Aeroclub "G. Taramelli"
Bergamo
Richiami di matematica
e fisica
A cura di
Roberto Ati
Marco Citterio
Sommario
Capitolo
1: Le unità di misura e l'analisi dimensionale
Capitolo
2: I vettori
Capitolo
3: I diagrammi cartesiani
Capitolo
4: Velocità, accelerazione e leggi del moto
Capitolo
5: Forza, pressione, energia e potenza
CAPITOLO 1
LE UNITÀ DI MISURA E L'ANALISI
DIMENSIONALE
1. Il sistema
internazionale e la definizione delle unità fondamentali
Le
leggi della fisica sono espresse in termini di quantità basilari che richiedono
una chiara definizione. Nel 1960 si riunì una commissione internazionale che
stabilì le regole per decidere come definire queste unità. Il sistema che fu
stabilito è un adattamento del sistema metrico ed è chiamato Sistema Internazionale (SI). In questo
sistema, che oggigiorno è universalmente adottato ad eccezione del campo
aeronautico, si distinguono sette unità
fondamentali, dalle quali si possono derivare tutte le altre. Queste unità
sono:
Grandezza |
Unità di misura |
Simbolo |
Massa |
Kilogrammo
|
Kg |
Lunghezza |
Metro
|
m |
Tempo |
Secondo |
s
|
Corrente
elettrica |
Ampere |
A |
Temperatura |
grado
Kelvin |
K |
Intensità
luminosa |
Candela |
cd |
Quantità
di sostanza |
Mole |
mol |
Ma
perché si è reso necessario definire le unità di misura e standardizzarle?
La
risposta è semplice: se vogliamo indicare i risultati di una misura a qualcuno
che voglia riprodurre la misura stessa, bisogna definire un campione, ossia una quantità presa come
riferimento con la quale rapportare ciò che stiamo misurando. In altre parole
misurare una certa grandezza fisica significa confrontarla con un'altra della
stessa specie scelta come unità di misura.
Ad
esempio sarebbe privo di significato misurare la lunghezza in
"pincopallini" se non si è definito che cos'è un pincopallino. Se
invece si rapporta la misura di un oggetto con un campione standard, si
fornisce un dato univoco a chiunque conosca il nostro sistema di misura.
Le
grandezze fondamentali di nostro interesse sono così definite:
·
MASSA
l'unità di misura della massa nel Sistema Internazionale (S.I.) è il kilogrammo,
definito come la massa di un particolare cilindro di lega platino-iridio
conservato all'International Bureau di Pesi e Misure di Sevrès, Francia. Il
campione è un cilindro avente diametro di 3.9 cm ed altezza di 3.9 cm
·
LUNGHEZZA
L'unità di misura della lunghezza nel S.I. è il metro. Dal 1983 il metro
è definito come la distanza percorsa dalla luce nel vuoto in un tempo pari ad
1/299.792.458 di secondo.
·
TEMPO
L'unità di misura del tempo nel S.I. è il secondo. La definizione di
"secondo" ha subito delle modificazioni radicali nel 1967, anno in
cui è stato introdotto l'orologio atomico, uno strumento che consente di
raggiungere una incertezza di un secondo ogni 30.000 anni. Prima del '67 il
tempo era definito in termini del giorno solare medio; il secondo era ottenuto
come
del giorno solare medio.
Con l'avvento dell'orologio atomico è stato possibile sfruttare le frequenze
associate a certe transizioni atomiche. Gli atomi di Cesio-133 presenti
all'interno di un "risonatore atomico" vengono opportunamente
eccitati. Essi rispondono emettendo una "vibrazione" caratteristica
che viene rilevata da un sistema di conteggio. Si definisce UN SECONDO il tempo richiesto ad un atomo di Cesio-133 per
compiere 9.192.631.770 vibrazioni.
