La Costituzione e le adozioni |
La Repubblica promuove lo sviluppo
della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e
artistico della Nazione.
Sergio
Cortese – Roma
La ricerca è fonte di sapere, di crescita, di
comprensione. E’ ciò che ci permette di migliorarci continuamente, sia
socialmente che culturalmente, di superare i nostri limiti. Ma la ricerca
scientifica ha bisogno di essere libera, perché “si sa cosa si cerca, ma non si
sa cosa si trova”. Difendo l’articolo 9, di fronte ai continui attacchi che il
potere politico muove per assoggettarla ai propri desideri, relegandola a
feudo, per promuovere non le idee ma le persone, quelle che più sono
disponibili a ricambiare i favori ricevuti.
Silvia
Breccolotti - Roma
Fa parte dei
principi fondamentali e rappresenta la civiltà. A pensarci bene, tutto dipende
dai valori che, con molta semplicità, vengono elencati in questo breve ma
completo articolo.
Daniela
Beatici - CNR - Area della Ricerca di Roma 2 Tor Vergata
La
Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
La cura e lo studio del passato per evolvere nel nostro futuro.
Giordana Campanella - Roma
...alla faccia delle tre "i"
tanto auspicate dal nostro governo... propongo in alternativa tre
"c": cultura, cultura, cultura.
Lara Bartoli - Varese
L'articolo 9 parla del nostro passato, attraverso la tutela del
patrimonio storico-artistico e paesaggistico del paese, e del nostro futuro,
attraverso la promozione della ricerca. Questi due aspetti inseparabili sono
indispensabili per la comprensione e lo sviluppo della nostra cultura. È dovere
di tutti darsi da fare per promuovere l'educazione e la sensibilizzazione in
questo senso...
Elena Checchetto - Mezzolombardo (TN)
L'arte e la cultura nobilitano l'uomo.
Dario Mazzucco - Bologna
Penso che sia necessario porre sempre in primo piano gli aspetti culturali e di ricerca scientifica del nostro paese affinché questo non rimanga solo uno "sterile" articolo costitutivo ma un principio fondante (mi sia permesso di aggiungere che un rapido sguardo alle nostre televisioni – pubbliche e private indifferentemente – e alle ns. radio, tranne pochissime e poco seguite eccezioni, offrano un doloroso panorama).
Elena Tagliabue - Milano
Promuovere la cultura significa investire prima di tutto sui
giovani, i continui tagli alle spese scolastiche non portano niente di buono.
Non solo. Una volta gli insegnanti erano anche educatori, se adesso si
azzardano a richiamare un alunno per un comportamento scorretto rischiano di
essere denunciati dai genitori. Sarebbe bello che l'idea di riportare
l'attenzione sui giusti valori venisse anche ai nostri politici. Ma loro devono
risparmiare e recuperare soldi anche vendendo opere di proprietà dello Stato.
Forse dovremmo leggere tutti più attentamente la Costituzione.
Arianna Borroni - Milano
Adotto l'articolo 9 perché considero il patrimonio
paesaggistico, storico e culturale della nostra Repubblica non solo come un bene
di cui è necessario poter continuare a usufruire integralmente e liberamente,
ma soprattutto perché costituisce parte fondamentale della nostra identità
culturale e come tale segno e vessillo dei valori alla base della nostra
civiltà. Sostengo inoltre la necessità di promuovere concretamente lo sviluppo
della cultura, strumento essenziale di formazione di una coscienza libera e
critica contro l'imbarbarimento e l'annichilimento a cui conduce l'ignoranza e
la stasi mentale.
Lara Giamporacro - Lonate Pozzolo (VA)
Come architetto e paesaggista la tutela del paesaggio e del
patrimonio storico è irrinunciabile. Sapere che la Costituzione è dalla parte
del paesaggio e del patrimonio storico culturale è dunque un punto fermo a
sostegno della mie convinzioni.
Silvia Reggiani - Rivalta di Torino (TO)
Rousseau ha detto che la natura è sempre interamente consolante.
