduce l'ignoranza e la stasi mentale.

 

 

Lara Giamporacro - Lonate Pozzolo (VA)

Come architetto e paesaggista la tutela del paesaggio e del patrimonio storico è irrinunciabile. Sapere che la Costituzione è dalla parte del paesaggio e del patrimonio storico culturale è dunque un punto fermo a sostegno della mie convinzioni.

 

 

Silvia Reggiani - Rivalta di Torino (TO)

Rousseau ha detto che la natura è sempre interamente consolante. Il paesaggio, l'arte, la cultura sono fonte di gioia, di passione, di voglia di vivere per tanti di noi: cerchiamo di diventare sempre di più!!!

 
 
Giovanna Melandri - Roma

Adotto l'art. 9 (per ragioni evidenti) perché il nostro patrimonio storico, artistico ed anche paesaggistico è una ricchezza di tutti ed è dovere di tutti custodirlo e valorizzarlo.

Davanti agli attacchi di una destra mercantile, culturalmente lontana dalla destra liberale a cui pretende richiamarsi, che concepisce questo patrimonio come una ricchezza di sua proprietà da svendere per fare cassa, bisogna rammentare e riscoprire l'impegno che l'art 9 della Costituzione affida non solo alle istituzioni ma anche ad ogni semplice cittadino, padrone pro-quota e responsabile pro-quota dell'integrità di tale inestimabile ricchezza.

 

 

Davide Dalmiglio - Milano

Ritengo che lo sviluppo sociale di una nazione non possa prescindere dall'attenzione verso la cultura, la ricerca. Lo sviluppo del cervello oltre che del cuore sono alla base di tutto.

 

 

Angelo Rosanio - Quartu Sant'Elena (CA)

Il concetto espresso in questo articolo eleva al massimo grado la necessità di favorire l'avanzamento culturale di tutta una nazione. La gestione della cosa pubblica non può fermarsi al mero equilibrio di interessi e necessità materiali, è ovvio, ma è bello che già nei primi articoli della Costituzione questo sia messo fra le priorità di una collettività nazionale. Anche la necessità di salvaguardia ambientale è un grande ideale cui far riferimento anche se poi il difficile è applicare la regola.

 

 

Aurelia Siccardi - Milano

Che tristezza assistere impotenti allo sfacelo del "giardino d'Europa". Abbiamo l'articolo 9 che, se ben applicato, potrebbe limitare i danni che incuria e ignoranza hanno perpetrato.

 

 

Maria Grazia Caffarelli - San Piero Patti (ME)

Sono musicista .Credo fermamente nel valore formativo della cultura, credo che l'ignoranza attuale sia voluta dai potenti, mi batto nel mio quotidiano affinché la cultura, la musica e le arti possano essere praticate dal maggior numero di persone per crescere in autonomia di pensiero e avere spazi creativi che permettano l'equilibrio di una vita fatta di passioni ed emozioni .La repubblica dovrebbe dunque promuovere lo sviluppo della cultura e non mortificarla.

 

 

Gabriella Brunetti Alfonsine (RA)
Adotto l'articolo 9 della Costituzione perché mai come in questo periodo di manovre politiche poco limpide è necessario ribadire il dovere della tutela e della conservazione del patrimonio storico-artistico nonché di quello ambientale. Esso è e deve rimanere patrimonio di tutti i cittadini, lo Stato deve pertanto garantirne la fruibilità e la valorizzazione.
Evidentemente c'è ancora chi, nel XXI secolo, non è capace di cogliere compiutamente l'insieme di valori di cui è portatore ogni singolo bene, sia esso il Colosseo o la più piccola pieve di campagna. Ogni monumento rappresenta la testimonianza materiale della nostra storia, la memoria della nostra identità culturale.