·
TEMPERATURA
L'unità di misura della temperatura nel S.I. è il grado Kelvin, definito
come la frazione di (1/273.16) della temperatura del punto triplo dell'acqua
(0°C, a pressione atmosferica). Nella misura pratica delle temperature vengono
comunemente utilizzate anche le scale
Celsius (°C), Fahrenheit (°F)
La
definizione di "corrente elettrica", di "mole" e di
"intensità luminosa" esula
dalla presente trattazione e non viene quindi riportata.
2.
L'analisi dimensionale.
Questo
paragrafo è di fondamentale importanza per evitare di compiere errori
grossolani con le unità di misura.
Per
chiarire qual è il problema, partiamo con un esempio.
2 + 4 = 6
E'
una semplicissima espressione, corretta dal punto di vista numerico ma del
tutto ambigua dal punto di vista dimensionale, in quanto non so che cosa sto
sommando. Potrebbero infatti anche essere:
2 somari + 4 bradipi = 6 cavalli
Si
può dedurre che un'equazione fisica descrivente una determinata situazione è
vera solo se tutti i suoi termini sono della stessa specie ed hanno le stesse
dimensioni.
Altro
esempio.
Mi
muovo con velocità di 130 m/s. Dopo 90 s quale sarà stato il mio spostamento?
Sappiamo
che lo spostamento è il prodotto della velocità media per il tempo
impiegato: S = v * t
S
si misura in metri (m)
v
si misura in metri/secondo (m/s)
t si misura in secondi (s)
Il
risultato che ho ottenuto è attendibile dal punto di vista dimensionale. Stavo
calcolando uno spostamento la cui unità di misura è il metro. Ho moltiplicato
una velocità espressa in metri al secondo, per un tempo espresso in secondi. Ho
ottenuto una quantità espressa in metri. A parte eventuali errori di calcolo,
il procedimento è corretto.
CAPITOLO 2
I VETTORI
1. Che cos'è un
vettore.
Negli
insegnamenti di Aerodinamica e di Navigazione Aerea si dovranno spesso
rappresentare graficamente forze e velocità ed a questo scopo ci serviremo dei
vettori.
Cerco
di spiegare con un esempio il concetto di "vettore".
Il
corpo C si muova dal punto A al punto B lungo la congiungente i due punti. Tale
retta è la direzione del suo moto.
Lungo
questa direzione, però, può muoversi in un verso o nell'altro, cioè può andare
da A a B o da B ad A. Stabilisco che il verso sia da A a B e lo indico con una
freccia.
Mi
resta da rappresentare la velocità con la quale il cui il
corpo C si muove. La indico dando al segmento orientato da A a B una lunghezza
proporzionale alla velocità del corpo C. Supponendo, per esempio, che C abbia
una velocità di 50 Km/h e stabilendo una scala di disegno che faccia
corrispondere ad un centimetro 10 Km/h, posso rappresentare lo spostamento di C
nel seguente modo:
Con
questi disegni ho dato la direzione ed il verso dello spostamento e la velocità
di C. Per definirlo completamente bisogna stabilire dove porlo nello spazio,
cioè attribuirgli un punto di applicazione. Solitamente
lo si applica nel baricentro del corpo che si considera. La notazione corretta
per indicare ciò che abbiamo detto fin ora sarà quindi la seguente:
In
questo caso la lunghezza del vettore ha rappresentato la velocità del
corpo C. In generale fornisce l'intensità della grandezza da
rappresentare.
Concludendo,
per definire un vettore occorre attribuirgli una direzione, un verso,
un'intensità
ed un punto di applicazione.
Faccio
ora un altro esempio per mostrare come si usano i vettori nel caso delle forze.
Considero sempre il corpo C e suppongo di doverlo spostare da A a B
spingendolo. Posso spingerlo piano oppure con forza. Do al vettore una
lunghezza proporzionale all'intensità della mia spinta. Se la mia spinta vale 4
Kgf(*) ed ho stabilito una scala 1 cm = 1 Kgf,
la situazione descritta la rappresento così:
(*)
L'unità di misura della forza nel Sistema Internazionale è il Newton (vedasi
paragrafi successivi). Può capitare di trovare le misure indicate nel Sistema
Tecnico dove la forza è considerata unità fondamentale e viene misurata in
Kilogrammo-forza (Kgf). 1 Kgf equivale a 9,8 N
Operazioni con i vettori
Somma
di vettori.