Il paesaggio, l'arte, la cultura sono fonte di gioia, di passione, di voglia di
vivere per tanti di noi: cerchiamo di diventare sempre di più!!!
Adotto l'art. 9 (per ragioni evidenti) perché il nostro
patrimonio storico, artistico ed anche paesaggistico è una ricchezza di tutti
ed è dovere di tutti custodirlo e valorizzarlo.
Davanti agli attacchi di una destra mercantile, culturalmente
lontana dalla destra liberale a cui pretende richiamarsi, che concepisce
questo patrimonio come una ricchezza di sua proprietà da svendere per fare
cassa, bisogna rammentare e riscoprire l'impegno che l'art 9 della Costituzione
affida non solo alle istituzioni ma anche ad ogni semplice cittadino, padrone
pro-quota e responsabile pro-quota dell'integrità di tale inestimabile
ricchezza.
Davide Dalmiglio - Milano
Ritengo che lo sviluppo sociale di una nazione non possa
prescindere dall'attenzione verso la cultura, la ricerca. Lo sviluppo del
cervello oltre che del cuore sono alla base di tutto.
Angelo Rosanio - Quartu Sant'Elena (CA)
Il concetto espresso in questo articolo eleva al massimo grado
la necessità di favorire l'avanzamento culturale di tutta una nazione. La
gestione della cosa pubblica non può fermarsi al mero equilibrio di interessi e
necessità materiali, è ovvio, ma è bello che già nei primi articoli della
Costituzione questo sia messo fra le priorità di una collettività nazionale.
Anche la necessità di salvaguardia ambientale è un grande ideale cui far
riferimento anche se poi il difficile è applicare la regola.
Aurelia Siccardi - Milano
Che tristezza assistere impotenti allo sfacelo del
"giardino d'Europa". Abbiamo l'articolo 9 che, se ben applicato,
potrebbe limitare i danni che incuria e ignoranza hanno perpetrato.
Maria Grazia
Caffarelli - San Piero Patti (ME)
Sono musicista .Credo fermamente nel valore formativo della cultura,
credo che l'ignoranza attuale sia voluta dai potenti, mi batto nel mio
quotidiano affinché la cultura, la musica e le arti possano essere praticate
dal maggior numero di persone per crescere in autonomia di pensiero e avere
spazi creativi che permettano l'equilibrio di una vita fatta di passioni ed
emozioni .La repubblica dovrebbe dunque promuovere lo sviluppo della cultura e
non mortificarla.
Gabriella Brunetti Alfonsine (RA)
Adotto l'articolo 9 della
Costituzione perché mai come in questo periodo di manovre politiche poco
limpide è necessario ribadire il dovere della tutela e della conservazione del
patrimonio storico-artistico nonché di quello ambientale. Esso è e deve
rimanere patrimonio di tutti i cittadini, lo Stato deve pertanto garantirne la
fruibilità e la valorizzazione.
Evidentemente c'è ancora chi, nel XXI secolo, non è capace di cogliere
compiutamente l'insieme di valori di cui è portatore ogni singolo bene, sia
esso il Colosseo o la più piccola pieve di campagna. Ogni monumento rappresenta
la testimonianza materiale della nostra storia, la memoria della nostra
identità culturale.
"Non c'è futuro senza passato" ammoniva Goethe e
questa consapevolezza dovrebbe guidare le nostre azioni ogni volta che si
interviene a qualsiasi titolo su un bene culturale. Oltretutto è bene
ribadire che è nostro dovere custodire i beni del passato perché essi non ci
appartengono del tutto, John Ruskin diceva infatti: "essi appartengono, in
parte a coloro che li hanno costruiti e in parte a tutte le generazioni umane
che ci seguiranno". Dobbiamo trasmetterli alle generazioni future nelle
migliori condizioni possibili. Questo è indice di civiltà. E in questo senso si
è sempre orientata la legislazione italiana in materia di conservazione, dagli
albori ad oggi:!
Non possiamo accettare che ora si calpestino i principi su cui è sorta la
politica della tutela nel nostro Paese.
