Minerva Angiologica Vol.16, Suppl.1 al n.2 aprile/maggio 1991, pag. 303-305
STUDIO DELLE VARIAZIONI DI CALIBRO DELLA SAFENA INTERNA
PRE E POST-CHIVA
M. Ballo*, C. Nasso, F. Spinelli**, A. Galeandro, S. Mandolesi
*Università di Palermo, Cattedra di Angiologia (Titolare:
Prof, M. Ballo)
**Università di Messina, Cattedra di Chirurgia Vascolare
(Titolare: Prof. F.Spinelli)
International Foundation of Angiology - I.F.A.
La cura C.H.I.V.A. é un nuovo trattamento delle
varici degli arti inferiori (2,3), Essa ha due presupposti
fondamentali: é conservativa, in quanto il capitale
venoso non viene asportato, ed é emodinamica poiché
mira a correggere, previo studio anatomo-funzionale
con eco-doppler, le alterazioni dell'emodinamica venosa
in ogni paziente trattato.
Principi essenziali di tale terapia sono:
-frazionare la colonna di pressione idrostatica nel
sistema venoso incontinente e solo su di esso;
-interrompere gli shunts veno-venosi, vere circolazioni
private (1) consecutive al deterioramento del sistema
valvolare.
La pressione venosa periferica, come é noto, é
determinata dalla pressione idrostatica i cui valori
seguono la legge di gravità e variano pertanto con
la postura; ciò é rilevabile anche clinicamente osservando
le modificazioni di calibro delle vene superficiali
in rapporto alle diverse posizioni assunte dagli arti
inferiori (declive, supina, sopraelevata). Tale dato
conferma l'azione prevalente della gravità e quindi
della pressione idrostatica nel determinismo delle
variazioni di calibro delle vene superficiali degli
arti inferiori, sia nei soggetti normali ma ancor
più nei varicosi, proporzionalmente alla compliance
parietale (4).
Scopo di questa ricerca é quello di valutare gli
effetti emodinamici della cura CHIVA ed in particolare
le variazioni di calibro della safena interna varicosa
prima e dopo trattamento.
Materiale e Metodo
Sono stati studiati 168 soggetti affetti da sindrome
varicosa primitiva degli arti inferiori sottoposti
a cura CHIVA sulla base di uno studio anatomo-funzionale
del circolo venoso profondo e superficiale con velocimetro
Doppler bidirezionale c.w. (con sonde da 4 ed
8 MHz) ed eco-color-Doppler (con sonde da 5 MHz "short
focus" e 7,5 MHz con distanziatore ad acqua).
I casi da noi esaminati erano, per la maggior parte,
shunts veno-venosi di tipo 1 (incontinenza dell'ostio
safeno-femorale e del tronco safenico con rientro
attraverso una perforante situata a vario livello)
e, in minor numero, shunts veno-venosi di tipo 3
(incontinenza dell'ostio safeno-femorale con ramo
terziario incontinente), secondo la sistematizzazione
funzionale di Franceschi (2).
In tutti i soggetti trattati é stato misurato ecograficamente
il calibro della safena interna al 1/3 medio
di coscia, prima e dopo cura CHIVA (a 10 giorni, 3 mesi,
6 mesi e ad 1 anno dall'intervento).
Risultati e Conclusioni
Si é osservata, in tutti i soggetti studiati, una
significativa riduzione del calibro della safena interna
al 1/3 medio di coscia che, dopo 3 mesi dall'intervento,
variava da un massimo del 75% ad un minimo del 30%
con un valore medio del 47% (v.figura). Tale riduzione
del calibro safenico si é mantenuta ai successivi
controlli e, talvolta, é addirittura aumentata nel
tempo.
La significativa e costante riduzione di calibro
della safena interna da noi rilevata é riferibile,
a nostro avviso, alla riduzione del sovraccarico pressorio
e del surplus di portata ematica legata al reflussi
unitamente alla riduzione della pressione idrostatica,
specie in ortodinamismo, Tali effetti `sono determinati
appunto dalla frammentazione della colonna idrostatica
e dall'interruzione degli shunts veno-venosi.
La safena varicosa non più soggetta, dopo la correzione
emodinamica, al sovraccarico pressorio e di portata
riacquista la sua normale funzione di drenaggio del
sangue refluo dai tessuti e subisce progressivamente
una significativa e persistente riduzione del suo
calibro, come da noi rilevato con l'indagine ecografica.
La variabilità di riduzione del calibro safenico
riscontrata ci sembra possa riferirsi a vari fattori
quali:
-entità del reflusso safeno-femorale pre-CHIVA;
-flusso ematico attraverso le collaterali della crosse
safenica;
-grado di sfiancamento delle pareti venose correlato
sia alla diversa durata delle varici sia alla individuale
compliance parietale.
Le modificazioni anatomiche ed emodinamiche conseguenti
alla cura CHIVA sono peraltro alla base del risultati
clinici ottenuti (2,5).
Riassunto
Gli Autori presentano i risultati delle modificazioni
del calibro della safena interna misurato al 1/3 medio
di coscia con metodica ecografica in 168 soggetti
affetti da sindrome varicosa degli arti inferiori
sottoposti a cura CHIVA previo mappaggio emodinamico
eseguito con metodica Doppler C.W. ed eco-color-Doppler,
In tutti i soggetti si é rilevata una riduzione
significativa del calibro venoso che, dopo 3 mesi
dall'intervento, é stata in media del 45%.
Tale riduzione di calibro é conseguente al minor
sovraccarico pressorio e di portata della safena interna
dopo frammentazione della colonna idrostatica ed interruzione
degli shunts veno-venosi ottenuti con la cura
CHIVA.
Bibliografia
1. Bassi G. Le varici degli arti inferiori, Ed. Minerva
Medica, Torino 1962.
2. Franceschi C. Theorie et pratique de.la cure CHIVA,
Ed. de l'Armoncon, Précy-sous-Thil, 1988.
3. Franceschi C. Pour une Cure conservatrice et Hemodynamique
de l'insuffisance Veineuse en Ambulatoire:
CHIVA, Angiologie, 1988, 72,99-100.
4. Franceschi C., Luizy F., Jardin M., Le Doeuff J.,
Massoni J.M., Dadon M, Considérations hémodynamiques
sur la pathologie veineuse. Tensiologie, 1989,
20,'7-10
5. Mandolesi S., Ballo M., Galeandro I.,Filippo S.,
Migaldi D., Spinelli F., Nasso C, Carbone P.,
Scaramuzzino L., Passariello F. I multicentrica
Nazionale sulla metodica CHIVA nel trattamento
delle varici. Follow-up ad un anno, Ann. Ital.
Chir., 1990, LXI, 4.