La Costituzione e le adozioni |
La donna lavoratrice ha gli stessi
diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore.
Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento della sua essenziale
funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata
protezione.
La legge stabilisce il limite minimo di età per il
lavoro salariato.
La Repubblica tutela il lavoro dei minori con speciali
norme e garantisce ad essi, a parità di lavoro, il diritto alla parità di
retribuzione.
Patrizia Zoffo - Sequals (PN)
Voto l'art.37 sperando che la parità tra lavoratori e lavoratrici
non abbia una attuazione solo formale (falsa parità) ma bensì sostanziale.Ciò
vuol dire che il legislatore non può e non deve prescindere dalla diversità che
obiettivamente esiste tra uomo e donna ma al contrario deve partire da questa
diversità e fare in modo che la donna possa realizzarsi, se lo vuole, anche
come madre senza dover per forza fare una scelta tra lavoro e famiglia.
Maria Grazia
Cammarota – Cassano d’Adda (MI)
Adotto questo
articolo contro ogni forma di sfruttamento dei minori.
Caterina Fallanca -
Cantù (CO)
Ho deciso di adottare l'art. 37 perché è quello, tra tutti, che
in questo momento della mia vita sento di dover tutelare, per diversi motivi.
La mia è una scelta dettata essenzialmente dall'istinto. Pur non essendo madre
mi sento assolutamente vicina a tutte quelle donne che vivono quotidianamente
il conflitto tra l'ambizione professionale e il desiderio di poter passare più
tempo con i loro figli. Una donna con famiglia nella nostra società si trova
più spesso a doversi assentare dal luogo di lavoro rispetto ai propri colleghi
uomini, per accudire il proprio piccolo malato o anche solo per accompagnarlo
dal medico. Questo costituisce una discriminante per i datori di lavoro sia in
fase di assunzione (quante volte nel corso dei miei colloqui di lavoro mi sono
sentita chiedere se avevo figli o se avevo intenzione di averne.... che
domande... certo che ho intenzione di averne!!! Ma qualcuno lo chiede mai agli
uomini?), sia nell'eventuale momento della promozione. Non credo, e
personalmente non ho mai sperimentato in nessuna delle mie passate e presenti
esperienze di lavoro, condizioni di lavoro che consentissero alla donna
lavoratrice l'adempimento della sua essenziale funzione familiare o comunque assicurassero
alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione. E non parlo solo di
parità di salario, segreto sogno nel cassetto di gran parte delle donne. Parlo
di aiuti pratici, tangibili e di un profondo e necessario cambiamento della
nostra cultura. Per quale motivo una donna lavoratrice deve fare una scelta tra
l'essere madre e crescere professionalmente? Perché non le permettiamo di
esercitare entrambi i ruoli, se lo vuole, dandole il necessario sostegno
pratico e psicologico? Diventare madre ed esserlo poi ogni singolo giorno è per
me uno dei principali motivi per cui è bello essere donne. Essere discriminate
in ambito lavorativo perché ritenute non affidabili al 100% e non trovare alcun
sostegno da parte della nostra società è uno dei tanti motivi per cui a volte
vorrei invece essere un uomo. L'art. 37 della nostra Costituzione protegge le
madri lavoratrici. Iniziamo con l'adottarlo noi tutti ogni giorno e aiutiamo
anche i nostri figli, fratelli, padri, colleghi e datori di lavoro a capirne l'importanza
per la nostra società e a farlo.
Claudia Baldi -
Genova
Ho già adottato l'art. 14 ma vorrei adottare anche l'art. 37 che
protegge le donne lavoratrici in onore di mia madre: alla fine degli anni 50
lei era impiegata in una grande compagnia di assicurazioni, ma all'epoca (non
esisteva ancora lo statuto dei lavoratori!), alle donne, insieme al contratto
di assunzione, veniva fatta firmare la lettera di licenziamento con la data in
bianco! Così, nel momento in cui la lavoratrice si fosse sposata... sarebbe
bastato aggiungere la data per licenziarla! Mia madre nel 1961 dovette sposarsi
"di nascosto" da suoi colleghi e superiori, avere un figlio non
sarebbe stato nemmeno pensabile. Adotto questo articolo per tutte le donne che,
come mia madre, hanno conosciuto vessazioni di questo genere.