Supponiamo
che sul corpo agiscano contemporaneamente due forze diverse rappresentate da
due vettori in scala 1 cm = 1 Kgf.
Se
agisse solo la forza di 3 Kgf, C si sposterebbe verso D.
Analogamente, se agisse solo la forza di 5 Kgf, C si sposterebbe
verso E. Dato che le due forze agiscono contemporaneamente, il loro effetto
sarà combinato. C si muoverà come se fosse sotto l'effetto di una sola forza,
la risultante
delle due. Per determinarla si usa il METODO DEL PARALLELOGRAMMA.
Dalla
punta del vettore 5 Kgf faccio partire un vettore avente direzione,
verso ed intensità uguali a quelli del vettore da 3 Kgf; dalla punta
del vettore 3 Kgf faccio partire un vettore avente direzione, verso
ed intensità uguali a quelli del vettore da 5 Kgf; Trovo il punto F
e congiungo il punto C con il punto F, ottenendo così la risultante delle due
forze in direzione, verso ed intensità.
Va
notato che l'intensità della risultante non vale 3+5=8 Kgf ma è data
in scala dalla lunghezza del vettore risultante, cioè 7,2 Kgf.
Ecco
un altro esempio di somma di vettori:
Scomposizione
dei vettori.
E'
l'operazione inversa della somma di due vettori. Infatti nella somma ho due
vettori di cui voglio ricavare la risultante. Nella scomposizione invece ho un
vettore e voglio trovare due vettori che agiscano secondo due direzioni
assegnate e che ammettano il vettore di partenza come risultante. I due
vettori che ottengo si chiamano componenti del vettore di partenza.
Supponiamo
di avere il vettore A e di volerlo scomporre secondo le direzioni 1 e 2.
Si
procede nel seguente modo:
Dalla
punta del vettore A faccio partire una semiretta parallela alla 2 fino ad
incontrare la 1 ed ottengo il punto H (figura di sinistra). Dalla punta del
vettore A faccio partire una semiretta parallela alla 1 fino ad incontrare la 2
ed ottengo il punto m (figura di destra). Collego O con H (verso da O ad H) ed
O con M (verso da O ad M). Ottengo così i due vettori componenti del vettore A
secondo le direzioni 1 e 2. Ho cioè applicato il metodo del parallelogramma in
modo inverso.
Le
componenti del vettore A si possono scegliere in infiniti modi, basta variare
la scelta delle direzioni secondo cui si vuole scomporre. Se scelgo per esempio
le direzioni 3 e 4, ottengo le seguenti componenti di A:
Un
ulteriore esempio di utilità pratica.
Sono
al parcheggio pronto per rullare e la torre mi da un'informazione di vento 270°
20 Kts. La pista in uso 30. Quel sarà la componente di vento frontale e quella
di vento al traverso? E' possibile applicare la regola del parallelogramma.
CAPITOLO 3
I DIAGRAMMI CARTESIANI
Molti
aspetti della fisica in un modo o nell'altro hanno a che fare con la collocazione
spaziale. Per esempio la descrizione matematica del moto di un oggetto,
richiede un metodo che possa descrivere la posizione dell'oggetto.
Considero
una semiretta (o una retta) orientata, sui cui, cioè, ho fissato un senso di
percorrenza (indicato da una freccia) e un'origine O.
La
chiamo asse. A questo asse posso riferire qualsiasi grandezza. Per
esempio gli riferisco la grandezza distanza e la misuro in Km. Fisso la scala
di 1 cm = 1 Km e ottengo sull'asse:
Sotto
la freccia ho indicato con la scritta "Km" il tipo di grandezza a cui
ho riferito l'asse (in questo caso è una distanza). Il significato di
quest'asse è immediato; per esempio lo si può considerare esattamente come una
strada statale su cui sono indicati i vari chilometri di distanza dalla città
da cui ha origine. Il punto A si trova perciò a 3 Km ed il punto B a 6 Km dalla
città d'origine.
