VOLERE ED EVENTO
di
Pietro De Angelis


La protagonista è studentessa di liceo nel periodo più caldo del Sessantotto, di cui finisce per assimilare sogni, speranze, debolezze, illusioni. Ragazza intelligente e tenace nei suoi propositi, riesce a conseguire una brillante laurea in lettere classiche che le consente di ottenere una cattedra di latino e greco in un liceo romano. Fisicamente, però, non è molto attraente, in amore è piuttosto sfortunata e le sue condizioni economiche sono abbastanza limitate. Per queste ragioni è costretta a contrarre un matrimonio di convenienza con un giovane non all’altezza delle sue qualità culturali e spirituali. Il suo scopo è soprattutto quello di avere dei figli, sui quali riversare tutto il suo amore. Ma le delusioni che il futuro le riserverà non saranno né poche né lievi, al punto che sulla sua personale vicenda verrà a profilarsi una sconvolgente conclusione.

Rivelando un’indubbia abilità narrativa, unita a non comuni doti d’introspezione (notevole, per veridicità e spessore, il disegno dei personaggi e delle loro vicende), De Angelis ci introduce nelle pieghe di un’anima femminile amante ed inquieta, protesa alla disperata ricerca di una pienezza esistenziale che sembra sfuggire proprio nel momento del raggiungimento. Di particolare rilievo anche le notazioni di carattere storico e di costume relative soprattutto agli anni ’60 e ’70, con cui l’autore delinea un interessante contrappunto socio-politico alle vicende dei protagonisti.

AETAS - Collana N.I.M.

 

L’ARTE DI KOBAL, IL NERO ESTETA
Bizzarrie di mondi letterari anomali
di Gennaro Francione


Un’analisi straordinaria della trance spiritica in letteratura, ovvero un conciso ma essenziale trattato sulla creazione artistica come frutto della comunicazione medianica.

AETAS - Collana Alite

«L’esperienza medianica o, per dirla in altri termini, sovrasensibile, è comune in ogni essere umano. Il concetto di miracolo come manifestazione di un evento prodigioso appartiene all’uomo antico e sempre più raramente a quello moderno. Ma non per questo le testimonianze del mondo interiore del retroscena della vita sono scomparse con i secoli. [...] L’uomo oggi improrogabilmente ha bisogno di una conoscenza superiore... [...]
Più ci si allontana dalla reale umana natura e più ci si confonde, più ci si nasconde la verità e più siamo in preda di chiunque finga per voler approfittare
delle nostre crisi.
Soltanto attraverso l’esperienza quotidiana, nel vivere semplice, naturalmente, ci si può riappropriare della vera identità.
La metafisica in questo caso si può affermare e riconoscere in ogni persona che voglia con coraggio e un pizzico di spregiudicatezza coglierla nella vita di ogni giorno.
Una delle grandi manifestazioni medianiche che ci svelano i segreti dei mondi sovrasensibili nel sensibile è l’Arte.
L’autore di questo studio breve quanto senza confini, Gennaro Francione, con un linguaggio pacato di colui che sa e che quindi dona al lettore in uno stile semplice e conciso, ci apre le porte misteriose del sovrannaturale illustrandoci la trance artistica, l'ispirazione che attinge direttamente dall'immenso oceano energetico. Popolato da tutti i pensieri universali.
Ogni uomo è un artista perché è nella sua natura stabilire il contatto con lo spirito, con la primigenia forza plasmatrice.
Gennaro Francione, artista libero spirito, nelle pagine che seguono, illuminante guida come Virgilio nella menzionata opera dantesca, ci conduce ai confini del mondo sovrasensibile presentandoci tanti autori, tante testimonianze che come fiaccole nella tenebra cercheranno di accendere la nostra. Teniamo quindi accesa la nostra fiaccola e seguiamo il maestro Francione in questo meraviglioso viaggio extrasensoriale.»

                                 Stefano Loconte (dalla Prefazione) 

«La lettura di questo nuovo libro di Gennaro Francione aiuta sicuramente ad ampliare le conoscenze su un tema che, in questi anni di particolare interesse per l’esoterico e il paranormale, è stato spesso dibattuto, anche se in modo piuttosto superficiale. A Francione va senz’altro il merito di aver affrontato l’argomento in modo compiuto, sia pure prilegiando la brevità e la sintesi. Il lettore viene infatti a fruire di un quadro d’insieme abbastanza chiaro ed istruttivo, e ciò malgrado la materia sia ricca di molteplici sfaccettature. [...] A questo punto, terminata la lettura del libro, resta la sincera gratitudine a Gennaro Francione (stavolta in veste di saggista, anziché in quella, più conosciuta, di romanziere e drammaturgo) per aver portato alla nostra attenzione, con la sua consueta abilità letteraria, un tema così singolare e intrigante.»

