La Costituzione e le adozioni |
Ogni
cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi necessari per vivere ha
diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.
I lavoratori hanno diritto che siano
preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di
infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria.
Gli inabili ed i minorati hanno diritto
all’educazione e all’avviamento professionale.
Ai compiti previsti in questo articolo
provvedono organi ed istituti predisposti o integrati dallo Stato.
L’assistenza privata è libera.
Sono docente di Organizzazione dei servizi sociali nel corso di
laurea di servizio sociale presso la facoltà di Scienze politiche di Firenze.
Partecipo all'iniziativa adottando l'art. 38. Credo che lo Stato, cioè tutti
noi, dobbiamo essere solidali e pertanto credo nel diritto di tutti i cittadini
a vivere una vita dignitosa con l'aiuto dello Stato, se necessario. L'indirizzo
dell'attuale governo mi sembra più orientato ad un modello di società egoistica
e edonistica e pertanto credo sia importante ribadire il valore della
solidarietà sociale.
Anffas
(Associazione nazionale famiglie disabili intellettivi e relazionali) –Vicenza
L'Anffas di Vicenza ritiene che i principi ispirativi della
Carta Costituzionale siano tuttora fondamentali per la convivenza civile nella
nostra società. In particolare, tenuto conto delle finalità istituzionali della
nostra Associazione, l'art. 38 sembra, tra gli altri, quello che merita una
peculiare sottolineatura: è importante, infatti, che una società civile tuteli
i propri cittadini più svantaggiati, garantendo loro la dignità del lavoro,
inteso sia come diritto su cui si fonda la Costituzione stessa della Repubblica
(art. 1), sia come mezzo per interagire con gli altri. Certamente molti dei
nostri familiari disabili non potranno accedere a tutte le tipologie di lavoro,
alcuni forse a nessuna di quelle comunemente intese: l'art. 38, in tal caso, fa
riferimento al diritto al mantenimento e all'assistenza sociale e ciò, per noi,
non significa tanto accedere alla pubblica "carità", quanto piuttosto
che la società pone in essere tutti gli strumenti a sua disposizione per
offrire ai cittadini disabili le migliori opportunità di integrazione nella
vita di relazione in tutte la fasi della loro esistenza.
È oggettivamente difficile adottare un solo
articolo: io adotto tutta la Costituzione, in quanto assolutamente
attuale, difficilmente migliorabile (nonostante certe “pretese” dettate più da
particolarismi partitici ed egoistici, che non da esigenze innovative) e nato
dall’esigenza di impegno solidale di un popolo uscito martoriato da anni di
oscurantismo fascista, di occupazione e di guerra civile.
Sono il presidente di un’Associazione
vicentina di tutela dei disabili intellettivi.
Per questa e per altre ragioni, dovendo
scegliere di adottare un solo articolo della Costituzione, ritengo che il 38
debba essere assolutamente mantenuto, semmai, ove possibile, migliorato. Ciò in
quanto il principio di solidarietà costituzionale nei confronti dei
lavoratori tutti e di quelli svantaggiati per cause inabilitanti in
particolare, è essenziale al miglioramento di una società, come la nostra,
che sta dimostrando un sempre crescente logorio dovuto all’accentuarsi della
logica del mercato, inteso più come fine che come mezzo. È il mercato per
l’uomo o l’uomo per il mercato??
È chiaro che in una tale logica il disabile
aggiunge all’handicap psico-fisico il disagio sociale: e questo non può essere
accettato, al di là dei costi e delle implicazioni politiche!
Non c’è dubbio che l’art. 38 deve essere
“letto” e reso efficace in quanto strettamente correlato con l’art. 3
(Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge,
senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni
politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica
rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto
la libertà e l’eguaglianza dei cittadini…..) e con l’art. 32 (La
Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività…..): in buona sostanza tutta, dico TUTTA la
Costituzione deve trovare slancio e condivisione maggiori, al di là delle
“maggioranze” contingenti che si determinano in Italia (troppo spesso,
peraltro, di discutibile origine – non sotto il profilo costituzionale,
ovviamente -) e al di là degli orientamenti politico-demagogici di qualche
piccolo politico che si sente immenso.
Sono grata a Adottiamo la Costituzione perché
volendo adottare un articolo, e dovendo sceglierne uno solo, sono stata
obbligata a rileggere tutti gli articoli della nostra Costituzione, trovando
una difficoltà enorme a privilegiarne uno soltanto. Tante volte ho pensato con
ammirazione ai nostri padri Costituenti, a quanto siano stati intelligenti,
lungimiranti e colti, tanto da riuscire, in un tempo relativamente molto breve
(un anno e mezzo), a trovare un accordo fra le differenti ideologie, e quindi
le diverse opinioni religiose, politiche, economiche che li caratterizzavano. E
tanto più li ammiro oggi che i tentativi di modificare la Costituzione si
susseguono e producono slabbrature e a volte vere e proprie incongruenze
rispetto allo spirito originario.
Gli articoli che amo di più sono il 3
sull’uguaglianza dei diritti, l’11 sul rifiuto della guerra e il 33
sull’istruzione statale. Sono già pluriadottati, e allora scelgo di adottare il
38 che recita: “Ogni cittadino inabile al lavoro e sprovvisto dei mezzi
necessari per vivere ha diritto al mantenimento e all’assistenza sociale.” Solo
in un’altra Costituzione mi sembra di avere riscontrato una tale sensibilità e
un tale invito alla fratellanza tra i cittadini, la Costituzione dell’anno I
della Repubblica Francese del 1793.
L’articolo 38 dice anche: “I lavoratori
hanno diritto (diritto, quindi non devono chiederlo come un favore, non
devono mendicarlo, è connaturato al loro essere membri della società) che
siano provveduti e assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso
di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria”.Oggi
si parla di Tobin Tax, ci si preoccupa giustamente di difendere i lavoratori da
licenziamenti ingiustificati, e mi sembra molto bello che nella Costituzione
sia scritto già da 54 anni un articolo che afferma che in caso di
disoccupazione involontaria i lavoratori devono essere provvisti di mezzi
adeguati alle loro esigenze di vita. Il che non significa permettere loro la
pura e semplice sopravvivenza... ma significa rispetto della loro dignità.
Quella dignità che viene rivendicata e salvaguardata anche per i cittadini che
hanno difficoltà per problemi fisici: “Gli inabili e minorati hanno diritto
all’educazione e all’avviamento professionale (...)”
Qualcuno dice che è una Costituzione vecchia.
Non certamente in articoli come questo.
E se invece di pensare a modificarla ci
impegnassimo a realizzarla davvero?
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Alberta Bartoli - Verona