"Non c'è futuro senza passato" ammoniva Goethe e questa consapevolezza dovrebbe guidare le nostre azioni ogni volta che si interviene a qualsiasi titolo su un bene culturale. Oltretutto è bene ribadire che è nostro dovere custodire i beni del passato perché essi non ci appartengono del tutto, John Ruskin diceva infatti: "essi appartengono, in parte a coloro che li hanno costruiti e in parte a tutte le generazioni umane che ci seguiranno". Dobbiamo trasmetterli alle generazioni future nelle migliori condizioni possibili. Questo è indice di civiltà. E in questo senso si è sempre orientata la legislazione italiana in materia di conservazione, dagli albori ad oggi:!
Non possiamo accettare che ora si calpestino i principi su cui è sorta la politica della tutela nel nostro Paese.

 

 

Lucia Bruguier - Scandicci (FI)

Anche se molto in ritardo vorrei adottarli tutti, perché quasi tutti in pericolo, ma gli art. 9 e 66 mi sembrano da difendere ad ogni costo, ora come non mai. 

Il 9 perché arte, paesaggio e ricerca corrono con questo governo dei gravissimi pericoli, il 66 perché ho l'impressione che si faccia di tutto per metterlo in disuso, tanto più perché a decidere nel merito sono spesso persone che per ragioni morali, processuali o di conflitto, non avrebbero mai dovute essere elette come rappresentanti del popolo.

 

 

Claudia Di Stefano - Sesto San Giovanni (MI)

Visto che tra un po' troveremo sulle bancarelle il patrimonio artistico italiano, è doveroso adottare l'art. 9!

 

 

Pina Di Fraia - Milano

Ho scelto l'art. 9 perché è oggi più che mai importante ricordare a Lunardi e Urbani che il PATRIMONIO AMBIENTALE e CULTURALE va TUTELATO, non SVENDUTO o CEMENTIFICATO, come loro hanno intenzione di fare. L'ambiente, i monumenti sono beni unici e inalienabili, sono il patrimonio di tutta la nazione! Loro hanno solo il compito di TUTELARE questo patrimonio, così come è scritto nella Costituzione!!! Se lo ricordino!!!

 

 

Monica Morzenti - Bergamo

Senza sviluppo culturale o tutela dell'ambiente e dei beni culturali, che razza di repubblica si diventa?

 

 

Fabio Rosa - Anguillara Sabazia (RM)

In verità si dovrebbero adottare tutti gli articoli e tenerli sempre presenti nella nostra vita sociale e privata, ma dovendone scegliere uno ho pensato all'articolo 9 in cui si dice che la repubblica dovrebbe promuovere lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica. Purtroppo mi sto accorgendo che la repubblica stia andando sempre più verso una promozione della ricerca privata (e quindi non dello Stato) non contribuendo così a una ricerca ad ampio spettro, ma settoriale che dipende dagli interessi economici del privato; inoltre per quanto riguarda la cultura ci stiamo muovendo verso una direzione di velata censura (che è la peggiore) e verso una standardizzazione delle informazioni e del nostro patrimonio culturale.

 

 

Donatella Cabrini - Milano

Lavoro per l'Università e mi occupo di ricerca sulla vegetazione, quindi mi rendo conto ogni giorno, di quanto questo articolo NON viene applicato, in nome di altri interessi o del più totale disinteresse. Grazie al mio lavoro, spero e voglio tentare di renderlo più realizzato di quanto lo sia stato finora.

 

 

Mario Pellizzari - Vicenza

Adotto l’articolo 9, per aumentare l'attenzione sulla necessità di risorse in questi ambiti.

 

 

Roberto Gaetani - Civitanova Marche (MC)

Adotto l’articolo 9. Sono un avvocato impegnato nella difesa dell'ambiente e vedo che la resistenza deve farsi via via più dura.

 

 

Gianluca Solera - Bruxelles

Io adotto l'art. 21 sulla libertà di espressione perché sono stanco di essere considerato un comunista, un estremista o antidemocratico tutte le volte che non condivido il Berlusconi-pensiero. Vorrei anche adottare l'art. sulla conservazione del patrimonio ambientale e culturale italiano. Salviamo il Belpaese dall'ossessione cementificatoria!