                        Giamberardo Berardelli (dalla Postfazione)

 

VIOLIN ZIGANO
di Roberto Nanni


“Violin zigano”... La scelta del titolo evidenzia una vocazione musicale: e infatti Roberto Nanni, oltre che noto poeta, è anche un appassionato studioso di violino. Ciò che conta (e il lettore potrà facilmente constatarlo) è che la sua sensibilità musicale si manifesta anche nei versi delle sue poesie.
Anche in questa silloge, come nelle precedenti, il poeta si rifà a forme poetiche di tipo classico, quali la ballata, il sonetto, il madrigale, lo stornello, ecc., sperimentando talvolta lo stile acrostico.
“Classico” è anche il motivo ispiratore: la donna del cuore, angelicata quasi come ci è dato conoscere nei nostri trecentisti, vista sempre come fecondatrice di buoni e caldi sentimenti, come suscitatrice di passioni forti e sublimi.
Si direbbe un anacronismo, considerati i tempi che corrono, ma Nanni è convicente soprattutto per la sincerità che mette nei suoi versi, per la genuina ricerca di valori positivi, per il suo dare fiducia alla donna in quanto soggetto capace di elevarsi ed elevare, e quindi compagna preziosa per l’uomo nella terrena avventura.

AETAS - Collana Virgulti

 

I SECOLI E L’AMORE
di Eugenio Ballabio


Un affascinante excursus sul tema dell’amore, realizzato in forma antologica attraverso le pagine più significative della letteratura e della filosofia. L’autore, noto e apprezzato studioso di problemi filosofici, ci conduce ad indagare uno dei misteri più grandi e coinvolgenti con cui deve confrontarsi la creatura umana. Tutti i vari aspetti dell’amore (Eros, Agape, Caritas, Philia, ecc.) sono analizzati e descritti attraverso una sintesi di ciò che, di più pregnante e significativo, ha elaborato sull’argomento il pensiero, in ogni epoca. Un commento articolato, generoso di raffronti, di citazioni, di riferimenti, aiuta il lettore ad approfondire i vari aspetti del problema e a ricavare un quadro d’assieme convincente ed esaustivo.

Opera in due volumi.

AETAS - Collana Alite


STORIE DEL PIANETA LOGICO
di
Giamberardo Berardelli


Sei racconti e un romanzo breve assai diversi tra loro per ambientazione, vicende e personaggi ma in cui è presente, come scelta di fondo, un’attenta e appassionata riflessione sull’uomo e la sua problematica.

La casa nell’uliveto, scritto all’età di ventidue anni (ma rimaneggiato in seguito) narra delle esperienze e delle emozioni cui va incontro un adolescente di città durante un breve soggiorno in campagna. Nei giorni passati nella casa tra gli olivi il giovane sembra scoprire una dimensione esistenziale nuova e insospettata, e a questo contribuisce anche l’apparizione, fugace ma non marginale, di una graziosa ragazza del luogo. La storia è raccontata in prima persona ma come l’autore stesso precisa né questa né altre storie del libro sono in alcun modo autobiografiche.

Piedini neri è la drammatica storia d’una infanzia tormentata; La cena, racconto in apparenza leggero, adombra quei problemi della terza età che la cronaca mette in risalto un po’ tutti i giorni, mentre ne Il vecchio e la lucertola c’è la rievocazione d’una giovinezza perduta e, soprattutto, di un grande amore lontano nel tempo ma sempre vivo nella memoria.

Il bambino nella nebbia è senz’altro il racconto più drammatico e impressionante per le forti implicazioni psicologiche (e anche filosofiche) che lo contraddistinguono, elementi che si ritrovano in parte anche ne Il castello dei giorni perduti, ambientato in un’immaginaria cittadina tedesca del XVI sec.

Leonardo Secondo e la Terrifica nigra è un racconto del futuro prossimo, ambientato in un paese non meglio identificabile ma che si può presumere appartenere al cosiddetto “Occidente industrializzato”. Il protagonista è un giovane scienziato dilettante dall’intelligenza prodigiosa (un “Leonardo” redivivo) che, tra difficoltà d’ogni genere, tenta di liberare l’Umanità da un terribile flagello. Non mancano nella storia i riferimenti ai problemi e alle aspettative del momento, come i guasti nella fascia dell’ozono e la fusione nucleare fredda. Ma in questo romanzo breve non è molto difficile intravvedere anche un’inquietante allegoria di avvenimenti d’altra natura, accaduti o possibili.

