Banner Network

 

Dal dopoguerra alla storia di oggi. Nasce l'Aeronautica Militare

L'Aeronautica cerca di ricostruire, intorno ai pochi mezzi e infrastrutture esistenti, una forza armata con un minimo di credibilità non favorita certamente, almeno nel periodo iniziale, dalla rigidità della Commissione alleata di controllo. Ciò non impedisce, comunque, di ottenere anche qualche parziale successo: nell'ottobre del 1945, grazie alla disponibilità degli americani, vengono acquistati aprezzi di rottame i 120 P-38 "Lightning" che erano stati concentrati a Marcianise. Con questi bimotori viene riequipaggiato il 4° Stormo, mentre gli altri due reparti da caccia esistenti, il 5° e il 51°, ricevono gli "Spitfire" IX.

Il 2 giugno 1946 il popolo italiano vota per la prima volta a suffragio universale, condanna la Monarchia all'esilio e afferma la vocazione repubblicana eleggendo L'Assemblea costituente che redigerà la Carta Costituzionale, in vigore dal 1° gennaio 1948. La nascita della Repubblica comporta il cambio di denominazione delle varie istituzioni dello Stato:  la Regia Aeronautica dopo 23 anni dà vita all'Aeronautica Militare. Intanto il trattato di pace, che conclude ufficialmente la nostra partecipazione all Seconda Guerra Mondiale, impone delle clausole, al di là delle attese, fortemente restrittive per le forze armate italiane. All'Aeronautica vengono posti questi limiti: 25.000 uomini per un massimo di 350 aerei, di cui solo 200 armati per il combattimento e la ricogniozione. A farne le spese in realtà è solo il personale, una parte del quale viene smobilitato.

Ma il 1947 è anche l'anno che vede i reparti A.M.distribuirsi su tutto il territorio nazionale. Il grosso dei plurimotori viene attestato nei dintorni di Roma: lo Stormo "Baltimore". montato ancora sugli omonimi M-187, tra Guidonia e, unica eccezione "settentrionale" Linate; ill "Notturno" con gli S.82 sempre a Guidonia e lo Stormo "Trasporti" a Centocelle. A quest'ultimo reparto viene affidata l'organizzazione di un servizio di "corrieri aerei militari" che assicura i collegamenti con Roma e il resto del territorio nazionale.

Più articolata la dislocazione dei reparti da caccia: il 4° Stormo, su P-38, si trasferisce da Lecce a Capodichino; il 5°, articolato i tre gruppi e montato su "Spitfire" IX e ancora sugli MC.205  dal '49 è a Vicenza; il 51° a Treviso, mentre a sud resta solo il 3° Stormo caccia, ricostituito il 1° novembre 1948 a Bari Palese con i "Lightning". Gli idrovolanti ancora disponibili (Cant Z.506, Fiat RS.14 e un unico Cant Z.501), sono dislocati tra Vigna di Valle, Taranto, Brindisi, Venezia, Augusta ed Elmas e inseriti nell'organizzazione operativa del Soccorso aereo, istituito nel '46 con compiti dapprima limitati all'area nazionale, ma ben presto allargati per effetto dell'adesione dell'Italia all'ICAO, l'agenzia per l'aviazione civile costituita fin dal '44 nell'ambito delle Nazioni Unite. Intanto procede anche l'ammodernamento della linea, grazie alla cessione di velivoli da parte degli Stati Uniti. Arrivano così, sempre a partire da 1947, un centinaio di monomotori L-5 "Sentinel" per le scuole di primo periodo, seguiti, alla fine del '48, da circa 200 North American T-6 "Texan". In questa fase l'A.M. riesce ad acquistare anche i primi C-47 e C-53. Nel '49 i primi di oltre 120 C-45 "Expediter" iniziano la loro lunga vita nella Forza Armata, durata fin oltre la metà degli anni settanta. Vanno inizialmente a equipaggiare il 36° e il 46° Stormo, nel frattempo ricostituiti, rispettivamente, a Guidonia e Centocelle. Per i collegamenti entrano in linea una ventina di UC-61 "Forwarder", per lo più impiegati con il Reparto Volo Stato Maggiore e con i CAV, mentre un numero all'incirca doppio  di SB2C-5 "Helldiver" verrà impiegato nella lotta antisomergibile fino a quando non sarà possibile, nel '53, sostituirli con i Lockheed PV-2 "Harpoon".

Anche l'industria aeronautica nazionale inizia la sua lenta ripresa. Nascono così, tra gli altri, l'MB.308 e l'S.7 mentre la Fiat produce, insieme al G.59 derivato dal G.55, l'addestratore a posti in tandem G.46. Un altro addestratore a posti affiancati, il P.148 esce invece dalla Piaggio.

foto16.jpg (12394 byte)
Un S.82 "postbellico". Negli anni immediatamente successivi alla fine del secondo conflitto mondiale, gli S.82 furono utilizzati per il trasporto e il lancio di paracadutisti
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

foto17.jpg (11299 byte)
Un G.59 mentre rulla in prossimità della biga. Derivato dal G.55 e prodotto  in circa 100 esemplari, questo velivolo, insieme con il Piaggio P.148, il SAI Ambrosini S.7 e l'MB.308 è il segno della rinascita dell'industria aeronautica nazionale dopo il secondo conflitto mondiale
Sommario

Indice

HyperCounter

Banner Network