 

 

Arthur Cravan - Parigi

Adotto l’articolo 9 poiché tutela le risorse sulle quali si costruirà il futuro delle prossime generazioni.

 

 

Andrè Giofrè - Como

Adotto l’articolo 9. Questo articolo in breve costituisce la base della nostra esistenza siccome solo con la scienza e la ragione si potrà continuare a vivere nel benessere.

 

 

Mattia Ronchetti - Como

Adotto l’articolo 9 perché trovo giusto che la nostra Repubblica promuova e incentivi le scoperte scientifiche e tecnologiche tutelando l'ambiente: è segno di "vera" democrazia e civiltà.

 

 

Michela Cella - Londra

Adotto l'articolo 9 perché purtroppo i governi italiani hanno sempre trascurato l'importanza dei finanziamenti alla cultura e alla ricerca, con il risultato di costringere molti ricercatori a "emigrare" per poter svolgere ricerca. Vorrei anche abbinare all'adozione dell'articolo 9 quella degli articoli 33 e 34: credo fermamente che un paese moderno debba garantire una scuola di alto livello aperta a tutti e soprattutto laica.

 

 

Mauro Cameli

Adotto l'articolo 9 perché è giusto che lo Stato italiano si occupi della tutela dell'ambiente e il progresso scientifico e tecnologico.

 

 

Sergio Vadacca - Napoli

Adotto l'art. 9 della nostra Costituzione. Trovo affascinante il modo in cui in esso sono sapientemente affiancati e posti al centro dell'attenzione il lavoro dell'uomo che costruisce il futuro, l'opera della natura e quella dell'uomo del passato. Mi impegno a difenderlo, nella convinzione che solo l'equilibrio tra la naturale proiezione verso ciò che sarà e la rispettosa considerazione di ciò che è stato ci consenta di vivere responsabilmente il nostro presente.

 

 

Anna Maria Cherubini - Grosseto

Adotto gli articoli 9 e 34 che penso debbano essere interpretati nel senso della necessità della natura pubblica della scuola, unica possibilità per assicurare la serietà e imparzialità dell'insegnamento ed evitare che la cultura sia piegata strumentalmente a fini di parte e, quindi, non sia diffusa con la dovuta obiettività e completezza.

 

 

Gilberto Candian - Milano

Adotto l'art.9 di cui condivido pienamente le motivazioni che hanno ispirato uomini di elevato senso morale e di grande responsabilità a formulare dei principi che possono costituire fondamento e patrimonio di tutta la civiltà. Altri uomini, purtroppo, sono riusciti a disattendere in toto le loro aspettative. Molto meglio mantenere i popoli nell'ignoranza. Si può comandare e razzolare con maggiore disinvoltura.

 

 

Carlo Carozzi - Milano

Adotto l'art.9 della Costituzione in ragione dello scarso impegno da parte degli organi di governo italiani verso lo sviluppo della cultura e della ricerca.

 

 

Marco Ghetti

Cari amici, ho 48 anni, sono sposato, ho tre figli e mi occupo di formazione e sviluppo del management. Seguo da qualche tempo la vostra iniziativa attraverso il sito e le chiacchierate fuori dalla scuola dei nostri figli con Andrea Marietti. Trovo interessante l'iniziativa, perché affronta la questione dello sviluppo della nostra civiltà politica in termini positivi, e non come spesso avviene, distruttivi e polemici. Vorrei adottare l’articolo 9: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Perché? Beh, la cosa più semplice che mi viene da dire è che in questo articolo è racchiusa la definizione di oggi della cosa che Smith chiamava nel settecento la Ricchezza delle Nazioni. Una ricchezza vera, che moltiplica valore per tutti, che è fruibile da tutti, e che unendo conoscenza, cura della memoria e dell'arte ci rende non solo più ricchi, ma anche persone migliori.