«Appena uscito, “Storie del pianeta logico” di Giamberardo Berardelli edito dalla Aetas di Roma, è stato accolto con molto favore. E non senza ragione. Una delicata sensibilità narrativa costruisce ed offre al lettore, con un tratto linguistico ricco di versatilità espressivo-metaforica, visioni e personaggi. La temporalità del racconto è percorsa da un sentimento di comunione cosmica. Le creature umane ed animali sono descritte con rara sapienza e partecipazione. [...] Uomo e Natura sono rappresentati nel costante, mutuo dialogo, nella necessità di un rapporto d’amore. Le “storie del pianeta logico” sono le vicissitudini dello spirito umano che cerca di ricomporre il suo terreno dissidio in quell’equilibrio di natura, spesso dimenticato e offeso, dove è posta la sua essenza più vera.»

                                Mario Protano (da La sponda)

«Ho letto "Storie del pianeta logico" tutto d’un fiato, come mi succede solo con i libri che mi piacciono veramente. L’analisi psicologica dei personaggi è particolarmente indovinata e il libro appassiona e fa riflettere. Ogni racconto ha il suo fascino, con immagini ora idilliache come ne "La casa nell’uliveto" ora crude e a forti tinte come in "Piedini neri". E mentre ne "Il bambino nella nebbia" l’autore affronta e considera il mistero dell’essere con tutti i suoi problemi, cosl ne "Il castello dei giorni perduti" c’è il grido di riscossa dell’individuo che si libera del suo passato d’ignavia e disottomissione. "Leonardo Secondo e la Terrificá Nigra" (il romanzo breve, in cui si narra di un giovane scienziato che tenta di salvare l’Umanità dall’insidia di una terribile alga nera, infestatrice dei mari) tiene il lettore col fiato sospeso dall’inizio alla fine.»

                      Stefania Fiorini (La stampa, rubr. "In Libreria)

 

CALABUSCIA
di Gennaro Francione


Il romanzo è ambientato negli anni 1943-45 e racconta della fuga da Venezia, immediatamente dopo l’occupazione tedesca, di due lavoratori navali di Torre del Greco, padre e figlio diciannovenne, che tentano di ritornare alla loro città di origine. Quasi incredibili, ma effettivamente vissute (e qui sta anche l’interesse e la bellezza del libro) le vicissitudini che costellano il difficile e quasi sovrumano tentativo, in un’Italia spaccata in due e occupata da eserciti stranieri. Tutta la vicenda è narrata con immediatezza e vivacità, oltre che con grandissima partecipazione umana, il che fa del libro, oltre che una lettura avvincente, carica di suspence, anche un documento di indubbio valore per coloro che quegli avvenimenti hanno vissuto e per i giovani che debbono conoscerli.

AETAS - Collana N.I.M.

«Il libro non è indice di napoletanità, anche se si avvale del mondo partenopeo per creare situazioni pittoresche, ma è emblema di italianità. Io che sono tedesco e vivo da trent’anni in Italia l’ho letto e mi ha fatto penetrare nella psicologia di questo popolo.
La guerra non è stata mai sentita dagl’italiani. Essa è deprecabile in ogni caso, e ancor più se imposta.
Lo spirito di Francione è ellenistico. Ricorda la stoà, non quella degenere attuale, ma la vera, quella in bilico tra una fatale rassegnazione e un lume di speranza che alita sempre, anche nei momenti più bui.
Lo stile ricorda quello dei cronachisti romani alla Sallustio o alla Cesare nel De Bello Gallico.
Sallustio, anch’egli giudice (pretore, propriamente), era uno storico capace di dare un quadro vivo, drammatico, delle vicende umane, infine di creare una letteratura su base storica dov’era importante più l’interesse della vicenda che non la precisione cronachistica del narrare. Per il grande romano la conoscenza dei luoghi doveva aiutare la conoscenza dei fatti. Francione fa di più. Analizza oggetti, modi, costumi per far intendere attraverso di essi un carattere, un atteggiamento personale, un intero stile di vita comune in anni così vicini eppur così lontani.
Asciutto eppur profondo, incisivo, è lo stile di Calabuscia, tale da accattivare il lettore. Le immagini sono cinematografiche, plastiche. È usato l’humor nero, l’ironia, la struttura del dire a metà, tutte forme del poetico che valgono per quel che dicono ma ancor di più per quanto non dicono. È lasciato al lettore continuare il senso, interpretarlo, intuirlo, acuirlo.»

