MINERVA ANGIOLOGICA V.17 SUPPL. 4 al N.3 LUGLIO/SETT.'92

Cura CHIVA:studio di 179 pazienti operati da dicembre 1989 a giugno 1992

M. BALLO - F. SPINELLI*- C. NASSO**

Università degli Studi di Palermo Cattedra di Angiologia
(Titolare: Prof. M. Ballo)
Università degli Studi di Messina, *Cattedra di Chirurgia Vascolare
(Titolare: Prof. F.Spinelli)
**Socio Fondatore SIOC - Reggio Calabria

Il lavoro presentato comprende lo studio retrospettivo
di 179 pazienti trattati con cura CHIVA di cui 32
bilateralmente, per un totale di 211 gambe operate.
Tutti i malati sono stati valutati, prima e dopo 
l'intervento, sul piano clinico ed emodinamico mediante
esame ecoDoppler, eseguito sempre dallo stesso
esaminatore, con un follow-up massimo di 42 mesi e
minimo di un mese.
L'indicazione operatoria era di tipo estetico
in 11 casi, funzionale in tutti gli altri casi ed in
38 casi si avevano anche turbe trofiche.
L'intervento è stato sempre ambulatoriale ed
eseguito in anestesia locale.
In 127 casi è stata realizzata un'interruzione
a livello dell'arco safenico interno ed in 9 casi
a livello della safena esterna.
Il tronco safenico interno non è stato legato
in 108 casi, legato in 84 casi.
In 13 casi si trattava di reintervento dopo
stripping.
Il risultato è stato giudicato soddisfacente dal
punto di vista funzionale nel 95% dei pazienti,
sul piano estetico nel 90% dei pazienti.
Un gesto complementare è stato necessario
nel 20% dei casi; il 6% ha presentato recidiva
varicosa per riapertura della legatura alla crosse
safenica.
Tali dati confermano a nostro avviso che la
metodica CHIVA rappresenta una valida alternativa 
alla terapia chirurgica tradizionale della
patologia varicosa.