Lucia Bruguier - Scandicci (FI)
Anche se molto in
ritardo vorrei adottarli tutti, perché quasi tutti in pericolo,
ma gli art. 9 e 66 mi sembrano da difendere ad ogni costo, ora come non
mai.
Il 9 perché arte, paesaggio e ricerca corrono con questo governo dei gravissimi pericoli, il 66 perché ho l'impressione che si faccia di tutto per metterlo in disuso, tanto più perché a decidere nel merito sono spesso persone che per ragioni morali, processuali o di conflitto, non avrebbero mai dovute essere elette come rappresentanti del popolo.
Claudia Di Stefano - Sesto San Giovanni (MI)
Senza sviluppo
culturale o tutela dell'ambiente e dei beni culturali, che razza di repubblica
si diventa?
Fabio Rosa -
Anguillara Sabazia (RM)
Adotto l’articolo 9,
per aumentare l'attenzione sulla necessità di risorse in questi ambiti.
Roberto Gaetani -
Civitanova Marche (MC)
Io adotto l'art. 21
sulla libertà di espressione perché sono stanco di essere considerato un
comunista, un estremista o antidemocratico tutte le volte che non condivido il
Berlusconi-pensiero. Vorrei anche adottare l'art. sulla conservazione del
patrimonio ambientale e culturale italiano. Salviamo il Belpaese
dall'ossessione cementificatoria!
Adotto l'articolo 9 perché è giusto che lo Stato italiano si
occupi della tutela dell'ambiente e il progresso scientifico e tecnologico.
Sergio Vadacca - Napoli
Adotto
l'art. 9 della nostra Costituzione. Trovo affascinante il modo in cui in esso sono sapientemente
affiancati e posti al centro dell'attenzione il lavoro dell'uomo che costruisce
il futuro, l'opera della natura e quella dell'uomo del passato. Mi impegno a
difenderlo, nella convinzione che solo l'equilibrio tra la naturale proiezione
verso ciò che sarà e la rispettosa considerazione di ciò che è stato ci
consenta di vivere responsabilmente il nostro presente.
Anna Maria
Cherubini - Grosseto
Adotto
gli articoli 9 e 34 che penso debbano essere interpretati nel senso della
necessità della natura pubblica della scuola, unica possibilità per assicurare
la serietà e imparzialità dell'insegnamento ed evitare che la cultura sia
piegata strumentalmente a fini di parte e, quindi, non sia diffusa con la
dovuta obiettività e completezza.
Adotto l'art.9 di cui condivido pienamente le motivazioni che
hanno ispirato uomini di elevato senso morale e di grande responsabilità a
formulare dei principi che possono costituire fondamento e patrimonio di tutta
la civiltà. Altri uomini, purtroppo, sono riusciti a disattendere in toto le
loro aspettative. Molto meglio mantenere i popoli nell'ignoranza. Si può
comandare e razzolare con maggiore disinvoltura.
Carlo Carozzi -
Milano
Adotto l'art.9 della Costituzione in ragione dello scarso
impegno da parte degli organi di governo italiani verso lo sviluppo della
cultura e della ricerca.
Marco Ghetti
Cari amici, ho 48 anni, sono sposato, ho tre figli e mi occupo
di formazione e sviluppo del management. Seguo da qualche tempo la vostra
iniziativa attraverso il sito e le chiacchierate fuori dalla scuola dei nostri
figli con Andrea Marietti. Trovo interessante l'iniziativa, perché affronta la
questione dello sviluppo della nostra civiltà politica in termini positivi, e
non come spesso avviene, distruttivi e polemici. Vorrei adottare l’articolo 9:
“La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e
tecnica.Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Perché? Beh, la cosa più semplice che mi viene da dire è che in questo articolo
è racchiusa la definizione di oggi della cosa che Smith chiamava nel settecento
la Ricchezza delle Nazioni. Una ricchezza vera, che moltiplica valore per
tutti, che è fruibile da tutti, e che unendo conoscenza, cura della memoria e
dell'arte ci rende non solo più ricchi, ma anche persone migliori.