                                                      Harald Kanhemann


«“Calabuscia” è un romanzo che somiglia molto al suo autore. È infatti frizzante, umano, ironico, ricco di proposte e citazioni di varia cultura, senza essere inutilmente saccente. In esso si narrano le vicende umane di una famiglia, in chiave autobiografica, nel periodo a ridosso della fine dell’ultimo drammatico conflitto mondiale. La tragedia narrata è quella del popolo italiano, preda dei dissidi delle parti politiche in lotta. [...] Un intero paese dilaniato viene dipinto da Francione con mano leggera, ma non per questo meno rigorosa nella condanna. Lo stile del narratore è sobrio, asciutto. Pur nel dramma in alcuni punti le vicende, come è nella vita anche nei peggiori momenti, sanno suscitare il sorriso. Ma la valutazione delle responsabilità oggettive, delle scelte umane contrarie a qualunque idea di rispetto dell’umanità, è ferma e motivata. Come si può immaginare che accada nelle sentenze che l’autore emette, nella sua altra veste di giudice penale.
Il romanzo è molto attento nella immedesimazione con l’espressività popolare, con i sentimenti e le aspirazioni della gente semplice, presa nell’ingranaggio di eventi epocali. »

(Dalla presentazione di Paolo Procaccini al Whithe Shiver).

Questa nuova opera del giudice-scrittore Gennaro Francione, ispirata da un profondo sentimento di umanità, consiste nel racconto che il padre fa al figlio, che è l’autore del libro, delle esperienze drammatiche affrontate nel viaggio da Venezia a Torre del Greco verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. Un viaggio che è piuttosto una fuga disperata verso la salvezza, in un’Italia sconvolta dal lungo conflitto e occupata da eserciti stranieri. [...] Questo libro mi richiama alla memoria due opere letterarie notissime e molto diverse tra loro: “La Certosa di Parma” di Stendhal e “La pelle” di Curzio Malaparte. Nel romanzo francese si narra la vicenda di Fabrizio Del Dongo che aveva combattuto la guerra di Waterloo, in cui si erano decisi i destini dell’Europa. Egli tuttavia non riusciva a rendersi conto di quello che stava accadendo. Proprio questo senso di smarrimento psicologico (riflesso degli avvenimenti confusi) accompagna i due fuggiaschi di Francione. [...]
Il linguaggio di Francione è elegante ma anche generoso di espressioni tipicamente napoletane, che servono a sottolineare con immediatezza atmosfere e vicende.
“Calabuscia”, oltre che per i pregi letterari e l’interesse intrinseco della vicenda raccontata, si può anche raccomandare come lettura sussidiaria di storia nei licei. Il libro infatti non solo mette a contatto con un modus vivendi scomparso e per noi inusuale (e che è purtroppo attuale in tutte le guerre che si combattono nel nostro globo) ma non trascura gli avvenimenti della nostra nazione, in quanto vengono opportunamente ricordati i bollettini radiofonici più significativi e alcune brevi ma incisive cronache tratte dai pochi giornali che era allora possibile trovare.

                                                             Eugenio Ballabio

 

DELIRIO MINIMO
di Francesco Gazzè


Una silloge che rivela un poeta autentico, consapevolmente proteso ad esperienze intense di espressione e di scrittura. Il verso è rapido, scarno, essenziale, come un appunto prezioso segnato in fretta nella propria memoria poetica, e si assiste spesso a un brusco cambiamento di visione, che prelude quasi sempre a un allargarsi dell’orizzonte psicologico e lirico, a una riflessione intimistica che è come un ponte gettato all’improvviso verso sensazioni ed emozioni nuove. Lo spirito si dilata così verso contatti importanti, a volte volgendosi all’interno dell’uomo, a volte sfiorando lembi di realtà cosmiche.
Ma ancora un’altra è la caratteristica dei versi di Gazzè, ed è quella, comune a tutto ciò che nasce da un impulso sincero del sentimento a farsi poiêsis, di pretendere per sé una rilettura, una meditazione ulteriore, nella nostalgia di una densità di suggestione che ha tracciato nell’anima come un sentiero ineludibile.