Prendo
ora due assi e li dispongo perpendicolarmente tra di loro. Ottengo un sistema
di assi cartesiani ortogonali.
Sull'asse
orizzontale misuro una grandezza X, su quello verticale una grandezza Y. Invece
di semirette, ho utilizzato delle rette orientate su cui ho fissato un'origine
ed ho disposto i due assi perpendicolarmente ed in modo che le due origini
coincidano. In questo modo posso considerare anche i numeri negativi.
Ad
ogni punto del piano corrisponde un valore di X ed uno di Y; questi valori sono
le coordinate cartesiane ortogonali del punto. Facendo riferimento
all'esempio precedente, il punto A ha coordinate X1 ed Y1 entrambe positive; il
punto B invece ha coordinate X2 ed Y2 e sono la prima negativa e la seconda
positiva.
Faccio
un esempio: attribuisco alla X il significato di "tempo" misurato in
minuti primi ed alla Y il significato di distanza misurata in Km: Considero
un'automobile che si trovi in tempi successivi nei seguenti punti di una certa
strada:
tempo
(min) |
0 |
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
punto
(Km) |
0 |
1 |
3 |
6 |
8 |
9 |
9 |
10 |
I
vari punti hanno le seguenti coordinate:
O(0,0) A(1,1)
B(2,3) C(3,6) D(4,8)
E(5,9) F(6,9) G(7,9)
Unendo
tra loro i punti O,A,B,C,D,E,F,G ottengo una linea che si chiama diagramma
o grafico dello spostamento in funzione del tempo.
Il
diagramma è un modo molto espressivo di descrivere un fenomeno. Nel caso sopra
descritto, per esempio, dal diagramma si vede subito che nei primi 3 minuti la
velocità dell'automobile è aumentata (più è alta la velocità e più ripido è il
diagramma); nei successivi 2 minuti è diminuita fino a fermarsi; fra il 5° ed
il 6° minuto è stata ferma e poi al 6° minuto è ripartita con una velocità di 1
Km al minuto (60 Km/h).
Le
unità derivate
Oltre
alle unità fondamentali sono definite quelle derivate, ossia unità di misura
che possono essere ricondotte a quelle fondamentali attraverso semplici
operazioni matematiche. Le unità di misura che dobbiamo conoscere bene possono
essere riassunte in:
·
Velocità
·
Accelerazione
·
Forza
·
Densità
·
Pressione
·
Energia
·
Potenza
Concetto di "velocità".
La
velocità media.
Un
oggetto in movimento compie uno spostamento impiegando un determinato tempo. La
sua velocità media sarà data dal rapporto tra lo spostamento compiuto e
il tempo impiegato per effettuarlo.
Ad
esempio: azzero il cronometro quando mi trovo sulla verticale del VOR di
Trezzo, metto prua per puntare il VOR di Orio e, quando mi trovo sulla sua verticale, rilevo il tempo
impiegato per compiere il tragitto. Dalla carta rilevo uno spostamento di 11 Nm
e dal cronometro leggo un tempo di 5 minuti. Posso calcolare la velocità media
che ho mantenuto nel tragitto rapportando lo spazio percorso e il tempo
impiegato per percorrerlo.
Essendo sempre molto pratico riferire
all'ora gli spostamenti compiuti e non ai suoi multipli o sottomultipli, il
dato ricavato sopra deve essere moltiplicato per 60, al fine di ottenere il
numero di miglia percorse in un ora di cammino.
che
corrispondono anche a 132 Kts
Nel
S.I. la velocità viene misurata in m/s. I nodi, le miglia marine, i piedi, ecc.
non fanno infatti parte delle unità di misura S.I. pertanto, qualora si voglia
passare dai nodi ai metri al secondo, è necessario operare una conversione.
1 Kts = 1,85 Km/h = 0,514 m/s
La
velocità viene normalmente indicata con la lettera v.
La
velocità istantanea.