Barbara Carretti
Io ho scelto di adottare l'articolo 9 e l'articolo 11 della
Costituzione perché penso che la prosperità e la civiltà di un paese passino
soprattutto attraverso la promozione della cultura e della pace.
Monica Glebocki -
Ancona
Lavoro all'università in mezzo alla ricerca, traducendo o
correggendo testi.
Magari l'articolo 9 fosse applicato bene! La cultura, la
ricerca, sembrano sempre più marginali nelle politiche governative e invece
sono basi fondamentali per lo sviluppo, e per la crescita intellettuale, del
paese. E' un articolo di grande importanza perché la possibilità di accedere a
una buona educazione, alla cultura, arricchisce e rende più forte non solo
l'individuo ma la società stessa.
Riccardo Muratore –
Genova
Se penso che abbiamo da gestire il più bel paese dell'universo!!!!!!
Camilla Sambo -
Parigi
Io adotto l'articolo 9. Si tratta di un articolo che sento
particolarmente importante in un momento in cui in Italia si operano tagli al
finanziamento della cultura e in cui si vogliono privatizzare monumenti e opere
del patrimonio culturale del Paese. Un patrimonio che appartiene ai cittadini e
dovrebbe essere rispettato, protetto – e anche arricchito, migliorato grazie
all'evoluzione tecnologica e alla ricerca – da parte di ogni singolo e
naturalmente dallo Stato.
Vorrei
adottare l'articolo 9.
Quello
che fra tutti gli altri sembra essere il più ignorato e disatteso.
Quello
che fra tutti gli altri sembra essere il meno rispettato e applicato.
Massimo
Fazzari – Napoli – a nome dell’associazione
L’Armonia (Arti & Culture)
Adottiamo
l'articolo 9. Tutti
gli articoli principali (1-12) sono adottabili perché ognuno di essi
rappresenta in maniera esemplare (certo, perfettibile) un aspetto della libertà
e dell'unione fra gli uomini in una terra simbolo e mito di cultura e civiltà
(in particolare mediterranea). Adottiamo, in particolare, l'articolo 9, perché
solo attraverso la cultura (e dunque la
civilisation ) si
può riuscire a integrare forza della Libertà e forza dello Stato.
Cultura come liberazione dall'Ignoranza (
intesa come cecità mentale) nel senso di non "ri-conoscenza" del/i
valore/i dell'uomo/uomini.
Adotto l'art. 9 perché il rispetto e la tutela del nostro
patrimonio stanno alla base di ogni senso civico.
Andrea Boni -
Università degli studi di Trento
Io adotto l'articolo 9 perché credo nella ricerca scientifica,
come mezzo per migliorare la vita dell'uomo. Perché credo nell'ambiente, come
luogo dove l'uomo deve vivere ed essere felice. Lo adotto perché venga
rispettato, ora più che mai.
Dario Berra -
Torino
Adotto
l'articolo 9, così conciso ma essenziale, nel quale vengono indicati valori
fondamentali per qualunque Stato: cultura (non è certo verso una maggior
cultura e soprattutto per la maggior parte delle persone che si sta muovendo il
governo), ricerca scientifica e tecnica (messa in secondo piano da questo
governo che ne ha diminuito gli stanziamenti); patrimonio storico e artistico
(addirittura adesso si ventila la possibilità di alienare il nostro patrimonio
artistico ai privati, mentre si tende a confondere e disconoscere momenti
storici fondamentali quali la Resistenza).
Chiara Fastame
Voglio adottare l'articolo 9, dal momento che i tagli ai
finanziamenti alla ricerca scientifica voluti da questo "regime" non
giovano certo alla crescita e allo sviluppo del nostro Paese. L'Italia è un
Paese che conta tanti ricercatori costretti a lavorare all'estero perché in
Italia gli viene negata la possibilità. La stessa Rita Levi Montalcini,
sostenitrice dei giovani ricercatori ha sottolineato più volte la fuga di
cervelli all'estero. Ma in un Paese che è più toccato dalle carrambate o dai
sederi in bella mostra nei vari spettacoli televisivi, fa più notizia l'unghia
rotta della valletta del quiz...