Aetas - Collana Ekloghé

 

SENECA senso e ragione
di
Valerio Giuffrè


Riflessioni, ricerche, intuizioni sulla realtà attuale dell’Uomo e della società. Pensieri d’una sensibilità - quella dell’autore - volta per istinto alla filosofia, e in particolare attenta ad uno dei fenomeni esistenziali più angosciosi: il suicidio. Giuffrè, dopo aver accertato che il suicidio è praticamente assente nella specie animale, ritiene di essere vicino alla soluzione di questo problema, che assilla da sempre l’umanità. Egli infatti è convinto che, così come l’animale non si suicida, nemmeno l’Uomo debba farlo, ricercando in Dio prima e poi nella stessa umana natura - adeguatamente sanata dai condizionamenti psicologici di una società drammaticamente imperfetta - l’aiuto necessario a “capire” e accettare la vita. E Seneca con le sue pagine immortali, a dispetto delle sue contraddizioni costituisce un riferimento cui attingere sprazzi di luce viva per rendere più nitide le problematiche, meno tortuosi i percorsi mentali, meno incerte le risposte.

AETAS - Collana Alite

 

ispàntu
di Pietrino Pischedda


Ispàntu
: meraviglia... Una parola della lingua sarda ricca di significato. Meraviglia per il sole che nasce lievemente dalle onde, quando l’alba perlacea irrora della sua luce morbida un paesaggio singolare, pieno di contrasti. Meraviglia per l’umanità variegata che questo paesaggio popola. Meraviglia per la singolarità caratteriale di taluni, che sfocia talvolta nella stranezza, meraviglia per la capacità di comprensione, di tolleranza e anche di genuina bontà della gente comune, perfino nelle situazioni in cui “essere buoni” non è cosa facile.
Una raccolta di racconti ambientati tutti in Sardegna, un’isola che è indubbiamente un mondo a sé, forse come poche isole al mondo. Tratti di caratteri locali disegnati con vivacità e arguzia, finezza e incisività. Ne nasce un caleidoscopio di personaggi e situazioni che hanno in comune, malgrado il tono che sembra talvolta sconfinare nella fantasia e nel sogno, la puntuale aderenza alla originale realtà sarda.

AETAS - Collana N.I.M.

 

PASSI SUL POLLINE
di Andrea Giuliani


Lo stesso titolo di questa raccolta dà - così com’è giusto che sia - il senso della poesia di Andrea Giuliani: un legare le proprie umane esperienze d’ogni giorno alle voci, ai colori, alle vibrazioni della Natura, quasi per uno scambio d’impulsi vitali, perché non si perda né il mistero né il piacere di questa continua osmosi, che sottende un rapporto di feconda intimità tra tutto ciò che esiste.
Ma sentiamo come il giovane poeta ravennate ci parla della sua silloge: «In questa raccolta poetica ho voluto, in alcuni casi, trasgredire le mie stesse convinzioni letterarie. Infatti, ritengo che l’Io in poesia sia veramente poco bello artisticamente; ma, mi domando: quale altra forma - dopo anni di scrittura in versi - avrebbe mai potuto darmi piacere se non quella poetica, per presentare me stesso in una prima raccolta? Così nasce “Passi sul polline”».

AETAS - Collana Ekloghé

 

il tramonto della luna
versi ed altri scritti
di
Claudio Bernardo


In questo libro agile e per certi versi seducente l’autore si immedesima nella personalità di un giovane del nostro tempo (la vicenda è ambientata alla fine degli anni ’70), raccontandone con fine intuizione e grande capacità d’introspezione psicologica le problematiche, le speranze, le delusioni. È evidente in particolare la dicotomia tra le attese ideali del protagonista - per perseguire le quali egli si attarda a sperimentare anche la droga, illudendosi di trovare in essa un controaltare onirico alla realtà deludente della vita d’ogni giorno - e ciò che in effetti ottiene: l’“esilio” in un’isola suadente e incantatrice di nichilismo, da cui sarà poi difficile e faticoso prendere il necessario, inevitabile commiato. Una prosa essenziale e scorrevole si alterna a meditazioni poetiche limpide e suggestive, con un linguaggio di grande purezza e altrettanto grande efficacia.

AETAS - Collana N.I.M.