Durante
lo spostamento non è detto che la mia velocità sia costante e pari alla
velocità media. Consideriamo ad esempio un automezzo che si muove da Bergamo a
Lecco lungo la strada statale. Dai rilievi si nota che percorre un tragitto di
35 Km in un tempo di 45 minuti.
La
sua velocità media sarà di
Ciò
non significa l'automezzo si sia effettivamente mosso con quella velocità lungo
tutto il cammino. Può infatti aver compiuto per un periodo di 5 minuti un
tratto ad una velocità di 144 Km/h, un secondo tratto di 30 minuti a 40 Km/h ed
un terzo tratto di 10 minuti a 18 Km/h.
Introduciamo
il concetto di velocità istantanea, definendola come la velocità che l'oggetto
possiede in un intervallo di tempo sempre più piccolo che, al limite, coincide
con un istante. Questa velocità è quella che viene fornita dagli strumenti di
bordo (anemometro, tachimetro, ecc.).
La notazione matematica corretta che
definisce la velocità media è la seguente:
La
formula che fornisce la velocità media è invece:
Con
riferimento all'esempio precedente:
1°
tratto:
tragitto: 12 Km
tempo impiegato: 5
min (300s)
velocità istantanea: 144 Km/h = 40 m/s
2°
tratto:
tragitto: 20 Km
tempo impiegato: 40 min (2400s)
velocità istantanea: 40 Km/h = 11,1 m/s
3°
tratto:
tragitto: 3 Km
tempo impiegato: 10 min (1800s)
velocità istantanea: 18 Km/h = 5 m/s
Concetto di accelerazione
Se
durante lo spostamento un oggetto aumenta la sua velocità, esso sarà soggetto
ad una accelerazione.
L'accelerazione
si può quindi definire come la variazione di velocità nell'unità di tempo.
Ad
esempio: durante la corsa di decollo, la velocità del nostro TB9 varia,
supponiamo in modo uniforme, da zero a 70 Kts. Calcoliamo l'accelerazione alla
quale siamo sottoposti:
Anzitutto
è conveniente trasformare la velocità espressa in nodi in velocità espressa in
metri/secondo:
velocità
finale: 70 Kts = (70*0,514) = 36 m/s
velocità
iniziale: 0 Kts = 0 m/s (l'aereo
parte da fermo)
tempo
impiegato:10 s
Anche in questo caso si parla di
accelerazione media, ossia riferita ad un lasso di tempo, e di accelerazione
istantanea, riferita ad intervallo di tempo infinitesimale, meglio noto come istante.
La
corrispondente notazione matematica è:
A
titolo di esempio, si ricorda che l'accelerazione di gravità è 9,8 m/s2.
L'accelerazione
viene normalmente indicata con la lettera a.
Leggi
orarie del moto.
Un
corpo può muoversi nello spazio seguendo leggi diverse e complicate.
Analizzeremo, in sintesi, le leggi che governano il moto rettilineo
uniformemente accelerato.
Nel
paragrafo precedente avevamo definito l'accelerazione come il rapporto tra la
variazione di velocità ed il tempo in cui questa variazione si è prodotta,
ossia:
Vogliamo
ora sapere come varia la velocità di un corpo che è sottoposto ad una
accelerazione costante. Grazie ad alcuni passaggi matematici, otteniamo dalla
precedente:
e quindi:
vf = vi +a
* t Velocità
in funzione del tempo
Questa
è la legge che lega la velocità di un oggetto con il tempo e l'accelerazione al
quale è sottoposto.
Esempio:
consideriamo un grave che, partendo da fermo, cade liberamente per 7 secondi.
Quale sarà la sua velocità finale, trascurando gli attriti?