Livio Tomei - Milano
Adotto l'articolo 9 della Costituzione perché pone le basi e indica i doveri e gli obblighi di questa società per il suo sviluppo più giusto e duraturo e perché troppo poco si è fatto in tal senso.
Marina Fresa - Roma
È un articolo così giusto e importante e ancora oggi così vero. Articolato in due parti autonome, ma strettamente connesse. Senza lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica, tra l'altro, diventa impossibile tutelare il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Paesaggio e arte che sono "patrimonio della Nazione", solo se sono riconosciuti come tali e sono valori condivisi. Di questo articolo così corposo, vorrei adottare in particolare la seconda parte:paesaggio e patrimonio. Da molti anni lo faccio già per lavoro e con passione. Lavoro infatti nelle istituzioni, sui temi del paesaggio e dell'architettura. Ma negli ultimi tempi, nel mio lavoro diventa sempre più difficile far valere le ragioni del paesaggio e del patrimonio. Questo governo sta dando la mazzata finale a un paesaggio un tempo di grande bellezza; diffusa uniformemente su tutta la penisola, in ogni città, in ogni borgo. Oggi ne restano soltanto piccole icone. È necessario difenderle e espanderle. Per adottare questo articolo, mi piacerebbe costruire insieme ad
altre/i piccoli gesti che concretamente lo facciano vivere,
qui e ora, nella mia città. Ci sono altri romani che vorrebbero adottare
l'art.9? Se si mettiamoci in contatto.
Nicoletta Snaiderbaur
Io adotto l’articolo 9.
Senza ulteriori commenti, mi basterebbe che venga messo in
pratica...
Anna Couvert
Io adotto l'articolo 9.
Perché durante la mia vita ce l'ho messa tutta per la
salvaguardia della cultura e dell'ambiente.
Perché ora ho settant'anni ed è giunto il momento che io
consegni ai miei nipoti questa terra così bella e così a rischio
Perché il dolore per l'imbarbarimento delle cose mi angoscia
Perché nel momento che affido l'eredità della vita vorrei che di
questo fosse costituito il ricordo: bellezza e rispetto
Donatella Sciuto -
Milano
Adotto l’articolo 9 perché, lavorando in Univeristà e occupandomi di
ricerca, conosco lo stato della ricerca in Italia e mi rendo conto che questo
articolo della Costituzione è disatteso non solo da chi ci governa ma anche
dall’intera industria nazionale. L’errore è soprattutto nella mancanza di
visione e prospettiva dell’industria nazionale e della politica nazionale della
ricerca, come si può dedurre dai seguenti dati di fatto:
- Le imprese italiane hanno
in pratica rinunciato a fare ricerca anche di breve termine, con la conseguente
scelta di importare tutta la loro tecnologia dall’estero; la scarsa
valorizzazione della ricerca si traduce in un comportamento spesso
opportunistico delle imprese che, anche quando partecipano ai progetti di
ricerca europei o nazionali, vedono tali partecipazioni solo come modi per
assorbire costi aziendali e non come opportunità reali di crescita
tecnologica.
- Pochissimi dottori
di ricerca lavorano nelle aziende italiane, anche perché queste solitamente non
riconoscono in termini retributivi la maggiore capacità dei dottori di ricerca
rispetto ad altri laureati. Invece
negli USA un dottore di ricerca viene assunto in media con uno stipendio
maggiore del 20% rispetto a un laureato.