 

AURORA e altre favole...
di Bianca Maria Caporossi


Ristampato ad alcuni anni di distanza dalla prima edizione, andata esaurita in brevissimo tempo, questo delizioso libretto di favole è testimone d’una felice creatività narrativa. Quelle qui raccolte, però, pur se non prive di quel tanto d’insolito e di fantastico che fa la gioia dei lettori più piccini, non sono soltanto “favole” nel senso tradizionale del termine, cioè puro gioco d’immaginazione inteso a stupire. Tra di esse, infatti, si annidano anche storie di tutti i giorni, vicende che contrassegnano il nostro quotidiano scorrere nel tempo. Favolistico è piuttoso il linguaggio, il modo di raccontare la realtà. Valga per tutte la breve “favola” (definiamola pure così) di Aurora, una fanciulla che di straordinario e fatato non ha davvero nulla, incatenata com’è alla sua dura condizione di piccola sguattera; ma la delicata penna della scrittrice, intinta spesso nella più pura poesia, ci restituisce un personaggio che incanta comunque con il suo fascino misterioso e discreto.

AETAS - Collana Bimba Celeste

 

L’ESTASI E L’OMBRA
di Giuseppe Federico Pontoriero


Estasi ed ombra... Ecco i motivi conduttori dei versi raccolti in queste pagine. L’estasi è la poesia della descrizione lirica, dell’anima che si apre ricettiva e meravigliata dinanzi alla seduzione di un paesaggio: una notte di stupefacente serenità, un mare lucente sotto il sole...; l’ombra è la poesia della riflessione, dell’intimità, del dolore di chi avverte tarpate le proprie ali, appesantito il proprio destino dal retaggio d’una quotidianità scialba e inappagante, offensiva per una sensibilità affinata. Entrambe le poesie si mescolano, si sovrappongono quasi, per raggiungere un lirismo che richiama gli accenti d’una melopea antica.

AETAS - Collana Ekloghé

 

MALE DOLCE
di Giuseppe Pizzo


È ancora una volta l’amore a guidare Pizzo nelle strade fascinose della poesia, ma senza reclamare per sé tutta l’attenzione. Così se il poeta, sollecitato dagli affetti, può cantare “Ora ci sei-e dentro me lacrima-una dolcezza inquieta” e può altresì soffermarsi a carezzare con l’anima le suggestioni della natura: “il vento suona cauto-nell’ora che lenta s’oscura-in un’allegrezza solitaria.” Pizzo compone versi allo stesso tempo gradevoli e densi, invigorendo talvolta l’espressione - senza però mai appesantirla - mediante termini seletti di rigorosa aderenza, che acclarano il sentire poetico con apporti di preziosità lessicale. Versi di singolare chiarità, eco di un’anima non distratta, pronta anzi a recepire e a far suoi, sublimandoli in poesia, i messaggi nascosti della realtà più profonda.

AETAS - Collana Ekloghé

 

Li brillocchi de Roma
di Marcello Celi


Nel vivo dialetto romano di oggi, come sempre eco d’un’anima popolare sinceramente sensibile ai valori di umanità e solidarietà, un libro originalissimo, che può essere inteso e apprezzato anche da chi romano non è. I brillocchi (cioè i “gioielli”) sono i monumenti e i tesori che Roma conserva ed offre quotidianamente all’attenzione del visitatore, orgoglio di una città che non intende rinunciare al suo plurisecolare ruolo di “caput mundi”. I vari “gioielli” - che Celi, poeta di vena immediata e suadente, presenta con pennellate veloci e gradevoli , che rivelano il cuore di un romano innamorato della sua città - sono corredati da piccole riproduzioni di antiche stampe e da sintentiche didascalie in lingua inglese. Un libro unico nel suo genere, che è stato immediatamente apprezzato dalla critica e dai lettori.

AETAS - Collana Dialecta.

 

abènto di Carmelo Catania


Una silloge di ventisei racconti brevi e brevissimi. Spigliati e lirici a un tempo, spruzzati di humor alquanto algido. Epiloghi a sorpresa e brani ricchi di originalità espressiva, con implicazioni psicologiche e
filosofiche. Ventisei preziosità letterarie (alcune premiate in importanti concorsi nazionali) in grado di regalare al lettore quel godimento estetico che è proprio delle opere autenticamente “realizzate”, qualunque sia la loro lunghezza.

AETAS, Collana N.I.M.