 

 

Barbara Carretti

Io ho scelto di adottare l'articolo 9 e l'articolo 11 della Costituzione perché penso che la prosperità e la civiltà di un paese passino soprattutto attraverso la promozione della cultura e della pace.

 

 

Monica Glebocki - Ancona

Lavoro all'università in mezzo alla ricerca, traducendo o correggendo testi.

Magari l'articolo 9 fosse applicato bene! La cultura, la ricerca, sembrano sempre più marginali nelle politiche governative e invece sono basi fondamentali per lo sviluppo, e per la crescita intellettuale, del paese. E' un articolo di grande importanza perché la possibilità di accedere a una buona educazione, alla cultura, arricchisce e rende più forte non solo l'individuo ma la società stessa.

 

 

Riccardo Muratore – Genova

Se penso che abbiamo da gestire il più bel paese dell'universo!!!!!!

 

 

Camilla Sambo - Parigi

Io adotto l'articolo 9. Si tratta di un articolo che sento particolarmente importante in un momento in cui in Italia si operano tagli al finanziamento della cultura e in cui si vogliono privatizzare monumenti e opere del patrimonio culturale del Paese. Un patrimonio che appartiene ai cittadini e dovrebbe essere rispettato, protetto – e anche arricchito, migliorato grazie all'evoluzione tecnologica e alla ricerca – da parte di ogni singolo e naturalmente dallo Stato.

 

 

Sergio Obici - Torino

Vorrei adottare l'articolo 9.

Quello che fra tutti gli altri sembra essere il più ignorato e disatteso.

Quello che fra tutti gli altri sembra essere il meno rispettato e applicato.

 

 

Massimo Fazzari – Napoli – a nome dell’associazione L’Armonia (Arti & Culture)

Adottiamo l'articolo 9. Tutti gli articoli principali (1-12) sono adottabili perché ognuno di essi rappresenta in maniera esemplare (certo, perfettibile) un aspetto della libertà e dell'unione fra gli uomini in una terra simbolo e mito di cultura e civiltà (in particolare mediterranea). Adottiamo, in particolare, l'articolo 9, perché solo attraverso la cultura (e dunque la civilisation ) si può riuscire a integrare forza della Libertà e forza dello Stato. Cultura come liberazione dall'Ignoranza ( intesa come cecità mentale) nel senso di non "ri-conoscenza" del/i valore/i dell'uomo/uomini.

 

 

Barbara Mancuso

Adotto l'art. 9 perché il rispetto e la tutela del nostro patrimonio stanno alla base di ogni senso civico.

 

 

Andrea Boni - Università degli studi di Trento

Io adotto l'articolo 9 perché credo nella ricerca scientifica, come mezzo per migliorare la vita dell'uomo. Perché credo nell'ambiente, come luogo dove l'uomo deve vivere ed essere felice. Lo adotto perché venga rispettato, ora più che mai.

 

Dario Berra - Torino

Adotto l'articolo 9, così conciso ma essenziale, nel quale vengono indicati valori fondamentali per qualunque Stato: cultura (non è certo verso una maggior cultura e soprattutto per la maggior parte delle persone che si sta muovendo il governo), ricerca scientifica e tecnica (messa in secondo piano da questo governo che ne ha diminuito gli stanziamenti); patrimonio storico e artistico (addirittura adesso si ventila la possibilità di alienare il nostro patrimonio artistico ai privati, mentre si tende a confondere e disconoscere momenti storici fondamentali quali la Resistenza).

 

 

Chiara Fastame

Voglio adottare l'articolo 9, dal momento che i tagli ai finanziamenti alla ricerca scientifica voluti da questo "regime" non giovano certo alla crescita e allo sviluppo del nostro Paese. L'Italia è un Paese che conta tanti ricercatori costretti a lavorare all'estero perché in Italia gli viene negata la possibilità. La stessa Rita Levi Montalcini, sostenitrice dei giovani ricercatori ha sottolineato più volte la fuga di cervelli all'estero. Ma in un Paese che è più toccato dalle carrambate o dai sederi in bella mostra nei vari spettacoli televisivi, fa più notizia l'unghia rotta della valletta del quiz...