Dati:
a
= g = 9,8 m/s2 (il corpo è
sottoposto all'accelerazione di gravità)
t = 7 s
vi
= 0 m/s (il corpo parte da fermo)
vf = 0 + 9,8 m/s2
* 7 s = 68,6 m/s (247 Km/h)
Riportiamo
il risultato su un grafico e analizziamolo: ciò che si vede immediatamente è
che se l'accelerazione è costante, la velocità varia in modo direttamente
proporzionale al tempo. La funzione che rappresenta questa variazione è una retta
più o meno inclinata a seconda dell'accelerazione alla quale è sottoposto
l'oggetto in movimento. Nel secondo grafico notiamo l'andamento
dell'accelerazione. Per tutti e sette i secondi, essa si è mantenuta costante e
l'andamento della funzione che la descrive è una retta piatta, ossia parallela
all'asse dei tempi.
Introduciamo ora la legge che consente di determinare lo spostamento che
compie un oggetto che si muove sotto l'azione di una accelerazione costante.
dove:
vi
= velocità iniziale posseduta dal corpo prima dell'inizio dell'accelerazione
t = tempo durante il quale il corpo ha subito
l'accelerazione
a
= accelerazione impressa al corpo
Ricollegandoci
all'esempio di prima, il grave che, partendo da fermo, cade liberamente per 7
secondi in assenza di attriti, compierà uno spostamento di:
S = 0 m/s * 7 s + 1/2 * 9,8 m/s2
* (7 s)2 =
= 0 m + 240 m = 240 m
Vediamo
ora come aumenta lo spostamento al passare del tempo, per esempio ogni secondo.
Tempo trascorso (s) |
Spostamento effettuato (m) |
0 |
0 |
1 |
4.9 |
2 |
19.6 |
3 |
44.1 |
4 |
78.4 |
5 |
122.5 |
6 |
176.4 |
7 |
240.1 |
Di
secondo in secondo, lo spazio percorso aumenta in modo proporzionale al
quadrato del tempo trascorso. La funzione che descriverà questo andamento, sarà
quindi una parabola. Nel diagramma successivo è possibile notare l'andamento di
tale funzione.
La forza
Nel
S.I. l'unità di forza è il Newton, che è definito come la forza
che agendo su 1 Kg di massa, provoca l'accelerazione di 1 m/s2
1 N = 1 Kg * 1 m/s2
Il
peso è anch'esso una forza ed esprime la forza che esercita una massa che è
sottoposta ad una accelerazione di gravità di 9,8 m/s2.
Per
esempio una persona avente massa di 70 Kg, sulla terra pesa 686 N.
Si
noti che il peso, al contrario della massa, è influenzato in modo determinante
dall'accelerazione di gravità presente: un oggetto avente massa di 10 Kg sulla
Terra peserà 98 N mentre sulla Luna, ove l'accelerazione di gravità vale 1,62
m/s2, peserà 16,2 N.
Un
altro esempio di immediata collocazione per gli allievi piloti è dato dal peso
apparente che sollecita le strutture dell'aeromobile in particolari condizioni
di volo. Durante una virata a 60° di bank l'aeromobile è sottoposto ad una
accelerazione pari a 2 g (19,6 m/s2). Se la massa dell'aeromobile è
di 800 Kg, il peso, essendo il prodotto della massa per l'accelerazione a cui è
sottoposto, sarà pari ad 7840 N in volo rettilineo livellato e a 15680 N durante la virata a 60°.
La
forza viene normalmente indicata con la lettera F.
La densità di un corpo.
La densità rappresenta la
"quantità di materia" contenuta nell'unità di volume. Si ottiene
rapportando la massa del corpo con il volume occupato dallo stesso:
Nel
S.I. si misura in Kg/m3
Di
seguito sono riportate le densità di alcune sostanze di comune interesse:
Sostanza |
Densità Kg/m3 |
Aria |
1,294 |
Metano |
0,717 |
Gas di Petrolio
Liquefatto (GPL) |
2,25 |
Benzina Avio |
720 |
Cherosene |
770 ¸ 830 |
Gasolio |
815 ¸ 855 |
Acqua |
1000 |
Mercurio |
13596 |
Olio lubrificante |
» 800 |
La
densità viene normalmente indicata con la lettera greca r.
La pressione
La
pressione è una delle grandezze fisiche più importanti ed interviene
costantemente nello studio del comportamento dei fluidi.
