In ambedue i casi i
tubi di flusso sono costituiti, in sezione, dal profilo alare e dai due
filetti fluidi che non risentono della presenza del corpo.
Per le note
considerazioni di fluidodinamica, il flusso dorsale accelerando diminuisce
di pressione mentre l'altro, rallentando, aumenta di pressione.
La somma di tutti questi
effetti genera la forza aerodinamica totale dell'ala.
Se
facciamo aumentare l'angolo di incidenza notiamo un'esaltazione della
capacità di sostentamento, fino ad una condizione oltre la quale queste
improvvisamente crollano.
L'osservazione
del campo aerodinamico mette in evidenza il distacco della vena fluida dal
dorso dell'ala, con formazione di notevole scia; il fenomeno prende il
nome di "stallo" e si verifica, a seconda dei profili, ad
incidenze intorno ai 18°.
Segniamo,
a grandi linee, l'evoluzione del campo aerodinamico di un'ala fino alle
condizioni di stallo. A basse incidenze il flusso dorsale crea delle
depressioni che assumono il massimo valore in corrispondenza all'incirca
del massimo spessore del profilo.
Con
la successione di un certo numero di profili di determinate dimensioni
otteniamo che l'ala, che si presenta come un solido avente la dimensione
maggiore, detta "apertura alare A", normale alla direzione del
moto, una larghezza "L o profondità o corda" ne senso del moto
ed infine uno "spessore S", che coincide con quello del profilo
(Fig.3).