 

 

Livio Tomei - Milano

Adotto l'articolo 9 della Costituzione perché pone le basi e indica i doveri e gli obblighi di questa società per il suo sviluppo più giusto e duraturo e perché troppo poco si è fatto in tal senso.
 
 
Marina Fresa - Roma

È un articolo così giusto e importante e ancora oggi così vero. Articolato in due parti autonome, ma strettamente connesse. Senza lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, tra l'altro,  diventa impossibile tutelare il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Paesaggio e arte che sono "patrimonio della Nazione", solo se sono riconosciuti come tali e sono valori condivisi. Di questo articolo così corposo, vorrei adottare in particolare la seconda parte:paesaggio e patrimonio. Da molti anni lo faccio già per lavoro e con passione. Lavoro infatti nelle istituzioni, sui temi del paesaggio e dell'architettura. Ma negli ultimi tempi, nel mio lavoro diventa sempre più difficile far valere le ragioni del paesaggio e del patrimonio. Questo governo sta dando la mazzata finale a un paesaggio un tempo di grande bellezza; diffusa uniformemente  su tutta la penisola, in ogni città, in ogni borgo. Oggi ne restano soltanto piccole icone. È necessario difenderle e espanderle. Per adottare questo articolo, mi piacerebbe costruire insieme ad

altre/i piccoli gesti che concretamente lo facciano vivere, qui e ora, nella mia città. Ci sono altri romani che vorrebbero adottare l'art.9? Se si mettiamoci in contatto.

 

 

Nicoletta Snaiderbaur

Io adotto l’articolo 9.

Senza ulteriori commenti, mi basterebbe che venga messo in pratica...

 

 

Anna Couvert

Io adotto l'articolo 9.

Perché durante la mia vita ce l'ho messa tutta per la salvaguardia della cultura e dell'ambiente.

Perché ora ho settant'anni ed è giunto il momento che io consegni ai miei nipoti questa terra così bella e così a rischio

Perché il dolore per l'imbarbarimento delle cose mi angoscia

Perché nel momento che affido l'eredità della vita vorrei che di questo fosse costituito il ricordo: bellezza e rispetto

 

 

Donatella Sciuto - Milano

Adotto l’articolo 9 perché, lavorando in Univeristà e occupandomi di ricerca, conosco lo stato della ricerca in Italia e mi rendo conto che questo articolo della Costituzione è disatteso non solo da chi ci governa ma anche dall’intera industria nazionale. L’errore è soprattutto nella mancanza di visione e prospettiva dell’industria nazionale e della politica nazionale della ricerca, come si può dedurre dai seguenti dati di fatto:

- Le imprese italiane hanno in pratica rinunciato a fare ricerca anche di breve termine, con la conseguente scelta di importare tutta la loro tecnologia dall’estero; la scarsa valorizzazione della ricerca si traduce in un comportamento spesso opportunistico delle imprese che, anche quando partecipano ai progetti di ricerca europei o nazionali, vedono tali partecipazioni solo come modi per assorbire costi aziendali e non come opportunità reali di crescita tecnologica.

- Pochissimi dottori di ricerca lavorano nelle aziende italiane, anche perché queste solitamente non riconoscono in termini retributivi la maggiore capacità dei dottori di ricerca rispetto ad altri laureati.  Invece negli USA un dottore di ricerca viene assunto in media con uno stipendio maggiore del 20% rispetto a un laureato.