Se
consideriamo una superficie di area A
e su di essa applichiamo una forza F
perpendicolare e distribuita uniformemente sulla superficie stessa, possiamo
definire il seguente rapporto:
Questo rapporto viene definito
PRESSIONE.
Nel
S.I. l'unità di pressione è il Pascal
(Pa), definito come la forza di 1 N applicata sulla superficie di 1 m2.
Questa
unità è molto piccola, per cui si utilizzano normalmente i sui multipli. Nella
fattispecie vengono utilizzati:
l'ettopascal
(hPa) che equivale a 100 Pa
Il
kilopascal (KPa) che equivale a
1.000 Pa
Il
megapascal (MPa) che equivale a 1.000.000
Pa
La
pressione atmosferica.
La
colonna d'aria che ci sovrasta ha un suo peso e quindi esercita una forza sulla
superficie di tutti gli oggetti che vi si trovano immersi; detti oggetti sono
quindi sottoposti ad una pressione che viene chiamata pressione atmosferica.
Evangelista
Torricelli (1608-1647) per primo misurò il valore della pressione atmosferica
utilizzando il seguente procedimento:
prese
un tubo di vetro chiuso ad una estremità e lungo circa un metro; lo riempì
completamente di mercurio; tenendo chiusa con un dito l'estremità aperta,
capovolse completamente la canna immergendola in una bacinella piena anch'essa
di mercurio. Il livello dentro la canna scese per un po’, fino a stabilizzarsi
a 76 cm sopra il pelo libero del mercurio contenuto nella bacinella.
La
legge di Stevino ci dice che la pressione esercitata da una colonna di fluido è
pari al peso specifico del fluido moltiplicato per l'altezza della colonna.
Nella fattispecie il mercurio ha un peso specifico di 133.240 N/m3
(la densità è di 13.596 Kg/m3) mentre l'altezza della colonna di
fluido è di 0,76 m. La pressione varrà quindi 133.240 * 0,76 = 101.325 Pa.
La
pressione è normalmente misurata anche in bar,
che corrisponde a 100.000 Pa. La pressione atmosferica vale quindi 1,01325 bar
(1013,25 mbar) oppure, esprimendola in multipli del Pascal, vale 1013,25 hPa.
Un'altra
unità spesso utilizzata in aeronautica è il Pound Square Inch, meglio noto come
PSI.
1
bar = 14.5 PSI
1
PSI = 6895 Pa
Per
concludere citiamo l'unità che misura la pressione in pollici di mercurio (inHg). Alcuni strumenti, quali ad esempio
il vuotometro che indica la depressione agente sugli strumenti giroscopici,
sono ancora espressi in questa unità.
1 inHg = 33,86
mbar
29.92 inHg = 1013,25 mbar
Normalmente
la pressione viene indicata con la lettera p
Recipiente di area A=1 cm2 = 0,0001 m2 Grave avente peso F=320 N La pressione alla quale è sottoposto il liquido
all'interno vale: p = F/A quindi
Concetto di pressione
L'energia
L'energia
nel S.I. si misura in Joule (J).
Dimensionalmente coincide con il prodotto di una forza per uno spostamento
(lavoro).
1
J = 1 N * 1 m
Normalmente
l'energia viene indicata con la lettera E, il lavoro con la L
e la coppia con la C.
La potenza
La
potenza rappresenta la quantità di lavoro svolta nell'unità di tempo.
Nel
S.I. viene misurata in Watt (W).
Ad
esempio se ad un corpo applico per 1 secondo la forza di 1N e lo sposto di 1
metro, ho sviluppato la potenza di 1 Watt
La potenza veniva spesso misurata in
cavalli vapore (CV) anche se questa unità è stata ufficialmente abbandonata.
1
CV = 735 W
Comunemente
si trova la potenza espresse in Horse Power (HP), o cavallo inglese. Esso
differisce leggermente dal cavallo vapore:
1
HP = 746 W
Normalmente
la potenza viene indicata con la lettera N.