MINERVA ANGIOLOGICA Vol. 16, Suppl 1 al N. 2

METODICA CHIVA: LA NOSTRA ESPERIENZA DEI PRIMI QUATTRO ANNI (1035 CASI)

Dott. S. Mandolesi, M. Marchetti, M.Pinelli, P. Santoro, M. Blandamura

INTERNATIONAL FOUNDATION OF ANGIOLOGY
Via Firenze 471, Roma

                       
Nel  1986 il Dottor Claude Franceschi di Parigi
ideava  la CHIVA (Cure Hémodynamique de
l'Insuffisance Veineuse  en  Ambulatoire) che
egli presentò per la prima volta in Italia nel
convegno da noi organizzato a Roma nell'aprile 87.
La  nostra  esperienza inizia nell'autunno  di
quell'anno  si intensifica  nel  1988  dopo
l'incontro internazionale di Precy Sous Thil,
tappa fondamentale  per lo sviluppo della 
metodica.
Nel 1989 nasce la Società. Italiana  Operatori
CHIVA  (SIOC) i cui soci fondatori  sono  tutti
allievi   dell'ideatore.   Da   quell'anno   la
metodica ha conosciuto un progressivo sviluppo,
sia per quanto concerne la sua diffusione  che
per  la  divulgazione sempre più capillare  in
vari   convegni   e  congressi   nazionali   e
internazionali.  Siamo  tuttavia  costretti a
rilevare  che  mai si era manifestato  Un  tale
ostracismo  nei confronti di una metodica  tesa
alla conservazione della funzione di un  organo
anziché alla sua ablazione.   
Il nostro gruppo ha praticato la metodica quasi
esclusivamente in day-hospital chirurgico, con
dimissione  in poche ore.  E' stata praticata
esclusivamente un'anestesia di tipo loco-regionale
mediante mepivacaina  all'1%   per infiltrazione
sottocutanea  ed intradermica.
La  nostra equipe è  attualmente composta da 3
emodinamisti  e  2  chirurghi  vascolari. Gli
emodinamisti  hanno utilizzato  in un primo
periodo,  che va sino al luglio 90,  un Doppler
CW,  un  Eco-Doppler  ed  un   reografo a  luce
riflessa;  dal settembre del 90 la RLR e' stata
sostituita   dalla   pletismografia   ad aria
computerizzata,  Per lo studio delle variazioni
volumetriche degli arti inferiori.
L'emodinamista, sino a luglio 89 ha eseguito da
solo  le mappe emodinamiche ed i  test pre-operatori;
dal   settembre 89  si è reso necessario un aiuto,
allo scopo di definire una dettagliata  mappa  dei
reflussi ed i  test predittivi pre-operatori.
L'atteggiamento strategico emodinamico ha avuto
un'evoluzione schematizzabile in 4 periodi.  Un
primo periodo che va sino al  luglio 89 si
caratterizza   per  la  tendenza  a   praticare
microflebectomie anche su accessorie safeniche.
Dal  settembre  89 sino  al  dicembre  89,  col
supporto  dl un aiuto durante la  preparazione,
si e' voluto innalzare il livello del "rientro"
per ridurre al minimo la colonna idrostatica.
Nel terzo periodo (gennaio 90 - aprile 90), pur
mantenendo  un alto livello di  "rientro",  si
sono  effettuati  130 interventi di  CHIVA  con
legatura  della crosse programmata  in  secondo
tempo.
Il  quarto periodo va dal maggio 90 a tutt'oggi
e  si  caratterizza  per  l'esecuzione   della
legatura   alla  crosse  quando  necessaria   e
contemporaneo   rispetto del  "rientro"   più
valido, anche se distale.
Tale suddivisione in periodi è funzionale alla
valutazione   dell'incidenza   della   trombosi
safenica    post-operatoria, che presenta
significative variazioni nelle varie fasi
descritte.
Nei   primo e  nel  secondo periodo  si   è
verificata una trombosi superficiale in circa
il 9% dei casi,  con un'incidenza doppia per le
legature effettuate al di sopra del ginocchio.
Nel  secondo  periodo la stessa complicanza  ha
avuto  un incidenza dello 0.7%. Nel quarto  ed
ultimo  periodo  l'incidenza è stata  del  3%.
Tale  rilevazione è stata effettuata  mediante
un controllo Eco-Doppler eseguito a 10  giorni
dall'intervento. Clinicamente solo il 10% delle
trombosi ha determinato una sintomatologia;  in
tali   casi   la  safena  aveva   un   decorso
sottocutaneo. I successivi controlli effettuati
dopo  un mese e dopo tre mesi hanno  dimostrato
la  completa  ricanalizzazione della safena  in
tutti  i  casi  esaminati.   Non  si  sono  mai
verificati casi di flebotrombosi profonda.
Tutti  pazienti  sono  stati  sottoposti   dopo
l'intervento  a  profilassi antitrombotica  con
eparinato   calcico   12500  unità al dì,
antibiotici e FANS   per  10  giorni.
Successivamente  e'  stata  prescritta  terapia
flebotropa   (Beta -idrossietilrutosidea  3 grammi
al dì) per 30 giorni  e  contenzione
elastica di prima classe mediante gambaletto.