- Le industrie multinazionali con direzione fuori Italia hanno la propensione a lasciare ai laboratori italiani poche briciole di lavoro di ricerca, e i dirigenti nazionali non osano o non possono lanciare progetti di grande respiro

- La scarsa propensione dell’industria nazionale a investire in ricerca si è manifestata con chiarezza con la caduta (per altri aspetti benefica) dei monopoli e dell’industria di Stato e con l’avvento delle privatizzazioni. In alcuni settori, quali le telecomunicazioni e l'energia elettrica, la caduta dei monopoli ha comportato il ridimensionamento o addirittura la cancellazione di importanti attività di ricerca. Se ne ricava l’impressione che l’industria veda la ricerca come un “optional” e non come un fattore vitale per la propria competitività

- D’altra parte, il finanziamento pubblico della ricerca ha una quota in percentuale sul PIL tra le più basse in Europa, lontanissimo non solo dagli Stati Uniti, ma anche dai nostri principali “partner” europei.  Inoltre, le modalità di elargizione di questi finanziamenti sono poco efficaci: le gare sono instabili (le regole cambiano ad ogni bando), poco trasparenti (non sono chiari i criteri di assegnazione) e stimolano “competizioni trasversali” (è più importante capire quale “cordata” verrà finanziata che non dare rigore scientifico, innovazione e concretezza alle proposte di ricerca). Spesso comunque un gruppo di ricerca, dopo aver investito tempo e impegno nel preparare una seria proposta di progetto, si ritrova a far parte di un tipico “finanziamento a pioggia”, dove in pratica tutti coloro che hanno presentato una proposta ottengono una quota trascurabile di fondi.

In questo modo, l’Italia è destinata a un impoverimento culturale e sociale: senza innovazioni, senza stimoli, si vive tutti peggio.

 

 

Orden Ascari - Rozzano (MI)

Scelgo di adottare l'art. 9 perché ritengo indispensabile che vengano stanziati ulteriori e cospicui investimenti per approfondire la ricerca scientifica e la conseguente applicabilità delle tecnologie occorrenti alla realizzazione in futuro di progetti necessari a una nazione ulteriormente progredita.

 

 

Catia Giarlanzani - Milano

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura, e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della nazione.

Molto di tutto questo è oggi ritenuto "puro superfluo" o peggio ancora "roba da ricchi": la cultura, la bellezza e l'arte, la scienza sono per chi se le può permettere. Eppure ci sono state figure che ci hanno insegnato che la cultura deve essere popolare e non popolaresca, che la si deve portare anche nelle periferie perché tutti abbiamo diritto alla partecipazione e quindi è necessario renderla il più fruibile possibile. La ricerca scientifica è il nostro futuro, ma preferiamo abdicare, serve troppo rigore, riusciamo a mantenere poche isole felici, altrimenti meglio esportare talenti. Il paesaggio e il patrimonio storico e artistico sono la nostra memoria, le nostre radici: noi siamo tutto questo, difendendo questi principi difendiamo noi stessi.... e torniamo a dare un valore alla cura dell'anima e della mente diventata troppo spesso un privilegio e non più un bisogno.

 

 

Marisa Iannella - Milano

Senza commento, adotto l'art. 9, con particolare riferimento alla tutela del paesaggio.

 

 

Guglielmo Rosignoli - Londra

Adotto l'articolo 9 perché mi riguarda direttamente. Per fare capire quanto questo articolo sia applicato bene basta dire che lavoro in Inghilterra per scelta non forzata, ma quasi, visto che in Italia le opportunità sono molto ridotte sia come numero che come qualità e, come tutti sanno, non sono un caso isolato (anzi!). Quello che fa veramente rabbia è che io (che non sono niente di speciale come ricercatore) e molti altri (e tra questi ce ne sono molti di speciali) potremmo fare ricerca in Italia. Ma la scelta praticamente non c' è e quindi io personalmente mi faccio valere qua (perché, se non vali niente, te ne vai a casa) e vi assicuro che ho delle grandi soddisfazioni che partono dal fatto che confrontandomi con i miei colleghi inglesi mi rendo conto di avere una preparazione superiore e una cultura più vasta, fatto però che intristisce se penso che l’Italia ha pagato gran parte della mia istruzione e altri la sfruttano, intristisce ancora di più se penso che l’istruzione pubblica è minacciata da pseudoriforme che sembrano rivolte solo alla riduzione di fondi e alla distruzione del sistema.