Se dovessi fare un viaggio in treno (io viaggio prevalentemente in treno), sceglierei per compagni di viaggio questi ventisei racconti di Carmelo Catania. [...] Racconti che mi sono piaciuti, di limpida scrittura, nascenti generalmente da un piccolo pensiero che, come scintilla, può generare il rogo. E il rogo sta nella trama, nel canovaccio, nel senso compiuto del dire e cioè del narrare. [...] Nei racconti di Carmelo Catania tutto è semplice all’apparenza, nel senso che la sua semplicità è un frutto difficile da maturare perché impone un inizio, uno svolgimento, una fine, secondo i ritmi della natura che non fa salti, e se tu glieli fai fare, ne porti le infauste conseguenze. Esiste una situazione. Egli l’afferra e la sviluppa, la conduce verso il prevedibile o l’imprevedibile, non importa, importa che in entrambi i casi si rimanga nel verosimile, essendo la fantascienza un’altra cosa. [...] Ecco, è un libro sereno questo “Abènto”, scritto da chi possiede una perfetta padronanza della lingua con l’istintivo conforto di una sicura tecnica narrativa. [...]

                                   Franco Piccinelli (dalla Prefazione)

 

CECILIA il canto di una vita
di
Giovanna Maria Berardelli


La vicenda terrena di Cecilia, fanciulla martire, tra storia, tradizione e leggenda. Cecilia apparteneva ad una nobile ed agiata famiglia romana del III sec. Se non avesse seguito il comandamento evangelico dell’amore, soccorrendo i poveri e gli infermi, non avrebbe attirato l’attenzione degli sgherri pagani. Se, una volta scoperta e arrestata, avesse sacrificato agli dei, avrebbe avuto salva la vita. Ma lei scelse coraggiosamente la via del martirio, per testimoniare la sua convinta adesione alla fede cristiana.
Sulla base delle notizie giunte sino a noi, questo libro traccia una breve e attendibile biografia della fanciulla martire del Trans Tyberim, non trascurando di offrire rapidi scorci della tormentata epoca storica in cui visse.

AETAS - Collana Martyres

 

RITORNO DA STIGE
di Enrico Monti


In questo libro, che è il seguito ideale di “Kappusta”, uno dei maggiori successi letterari degli anni ’80, l’autore prosegue il drammatico e avvincente racconto della sua deportazione in Germania durante l’ultimo conflitto mondiale, fornendoci, in particolare, una testimonianza preziosa della vita tedesca nei giorni che segnarono la fine del Terzo Reich.
Stige pertanto, più che un luogo geografico, è una dimensione esistenziale - quella suscitata dalla guerra e dalle sue atrocità - in cui l’uomo tutto intero, spirito e corpo, è costretto ad affrontare prove terribili; un luogo da cui è possibile fuggire solo non dimenticando mai, e soprattutto mai tradendo, a qualsiasi costo, la propria umanità.

AETAS - Collana N.I.M.

 

DONADETTO uno strano contratto
di
Vincenzo Murano


Una storia a sfondo psicologico, che affronta i delicati temi del plagio, della compressione della personalità nonché dell’alterazione dell’identità. L’autore ci offre, in un racconto che si svolge nella città di Torino e che presenta a tratti le caratteristiche del thriller, una galleria di personaggi tutt’altro che avulsi dalla realtà quotidiana, e quindi credibili nelle loro ansie, nei loro sogni, nei loro problemi. Murano rivela una non comune abilità nel disegnare figure dalla natura sfaccettata e complessa, oltre che una sicura conoscenza del contesto psicologico e culturale in cui esse si muovono. Singolare è la vicenda narrata: un noto professore di filosofia muore all’improvviso per cause apparentemente naturali, mentre la moglie sospetta che l’uomo sia rimasto vittima, per motivi ideologici, di un vero e proprio assassinio. Da qui il susseguirsi di vicende intricate, in cui assumeranno ruolo di protagonisti l’affascinante attrice Gipsy, il sornione vice questore Scardillo e uno strano pittore, il “Donadetto”, esponente di una corrente artistica d’avanguardia. Mentre sembra vicina la soluzione della repentina quanto inquietante scomparsa del professore (disgrazia, malore, omicidio?) ecco avvenire, nello scenario urbano del Po, un nuovo drammatico e misterioso episodio...

AETAS - Collana N.I.M.

 

L’UOMO CARAVAGGIO
di Alberto Macchi


Questo libro scaturisce da una precedente, più sintetica opera dal titolo “Michelangiolo Merigi da Caravaggio”, scritta e messa in scena da Alberto Macchi di concerto con la Prof.ssa Mina Gregori, presidente della “Fondazione Roberto Longhi”. Oggi questo lavoro è stato ulteriormente aggiornato e arricchito di informazioni su tutte le opere del pittore, nonché dai profili dei vari personaggi.