- Le industrie
multinazionali con direzione fuori Italia hanno la propensione a lasciare ai
laboratori italiani poche briciole di lavoro di ricerca, e i dirigenti
nazionali non osano o non possono lanciare progetti di grande respiro
- La scarsa
propensione dell’industria nazionale a investire in ricerca si è manifestata
con chiarezza con la caduta (per altri aspetti benefica) dei monopoli e
dell’industria di Stato e con l’avvento delle privatizzazioni. In alcuni
settori, quali le telecomunicazioni e l'energia elettrica, la caduta dei
monopoli ha comportato il ridimensionamento o addirittura la cancellazione di
importanti attività di ricerca. Se ne ricava l’impressione che l’industria
veda la ricerca come un “optional” e non come un fattore vitale per la propria
competitività
- D’altra parte, il
finanziamento pubblico della ricerca ha una quota in percentuale sul PIL tra le
più basse in Europa, lontanissimo non solo dagli Stati Uniti, ma anche dai
nostri principali “partner” europei. Inoltre,
le modalità di elargizione di questi finanziamenti sono poco efficaci: le gare
sono instabili (le regole cambiano ad ogni bando), poco trasparenti (non sono
chiari i criteri di assegnazione) e stimolano “competizioni trasversali” (è più
importante capire quale “cordata” verrà finanziata che non dare rigore
scientifico, innovazione e concretezza alle proposte di ricerca). Spesso
comunque un gruppo di ricerca, dopo aver investito tempo e impegno nel
preparare una seria proposta di progetto, si ritrova a far parte di un tipico
“finanziamento a pioggia”, dove in pratica tutti coloro che hanno presentato
una proposta ottengono una quota trascurabile di fondi.
In questo modo, l’Italia è destinata a un impoverimento culturale e sociale:
senza innovazioni, senza stimoli, si vive tutti peggio.
Orden Ascari -
Rozzano (MI)
Scelgo di adottare l'art. 9
perché ritengo indispensabile che vengano stanziati ulteriori e cospicui
investimenti per approfondire la ricerca scientifica e la conseguente
applicabilità delle tecnologie occorrenti alla realizzazione in futuro di
progetti necessari a una nazione ulteriormente progredita.
Catia Giarlanzani -
Milano
La Repubblica promuove lo sviluppo della
cultura, e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il
patrimonio storico e artistico della nazione.
Molto di tutto questo è oggi ritenuto "puro superfluo"
o peggio ancora "roba da ricchi": la cultura, la bellezza e l'arte,
la scienza sono per chi se le può permettere. Eppure ci sono state figure che ci hanno
insegnato che la cultura deve essere popolare e non popolaresca, che la si deve
portare anche nelle periferie perché tutti abbiamo diritto alla partecipazione
e quindi è necessario renderla il più fruibile possibile. La ricerca scientifica
è il nostro futuro, ma preferiamo abdicare, serve troppo rigore, riusciamo a
mantenere poche isole felici, altrimenti meglio esportare talenti. Il paesaggio
e il patrimonio storico e artistico sono la nostra memoria, le nostre radici:
noi siamo tutto questo, difendendo questi principi difendiamo noi stessi.... e
torniamo a dare un valore alla cura dell'anima e della mente diventata troppo
spesso un privilegio e non più un bisogno.
Marisa Iannella -
Milano
Senza commento, adotto l'art. 9, con particolare
riferimento alla tutela del paesaggio.
Guglielmo Rosignoli
- Londra
Adotto l'articolo 9 perché mi riguarda
direttamente. Per fare capire quanto questo articolo sia applicato bene basta dire
che lavoro in Inghilterra per scelta non forzata, ma quasi, visto che in Italia
le opportunità sono molto ridotte sia come numero che come qualità e, come
tutti sanno, non sono un caso isolato (anzi!). Quello che fa veramente rabbia è
che io (che non sono niente di speciale come ricercatore) e molti altri (e tra
questi ce ne sono molti di speciali) potremmo fare ricerca in Italia. Ma la
scelta praticamente non c' è e quindi io personalmente mi faccio valere qua
(perché, se non vali niente, te ne vai a casa) e vi assicuro che ho delle
grandi soddisfazioni che partono dal fatto che confrontandomi con i miei
colleghi inglesi mi rendo conto di avere una preparazione superiore e una
cultura più vasta, fatto però che intristisce se penso che l’Italia ha pagato
gran parte della mia istruzione e altri la sfruttano, intristisce ancora di più
se penso che l’istruzione pubblica è minacciata da pseudoriforme che sembrano
rivolte solo alla riduzione di fondi e alla distruzione del sistema.