Fausto Tuscano -
Salisburgo
Sono compositore e insegnante d'italiano a Salisburgo (Austria). Vivo qui ormai da cinque anni e vedo con molta preoccupazione quanto sta accadendo in Italia da un anno a questa parte. Mi piace molto la vostra iniziativa. Vorrei adottare anch'io alcuni articoli della Costituzione, e cioè gli articoli 33, 34, 37 e 39 perché li ritengo fondamentali per un futuro democratico della Repubblica Italiana.
Adotto l'articolo 37 perché mi sembra un articolo ampiamente
disatteso nel mondo del lavoro italiano. Non credo che la parità di salario sia
una realtà nelle aziende del nostro paese, salvo forse nel settore pubblico; e
comunque spesso l'equivalenza funzionale di fatto non è riconosciuta di diritto
e la pari retribuzione sfuma di conseguenza. Inoltre ritengo che, sebbene molto
sia stato fatto per la tutela delle lavoratrici madri, prevalga ancora
l'opinione che i figli siano un problema del tutto privato e che dunque la
lavoratrice madre si debba "organizzare" per far fronte ai propri
impegni familiari e di lavoro su base puramente privata. Così non è. I figli
hanno alcune caratteristiche di quelli che gli economisti chiamano beni
pubblici – e questo è ben compreso in alcune società cosiddette primitive,
nelle quali la cura dei piccoli viene condivisa dal gruppo sociale – e dunque
costi e benefici dei bambini devono ricadere almeno in parte sul collettivo.
Banalmente ciò è così perché un prato pieno di bambini vocianti è più simpatico
di un prato pieno di automobili in sosta. Ma ciò è così soprattutto perché una
società senza bambini invecchia e muore nel giro di pochi decenni; e invecchia
nella povertà, perché i sistemi pensionistici in atto nei paesi europei
occidentali si basano sullo schema pay as you go, nel quale sono le
generazioni giovani a pagare le pensioni in ogni momento alle generazioni più
vecchie. Il tasso di natalità rappresenta dunque il saggio di rendimento del
capitale investito in ogni momento dai cittadini che lavorano. Con un tasso di
natalità prossimo allo zero, il capitale delle nostre società non rende nulla e
si consuma, anno dopo anno. Infine, perlomeno in Italia, la rete di assistenza
agli anziani poco o nulla autosufficienti, si basa quasi interamente sul
volontariato della famiglia, dei figli, come nelle più tradizionali società
contadine. E noi abbiamo lasciato la terra da molto tempo ormai; ma ci siamo
dimenticati di sostituirla.
Ecco dunque ciò di cui ogni singola madre che lavora deve
convincersi: se rifiuta di fare straordinari (pagati a chi invece li fa), se
avanza richiesta di part-time (e accetta di conseguenza una riduzione di
salario, contributi etc.), se deve improvvisamente assentarsi in aspettativa (a
stipendio zero) per curare i propri piccoli, non sta chiedendo regali a
nessuno. Sta assolvendo alla sua essenziale funzione familiare, che la
Costituzione sancisce e si impegna a proteggere e che si vede così spesso
disattesa, contando sul senso di colpa del singolo.
La Costituzione le protegge, le madri che lavorano; ma quante di
loro lo sanno?
Sara Zanini
Cari amici, anch'io alla fine ce l'ho fatta.... ho scelto! Scelgo l’articolo
37 perché gli unici momenti in cui avrei voluto essere uomo, sono stati quelli
in cui mi trovavo a dover affrontare colloqui di lavoro e credetemi ne ho fatti
veramente tanti e per ogni tipologia. Mi sentivo discriminata solo per il fatto
di essere donna e quindi probabile futura moglie e quindi probabile genitrice
ecc....Un caro saluto a tutti.
Finalmente ho scelto!
Ho scelto l'art. 37 perché... se non ci fosse
bisognerebbe inventarlo! è una
scelta che faccio d'istinto, perché è uno degli articoli che sento più vicini a
me in questo momento della mia vita, in cui mi trovo così spesso in conflitto
tra l'ambizione professionale e il desiderio di stare di più con la mia
bambina. D'altra parte in Italia oggi il lavoro e la famiglia non sono ancora
così facilmente conciliabili (e poi tutti conosciamo le difficoltà che si
incontrano oggi nel risolvere i conflitti d'interesse...) e ritengo sia prima
di tutti lo Stato che possa promuovere iniziative che vadano in direzione di un
sostegno della flessibilità e di forme di lavoro alternative: ben venga quindi
l'art. 37!!