Le velocità di poco
inferiori alla velocità del suono (subsoniche) e quelle superiori
(supersoniche) si esprimono nel linguaggio tecnico, con il cosiddetto
Numero di Mach (Ernesto Mach, fisico austriaco, 1838 - 1916). Il Numero di
Mach (M) è il rapporto tra la velocità vera del corpo rispetto all'aria
e la velocità del suono nell'aria stessa: cosicché numero di Mach eguale
a 1 vuoi dire velocità del corpo eguale alla velocità del suono. Mn=VC/Vs
In relazione a quanto
esposto, si vede che un corpo movendosi nell'aria a velocità superiori a
quella del suono provoca delle perturbazioni (variazioni di pressione) che
propagandosi ad una velocità (quella del suono) inferiore per definizione
alla velocità del mobile, restano indietro rispetto al mobile stesso.
Consideriamo per esempio
quale sorgente della perturbazione un punto, che possiamo immaginare
materializzato nell'ogiva di un proiettile dotato di una velocità di
circa 700 metri al secondo (Fig.1): si verifica che quando il proiettile
passa dalla posizione 0 successivamente nelle posizioni 1,2,3,4 (nei tempo
per es. 1,2,3,4 secondi, talché la distanza 0-4 risulterà di 2.800
metri) le onde sferiche di propagazione delle perturbazioni sonore avranno
raggiunto le posizioni indicate dai circoli.
Fig.1 |
Sicché, allorquando il
punto ha raggiunto la posizione 4, lo spazio invaso dalle perturbazioni
resta circoscritto entro un cono, detto cono di Mach (la cui apertura è
tracciata nella figura) avviluppante tutte le sfere suddette, avente il
vertice nel punto 4 (punta del proiettile), e rivolto indietro rispetto
alla direzione del moto.
Nello spazio esterno a
tale cono non è giunta alcuna perturbazione perciò è stata chiamata
"zona di silenzio". Nel caso del moto subsonico invece, le onde
sferiche di propagazione delle perturbazioni, essendo più veloci
del corpo, invadono anche lo spazio antistante al corpo in moto.
E' anche da
notare che mentre nel moto subsonico gli effetti delle perturbazioni (onde
di pressione), oltre ad attenuarsi con l'aumentare della distanza, si
disperdono in tutte le direzioni, nel moto a velocità supersonica si
verifica la concentrazione degli effetti di pressione in
prossimità della superficie del cono di Mach, ove le sfere delle onde di
pressione si addensano, si sovrappongono, si intersecano.
Quando invece di
un punto, è un corpo esteso che si muove nell'aria (un proiettile, un
velivolo ecc.) si formano in tali zone, in corrispondenza delle superfici
di Mach prima considerate, le cosiddette onde d'urto. Le onde d'urto si
muovono insieme con il corpo, come le onde di prua generate da un veloce
battello nell'acqua.
Nelle zone dove
si formano le onde d'urto la compressione avviene bruscamente provocando
una variazione repentina di densità, temperatura, velocità, ecc.
comportante un improvviso e notevolissimo aumento di resistenza. L'onda
d'urto costituisce dunque una superficie di discontinuità, in
corrispondenza della quale, variando la densità - come ora detto - si ha
anche una variazione dell'indice di rifrazione; ciò permette in
particolari condizioni di vedere e di fotografare tali onde (Fig. 2). |
Fig.2 |
Un'onda
d'urto si verifica sempre nei punti dove la velocità locale del flusso è
superiore alla velocità del suono.
Quando la velocità del
flusso é di poco superiore a quella del suono l'onda d'urto si forma su
un piano pressoché perpendicolare alla direzione del moto: in tal caso la
velocità del flusso immediatamente a valle del piano dell'onda - sempre
minore della velocità a monte - cade a valori inferiori della velocità
del suono.
Alle
velocità sensibilmente superiori a quelle del suono le onde d'urto
risultano oblique. L'angolo dipende sia dalla velocità (si fa sempre più
acuto) sia dalla forma del corpo (più acuto se il corpo è appuntito).
E'
soprattutto il repentino salto di pressione verificatesi in corrispondenza
dell'onda dell'urto quello che più clamorosamente si rivela colpendo
l'orecchio con l'effetto di una vera e propria detonazione, il tuono
sonico appunto (inglese "bang").
L'udibilità del tuono
sonico si annulla oltre la distanza di 15 chilometri dal punto di massima
intensità del fenomeno, in seguito al progressivo affievolimento
dell'onda d'urto.
Nel caso di volo
orizzontale supersonico continuo le onde d'urto si espandono naturalmente
anche verso il suolo, così che in corrispondenza di tutta la traiettoria
seguita dall'aereo si udrà il tuono sonico. Un aeroplano che si trovi in
volo nelle vicinanze di un velivolo supersonico accuserà l'onda d'urto
dal primo provocata come una violenta raffica.
Come curiosità si cita
il fatto che anche il comunissimo schiocco della frusta è dovuto al
superamento della velocità sonica da parte dell'estremità della frusta
stessa agitata con un rapido strappo.
La resistenza al di sopra
del numero di Mach critico, cresce rapidamente, richiedendo in conseguenza
un considerevolissimo aumento della potenza motrice necessaria al volo.
Questa, per un velivolo che voli alla velocità di 1.200 Km/h diventa
infatti circa sette volte maggiore di quella richiesta alla velocità di
800 Km/H.
Da notare ancora che
nella zona transonica, cioè per Numeri di Mach compresi tra circa 0,8 e
circa 1,2 appunto perché i vari punti del corpo in moto risultano in
differenti e variabili condizioni critiche, i suddetti fenomeni si
presentano con caratteristiche di mutabilità (Fig.3). |
Fig.3 |
Il flusso risulta molto
instabile, con punti nei quali la corrente è continua e punti nei quali
è interrotta dalle onde d'urto: si determinano improvvisi scuotimenti che
compromettono gravemente stabilità e sicurezza del volo. Si possono anche
verificare inversioni nell'azione dei comandi, di difficile o di
impossibile controllo.
La zona costituente la
"barriera sonica" presenta nel complesso difficoltà e pericoli
di volo considerevoli, per le sollecitazioni violente e disordinate alle
strutture del velivolo, per la perdita di efficacia dei comandi, per
l'aumento della resistenza e la caduta di portanza, conseguenti alla
comparsa delle onde d'urto prima definite. |
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