Risultati clinici

Il follow up ha riguardata 1035 arti seguiti per un periodo minimo di 3 mesi e massimo di 3 anni. Ogni paziente è stato valutato in fase pre-operatoria, 3 mesi, 6 mesi e 1 anno dopo l'intervento. Successivamente si sono effettuati controlli annuali, non praticati dal 10% dei pazienti. La valutazione e' stata di tipo anamnestico, clinico e strumentale.

Casistica

Sono stati sottoposti a intervento di CHIVA 828 pazienti di cui 580 sono donne (70%) e 248 uomini (30%). L'età media è di 43 anni circa. Gli interventi monolaterali sono stati 621 (60%) e quelli bilaterali 207 (40%). Le safene interne monolaterali 528 (51%) e quelli bilaterali 124 (12%). Le safene esterne monolaterali 120 (11,5%) e quelli bilaterali 3 (0,2%). Le varici atipiche 113 (11%). Le varici recidive post-stripping 36 (3,5%). I risultati ottenuti sulla sintomatologia soggettiva sono i seguenti : positivi nell'85% dei casi per ciò che riguarda dolore e senso di peso. Positivi nel 100% dei casi sul prurito e i crampi notturni. Negativi sul senso di peso e dolore nel 13% dei casi; nel 2% dei casi si e' verificato un aggravamento di detti sintomi. In tutti i casi abbiamo notato un miglioramento della dermoipodermite. Le ulcere (21 casi) sono tutte guarite entro 40 giorni dall'intervento. Le flebectasie sono regredite nel 90% dei casi a 3 mesi dall'intervento. Nel 10% dei casi si sono resi necessari atti chirurgici complementari al momento del controllo. Delle trombosi safeniche si è già detto in precedenza. Nell'1% dei casi si è verificata un ematoma inguinale significativo. Nello O,1% dei casi si è verificata un'infezione inguinale con rigetto del filo utilizzato. Il cat-gut e' stato utilizzato solo nei primi casi perché quasi sempre causa di una violenta reazione infiammatoria sottocutanea, soprattutto a livello di gamba. Abbiamo avuto uno 0,3% di casi di linfocele di piccole dimensioni. In 300 casi è stata eseguita una RLR pre e post-operatoria con valutazione morfologica della curva di riempimento; il refilling time non è stato utilizzato a causa dell'elevata incidenza di falsi negativi in pazienti affetti da insufficienza safenica. La morfologia dell'onda di riempimento (concava, rettilinea o convessa in vari gradi) si e' dimostrata meglio correlata con la sintomatologia ed il quadro emodinamico. La morfologia è migliorata nell'84% dei casi. Lo studio con pletismografia ad aria computerizzata (VOC, volumetria ortodinamica computerizzata) e' stata effettuata in 100 casi. Essa si e' rivelata utile nella selezione dei pazienti, ma non nella valutazione dei risultati post-operatori. Questo perché tale metodica è espressione soprattutto dello stato funzionale del circolo venoso profondo.

BIBLIOGRAFIA

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