È un libro per “addetti ai lavori” nel mondo del teatro e dell’arte, che però si legge anche come un piacevole romanzo, in cui rivivono le drammatiche vicende di un maestro della pittura, che ha stupito i suoi contemporanei e che continua tuttora ad affascinare.

AETAS - Collana Tragos

 

SÀMARE
di Giamberardo Berardelli


Le sàmare sono i piccoli frutti alati di alcuni alberi, che il vento sparge all’intorno affinché, una volta caduti nel terreno, facciano germogliare i loro semi nascosti... Le poesie raccolte in questa silloge - di cui uscirà tra breve una edizione in lingua francese - sono state scritte nel corso di alcuni decenni.
Ma lasciamo la parola ad alcuni illustri scrittori e critici letterari.

AETAS - Collana Ekloghé

«Se si partisse dal romanticismo musicale di Ludwig van Beethoven, per poi attraversare il mondo poetico goethiano, profuso di forme sostenute dalla tradizione letteraria dell’Ottocento europeo, sarebbe possibile scoprire “affinità elettive” in chiave lirica con Giamberardo Berardelli, così come rivelate nella delicata e preziosa silloge poetica “Sàmare”, edita recentemente dalla AETAS. In alcune sue poesie (cito tra le altre “Il silenzio”, “Conquista”, “Lo sconfitto”, “Attese”) il poeta romano tratteggia con creatività libera e immediata quadri d’insieme d’originale fattura, come Francisco Goya nel campo delle arti figurative ci presenta una realtà pregnante, nel ripudio di esautorati canoni espressivi. In altre preziose composizioni, che direi figlie primogenite di un delicato, struggente lirismo (come “Rosa di macchia” e “Fiore”) l’autore propone un idillio dalle tonalità caldo-fredde, dove peraltro è possibile leggere un vasto repertorio di sfondi morali, di allusioni letterarie e di echi autobiografici. Ma ciò che colpisce di più in Giamberardo Berardelli, uomo di consumata attività letteraria (per gli amanti della prosa sottilmente sfumata consiglio la lettura del suo “Storie del pianeta logico”) è quell’inconfondibile retrosapore amarognolo con cui alla fine sa sapientemente commistare la dolcissima e incantata immagine vitale resa fluida dal metro e dal linguaggio immediato di grande felicità espressiva: una melodia avviluppante e, perché no?, suadente sino alla malinconia di un tramonto multicolore come un arcobaleno. [...] Una sottile temperie avviluppa in tenere spire l’opera poetica di Giamberardo Berardelli, nella ricerca di una ideale Zacinto foscoliana dove poter rivivere il respiro antico dello zefiro, in terra di Poesia. [...] Come testimoniano le pagine di questa preziosa raccolta Giamberardo Berardelli intraprende una rotta autonoma per navigare con particolare perizia in ambiti desueti ai più: un personalissimo quanto originale procedere sull’onda ora morbida ora tempestosa dei ricordi; un veleggiare solitario e fantastico in un mare di immensa vitalità e intensa colorazione.
L’augurio sincero che esprimo all’autore di “Sàmare” è di salpare ancora una volta per veleggiare verso una nuova palpitante spedizione poetica che lo porti oltre le Colonne d’Ercole in un felice approdo ai lidi del cuore.»

                                             Sergio Massimo Greci

«Leggendo “Sàmare” si intuisce subito che Giamberardo Berardelli è nato poeta, tanto è vero che ha iniziato a scrivere versi in tenera età (ha composto la sua prima poesia all’età di sette anni). La sua poesia è intensa, accattivante, ti prende e non si fa lasciare, così che alla fine si ha il rammarico di aver terminato il libro. Una volta letto si ha il desiderio irrefrenabile di prendere “Sàmare” in mano di nuovo, per riassaporare antiche emozioni affievolite se non addirittura scomparse nel nostro presente. Tutte le poesie del libro, dalle più brevi, di sole tre strofe, alle più lunghe, sono ammirevoli per intensità, delicatezza e verità. Forse per una personale consonanza di sentimenti e di esperienze mi ha impressionata sommamente “Il dono”, ma ogni tanto vado a rileggermi anche “Siccità”, ..................»

                                     Maria Iolanda Colizza Ceccarossi

«Ritroviamo felici in “Sàmare” quel canto poetico lieve che sospende il fluire del tempo; quella poesia che rara sa cogliere l’eterno nella visione pura dell’attimo fuggente. Berardelli sa cantare la bellezza delle cose del mondo ed il segreto dell’anima che si piega su di esse, con versi perfetti, con versi innamorati.»

                                                Mario Protano (Il Quirino)

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