 

 

Orietta Gruppi - Milano

Sono preoccupata per l’impoverimento culturale e materiale che contraddistingue il nostro paese da ormai troppo tempo e così ho deciso di adottare l’art.9 che recita:

La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.

Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione

Facendo, inoltre, parte per ragioni professionali di quel mondo che stanno tentando a colpi di piccone di smantellare, la scuola, con riforme che ci portano indietro anni luce spero di essere la famosa gocciolina che modestamente fa sentire la sua voce indignata.

Ripetutamente in questi anni è stata sollevata la questione dell’inadeguatezza delle politiche scolastiche che penalizzavano l’insegnamento scientifico (purtroppo questo non accade per l’insegnamento artistico) nella scuola italiana; oggi ancora di più sono convinta che non ci può essere cultura vera e piena senza una solida formazione scientifica (e aggiungo “artistica”) che parta dalla scuola dell’obbligo.

Scienza, tecnica e arte sono ambiti disciplinari e culturali importanti e fondamentali per il sistema formativo dei cittadini di un paese che possiede tesori inestimabili.

L’indebolimento di una percezione del globale conduce all’indebolimento delle responsabilità, e la riforma scolastica che ci sta proponendo il governo propone vecchie antinomie epistemologiche: cultura umanistica, cultura scientifica, licei, istituti, sapere disinteressato, sapere professionale etc.

Ognuno tende a essere responsabile soltanto del suo compito specializzato e questo comporta uno scollamento anche nell’ambito della solidarietà in quanto perdita del legame coi concittadini.

La scuola deve distinguere e collegare non separare e ridurre.

E qui si potrebbe scrivere un ben triste romanzo…a proposito di fuga di cervelli, tagli dei finanziamenti, scempio del territorio italiano…investimenti in capitale umano…etc…etc

 

 

Gianni Sibilla - Milano

Credo che si sia davvero perso il senso di cosa voglia dire "promuovere la cultura" da qualche tempo a questa parte: forse promuovere l'omologazione attraverso la concentrazione nelle mani di una sola persona di sei-reti-sei televisive? forse decidere cosa è cultura e cosa no?

Cito un caso che mi tocca da vicino, in quanto operatore del settore musicale: i CD, da tempo immemorabile, hanno l'IVA al 20% perché sono considerati "beni di lusso", non prodotti culturali, figuriamoci un po’.

I libri, tutti i libri, hanno agevolazioni fiscali maggiori (IVA al 5%, se ben mi ricordo).

Forse la cosa che mi colpisce di più è che entrambi i casi che ho citato (conflitto d'interessi e legge sulla musica) sono residui non risolti del governo di centro-sinistra. E "la dirigenza" bolla la sacrosanta uscita di Nanni Moretti come critica distruttiva e lamento di un artista... Anche la ricerca scientifica non è messa meglio: lavorando in università mi scontro spesso e volentieri con la mancanza di fondi, con un tecnicismo e una burocratizzazione del sistema che ti fa spesso venire la voglia di scappare appena si può o appena si trova un posto più stabile, magari all'estero o in qualche campo di lavoro affine.

L'articolo 9 è uno dei "principi fondamentali" della Costituzione, e per questo vederlo disatteso tanto nelle piccole e quanto nelle grandi cose della quotidianità civile e politica fa ancora più male.

 

 

ALTRE ADOZIONI:

 

Lina Morselli – Villa Poma (MN)

Sottocoperta (sito non profit per la promozione della pace e delle culture dei diversi popoli della terra)

Ada Costalonga – Padova

Chiara Marzari - Padova

Federico Marchetti

Manuel Affilastro

Sonia Dessimone – Milano

Marinella Guglielmi - Torino

Alberto Armando - Torino

Cristina Pavesi – Milano

Barbara Caldarini – Milano

Giovanni Axerio – Milano

Cinzia Ciminera - San Donato Milanese (MI)

Elio Galiano - Brindisi