Orietta Gruppi -
Milano
Sono preoccupata per l’impoverimento culturale
e materiale che contraddistingue il nostro paese da ormai troppo tempo e così
ho deciso di adottare l’art.9 che recita:
La Repubblica promuove lo sviluppo della
cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e
artistico della Nazione
Facendo, inoltre, parte per ragioni professionali di quel mondo
che stanno tentando a colpi di piccone di smantellare, la scuola, con riforme
che ci portano indietro anni luce spero di essere la famosa gocciolina che
modestamente fa sentire la sua voce indignata.
Ripetutamente in questi anni è stata sollevata
la questione dell’inadeguatezza delle politiche scolastiche che penalizzavano l’insegnamento
scientifico (purtroppo questo non accade per l’insegnamento artistico) nella
scuola italiana; oggi ancora di più sono convinta che non ci può essere cultura
vera e piena senza una solida formazione scientifica (e aggiungo “artistica”)
che parta dalla scuola dell’obbligo.
Scienza, tecnica e arte sono ambiti
disciplinari e culturali importanti e fondamentali per il sistema formativo dei
cittadini di un paese che possiede tesori inestimabili.
L’indebolimento di una percezione del globale
conduce all’indebolimento delle responsabilità, e la riforma scolastica che ci
sta proponendo il governo propone vecchie antinomie epistemologiche: cultura
umanistica, cultura scientifica, licei, istituti, sapere disinteressato, sapere
professionale etc.
Ognuno tende a essere responsabile soltanto
del suo compito specializzato e questo comporta uno scollamento anche
nell’ambito della solidarietà in quanto perdita del legame coi concittadini.
La scuola deve distinguere e collegare non separare e ridurre.
E qui si potrebbe scrivere un ben triste romanzo…a proposito di
fuga di cervelli, tagli dei finanziamenti, scempio del territorio
italiano…investimenti in capitale umano…etc…etc
Gianni Sibilla -
Milano
Credo che si sia davvero perso il senso di
cosa voglia dire "promuovere la cultura" da qualche tempo a questa
parte: forse promuovere l'omologazione attraverso la concentrazione nelle mani
di una sola persona di sei-reti-sei televisive? forse decidere cosa è cultura e
cosa no?
Cito un caso che mi tocca da vicino, in quanto
operatore del settore musicale: i CD, da tempo immemorabile, hanno l'IVA al 20%
perché sono considerati "beni di lusso", non prodotti culturali,
figuriamoci un po’.
I libri, tutti i libri, hanno agevolazioni
fiscali maggiori (IVA al 5%, se ben mi ricordo).
Forse la cosa che mi colpisce di più è che
entrambi i casi che ho citato (conflitto d'interessi e legge sulla musica) sono
residui non risolti del governo di centro-sinistra. E "la dirigenza"
bolla la sacrosanta uscita di Nanni Moretti come critica distruttiva e lamento
di un artista... Anche la ricerca scientifica non è messa meglio: lavorando in
università mi scontro spesso e volentieri con la mancanza di fondi, con un
tecnicismo e una burocratizzazione del sistema che ti fa spesso venire la voglia
di scappare appena si può o appena si trova un posto più stabile, magari
all'estero o in qualche campo di lavoro affine.
L'articolo 9 è uno dei "principi
fondamentali" della Costituzione, e per questo vederlo disatteso tanto
nelle piccole e quanto nelle grandi cose della quotidianità civile e politica
fa ancora più male.
ALTRE
ADOZIONI:
Lina Morselli –
Villa Poma (MN)
Sottocoperta
(sito non profit per la promozione della pace e delle
culture dei diversi popoli della terra)
Ada Costalonga –
Padova
Chiara Marzari -
Padova
Federico Marchetti
Manuel Affilastro
Sonia Dessimone – Milano
Marinella Guglielmi
- Torino
Cristina Pavesi – Milano
Giovanni Axerio – Milano
Cinzia
Ciminera - San Donato Milanese (MI)
Elio Galiano - Brindisi